11 Commenti a “LA SOLITUDINE…….di Franco Muzzioli”

  1. franco ha detto:

    Mi sento di ribadire quello che ha accennato Francesca soprattutto sugli iGen (cioè i giovanissimi) , quelli che vengono dopo i Millennials , tanto per usare termini modernisti. Ragazzini che vivono tutta la giornata con il maledettissimo smartphone tra le mani, in una solitudine abissale , fatta di messaggini, di foto mandate a ripetizione , disimparando anche il linguaggio comune e necessario ,sostituito da frasette essenziali di tipo telegrafico. La loro solitudine è ormai patologica , così dicono medici e sociologi .Penso che noi anziani ,che abbiamo nipoti di quell’età , dobbiamo in tutti i modi combattere questa società di individui disperatamente soli con il loro specchio virtuale. Anche noi in Eldy, se possiamo, non limitiamo la nostra vita a questo piacevole simposio .Spesso si è detto , usciamo di casa e guardiamo negli occhi qualcuno, sentiamoci parte della società anche se quel qualcuno può essere solo il portiere o il verduraio.

  2. paul candiago ha detto:

    Singori e Singore, “In questa Valle di Lacrime” la Vita che ci e’ stata Donata ci fa conoscere alti e bassi, riso e pianto, gioia e dolore, pace e guerra, Amore ed odio, estasi e disperazione, vita e morte.
    Questa e’ la realta’ della nostra umanita’ di anima e corpo, da vivere su questo Meraviglioso Pianeta che trascorre anche lui la sua vita corteggiando il Sole.
    Nessuno dei sette miliardi di persone, per oggi, ha esenzione a questa stessa carta d’Identita’: comune a tutta la razza umana. (anche se nel suo Mistero di persona a persona)
    Non ci scappa nessuno, anche cercando qualsiasi stratagemma o sotterfugio di astuzia umana.
    Sara’ sempre cosi’ e sempre cosi’ sara’ fino alla consumazione dei Secoli; e qui non e’ necessario introdurre religione, credi o etica sociale.
    Avviene che fra le varie emozioni, sentimenti, senzazioni che abbiamo, che entri nella nostra vita una condizione non piacevole: soffrire il sentirsi soli, abbandonati=Solitudine.
    Parola comune e dalle mille sfaccettature di questo stato d’animo/fisico, che fa soffrire e puo’ essere curato sia tramite noi stessi o anche con l’aiuto di altri.
    Auguro a quanti soffrono questa condizione di poter superare questa buia “galleria” della solitudine.
    Mi permetto di suggerire l’aiuto che si puo’ trovare ricercado il “vero” di se stessi ed anche l’aiuto professionale.
    Entrabi aiutano a bilanciare le nostre esigenze spirituali, morali ed etiche che abbiamo e sono alla base per una vita di Pace e Serenita’.
    Anche in questa meravigliosa valle di lacrime, cosi’ piena di Vita, onguno di noi, secondo il proprio Essere: Uomo/Donna, puo’ vivere con gioia: se si vuole. Paul

  3. carlina ha detto:

    caro Franco sei partito dai banchi di scuola con gli esami della maturità e sei finito nel caos di New York in entrambi i casi ognuno, in mezzo ai compagni di scuola o alla folla esasperata della grande mela si trova solo, chi deve svolgere un tema che potrà cambiargli la vita e chi in mezzo a tanta gente pensa ai fatti della sua vita

  4. franco ha detto:

    Cara Alba apprendo con gioia che ti senti felice nella “tua solitudine”. La Morley però ha avuto uno strano modo di esser stata sola , ha viaggiato su e giù per il mondo tutta la vita ,penso sia diverso esser soli tra quattro mura o esser soli tra un aereo e l’altro. Ma quello che conta è l’armonia che si ha con se stessi …e con ciò che ci circonda. Siamo però “animali sociali” e cresciamo necessariamente in un mondo di relazioni. Cominciamo da infanti ad avere un rapporto con nostra madre (ne parla in maniera molto chiara lo psicanalista Bawlboy nella “teoria dell’attaccamento”). Cerchiamo subito una relazione “con l’altro” per il bisogno di nutrimento e nella necessità di protezione per non essere soli.
    Poi è chiaro, facciamo i conti con la vita che ci è stata data , a volte però ci si attacca ad un cane o a un gatto per non relazionarci solo con lo specchio , rimango dell’idea che a esser completamente soli , inevitabilmente , ineluttabilmente si fa sempre a tempo.

  5. alba morsilli ha detto:

    Soli si nasce –Essere felici stando da soli si impara

    Questo è il titolo di un libro che ho letto recentemente la scrittrice è Cristina Rossi Morley

    Dedicato a persone che come me vivano in solitudine e molto spesso questa la consideriamo negativa.

