Ho cercato di fare un po’ di ordine fra le mie scartoffie e mi è capitata fra le mani una fotografia di mia madre quando era giovane. Ma non è sola, è in compagnia di altre donne più o meno della sua età. Tutte belle, semplici, ma felici. Sono sedute intorno ad un mucchio di lana stesa sopra un lenzuolo e si capisce che la stanno nettando. Ricordo che anche noi bambini si collaborava, seduti per terra si allargavano i ciuffi più aggrovigliati. Nei piccoli borghi, le donne si riunivano e si aiutavano fra di loro per rifare i materassi, la selezione delle castagne, La “scartocciata” del granturco…
In quelle facce, rivedo la mia infanzia e risento le loro voci e le risate. L’Orié, era quella che di solito dirigeva il lavoro. Le donne l’apprezzavano e la stimavano per la sua capacità e praticità. Il materasso, ritornava bello, gonfio e morbido.
Ho detto che facevo ordine, ma è una parola che io non conosco, avevo ricoperto tutto il tavolo di vecchie fotografie e cercavo di selezionarle, ma molto spesso mi fermavo e osservavo con attenzione.
Ecco che mi capita fra le mani un giovincello con i gradi di caporal maggiore istruttore con un cappello alpino, acc! Sono proprio io e, non ero neanche brutto: diciamo belloccio. Il grande Totò, diceva che è meglio abbondare. Leggo dietro: Secondo Reggimento Alpini, Compagnia Comando, Banda Reggimentale Cuneo. E intorno a me, riconosco gli amici di quel tempo: Facchini, Berti, Zanotta, Cracco… E’ passato qualche mese, ma il ricordo è nitido. Non so perché, ma mi è venuto di botto il raffreddore e mi lacrima un occhio. “ devo stare attento alle correnti d’aria”.
Ecco che arriva l’Angelo custode che mi richiama all’ordine: -“ non ti fa vedere che ti commuovi, sono cose passate, belle, dovresti essere contento di risentire le note dell’Inno degli Alpini, le parate, i giuramenti, alza bandiera, il silenzio. E quella sera che il Tenente di giornata ti ha fatto dormire sul” tavolaccio “. Sei finito dentro perché con Cracco avevi bevuto un goccetto di Grappa in più e, quando volevi fare il saluto, il cappello l’avevi sotto il braccio ”-
Ricordo, ricordo, abbiamo cantato tutta la notte: eravamo proprio addolorati. Il mattino, in sala musica, il maestro ci ha fatto una partaccia, ma soprattutto si rivolgeva a me. Già! Ero il graduato che doveva dare il buon esempio.
Ho detto che volevo fare un po’ d’ordine, ma frugando apparivano in continuazione frammenti di un lungo film. Ho ritrovato una busta con tanti zum panoramici: la fotografia mi appassionava e ho sempre cercato di cogliere i momenti più belli, almeno per me. Stavo ad aspettare che sorgesse il sole dalle cime delle Apuane e lo rincorrevo al tramonto. Le montagne, non avevano le ferite di oggi. Ecco anche il vecchio e robusto campanile inghirlandato con bandierine colorate sicuramente in un giorno di festa. L’orologio della gente semplice che ha scandito le ore e i giorni miei e della mia gente.
Non mi accorgo che ho fatto tardi. Rimetto alla rinfusa tutto quanto nel cassetto con la promessa di sistemare, un giorno, il tutto.
Quanti momenti racchiude un piccolo spazio. Gioie e dolori, e il pensiero vola a coloro che non sono più con noi. Ho lasciato fuori una foto, un ramo di rose che, ricordo bene, fotografai una mattina presto ché il sole illuminava appena appena il giardino. Una goccia d’acqua colava dal bocciolo, prima che cadesse la fissai con un clic. Sembra un diamante con tanti riflessi. La farò ingrandire e ne farò una copia da donare a chi, come me, rincorre ricordi indelebili.
E’ un po’ difficile questa volta firmarmi –Il maledetto toscano-
Caro Giulio a noi non serve la macchina fotografica. Abbiamo gli OCCHI che catturano le immagini. Le trasmettono alla MENTE che le sviluppa, la quale a sua volta le passa al CUORE che ne fa album immensi da conservare per sempre. Non ringraziarmi, quello che faccio è il risultato di un prodotto non in commercio dentro il quale metto quei 3 ingredienti. Ne esce il senso della Vita.
Leggo che siamo un po’ tutti sentimentaloni: io, poi, sono un conservatore. Pensate che ho ancora il vecchio coltello del nonno , lo chiamava -Il Pisanino- .Non vi dico a cosa serviva: era un pastore. Grazie per avermi letto e l’ennesimo grazie a Francesca
Sempre bello riprendere in mano le vechie foto ,rivedere i volti dei nostri cari ,e noi un po’ ( diciamo) più giovani ,ma coi visi sereni sorridenti,felici di quel poco che avevamo.Ricordi,gite…..e se scende una lacrima ,lasciamola scorrere,ci vuole è la nostra vita un caro saluto
Penso che tutti in casa abbiamo la scattola dove mettiamo le vecchie foto, si perchè allora non era una cosa rapida come ora fare una foto, ci mettavamo in posa e si cercava di soridere sempre.
Però guardarle è riportare la memoria a ricordi di un passato vissuto.
dove tu con la semplicità che ti distingue, e con il cuore in mano ci hai reso partecipe anche noi
Come sempre con parole comprensibili a tutti io ti ringrazio per il piacere che ho goduto nel leggerti
E’ giusto questo comportamento …Francesca l’è brava ! Ma in realtà quella bella signora nel mezzo presa nel mare del web ha un sorriso buono e rassicurante … è così che immagino il tuo !!!!!!
Bello questo post.Giulio, sono molte belle le fotografie sono ricordi passati, ma mai dimenticati ! Se ci scappa qualche lacrima . E normale specialmente focalizzando persone che ora no ci sono piu’,anche noi siamo autentici Avrai certamente tanti bei ricordi, di come si viveva in quei tempi, penso sempre migliori di oggi anche se possiamo permetterci molte cose che a quell’epoca magari era piu’ diffile per qualcuno.C’era un bel rapporto di amicizia con tutti i vicini di casa bellissimo ricordarlo. Un saluto…
Quando siedo e comincio a sfogliare gli album, il cuore si stringe perchè so di vedere tante persone che non ho più vicino. Posso immaginare la tua commozione nel vedere passare tutta la tua vita sotto gli occhi, e non importa se cade una lacrima, nel vedere la mamma e tutte le persone care a te. Un saluto ciao
No Franco, sono foto che ha messo Francesca
Bravissimo Giulio, forse non hai fatto ordine tra le foto ma hai raccontato con una regia perfetta i ricordi di un’epoca e una passata gioventù che rimarrà indelebile nella tua mente. Grazie di averci resi partecipi dei tuoi “bei tempi passati”, che, nota bene, sono anche nostri. Un saluto sincero, ciao.
Se tua madre è la ragazza in centro , mi pare tu gli assomigli molto, per quel poco che ho potuto vedere.
Sono vita, i ricordi, Giulio. E della più bella. Non perdiamoli mai, anche se ci scappa qualche lacrimuccia. Siamo noi. Autentici. Ti abbraccio, benedetto toscano.
Quando si visualizzano fotografie e immagini proprie di un tempo, ci riportano a ricordi belli ricordandoci come eravamo e come avevamo vissuto certi momenti della nostra vita, focalizzandoci in particolare sulle persone che non ci sono più.