matera-2019

 

La scorsa estate l'ho trascorsa in Puglia,  nel Salento. Stupende spiagge, mare che nulla ha da invidiare agli atolli maldiviani, arte barocca da Lecce in giù, cose da farmi venire le convulsioni da quanto erano belle. Ma di questo vi racconterò in un altro post.

Oggi vi porterò con me a Matera, la città dei Sassi, nonchè capitale europea della cultura 2019, prima città del meridione italiano a ricevere tale titolo.

   

Terminata la vacanza nel Salento, durante il viaggio di ritorno, avevamo già programmato una sosta di due giorni a Matera. Non ero mai stata in questa città e, quando verso mezzogiorno vi giungemmo, rimasi a bocca spalancata.

   

Il centro storico di Matera, dichiarato dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità, mi rapisce per l'intrico di vicoli, scale, case, piccole chiese quasi ad ogni angolo.

   

 

Su e giù per la città

Su e giù per la città

Perdersi in questi vicoli è un'esperienza indimenticabile. Immaginate la mia sorpresa ed esaltante gioia quando scopro che il nostro albergo è situato proprio dentro ai Sassi. Ne resto irrimediabilmente conquistata!

       

Il proprietario mi spiega che fino agli anni Cinquanta la vita si svolgeva all'interno delle numerose cavità scavate nella roccia. Sono  infatti molte le testimonianze legate a quel periodo tra cui un paio di "case grotta" da visitare assolutamente per capire come si viveva in quelle abitazioni così antiche.

     

matera1Qui, dove il tempo sembra essersi fermato, i sassi rivivono e lasciano senza fiato.

   

Foto a manetta!!!

   

Siamo nel centro del Sasso Barisano e qui la scenografia assomiglia ad un presepe, soprattutto la sera quando i sassi di tufo, con i quali è stata costruita la città, riflettono le luci dei lampioni e si colorano di bianco disegnando i percorsi pedonali che si snodano in mezzo alle case.

 
MATERA - SASSO BARISANO

MATERA - SASSO BARISANO

C'è ancora un artigiano che realizza statuine per presepi, fischietti artigianali e riproduzioni di timbri per pane utilizzati anticamente. E' una continuità storica, il legame con un passato fatto di tradizioni contadine, come il pane, simbolo della città la cui forma ricorda i Sassi quasi a racchiudere in sè un elemento sacro. E proprio il pane di Matera ha ricevuto dalla Comunità Europea la certificazione IGP garantendone di fatto la qualità.

   
Il pane di Matera

Il pane di Matera

     

Ma torniamo al nostro percorso. Camminando su è giù per vicoli e scalinate arriviamo alla parte più alta dove si erge l'imponente  Duomo che sovrasta tutta la città. E' una costruzione datata 1270 circa, in stile romanico-pugliese. Purtroppo riusciamo a vedere ben poco perchè è in ristrutturazione ma cercherò di descrivere quello che mi è possibile.

   
MATERA - CATTEDRALE o DUOMO

MATERA - CATTEDRALE o DUOMO

 

Sulla facciata principale spicca un rosone a sedici raggi affiancato da quattro colonnine. Sormonta il rosone l'Arcangelo Michele mentre le colonnine simboleggiano Evangelisti ed Apostoli. Il portale maggiore è chiuso da un arco a tutto sesto con la statua della Madonna della Bruna nella lunetta. Le statue dei Santi Pietro e Paolo stanno ai lati della porta mentre nella facciata destra troviamo la "Porta dei leoni", così chiamata per quei due leoni scolpiti nella pietra che la fiancheggiano accovacciati reggendo le colonne.

   
Interno Cattedrale (in restauro)

Interno Cattedrale (in restauro)

 

L'interno è a tre navate e a croce latina, con arcate a tutto sesto sostenute da colonne sormontate da capitelli in pietra.

