Quali sensi vengono utilizzati quando si mangia ? Certamente il gusto e l'olfatto , ma non solo quelli , anche vista , udito e tatto.
Nel 2013 una nota azienda produttrice di dolciumi ha smussato le barrette di cioccolato per meglio dividerle e per un impacchettamento più razionale , all'occhio questa nuova forma ha portato a considerare il prodotto più dolce (forse ricordando le zollette di zucchero ) , mentre la composizione era rimasta assolutamente la stessa.
Al buio mangiamo meno, il colore rosso fa risaltare più il dolce nelle bevande , i cibi di colore blu e verde risultano scostanti ( mangereste tagliolini blu conditi con ragù verde ?) .
Hanno provato ad effettuare con verdure tagliate opportunamente , imitazioni di quadi astratti di Kandinskij e quei piatti che rappresentavano i quadri sono risultati molto più appetibili di quelli fatti con le verdure mischiate normalmente ...in realtà gli ingredienti erano gli stessi.
Chef come il pluristellato modenese Bottura affermano che il primo impatto con il cibo si fa con gli occhi.
Il cibo proposto su piatti bianchi risulta normalmente più gustoso e saporito ,perché il colore bianco è abbinato automaticamente alla purezza e alla pulizia.
Non solo la vista modifica la percezione del cibo , anche l'udito interviene nella chimica dell'alimentazione. E' stato provato che in aereo , dove il rumore e il rullio sono costanti , i cibi sembrano meno buoni e soprattutto più amari di quello che in realtà sono . Sembra che la situazione rumore/pericolo faccia scattare ataviche sensazioni di tipo evolutivo. Si digerisce meglio in ambienti poco rumorosi o con musica rilassante diffusa .
L'olfatto ,fratello gemello del gusto , è legato alla preistoria dell'uomo , quando era il primo senso ad essere utilizzato per capire se un cibo poteva essere si o no mangiabile.
Il profumo della pizza, l'accattivante odore del ragù, la splendida emozione nel sentire la fragranza del pane appena sfornato sono innegabili.
Ma anche il tatto entra in gioco nella sua differenza tra freddo e caldo , d'inverno cosa c'è di meglio di un bel brodo caldo e nell'afa d'estate quale miglior refrigerio di un bel gelato o di una bevanda on the rock ?
La partecipazione dei sensi nei cibi varia anche secondo la cultura , gli usi e i costumi (per ora non mangeremmo mai insetti , cosa che in altri paesi fanno abitualmente ).
Sono quindi importanti gli aspetti psicologici sulla percezione sensoriale nei cibi , infatti stanno nascendo nuove scienze come la psicobiologia che analizza ciò che mangiamo e come lo facciamo , spero che non si dimentichi la nostra cultura culinaria che è la migliore del mondo e che senza alcun dubbio coinvolge piacevolmente tutti i nostri sensi.
Franco
Accidenti, noi di Incontriamoci siamo diventati inernazionali, ci leggono persino da San Paolo del BRASILE.!!!!! WOOOWOOOOOOO
Ciao Carlo, torna a trovarci e Viva sempre la Cucina Italiana!!!
Bene Franco, abbiamo la conferma che anche per mangiare l’occhio vuole la sua parte ma anche udito, tatto e odorato non sono da meno oltre al gusto, naturalmente. Però abbiamo scolperto che tutto è buono per condizionare le nostre scelte e gli esperti pubblicitari usano ogni mezzo per convincerci. Noi vittime inconsapevoli ci caschiamo sempre. Nei tempi della fame, era tutto buono, senza bisogno di convincimenti psicologici. Buon tutto, ciao.
Salve, mi chiamo Carlo, sono nato e vivo in Brasile (San Paolo, città strapiena di immigranti italiani maggiormente del Sud Italia, napoletani per di più) mia famiglia di origini padovane ma ho vissuto (ho fatto l”università) a Bologna, dove ho vissuto per 8 anni. Ho perso il conto di quante volte ho fatto il ragù alla bolognese (con la ricetta depositata dall”Accademia Italiana di Cucina alla Camera di Commercio di Bologna negli anni 80, per tutelare la “vera” ricetta del ragù bolognese, che ho piu volte mangiato fatto da preclare e provate nonne Emiliane). Tutto questo per dire che ho provato a fare la vostra ricetta di Ragù Napoletano, che da tempo cercavo su Internet una ricetta “buona”, “verace” e devo dire la vostra mi ha “convinto”. Ho pure fatto le braciole, coi pinoli e con l”uvetta, come comanda il padreterno! Ma, nel momento di cucinare, vi informo, mi son trovato meglio con le pentole di ferro, che qui in Brasile si trovano (grazie a Dio) ancora e non costano tanto come le francesi. Possono essere benissimo usate sulle piastre a induzione (il mio ragù l”ho fatto metà sulla cucina a gas, le altre 3 ore sulla piastra perché solo li si riesce la temperatura “a lume di candela”. Se avete le pentole (ferro guisa, nere) di una volta usatele pure, il risultato è eccezionale!! customer essay
sempre parlando dei 5 sensi per cibarsi, mi domando quando non vi era tutta questa abbondanza l’unico rumore che si sentiva erano i crampi allo stomaco, tutto il resto passava in seconda linea.
