La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
con le toppe alla sottana:
Viva, viva la Befana!
Ricordo che quand'ero bambina, la sera precedente l'arrivo della Befana, cioè il 5 Gennaio la mamma diceva a noi bambine: "via via, a letto presto o la Befana qua non viene". A dire il vero, già da qualche tempo il "ricatto" Befana era in atto: "se non fate le brave la Befana non vi porta niente” oppure “ la Befana vi porterà solo cenere e carbone”…
A me, bambina timida e riservata, questa cosa inquietava non poco. Mi chiedevo come facesse questa vecchina, che non mi conosceva, a dispensare dolci e regali ai bimbi buoni e carbone e cenere ai cattivi. Ma che ne sapeva lei? Con quale criterio distingueva le due cose?
Così la Befana è rimasta paura e gioia nei miei ricordi di bimba.
Si incominciava già ai primi di Dicembre a scrivere la letterina. Allora Babbo Natale per noi non esisteva, chi portava i doni era la Befana. Io e mia sorella strappavamo due fogli di quaderno con la mente piena di grandi desideri, in fondo non avevamo molti giochi, anzi a dire il vero, avevamo poco o niente. Ma la mamma, captando ciò che esprimevano i nostri occhi, ci diceva: "Attente, bambine a ciò che chiedete, la befana è molto vecchia, non ce la fa a portare tante cose".
Così, nella letterina, oltre a dolcetti, chiedevamo cose utili suggerite da mamma: calze, mutandine, quaderni, matite ecc....Insomma tutte cose indispensabili delle quali i miei genitori, con scarsissime possibilità economiche, avevano necessità per noi bimbe e quale occasione era più propizia? Ovviamente la letterina terminava con l'elenco delle monellerie compiute durante l'anno ma con la promessa e l'impegno di rimediare nel tempo e non più commetterne.
Ma era l'eccitazione di quei momenti la cosa più importante. Per noi bambine era un evento carico di attese ma anche di paura per l'arrivo, inspiegabile, di quella vecchina che, volando in cielo scendeva dal camino e riempiva le nostre calze con dolcetti o carbone.
Anche l'appendere le nostre calze sopra la stufa o al camino costituiva una simbologia dal grande significato. Tra i nostri calzettoni di lana spessa fatti a mano da mamma o nonna, sceglievamo quelli più in buono stato. Mica come adesso che le calze della Befana sono enormi, colorate, fatte apposta per contenere anche un trenino elettrico.. E poi correre a letto presto senza riuscire ad addormentarci, sussultare ad ogni rumore chiedendoci: sarà arrivata?
Alla fine, sfinite dalla lunga attesa, ci addormentavamo.
Ed ecco finalmente la mattina del grande giorno. Via, scendere velocemente giù dal letto e correre a frugare nelle calze cercando di capire, al tatto, quanto potevano essere piene. Allora mamma e papà ci permettevano di andare nel lettone con i nostri tesori per condividere la nostra gioia, ma anche timore, nell'aprirle. Un'arancia, quattro noci, due mandarini, un paio di calze nuove, una matita e una gomma, mandorle e fichi secchi. Niente carbone!
Non erano grandi regali ma per me costituivano il "tutto", la gioia, la serenità di quei momenti e la felicità di realizzare che anche quell'anno ero stata tanto brava da meritare solo cose buone. Mi sentivo la bambina più fortunata del mondo.
In fondo eravamo comunque felici, io e mia sorella, di tutto quello che la befana ci portava... era vecchia, più di tanto non poteva.
Ecco, questa è stata anche la mia infanzia, il mio piccolo grande mondo in cui tutto era più buono e semplice. Momenti indimenticabili, impressi nella mia mente e nel mio cuore come marchi di un tempo passato che, con incommensurabile nostalgia vorrei rivivere anche solo per un attimo con le persone che non ho più vicino: I MIEI GENITORI!
BUONA EPIFANIA A TUTTI, dalla vostra befana
Francesca
E i vostri ricordi? Me li raccontate?
Molto interessanti le leggende che ci proponi, caro Michelangelo. La Puglia è una terra che conosco e che so piena di leggende e belle tradizioni. Allora che dire? Arrivederci in Puglia….ciaooo!!
P.S. – Senza neve, però.
Ed ecco che la nostra Francesca si trasforma in Befana. Mmmm….mica male, ma sta attenta alla nebbia, eh? Che mi vai a sbattere contro un palo della luce e ti sfracelli… Scherzi a parte ti voglio raccontare alcuni riti e credenze della befana nella mia terra: la Puglia. Una leggenda narra che nella notte dell’Epifania, gli animali acquistino la parola, gli alberi spogli per l’inverno fioriscano anche se ricoperti dalla neve e i desideri espressi da grandi e piccini si avvererino. E sempre secondo la leggenda, in molte campagne della Puglia, si accendono dei falò attorno ai quali si riuniscono i bambini che in allegria invocano doni.
In Puglia le ragazze prima di dormire, la notte della vigilia dell’Epifania, recitano una filastrocca e se durante la notte sognano una chiesa adorna a festa o un giardino fiorito, l’anno che arriverà sarà fortunato. Nelle campagne invece i contadini si affacciano alla finestra a mezzanotte e se scorgono un cielo stellato l’annata prossima porterà un buon vino.