 
Affresco Madonna della Bruna

Affresco Madonna della Bruna

Sull'altare della navata sinistra e di notevole rilievo, vi è un affresco bizantino risalente al 1270 della Madonna della Bruna con il Bambino che benedice. Affresco attribuito a Rinaldo da Taranto.

     

Fabrizio Santafede, Vergine con Bambino e Santi

Fabrizio Santafede, Vergine con Bambino e Santi

 

L'altare maggiore esibisce una meravigliosa pala eseguita da Fabrizio Santafede raffigurante la Vergine attorniata dai Santi. Nell'abside si trova il pregevole coro ligneo in noce massiccio intagliato nel 1453 da Giovanni Tantino di Ariano Irpino.

         

Ma è giunta l'ora di andare ad immortalare il gran canyon materano: la Murgia a picco sul torrente Gravina. Siamo nella zona del Sasso Caveoso, la parte più antica della città. Dalla rupe del Montirone mi godo uno spettacolo unico ed impareggiabile. Una natura varia e selvaggia racchiude grotte del paleolitico, villaggi risalenti al neolitico, siti preistorici che raccontano la presenza umana, una presenza fatta per lo più da pastori e mandriani.

   
Murgia Materana

Murgia Materana

 

Ma l'eccellenza di questo paesaggio è rappresentata dalle Chiese Rupestri, alcune ancora affrescate, realizzate nell'alto Medioevo anch'esse scavate nella roccia. Queste chiese hanno una particolarità: sebbene nate come luoghi di culto non è raro che all'occorrenza siano servite anche ad altri scopi, come abitazioni o ricoveri per animali.

   
MATERA - CHIESE RUPESTRI

MATERA - CHIESE RUPESTRI

     

La serata incombe e lo spettacolo si fa serio. Passeggiamo per questi vicoli illuminati, saliamo nel punto più alto e l'affascinante manifestazione di questo teatro all'aperto è da sindrome di Stendhal.

   

Amici, devo proprio dirvi che qui l’uomo e la pietra hanno fuso il dialogo tra rocce ed architettura, canyon e campanili, creando nel corso dei secoli uno scenario di incomparabile bellezza e qualità.

 
MATERA IN NOTTURNO

MATERA IN NOTTURNO

 

Che straordinaria avventura!

 

francesca (3)

     

 

17 Commenti a “In viaggio con Franci: MATERA, LA CITTA’ DEI SASSI”

  1. francesca (franci) ha detto:

    Cara Gianna, io parto con il trolley vuoto e quando arrivo in questi posti lo riempio di Emozioni, Sensazioni, Arte, Storia e Cultura. Questo è il mio bagaglio a mano. E quando torno a casa sparpaglio tutto sulla scrivania e pian piano metto ordine scrivendo, scrivendo..e rivivendo passo dopo passo tutti quegli esaltanti momenti.
    Ciao e grazie.

  2. gianna ha detto:

    Francesca, io nn conoco Matera la citta’ di molta cultura e sassi, che dirti sei veramente bravissima ci porti sempre a fare l’ escursioni in grande citta’ culturali che anche nn conoscendo i luoghi ci riporti a casa sempre con belle novita’a Matera,le tue escursioni sono state faticose camminare su quei sassi io c’ero e stato bello ma faticoso, il tuo post bellissimo le immagini antiche meravigliose ma te con molto orgoglio riesci passare da quelle meraviglie antiche’ con la massima facilita’arrivi con il tuo troller carico di cultura ed esperienza piena di orgoglio di quei luoghi. Un saluto

  3. francesca (franci) ha detto:

    Un amico di Eldy mi ha fatto alcune domande, scrivendole sulla chat di questo blog, e per non perderle ma soprattutto perchè potrebbero interessare anche altri utenti, posto anche qui le mie risposte. Le domande riguardavano la Via Francigena a Matera e il significato dell’Arcangelo Michele sul rosone del Duomo. Ecco le mie risposte:
    – Sulla Francigena a Matera posso dirti che la Basilicata è una delle 11 regioni attraversate dalla Via Francigena e questo è un itinerario dal forte potenziale considerando che nel 2019 Matera diventerà Capitale della Cultura. Perciò , negli ultimi anni è stato testato da un camminatore in solitaria, il percorso che copre il tratto Matera-Massafra. C’è poi un progetto definito “Appiedi” che collega il ramo della Via Francigena del Sud da Brindisi a Matera.

