L’autobus era in ritardo, come sempre. Ormai sapevo di dover passare, prima di entrare in classe, dal Preside a giustificarmi ascoltando, per l’ennesima volta, il logoro sermone sul disdicevole comportamento di una studentessa che spesso è in ritardo (frequentavo una scuola femminile).
Ma il mio pensiero era tutt’altro.
Lui si era staccato dalla compagnia e veniva verso di me.
Davanti a tutti, a bruciapelo sui miei occhi abbassati per nascondere un evidente tremore partorito da un’intensa emozione, mi dice: “Visto che siamo in ritardo, noi abbiamo deciso di “bigiare”, vieni con noi?” (ndr bigiare in milanese = tagliare scuola).
Nella mia mente i pensieri si agitano come uno tsunami e perdono quella parvenza di ordine che fatico ad ottenere. Vorrei rispondere un “SI” roboante ma invece: “Nnnon sso..ffforse è meglio se vado a scuola, i miei genitori non sarebbero d’accordo”.
E così è stato. Anche questa volta la mia timidezza aveva avuto la meglio.
Avevo 15 anni, frequentavo il primo anno di superiori. Lui era “grande”, di anni ne aveva 17 ed era al terzo anno di ragioneria, nella Milano della mia gioventù.
Mi sono innamorata di quel ragazzo biondo, brillante, spiritoso, intelligente, bello come un dio greco. Ovvio che avesse solo pregi, no?
Ma il nostro era un amore platonico, credo più da parte mia, forse lui mi considerava ancora troppo piccola. Ed io sognavo, sognavo e gli scrivevo fiumi di lettere che, immancabilmente non gli mandavo.
Poi, scelte e compagnie differenti ci hanno allontanato e fatti perdere di vista.
Ma il destino a volte si diverte. Dopo aver allontanato, sposta le pedine e gioca, da mascalzone, a riunire.
Ricevo un invito da una mia amica per trascorrere il Capodanno a casa (cantina) di amici suoi.
Dopo aver pregato in ginocchio i miei genitori di lasciarmi andare (avevo solo 17 anni..!!) accompagnata, oltre che dalla mia amica che aveva un anno più di me, da mia sorella che di anni ne aveva ben 19, supplico la mamma di adattarmi un vestito per l’occasione. Il tempo era poco ma la notte di quel Capodanno non la dimenticherò, mi sentivo come Cenerentola.
Un tubino in taffetà viola con poche paillettes sparse a donare all’insieme un che di ottimo e raffinato risultato e un paio di scarpette di vernice nera, come l’ultima moda del momento richiedeva, mi hanno fatto volare sulla più alta nuvoletta che danzava nel cielo stellato, con la convinzione di essere la donna più fortunata del mondo.
E quella convinzione è diventata certezza quando, entrando in quella casa, ho visto chi era il figlio del proprietario: LUI, il bel ragazzo biondo, intelligente, ecc….ecc.. di cui ero ancora, a mia insaputa, innamorata.
Mi chiese di ballare al primo pezzo musicale che usciva dal giradischi e non smettemmo per tutta la notte. Il resto è stato una conseguenza stupenda.
Furono tre anni di sogno, di felicità, di attimi unici e irripetibili vissuti all’unisono.
Ma furono anche giorni di conflitti, di angosce, di scontri da cui scaturivano scintille accese per orgoglio e amor proprio creduti violati. Anni in cui la nostra maturità si formava sul fragile terreno dell’inadeguatezza, della confusione che generava impulsi difficili da frenare.
E il tempo ha fatto il suo corso senza aver pietà di noi, del nostro sentimento, senza fermarsi ad aspettare la nostra maturità.
Ma l’orgoglio in Amore, si sa, pone limiti e fa tanti danni.
Quattro anni dopo.
Fuori dalla Chiesa, l’auto percorreva adagio la strada. Chissà perché l’autista aveva scelto di transitare proprio da quella via.
Il ragazzo era fermo in mezzo alla strada. Al nostro passaggio si sposta di lato.
Lo superiamo.
Mi volto.
I nostri sguardi si incrociano. Per l’ultima volta.
Era il mio primo amore.
Non l’ho mai più rivisto.
Chissà cosa sarebbe stato se non fosse andata così.
Francesca
Caro Paul tu ci delizi con brani di grande successo giunti a noi in tutta la loro originale bellezza e dirompente forza espressiva, tramandati di generazione in generazione senza mai invecchiare. E chiudi con il versetto che il sommo Poeta dedica a Beatrice, cuore del viaggio di Dante dall’umano al divino, donna attraverso la quale egli affronta e realizza il suo “pellegrinaggio”.
Bello e interessante. Grazie
Astratto: Allegro con Moto ma non troppo, perche’ le Cascine Fiorentine non sono ancora aperte ai rubacuori.
Cose, luoghi ed incontri d’ innamorati di cui non sono competente in materia e che apprendo da letture e saggi di Grandi Amori.
