Appena una decina di giorni fa, Lorenzo aveva pubblicato una sua poesia dal titolo “Sogno”.
Eccovi ora la 2^ parte.
Non volevo crederci.
Lei fra le mie braccia. Si aprì il cielo
e caddero milioni di fiori di tutti i colori.
Il pavimento ne fu tutto coperto.
Una musica dolcissima si diffuse dappertutto.
Sognavo o ero desto?
No tutto era rigorosamente vero.
La forza dell’amore l’aveva evocata
e trascinata nel mio mondo. Ero raggiante.
Via amici, comprendete il momento?
Avete altri impegni, lo so. E allora?
Andate, andate per Giove! E non guardate
di sottecchi, con la curiosità che vi prende.
Questa è la mia donna. Vi piace?
Ma che volete? Anche voi la desiderate?
E voi amiche mi sa che l’invidiate.
Avete ragione.
Non c’è più posto per nessuna di voi
nella mia vita. Via, andate, ve ne prego.
Nel frattempo la tenevo stretta stretta,
respiravo il suo profumo. Subito
volevo restare solo con lei.
Vinsi le ultime resistenze degli astanti,
e chiusi la porta con mille mandate.
Almeno così mi parve. Soli eravamo,
finalmente, nell’incanto d’amore.
Non lasciavo la stretta intanto. Ma ad un tratto
mi accorsi di una cosa strana. Ella piangeva,
dapprima silenziosamente, poi con singhiozzi
sempre più evidenti. Perché mio Signore?
Se io l’amavo, anch’essa doveva amarmi. O no?
Tutto mi fu più chiaro all’improvviso.
La forza del mio amore aveva avuto la capacità
di evocarla ma non di farle condividere
I sentimenti che provavo, il fuoco
che mi bruciava nelle vene, il desiderio di lei.
Ella piangeva e mi sembrava
sempre più distante, lontana.
Incominciai a provare strani fenomeni:
un formicolio fastidioso sulle mie membra,
un martellante tum-tum alle tempie,
un miagolante stridore di musica psichedelica.
E lei che mi fissava quasi sgomenta, dispiaciuta.
Sembrava turbata, ma lontana, oh quanto lontana!
Cacciai un urlo, allora, e cominciai a battere
la fronte sul muro, sempre più forte,
sempre più deciso. Non avrei mai cessato di farlo.
Solo, la fortuna mi salvò perché, forse per lo stress,
ad un tratto svenni, con il viso pieno di sangue.
E lei non venne a sincerarsi sulle mie condizioni.
Lo compresi quando, sempre per fortuna, mi riebbi.
Lei non c’era. Ero solo e non sentivo più rumori.
Il gatto mi leccava la fronte ed il pastore si agitava.
Mi rialzai e andai in bagno a sciacquarmi abbondantemente
le ferite che qua e là si evidenziavano.
Ero solo, disperato, e di certo sempre innamorato.
Ma di lei o dell’amore? Ci rifletterò, decisi.
Uscii a prendere una boccata d’aria fresca.
P.S. Chi non avesse letta la 1^ parte o chi volesse rileggerla per collegarla alla seconda, basta che vada a fine pagina e clicchi su "Previous entries", ripetendo tale operazione per tre volte (pagine). Alla fine della terza pagina la trova.
Traduzione del commento scritto in inglese: “SEI TU UN GIORNALISTA PROFESSIONISTA? TU SCRIVI MOLTO BENE.”
Are you a professional journalist? You write very well.
L’amore non corrisposto è un dolore grande ma….sempre meglio uscire e prendere una boccata d’aria!
Chiusa una porta si riapre un portone e l’amore successivo (se ci sarà) sarà ancora più grande del precedente e se non ci sarà…….rimangono i sogni!
Grazie Lorenzo.
Grazie Titina. Posso chiamarti così? Mi lusinghi. Io cerco solo di manifestare ciò che mi preme dentro. A volte mi prende la gioia, a volte la malinconia.
Bravo Lorenzo! Puntualmente, come sempre, i tuoi scritti vanno a segno nell’immaginario del lettore coinvolgendolo emotivamente. Altro merito che ti riconosco è la fruibilità di ciò che scrivi senza ermetismi e inutili voli pindarici.
Complimenti!!!!
Generalmente, le tue poesie sono sempre ispirate a fatti realistici. Nel tuo sogno drammatico è evidente il sentimento che nutri per la tua compagna bravo.
Grazie a te, Lorenzo, che ci esterni i tuoi sentimenti attraverso i tuoi scritti.
Queste due poesie, dedicate ad un sogno, hanno una matrice comune e si fondano su una scommessa preliminare: l’idea del poeta che il suo amore possa essere trasmesso al cuore della persona amata. Se io l’amo, ritiene, mi amerà certamente anche lei. E questa forza evocativa la applica nella prima poesia ritenendo che l’amata, comparendo e abbracciandolo, sia innamorata di lui. Nella seconda, invece, scopre che la donna evocata tuttavia non lo ama. Da qui lo sconforto che sfocia in un desiderio, non tanto nascosto, di annientarsi.
Salvo a riemergere, a farsi una domanda significativa (sono innamorato di lei o dell’amore?) e ad uscire nella natura (a prendere una boccata d’aria fresca).
Io penso che il suo ottimismo alla fine possa prevalere.
E’ comunque una poesia piena di sentimenti, e non tutti lieti, ma così è nata.
Ringrazio Rosaria, mia Musa in questa ed altre occasioni.