    – Sulla seconda domanda devo chiedere scusa a te e a tutti i lettori: ho commesso un errore di scrittura, un lapsus. Non è Gabriele, l’Arcangelo posto nel rosone del Duomo di Matera ma è Michele, quello che sconfigge il drago. Provvedo alle debite rettifiche e ti ringrazio per avermi dato possibilità di correggermi. Questo dimostra che nei miei post non faccio mai copia-incolla, nel qual caso non avrei sbagliato il nome.
    Infatti la Sacra (o Abbazia) della Val di Susa è di San Michele (e non Gabriele). Anche qui ritroviamo l’Arcangelo Michele e il collegamento che posso supporre, da ciò che leggo nei miei libri e dalle informazioni ricevute dalle guide turistiche nonché dalla mia prof.di Storia dell’Arte, è che dall’oriente il culto di S. Michele si diffuse e si sviluppò nelle regioni mediterrane e in particolare in Italia.
    Il più antico e famoso Santuario, luogo di culto dedicato a San Michele, è sorto nel V secolo sul promontorio del Gargano, ed è Monte Sant’Angelo (e qui ci ricolleghiamo alla via Francigena del sud). Molto presto questo Santuario divenne un luogo importante nonchè modello ideale per tutti i santuari angelici successivi, che furono appunto eretti sulle cime dei monti, i colli, i luoghi elevati insomma.
    E lo è stato anche per la Sacra di S. Michele con la sua ubicazione in altura e posta in uno scenario altamente suggestivo.

    Spero di essere stata esaustiva anche se mi mancano molti particolari,
    Ciao e grazie.

  4. francesca (franci) ha detto:

    Poco male Franco, sei sempre in tempo La prossima volta colmerai la…manchevolezza lacunosa. Credimi, ne vale veramente la pena.
    Ciao.

  5. franco ha detto:

    Che bello….una manchevolezza che cercherò di colmare….purtroppo mi sono fernmato al Gargano.

  6. francesca (franci) ha detto:

    Sandra…..e io tenevo la tua mano. E’ bello “camminare” insieme dentro la Storia e l’Arte che regalano emozioni a mille!
    Ciao e grazie.

  7. sandra vi ha detto:

    Come ringraziarti Franci,mi hai presa per mano e ti ho seguita passo dopo passo ,nn so piu’ cosa e dove guardare ,ma che meraviglia !!!!Come nn ammirare la grande ingegnosita’ dell;uomo il suo adattarsi ,inserirsi nella natura ,questo territorio pieno di testimonianze e culture antichissime ne sono entusiasta e piena di fascino………..

  8. francesca (franci) ha detto:

    Alba se sei rimasta a bocca aperta tu leggendomi, immagina io trovandomici dentro a quell’ambiente, in mezzo a quel territorio. Mi sono sentita precipitata all’improvviso nell’antichità. Un fenomeno indescrivibile!
    Ciao e grazie.

  9. alba morsilli ha detto:

    come i bambini sono rimasta a bocca aperta, quanta meraviglia!
    Se penso che era abitata da i primi uomini dal tempo paliolitico, ho visto dei documentari storici dove parlavano di una collina di tufo, morbida da lavorare e a quel modo sono nati i sassi.
    Tu ci hai portato per mano e noi in silenzio ti abbiamo seguita a questo tour di Matera.
    Ho letto anche che diventerà capitale della cultura europea anche per la grande opera di ingegniria idraulica che questi uomini hanno saputo costruirecon canali di scolo per poi defluire in una grande cisterna che si chiama Palombaro, dove si può visitare.
    Unica, fantastica, cinematografica, è vivere in un altro mondo.
    Anche questa è la nostra Italia, e noi andiamo all’estero mentre qui vengono gli stranieri e ci invidiano

