Ecco un nuovo racconto nato dalla “penna facile e scorrevole” di Giulio. Leggendolo, già fin dal titolo, mi sovviene una famosa frase shakespeariana e, ancor prima, cartesiana (quando Cartesio formula la sua filosofia, quella del “cogito ergo sum”) : “Sogno o son desto?” E’ questo in sostanza quello che il nostro autore si chiede al risveglio! Quante volte ci è capitato di sognare situazioni che al mattino ci sono sembrate come se fossero realmente accadute, tale era la loro veridicità e naturalezza! In realtà si dice che i sogni, in un certo qual modo rispecchino lo stato d’animo del momento e a questo punto Marzullo domanderebbe: "La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere?" Non aggiungo altro, se non i ringraziamenti a Giulio per averci, ancora una volta, deliziato con un suo racconto, molto coinvolgente (anche se ha dovuto “tagliarlo” per problemi di lunghezza), ma, nonostante ciò, è riuscito a renderlo comprensibile, scorrevole e gradevole allo stesso tempo.
Vi lascio, ora, ad una buona lettura!
E’ notte fonda, il campanile suona le ventitre.
I tocchi delle campane vengono soffocati dalle raffiche di vento e grandine. I tuoni rotolano nel cielo con assordante rumore accompagnati dalla luce pallida dei lampi. Dalla finestra osservo il crinale dei monti avvolti dalle nuvole. Un secco boato lacera il cielo: una saetta si è abbattuta vicinissimo. La luce nelle case si spegne. Nuvoloni neri corrono impazziti, si allungano, si ramificano in una danza spettrale.
Lingue di fuoco si spengono negli abissi dell’universo. La grandine rimbalza sui tetti in un concerto di nacchere, i camini , come piccole torri, osservano con occhi neri le tegole che s’imbiancano. L’illuminazione pubblica si è spenta: il paese dorme in un buio profondo. Esco di casa per andare a chiudere una porta del fondo che sbatte.
Un fischio acuto rompe il silenzio, un vento gelido mi punge il viso, ora non grandina più. Un altro fischio più modulato, poi silenzio. Sento dei passi che si avvicinano felpati, ora s’ allontanano. Un brivido mi corre lungo la schiena, accendo nervosamente una sigaretta. Una sagoma scura mi fa segno di seguirla, mi faccio animo avvicinandomi: nessuno, non c’è nessuno. Ritorno sui miei passi scuotendo la testa dandomi del matto. Le nuvole si sono diradate un po’ lasciando che la luna giocasse a nascondino fra sprazzi di stelle e coperte nere.
Qualcuno mi sfiora un braccio, mi giro di scatto ma non vedo nessuno. Un sudore ghiaccio mi affiora sulla fronte. Un fischio acuto sibila nell’aria : mi invita, lo seguo col fiato grosso fino sulla piazza della chiesa. La porta è spalancata, alcuni mozziconi di candele sono accesi e illuminano di una luce fredda l’altare maggiore. L’organo comincia a suonare un motivo dolce in un giro armonico completo. Tre grossi ceri accesi appaiono sulla porta della chiesa, si avviano verso l’uscita sospesi nel vuoto. Il vento non li spegne: li seguo a distanza. Prendono la via del cimitero, la porta della chiesa si richiude lentamente, mentre l’organo continua a suonare. La luna illumina i due grossi cipressi che adagiano la loro ombra sulla chiesina .
Arrivati a pochi passi dal camposanto, il cancello si apre stridendo , le candele si spengono. Mi avvicino e guardo attentamente nella direzione dove sono sparite. Tre lastre di marmo spostate da chissà quali forze, si alzano lentamente ricoprendo le tombe. Le luci votive si accendono. Per istinto mi faccio il segno dei cristiani.
Mi accorgo che sto sudando , una voce mi sussurra: nel nome del Padre, del Figlio…concludo con voce tremante- Riposate in pace.