Sentimenti Umani naturali e del soprannaturale per la Dignita’ che abbiamo d’ Essere la Vita del Mondo nascota e prolifica fra i palpiti di Cuori innamorati.
Tutte “cose” al sopra di me, perche’ misteriose fra i veli della giovinezza esubernate di promesse e giuramenti a vita d’eterno Amore.
Parole, poesie e canti troppo inebrianti da descrivere di che si tratta e cosa succede fra due cuori innamorati per descrivere le estasi dei lacci di Cupido.
Comunque sia o vada su questa Costa Esmeralda, ho trovato alcuni testi storici fra i pini di mare, che animano un’ idea e desidero di sempre di quelle cose che altri capiscono e conoscono molto bene e godono la loro felicita’.
Cose come:
… Parlami d’Amore Mariu’ tutta la mia vita sei tu… Su quel bel seno l’oblio d’’ Amor…
Primo Atto: Parlami d’Amore Mariu’:
Come sei bella, più bella
Stasera, Mariù:
Splende un sorriso di stella
Negli occhi tuoi blu!
Anche se avverso il destino
Domani sarà
Oggi ti sono vicino
Perché sospirar? Non pensar!
Parlami d’amore, Mariù:
Tutta la mia vita sei tu!
Gli occhi tuoi belli brillano
Fiamme di sogno scintillano!
Dimmi che illusione non è
Dimmi che sei tutta per me!
Qui sul tuo cuor, non soffro più:
Parlami d’amore, Mariù
Dimmi che illusione non è
Dimmi che sei tutta per me!
Qui sul tuo cuor, non soffro più:
Parlami d’amore, Mariù
Secondo Atto: Tu si’ ‘na cosa grande pe’ mme:
Tu si’ ‘na cosa grande pe’ mme
‘Na cosa ca me fa nnammura’
‘Na cosa ca si tu guard”a mme
Je me ne moro accussi’
Guardanno a te
Vurria sape’ ‘na cosa da te
Pecche’ quanno i’ te guardo accussi’
Si pure tu te siente ‘e muri’
Nun m”o ddice
E nun m”o faje capi’, ma pecche’
E dillo ‘na vota sola
Si pure tu staje tremmanno
Dillo ca me vuoi bene
Comm’io, comm’io
Comm’io voglio bene a te
Tu si’ ‘na cosa grande pe’ mme
‘Na cosa ca tu stessa nun saje
‘Na cosa ca nun aggio avuto maje
Nu bene accussi’, accussi’ grande
E dillo ‘na vota sola
Si pure tu staje tremmanno
Dillo ca me vuoi bene
Comm’io, comm’io
Comm’io voglio bene a te
Tu si’ ‘na cosa grande pe’ mme
‘Na cosa ca tu stessa nun saje
‘Na cosa ca nun aggio avuto maje
Nu bene accussi’, accussi’ grande
Accussi’ grande
Accussi’ grande.
Terzo Atto: Dante:
Beatrice, buonanotte e ci rivediamo
domenica pomeriggio a
Piazzale Michelangelo.
Si Giuseppe, viva l’Amore sempre a qualunque età. Ci sono tanti percorsi nella vita, tante tappe che si fanno in tempi diversi. Ma ad ogni tempo è collegata la sua storia d’amore. E si può amare in tanti modi, perchè l’amore ha diversi volti. Sta a noi scoprirli e comprenderli. Al cuor non si comanda né tanto meno si programma!
Grazie e felice serata.
Sappiamo Francesca che è un passaggio obbligato che tutti da giovani abbiamo vissuto, nessuno escluso. L’Amore, anche platonico, è una cosa meravigliosa e quando provi quelle emozioni per la prima volta, restano scolpite nel cuore e sono incancellabili. W l’Amore sempre e per tutti.
Eh si Giulio, quelli sono gli anni dei sogni. Sai com’è capitato che abbia pubblicato questo scritto? Rovistavo tra scartoffie, libri, ritagli di giornale, vecchi appunti quando mi capita tra le mani un foglietto ingiallito, anche un pò stropicciato. Stavo per gettarlo nel cestino ma, incuriosita, lo stiro un pochino, quel tanto che mi basta per leggere ciò che contiene. Ed ecco ritrovato un reperto, oserei dire, quasi archeologico…anni…anni…fa. Beh, ti dirò, mi sono venuti i lucciconi, non tanto per ciò che c’era scritto ma per la considerazione del tempo trascorso. Troppo tempo!!! E mi fermo qui.
Grazie e buona serata.
Come ti capisco. C’è anche un famoso stornello che dice: “il primo amore non si scorda mai, e vola stornello .ecc ecc” Come ormai sapete, sono un piccolissimo musicista , ho composto alcuni brani e tutti, tutti, sono rivolti al primo amore, fiito come il tuo. Sono gli anni dei sogni, dei principi e delle principesse. Poi si cresce e si vede il futuro con altri colori.Fortuna ha voluto che incontrassi mia moglie e, è una vita che siamo insieme. Ma, lasciami cantare quello stornello citato: – il primo amore non si scorda mai, vola stornello…e dirglielo…-