  10. francesca (franci) ha detto:

    Ebbene si, Mario ho camminato sulle pietre che portavano le orme di Carlo Levi, di Mel Gibson e della sua “Passione”, di Pasolini e dei Fratelli Taviani, di Tornatore e di Francesco Rosi. Ma soprattuto mi sono seduta sui sassi di diecimila anni fa dove primitivi del paleolitico vivevano.

  11. mario33.co ha detto:

    CURIOSITA’ SU MATERA , PER… SAPERNE DI PIU’ (grazie al web).
    Carlo Levi negli anni Cinquanta scriveva:”Nelle grotte dei Sassi si cela la capitale dei contadini, il cuore nascosto della loro antica civiltà”. Carlo Levi fece spalancare gli occhi del mondo sui sassi di Matera. Nel libro “Cristo si è fermato a Eboli” si sofferma lungamente sulle condizioni igienico/sanitari precarie in cui versava la città.
    Negli anni Cinquanta nei sassi vivevano ancora 15000 persone! La città nel complesso ne contava circa 30000. Nei sassi la mancanza di adeguata rete fognaria faceva crescere il rischio di epidemie. Sempre Carlo Levi scriveva a proposito dei sassi: “Questi coni rovesciati, questi imbuti, si chiamano Sassi. Sasso Caveoso e Sasso Barisano. Scendendo per una specie di mulattiera di girone in girone, verso il fondo. La stradetta passava sui tetti della case (se così si possono chiamare). Sono grotte scavate nella parete di argilla indurita del burrone, ognuna di esse ha sul davanti una facciata, alcune sono anche belle, con qualche modesto ornato settecentesco…. Le porte erano aperte per il caldo. Dentro quei buchi neri, dalle pareti di terra, vi erano i letti, le misere suppellettili, i cenci stesi. Sul pavimento stavano sdraiati cani, pecore, le capre.”
    Levi portò il mondo politico e culturale ad occuparsi di Matera negli anni cinquanta; De Gasperi firmò la “prima legge speciale” per lo sfollamento dei Sassi di Matera . La mortalità infantile nella città della Basilicata era quattro volte superiore alla media nazionale! Lo sfollamento “forzoso” dalle proprie case di circa 15000 persone fu un atto senza precedenti al mondo e furono chiamati urbanisti ed architetti da tutto il mondo per trovare soluzione a questa situazione. Quando questo avvenne, Matera venne definita: “Il più grande centro storico al mondo completamente abbandonato.” Dopo decenni di abbandono iniziò una lunga opera di recupero sui Sassi.
    Nel 1993 venne posto sotto tutela dell’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità. La motivazione? I Sassi di Matera sono un soggetto unico al mondo per la loro configurazione e per i paesaggi contrastanti tra loro.
    Mel Gibson quando la vide come ambientazione della passione di Cristo esclamò:” In effetti la prima volta che l’ho vista ho perso la testa per lei, era semplicemente perfetta.” Il suggestivo panorama materano ha ispirato innumerevoli registi che hanno deciso di ambientare qui le loro opere. Per citarne alcuni: Pasolini (Il Vangelo secondo Matteo), Mel Gibson (La Passione di Cristo), i fratelli Taviani (Il sole anche di notte e Allosanfan), Tornatore (l’Uomo delle stelle), Francesco Rosi (I tre fratelli e Cristo si è fermato ad Eboli).
    Ricchissima l’offerta di formaggi, ovvero di ricotte, pecorino delle murge, burrate (Matera faceva parte della Terra d’Otranto), fior di latte ed altri formaggi freschi a pasta filante, caciocavalli podolici, fatti mungendo la famosa e pregiata razza podolica bovina, diffusa in tutto l’Appennino meridionale, in Puglia e nel materano soprattutto. Le paste risentono del chiaro influsso pugliese, fra cime di rape ed orecchiette, non perdetevi le gustose lagane preparate con ricotta o ragù di carni. Fra i secondi, il cutturill, un bollito di agnello, patate e verdure, la pignata, uno stufato di pecora, preparata al forno a legna, condita con salame, pecorino e verdure. Accompagnate il tutto col famoso Pane di Matera DOP, fatto a bruschette ovvero servito come cialledda ed innaffiate con Matera Rosso DOC.
    La Pinacoteca Camillo d’Errico è ubicata in un palazzo dall’elegante facciata asimmetrica ed è una delle più interessanti collezioni d’arte dell’Italia meridionale, ricca di testimonianze delle scuola napoletana del seicento, con opere di Francesco Solimena, Luca Giordano, Mattia Preti e Massimo Stanzione, per citare i più noti.
    le cripte ipogee e alle chiese rupestri, scavate direttamente nella roccia. Si tratta delle testimonianze religiose più antiche di Matera, molte costruite addirittura fra nono e decimo secolo dai monaci basiliani: occhio a Santa Lucia alla Malve; S. Eligio, San Donato, Cappuccino Vecchio, S. Barbara e le Tempe Cadute presso il rione Casalnuovo; S. Pietro Barisano, dagli altari tutti scavati nella pietra; Santa Maria de Idris, dedicata ad una Madonna il cui culto era diffuso proprio a Costantinopoli.
    Matera città di Santi! Sant’Ilario e San Giovanni da Matera sono entrambi nati qui intorno all’anno mille.