Tanto è vero che io non posso vedere buttare via un pezzo di pane, lo conservo ecco i miei occhio meglio la mia mente torna al periodo buio, ecco che si mangia anche con il cervello, forse voi non avete mai provato a mangiare un pane duro chiudere gli occhi e pensare di avere in bocca una bistecca, e sentire nel palato anche il suo gusto,è una sensazione gradevole senza usare i 5 sensi, tutto parte dal cervello come ogni cosa della nostra vita
Sponsorizzato da Ferrero ???? Bravo Gugli io amo più la cioccolata dal 72 al 90% , ma quella “crema” noi la mangiamo con le “tigelle” (crescentine …e piadina ) a fine pasto come dolce. Quella “crema” poi essendo fatta da cacao e nocciole è un vero toccasana, ricca di tutti i minerali necessari (ferro, rame , manganese , calcio ) , grassi insaturi,omega 3 , tante vitamine (gruppo B ed E ), polifenoli , fa bene al cuore, tranquillizza e soprattutto E’ BUONISSIMA. Come fai a mettere quel bel giglio di Firenze (ovviamente viola )?
“Rispondo al cibo e i sensi”. Ma quanto è buona la Nutella.
E’ la crema spalmabile più diffusa al mondo; essa è utilizzata soprattutto come accompagnamento per pane, biscotti. Non restito alla nutella quel vasetto inconfondibile. Anche se sono in sù con l’età questa crema colore marrone mi piace…con la parola maiscula, piu’ maiscula che si puo’…per me è l’ivenzione piu’ invenzione per la golosità non si poteva trovare, non mi vergogno a dirlo. Specialmente con i biscotti che fanno da paletta nel vasetto. Sarò il più bischero del mondo, non resisto alla nutella…e non rinuncio ad un bel cucchiaio pieno…di nutella. Viva la nutella per i golosi come me.Gugli⚜️
Io, invece, voglio deviare un pò dal filo conduttore del post, pur restando in tema col rapporto “ciboe sensi”. E per farlo vi racconto le mie esperienze di partecipante alle cene al buio organizzate da persone non-vedenti. Ovviamente si mangia in una sala completamente oscurata, buio più fitto, e non solo per un fattore di sensibilizzazione nei confronti dei non-vedenti, ma per provare sensazioni uniche nel loro genere, come scoprire quanto è diverso il sapore del cibo senza l’aggiunta “visiva”. E’ un percorso, unico e stimolante nel suo genere, alla scoperta del cibo, dei sapori, e di noi stessi. Nel buio decade lo “strapotere” della vista perché si dà parola agli aspetti sonori, tattili ed olfattivi dell’esperienza.
Vi posso assicurare, amici, che al buio si ha difficoltà a riconoscere un cibo da un altro, siano pure essi di uso comune e quotidiano. Io ho scoperto che, pur avendo cinque sensi tendiamo ad usarne appieno solo uno: la vista. Nell’insolita realtà dei non-vedenti, invece, tutti “guardano” non con gli occhi ma col tatto, l’olfatto, l’udito.
Ecco perchè sono convinta che, il più delle volte soprattutto quando siamo di fretta, noi mangiamo con la vista, per cui i colori, la disposizione dei cibi ecc..come descritto nel post, ci inducono a credere che siano più importanti del gusto vero e proprio.
Caro Lorenzo …sempre un pò di provocazioni per poterci parlare sopra ! E’ certo che le nostre nonne non avevano questi problemi , portavano in tavola una bella cofana di tagliatelle alla bolognese , al massimo con una ciotola di parmigiano grattugiato a lato , se non avevavo cacciato già il formaggio sopra . Erano altri tempi , l’unico senso vero a tavola era il gusto. La nonna faceva i “bròt ma boùn ” i brutti ma buoni , una sorta di biscotti con granella di nocciole, era chiaro che non interessava molto l’aspetto e il coinvolgimento del senso della vista. Ma siamo andati avanti ,penso anche culturalmente e non mi pare sbagliato conoscere bene i cibi ed apprezzarli in modo più completo, ma forse non tutti la pensiamo così !!!!!!!!
I sensi e il cibo. Se avessi ancora 40 anni, osserverei: “Ma che cosa sono tutte ‘ste nuove diavolerie?”. Oggi leggo con pazienza ed interesse. Qualsiasi approfondimento che ci riguardi, sia o non sia “scientifico”, o
!”parascientifico”, o “similscientifico” o, più modestamente “propagandistico”, mi sta bene. Con questo spirito ti ringrazio, Franco. Sei un mago nel trovare spunti di approfondimento. Che fanno comunque bene al nostro spirito,altrimenti esausto. Grazie.