    Io ho fatto una lunga riflessione nel leggere, spero tanto che possa essere utile a chi si trova in questa condizione la scrittrice scrive; che siamo animali della specie umana, abbiamo bisogno di far parte di un gruppo, di stare con gli altri, di confrontarci, di affermarci a livello sociale.
    Questo ha fatto nascere il luogo comune che sentirsi soli è brutto, è triste è un male.
    Così quando siamo costretti a stare soli, crediamo che sia una cosa innaturale, anormale, patologica, assumiamo al nostro stare soli un valore negativo.
    Essere soli non è un marchio d’infamia, è una condizione psicofisica.
    Essa costituisce uno stimolo alla vita.
    Essere felici stando da soli si impara.
    Come regola principale si deve aumentare l’Amore che nutriamo per noi stessi.
    Dobbiamo essere consapevoli del nostro stato e quindi presenti a noi stessi.
    Svegliarsi con noi accanto darsi il Buon Giorno!
    Pranzare con noi accanto augurarsi Buon Appetito!
    Guardarsi allo specchio vedere una persona autoironica, ridere dei propri errori e difetti e anche della propria solitudine.
    Sembra tutto banale, io, nei momenti di marcata solitudine, l’ho fatto e mi è servito, essere soli significa anche essere noi stessi, star bene con noi stessi vuol dire non sentirsi mai soli.

  6. anna b. ha detto:

    La solitudine può essere interpretata e vissuta in vari modi: essa può infatti scaturire da esperienze di emarginazione familiare e sociale, o può essere ricercata e vissuta come momento di riflessione e di crescita individuale.

  7. gianna ha detto:

    Franco questo post, e molto interessante,non tutti soffrono di solitudine, dipende dalla loro famiglia, dai loro figli che non si interessano o poco dei loro anziani,evitare la depressione grave che soffrono le persone sole, Contrastare la depressione per allungare la vita. vivere in modo decoroso per tutti, uno dei probblemi piu’ incisivi sulla salute, fargli sentire ancora importanti nelle loro vita quotidiana,aiutare dare compiti semplici per impegnare le sue troppe ore in solitudine.è una piaga che cammina come le radici di un albero,condotta dal terapeuta John Caioppo, che ha esaminato presso L’unniversita’ di Cicago con molta attenzione gli effetti, avendo tratto dettagliate conclusioni secondo lo studioso Americano, la solitudine che attanaglia una persona ormai anziana , rischia di incidere sul tasso di mortalita’ prematuro fino al 14%in piu’. Rispetto a coetanei non abbandonati a loro stessi, la solitudine degli anziani sta’ diventando una grossa piaga sociale della quale dobbiamo prendere piena coscienza è responsabilita’.Ci sono vari modi per ovviare al problema della solitudine cercare di coinvolgergli nelle attivita’ fisiche e sociali ,nell’uscire con le loro famiglie cercare di condividere con loro esperienze tempo libero, e viaggi , nuove amicizie nuove passioni alla quale dedicare molte ore da trascorrere soli.durante la giornata , cosi sara’ una persona protetta e tutelata nel futuro.Un saluto a tutti.

  8. francesca (franci) ha detto:

    Io mi aggancio alla riflessione iniziale del post e penso che sarebbe interessante leggere i temi dei maturandi italiani che hanno scelto la traccia sulla solitudine. E non sono pochi, circa il 22% dei ragazzi ha scelto questa traccia e la cosa mi colpisce, ma a ben vedere potrebbe non essere poi così sorprendente. Mi piacerebbe leggerli questi temi, cercando di capire cosa significhi per i ragazzi d’oggi, essere o sentirsi “soli”. Siamo in una società dove regna la “connessione”, dove è vietato essere fuori dalla rete, dove uno dei timori principali è quello di “non avere campo”, perché questo vuol dire essere “disconnessi”, cioè, appunto, soli.
    Vedo spesso persone allo stesso tavolo che invece di dialogare tra loro parlano ciascuna con il proprio smartphone, quindi con se stesse. Quanti volti ha la solitudine. Forse per questo la traccia della maturità, attraverso letteratura e arte, come quelle di Fattori, Hooper, Munch oppure Quasimodo e Merini, affascina perchè lascia trasparire la personalità dei nostri ragazzi, quindi la nostra.

  9. franco ha detto:

    Da buon alunno che ha voluto provare a dare la maturità mi sono attenuto al testo , miniando ciò che veniva proposto e sperando in un benevolo voto della commissione dei professori.
    Se vogliamo parlare di solitudine in maniera non scolastica, comincerei con quella degli anziani da 500 euro al mese e che quindi non si possono pagare una badante , con figli disoccupati , hai quali se mai sono costretti ad elargire qualche euro. La solitudie dei malati nelle corsie degli ospetali , quelli che non hanno parenti e si accontentano di un benevolo sorriso di una infermiera. La solitudine dei tanti orfani di guerra (le guerre attuali) , ghettizzati in istituti con la speranza che qualche coppia buona li possa adottare. La solitudine dei non vedenti e di tutti quelli che non possono godere appieno i sensi del corpo. Potrei andare avanti ancora , ma spero che aiutiate a censire tutte le solitudini ch fanno male. Poi ci sono le solitudini creative del poeta e dell’artista, quelle del mistico e via dicendo …penso ci sia spazio per parlarne.

  10. Giulio Salvatori ha detto:

    Bravo Franco. Come sempre giri e incidi nell’animo di chi ti legge. Le tue, sono “illustrazioni” della vita.A differenza del mio scrivere ,che spesso uso il piccone, sei un Rifinitore dei sentimenti: usi piccolissimi pennelli per abbellire la tela della vita, facendo capire che ci sono, anche, nuvole o chiaro/scuri. Grazie

  11. lorenzo12.rm ha detto:

    Dunque, Franco, tante facce della solitudine, che può dare disperazione e può rasserenare, che ci può far sentire inermi, ma anche forti, fortissimi. Assaporiamone tutti gli aspetti e, prima di tutto,inviamo tanti cari saluti e ringraziamenti a te.

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