Cianciana ridenti de’ nostri cuntradi, accetta ‘stu ciuri ca t’offru stasira
cu tuttu l’amuri.
Maria chi turmenti ca aiu passatu e tu no’ sapevi…
Passavi arrirennu fragranti di suli: d’aranci sapevi e di mennuli ruci appena cugghiuti.
Tinuzza mia bedda, ascuta ‘a me vuci.
S’a notti viveva ‘a passava vigghianti, di iornu durmeva, additta, chi sai!
I schigghi sinteva de’ piscatori ca ievunu a mari: Paulu, Petru, spicciamuni,
è tardu.
I camii passavunu, carretti, carriola. ‘A genti travagghia ma ‘a notti ha durmutu.
Iù inveci, susennumi pareva cascatu da’n grattacielu. Intantu chi fazzu?
diceva tra mia. Ciù dicu? Non pozzu. Iardini idda avi e iù? Sulamenti ‘n cori amurusu.
Ci’abbasta? Pi nenti….
‘A genti sfuieva e ‘u to palazzoni vardava infelici e pazzu d’amuri.
‘Na sira tu dissi, ti dissi precisu: si bedda Tinuzza, si ‘a megghiu reggina, iù beni
ti vogghiu.
‘U sacciu, ‘a ricchezza è cosa ca cunta ma, vidi, è ch’iossai de’ ricchizzi do’ munnu
l’amuri pi’ tia.
Di sì arrispunnisti. E ora affacciatu, Tinuzza ti pensu. ‘A luci do’ mari ‘ddassutta luntana
mi fa cumpagnia.
Stanotte ti sonnu, e quannu na’ l’alba ‘a vuci di chiddi ca vanu a piscari si leva schigghenti,
mi susu cuntentu.
‘U suli talìu, ca pari ‘a to’ facci. Mi lavu, mi vestu e vaiu a passiari.
Note
Teatro della scena è Catania, la mia città di nascita.
- Cattedrale di S. Agata
“Cianciana ridenti”, il titolo, è un appellativo affettuoso. La “cianciana” è il sonaglio che si mette al collo dei piccoli animali ai quali siamo particolarmente legati e l’aggettivo “ridenti” , indica, più che la fisionomia della donna amata, la felicità che essa riesce ad ispirare. Per chi non è siciliano dò la traduzione.
“Cianciana ridenti” delle nostre contrade, accetta questo fiore che t’offro stasera con tutto il mio amore. Oh quanti tormenti, Madonna, ho passato e tu non te ne accorgevi. Passavi ridendo fragrante di sole e sapevi di arance e di mandorle dolci appena colte. Tinuzza mia bella, ascolta la mia voce. Se (quando) veniva la notte, la passavo sveglio (vigghianti è più forte di sveglio, indica lo sforzo continuato della veglia notturna), dormivo di giorno,
Sentivo le grida dei pescatori che andavano a mare ( il richiamo è autobiografico,a Catania abitavo in un quartiere di pescatori, la popolare “Civita”), Paolo, Pietro, spicciamoci, è tardi. Passavano i camion, carretti, carriole. La gente lavora ma la notte ha dormito (almeno per qualche ora). Io invece, alzandomi dal letto, mi sentivo come se fossi caduto da un grattacielo. Intanto, che faccio, dicevo fra me? Glielo dico? Non posso. Ella possiede giardini (sta per ricchezze patrimoniali in genere). Ed io che cosa ho? Soltanto un cuore pieno d’amore. Può bastare? Per niente.(certamente no). Sfuggivo la gente e il tuo grande palazzo guardavo infelice e pazzo d’amore. Una sera te lo dissi. Ti dissi precisamente: sei bella Tinuzza, sei per me la migliore regina, ti voglio bene. Lo so, la ricchezza è cosa che conta ma, vedi, è più importante di tutte le ricchezze del mondo quest’amore per te. Rispondesti di sì (quale contrasto tra la semplicità di questa risposta ed il tormento di tante notti insonni). Ed ora affacciato al balcone,Tinuzza ti penso. La luce del mare, laggiù, lontana, mi fa compagnia. Questa notte, (come tutte le notti), ti sogno e quando all’alba la voce dei pescatori si leva squillante, mi alzo contento. Guardo il sole, che sembra il tuo viso (rotondo e splendente).
lorenzo, sono nata a Roma,mentre i miei genitori sono nati a
Sant’Andrea Jonio(catanzaro)il dialetto lo capisco benissimo,
mi capita a volte di parlare questa lingua meravigliosa….
per NON dimenticarla…..
ciaooooooooooooooooo!
Voglio ringraziare anche Giovanna che, bontà sua, ha capito tutto senza traduzione (pensate, lei, crucca di origine) e la calabresina Marcella (di unni sì originaria Marcella?).
Giampietro, un giudizio così favorevole espresso da una persona dolce e sensibile come te esalta e rincuora. Grazie, caro amico.
Carissimo Loenzo, un poeta che può dipingere l’amore questa parola magica e talvolta non sentita e tascurata per puro egoimo, tu la fai esaltare con la tua poesia:ricca nel testo e nel suo sapore dialettale. Una storia dolce e delicata come sai sempre esprimerti anche nei tuoi giudizi. bravo Lorenzo è un piacere leggerti
Lorenzo, che bella! Ho capito tutto anche senza traduzione.
In dialeto si respira un’atmosfera splendida! Bravissimo.
Un abbraccio.
Lorenzo,ho dimenticatco di scriverti che le mie origini sono
CALABRESI…i due dialetti hanno molto in comune.E’ stato divertente mettermi alla prova nel leggere il tuo scritto.
Che bella…!!!!!!!complimenti Lorenzo,e’ stato piacevole
leggere una storia d’amore in dialetto.
Grazie anche a te Nadia …..così facendo si puo’ evitare che i nostri dialetti non vengano dimenticati,ma devono far parte della nostra cultura……ancora GRAZIE NADIA E LORENZO.
BRAVI!!!!!!!!
Cara Nadia, che bella cosa hai fatto su Catania. Ti sono grato. Ne approfitto per darti un abbraccio stritoloso, come si usa qui.