  12. francesca (franci) ha detto:

    Michelangelo……tu sai. No comment! Solo un grande abbraccio☺.

  13. michelangelo ha detto:

    Francesca, hai descritto questo viaggio a Matera in modo avvincente ed emozionante. Pareva di essere lì con te..(e forse c’ero….)
    In ogni caso l’ho vissuto vagando con te fra i Sassi e perdendomi nel dedalo di stradine e scale.
    Si, è stata proprio una bella avventura! Grazie per averla raccontata così bene. Io non avrei saputo fare di meglio.

  14. francesca (franci) ha detto:

    Si Nembo, ti dirò che in quanto a dialetto ho faticato a capire i materani doc quando parlavano tra di loro. Quello non è un dialetto, perdiana!!! E’ una vera lingua.
    Ciao e grazie.

  15. Nembo ha detto:

    Francesca oggi ci ha raccontato nel Post,una delle sue gite con una bella carellata di foto e notizie che ci fa quasi partecipe alla visita di questa bella città ovvero Matera, la città dei sassi,un’insieme di architettura unita alla capacità dell’uomo di adattarsi al contesto naturale, un territorio pieno di cultura e testimonianze antiche, così pure il loro dialetto che è un intreccio, delle varie popolazioni che nel passato si sono avvicendate al territorio.Un Saluto

  16. francesca (franci) ha detto:

    Lorenzo, non conoscevo la rivalità tra Potenza e Matera così sono andata a doccumentarmi un pò su Internet. A dire il vero ci ho capito poco, c’è una serie di diatribe, alcune banali, altre sciocche come quelle legate al calcio e al volley. I giovani materani e potentini di oggi si confrontano su terreni sterili, probabilmente “concimati” in modo negativo da assurde dispute del passato.
    Mi fa piacere averti accompagnato nell’escursione materana, così tutto è a posto…o quasi. Grazie e ciao.

  17. lorenzo12.rm ha detto:

    Non conosco Matera, conosco Potenza e la sua provincia. C’è una certa rivalità fra le due provincie, testimoniata da tutte le amichevoli dispute del mio passato. Ho approfittato con gioia, Franci, di fare con te l’escursione che ci hai proposto, comprendendo l’orgoglio di chi è di quei luoghi. Grazie..

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