Contenta? Ciao carissima, ti abbraccio….!!
Caro Mario-girasole, io la parola “ricatto” l’ho messa tra virgolette di proposito. E posso affermare che quei “ricatti” erano terapeutici e provvidenziali. Giusti, insomma. Ci hanno fatto crescere “dritti” come si dice, anche se erano bugie veniali, a fin di bene. Quelle che invece considero bugie vere e assurde, sono il volerci far credere che esista il paradiso e l’inferno. E tanto altro ancora..!! Ciao, un caro saluto.
Sì è propio vero gli uomini vivono di ricatti e di inganni FAI LA BRAVA ALTRIMENTI LA BEFANA TI PORTA IL CARBONE.FAI IL BRAVO ALTRIMENTI BABBO NATALE NON PASSA La befana viene descritta come una vecchia brutta e stracciona . Babbo natale invece è un vecchio che arriva a bordo di una slitta .I bambini ci credono anche io ci credevo . Crescendo è venuto fuori la verità LA BEFANA E BABBO NATALE NON ESISTONO poi il ricatto è continuato se non sei buono Dio ti manda al l’inferno se sei buono dio ti manda in paradiso .MI venne da pensare ma fosse un’altra bugia
Si Gianna, hai detto bene. Eravamo felici con poco perchè era un’eccezione. Oggi tutto è già fatto, usato, passato, sostituito da qualcosa di più costoso, di più originale, di più innovativo. E niente è importante perchè la maggior parte dei bambini ha sempre troppo di tutto!
Ciao, un forte abbraccio.
E’ molto bello questo post, di Francesca, con molti racconti della nostra Befana,erano tempi diversi e giorni di attesa volevamo vedere la calza piena di regali, allora era la calza dei poveri,frutta secca qualche dolcetto arance mandarini,ma anche il carbone,le calze sembravano tutte uguali, altri tempi oggi le tradizioni sono cambiate, ma eravamo felici ugualmente.Un saluto
Tutti molto interessanti i vostri ricordi della Befana, cari amici.
– Con FRANCO siamo risaliti fino all’epoca fascista. Ma la vecchietta tiene duro, malgrado i tentativi di affossarne la festa.
– ANNA non smentisce tutti i precedenti pensieri espressi nei commenti e nel mio post. Si, quelle calze contenevano in gran parte frutta, qualche dolcetto e un pò di carbone. Tanto per bilanciare le cose.
– ROSA invece ci apre una panoramica diversa ed interessante. Lei ha ricevuto anche una cucina in miniatura, immagino tanto desiderata quanto ambita. Chissà la gioia..!!
Grazie ancora a tutti!
Io che nel bene e nel male ho qualche anno piu’ di voi,ricordo molto bene che una volta non c’era Gesù Bambino o Papà Natale.Da noi era la Befana a portare i doni,ricordo come se fosse ieri la befana mi ha portato una cucina in miniatura di stagno con le pentole nuove contenevano delle caramelline tipo tubettini,mi sembrava di aver ricevuto la luna tanto ero felice.scusatemi mi son prolungata con i ricordi.
“La Befana ha portato un po’ di carbone perché siete stati un po’ cattivi , però, ha portato anche i dolci perché dovete essere buoni”: erano queste le frasi che accompagnavano la mattina l’apertura delle calze dove, immancabilmente tra dolci, e fichi secchi, trovavano posto, oltre al carbone anche mandarini e arance. Buona Befana!
Pensa che quando ero piccolo c’era la Befana fascista …ere lontane . Durante la guerra i regali erano rari mandarini , torroncini o caramelle,nel dopoguerra inventarono il carbone alla liquerizia ,perchè un pò di carbone ci doveva sempre essere. Babbo Natale …e chi era ? C’era solo la Befana… che vien di notte con le scarpe tutte rotte ,è vestita alla romana viva viva la Befana!
Alba, la tua esperienza della non-befana ha un valore in più, quello della facciata triste e dolorosa che lascia un segno indelebile per sempre. Credo che ricordarlo sia stato per te oltremodo difficile e anche per questo ti ringrazio e ti abbraccio.
parlare della befana e ricordare la mia infanzia, mi fa fatica perchè per me non è mai esistita, non che non fossi buona tutt’altro ero super buona ma avevo una mamma che poverina non ci arrivava la sua malattia non le permetteva di essere al mondo
Ebbene si, caro Nembo se ieri la befana era quella dei poveri ( come la mia), oggi è la befana del consumismo. Ogni occasione è buona per comprare, comprare, comprare anche ciò che non serve. Ma ti assicuro che eravamo più felici allora, quando nella calza trovavamo ciò che non potevamo avere, anche se si trattava di cose di uso comune che tanti altri bambini consumavano ogni giorno. Proprio per questo, da me più apprezzate.
Un bel Post autobiografico Francesca con il racconto sulla festa della Befana, rispondendo alle tua domande , ti devo dire che anche per me era un’attesa come credo di tutti in quei anni svegliarsi alla mattina con il pensiero di vedere cosa conteneva la calza. Mentre oggi,le tradizioni sono un pò cambiate e rivolte al consumismo. Un Saluto