Ricordo che ero ragazzino, forse 7 anni, e mio cugino mi parlava
sempre della Grotta delle Fate. "Qualche giorno ti ci porto", diceva
spesso. Immaginavo quella grotta, piene di fascino, divani e tende di
qualunque colore. Nastri colorati che si intrecciavano e che scendevano
dalla pareti.Profumi di lavande estratte dalle erbe dei nostri colli. E
quel giorno arrivò. Mi prese sulle spalle, noi si dice a pracchetta, e
come un fuscelletto appiccicato al suo collo, ondeggiavo contento e
curioso. Mi ordinava di abbassare il capo ad ogni ramo che invadeva lo
stretto sentiero. Si fermava quando i corbezzoli maturi mi sfioravano il
volto. Erano molto buoni. Salendo verso il fianco del monte, si arrivò
finalmente alla Grotta delle Fate. Mi fece salire su masso che era in
prossimità dell'entrata e disse : " Ci ciamo, entra ".
Vide che esitavo e mi fece strada. Si entrò in quel luogo per me magico
ma, non vi erano tendaggi o nastri, ma solamente rudimentali sassi che
fungevano da sedie. Una stanzetta di pietre sistemate con cura chissà da
quante generazioni. Non aveva soffitto e la luce penetrava e illuminava
ogni angolo. Guardavo rapito, anche se i miei sogni svanivano. Da una
fessura saliva un vento caldo che mi riportò a sognare. Sicuramente
saliva dalle cucine della fata, però, non aveva odore di cose buone da
mangiare. Ci sedemmo e mi passò un panino secco col formaggio e una
mela. Ma per me, era un pranzo buonissimo: ero nella Grotta della Fata.
Esiste ancora oggi questa grotta, ed è anche meta di studio da parte di
cervelloni che salgono dalla piana. Ne escono svariati articoli. Non
capiscono che, era semplicemente un riparo per uomini avvezzi alla
fatica e che ci hanno lasciato in eredità, le loro impronte, i loro
messaggi eterni. E' come leggere un pentagramma senza note, immagini la
melodia che senti dentro di te.---------------------------------------
Giulio Salvatori
Via, ammettetelo, Vi ho fatto ritornare indietro nel tempo. Grazie a tutti per avermi letto. Un grazie particolare a Giannina, è entrata proprio in profondità dell’antro. E, non per ultima, grazie a Franci, che sa cogliere tutti gli aspetti “nascosti” fra le righe .
Ricordo…di Giulio Salvatori-ero un bambino di appena 7 anni,mio cugino mi mi aveva promesso che mi portava a visitare “la Grotta delle fate.”era una bella notizia e questo bambini si incuriosiva e pensava, chissa quanto bella e gia’ le sembrava di toccore il cielo con un dito, dalla gioia che presto arrivassi la partenza per la grotta delle fate.pensava a una casa meravigliosi tende di lusso addobbi insomma bellissima colorata.Con molti divani e poltrone, E il bambino gia’fantasticava, naturalmente la fantasia e molto curiosita’ era grande, dopo quanche giorno suo cugino le disse, andiamo salta sulle spalle e salendo verso il monte, si arrivo’ in quel luogo magico,entrarono e il bambino lasciava passare suo cugino grande, perche’ all’entrata gia’ vedeva pietre marmi che si usavano come sedie,senza profumo di cibo, il bambino si siede e lui le diede un pannino con formaggio, e una mela.ma per lui era buonissimo era dentro la “Grotta delle fate” magica tanto attesa.Ora i bambini hanno molto fantasia che non fa male.ma questo bambino era felice e contento, e andato a casa a rocontare che ha visto la “Grotta della fate” tanto attesa.Un saluto a Giulio Salvatori, a francy a tutta la meravigliosa Toscana.grazie Giulio.
x un bimbetto di 7 anni cosa c’è di + bello che il regno misterioso delle fate?! e tu non solo l’hai scoperto ma ci sei entrato sulle spalle di un gigante e ti sei seduto su un trono x mangiare un panino e mela fantastico…appunto
Giulio bellissimo ricordo, posso immaginare l’emozione del pensiero per andare a visitare la Grotta delle Fate. Una grotta che sapevi esisteva ma ancora non avevi visto e nemmeno ti hanno voluto dire come era. Forse nella fantasia di un bambino la grotta doveva essere quasi magica. Mi piacerebbe visitarla, ma con il tuo racconto mi sembra d’essere seduta su un sasso che serve da sedia e mi guardo attorno gioiosa mentre mi mangio la mela. Un saluto ciao
Ma cosa ci può essere di più esaltante, per un bimbetto di 7 anni, dell’entrare in quel posto magico e misterioso di una Grotta? Se poi è delle Fate l’incantesimo è assicurato. Ci si aspetta di veder comparire all’improvviso gnomi e cavalieri, fate e streghe e chissà quant’altro, vero Giulio? Bel ricordo, raccontato con spirito di giovincello, chiarezza nei particolari e proprietà di linguaggio che ti conferma, caro Giulio, tra i primi della “classe”. Ciaoooo
Ti puoi immaginare un ragazzo di sette anni che va nella “grotta delle fate” , per forza galoppa la fantasia. Inoltre di “grotte delle fate” ce ne sono tante , sono andato , tanto tempo fa ,in quella nei pressi del Corno alle scale , non molto distante dalle terre di Giulio. Uno strettissimo sentiero su un dirupo che porta da Pratitgnano a Poggiolforato , ad un tratto si impatta con questa grotta , in questo caso si dice fosse il covo di briganti . Poca roba uno stanzone affacciato su di un alta pietraia, ma quello che conta è il nome ….e l’immaginazione.
Confesso che il racconto m’era sfuggito ma le nuove regole FB mi hanno dato più di un impiccio recentemente. Comunque, meglio tardi che mai. Letto, approvato e apprezzato, caro Giulio.Ciao.
L’incanto di quel luogo era tutto nella tua immaginazione Giulio solo perchè il nome “La grotta delle fate” ti faceva fantasticare le cose più belle, ma per un bambino di sette anni la cosa più bella che ricordi ancora è stata la bontà di quel panino col formaggio e una mela, mangiati con gusto in un luogo che per te era incantato. Un saluto.
Sono consapevole che a scrivere questi ricordi nell’era della tecnologia è da prendersi del matto. Ragazi che hanno dimestichezza con tablet, cellulari ec. ecc. che hanno “il mondo in casa”, scrivere di fate ti ridono a crepapelle. Ma, come nonno, credo che un pizzico di fantasia non faccia male. Capiranno che quel bambino di ieri, aveva la capacità e il dono di sognare.