Un grido secco come una frustata mi trapassa i timpani, è la voce della moglie:
- Ma che avevi stanotte? Ti sei rigirato in continuazione . Te lo dicevo di non mangiarla la rosticciana , e quanto vino hai bevuto…-
Mi siedo sul letto, mi guardo nello specchio, sono ancora sudato. Una domanda mi frulla per la testa: - Sarà stato un sogno o realtà ?
Il Maledetto toscano-
Ancooooooooora giulio , ancooooooora!!!!!hahahaha
Giulio, ma noooooooooooo!!!!! Hanno scherzato un po’ tutti sulla “paura” tema dominante del tuo scritto. Puoi anche continuare!!!! Creare un po’ di SUSPENCE ogni tanto va bene. Ciao
Amiche -Amici, mi dispiace di avervi creato un pizzico di tensione e “paura”.Sarà bene che il prossimo racconto parli d’amore e di cose belle .Grazie a tutti .
accidenti a te pensavo che mi prendeva un infarto.stasera una bella pasticchina e tutti a letto.respiro sempre a fatica ancora adesso.
Maledetto toscano che mi fai morire!!! Ma non sai che sono debole di cuore??? Già dall’inizio ci ha pensato Rosaria con lampi e tuoni in movimento, poi leggendo il tuo sogno stavo seduta sul bordo-sedia con un’ansia addosso pronta a fuggire al minimo rumore.
Bastaaaaaaaaa rosticciana eh?
Stasera fai venire tua moglie qui in Incontriamoci che glielo dò io il menu’ serale per te.
Ahahahahah…scherzi a parte Giulio sei strepitoso anche nel descrivere orride circostanze e macabre figure.
nadia spiritusa ahhh
Giulio, ma sei anche sonnambulo allora se ti sei alzato veramente a chiudere la porta!
Complimenti Giulio, sempre molto appassionanti i tuoi racconti.
Ah, come vorrei saper scrivere come fai tu! Scrivo solo se le cose le vivo fortemente. Non potrei mai, credo, scrivere un sogno, non me li ricordo quesi mai……però, ora che ci penso…….gli incubi li ricordo abbastanza! Peccato che da un po’ non ho un incubo….sai che faccio? proverò mangiar pesante una sera!
Grazie ”maledetto toscano”☺
No mariannacane, nessun seguito,per ora.La sera minestrina o frutta cotta.Però, mai dire mai !Care Amiche e Amici, dovete sopportarmi, altrimenti :girate pagina, che vi devo dire? Non l’ho riportato nel racconto; dice mia moglie che mi sono alzato veramente a chiudere la porta del fondo che sbatteva…Grazie comunque di avermi letto. E grazie soprattutto a Rosaria che ha fatto un “cappello” introduttivo molto invitante per il lettore .Una volta tanto mi accorgo che sono un -Maledetto Toscano –
Mamma mia che paura!!!!!! Lo sai che sono rimasta col fiato sospeso e il cuore in gola fino alla fine? Indigestione o no e anche se rischio un coccolone, mi piacerebbe sapere il seguito. Dai Giulio, datti da fare, leggerti è sempre piacevole e coinvolgente. Bravo!!!!
Mamma mia che notte Giulio. Naturalmente aveva ragione tua moglie. Un incubo portato dalla rosticciana e dal vino. E Lieve vorrebbe il prosieguo? Ma che sei matta? Facciamolo digerire tranquillo, il nostro Giulio, sennò hai visto che ci combina? Alla fine il colpo da mestro rinvenuto nei ricordi di un dracula nostrano: si richiudono le tombe, si riaddormentano i morti dopo la missione compiuta. Però, senza succhiare il sangue di nessuno, solo attirando Giulio al cimitero. Oh Giulio, no non voglio sapere il seguito. Spero che non ci sia, anzi. E che tu possa dormire serenamente la notte, qualsiasi cosa tu mangi o bevi. Un abbraccio.
Giulio ? che nomi c’erano sulle tombe? chi erano i morti? nn è che ci fai sapere il proseguo?? avvincente sta’ storia….grazie!
ciao giulio sempre coinvolgenti i tuoi racconti e sempre diversi bellissimi komplimenti giulio