C’è una pagina dedicata a questo argomento a pag. 12 de il Giornale del 13 dicembre 2009 con un servizio a firma di Mario Celi. E trattasi di un servizio molto critico su questa ipotesi. Io condivido completamente ma non sono né un tecnico né un politico. Potrebbe essere occasione per un dibattito fra noi.
Si scrive, fra l’altro:
E’ il progetto di Renzo Piano per la Milano verde, quella dei novantamila alberi da piantare per convincere il maestro Abbado a tornare a dirigere sotto la Madonnina. Un progetto che l’architetto sta mettendo a punto e che, in caso, richiederà una serie di interventi delicati. L’idea è infatti quella di piantumare, cioè niente vasi: il rischio è di dover spendere (e molto) per spostare cavi e tubi. Ma a suscitare perplessità è la creazione di un boschetto in piazza Duomo: oltre alle difficoltà tecniche, infatti, si porrebbe anche il problema di un controllo costante, per evitare il degrado immediato.
Il progetto non si annuncia facile. Tanto che perplessità sono state espresse anche da un altro architetto, Daniel Libeskind, che a Milano firma la nuova Citylife ed è un grande sostenitore della necessità del verde nel capoluogo lombardo. Ma in un’intervista a Repubblica spiega: “Gli alberi non si possono mettere ovunque. Bisogna essere sensibili alla storia del luogo”. E a proposito del bosco in piazza Duomo: “Mi piace la vista del Duomo: Piazza Duomo è il salotto di Milano, deve essere estremamente accessibile”.
Franci, i tuoi argomenti sono convincenti e, per di più, assai gradevoli nella loro ironia. Io sarei convinto di quanto dici. E vedrai che lo sarà anche il comune di Milano.
Il bosco in Piazza Duomo? No, grazie; la me Piasa del Dom l’è bela insci. Ma scusate, forse che l’Architetto Piano, poco poco si trova anche lui in un momento di crisi e sta cercando di spararle piu’ grosse che puo’ per farsi un po’ di pubblicità gratuita? E forse che il Maestro Abbado, per quanto insigne bravissimo direttore d’orchestra, puo’ permettersi di “ricattare” il Comune di Milano pretendendo, per il suo ritorno, la piantumazione di 90 mila alberi che gli facciano da coreografia al gentil suo transito? La mente umana è sorprendentemente illimitata quando cavalca la megalomania.
Ma per favore, cerchiamo di non volare troppo in alto o rischiamo, cadendo di farci davvero male.
OK Rosaria.
Certamente, Lorenzo, il dibattito dovrebbe essere sempre così. Se non altro x lasciare ad ognuno la libertà di esprimere la propria opinione. Ma non sempre, purtroppo, è così. Mi permetto di ricordarti, inoltre, che l’argomento qui affrontato non è uno di quelli fra i + “scottanti”. E poi tutto va liscio, finchè non interviene il cosiddetto “bastian contrario” di turno; fin qui andrebbe anche bene xche’ le opinioni diverse formano il dibattito, ma i guai cominciano quando i commenti diventano offensivi nei riguardi di coloro che sono di opinioni opposte e viene a mancare quella forma di rispetto dovuto nei confronti delle idee altrui. Allora, sì che “so’ cavoli amari”!!
Come si può ben vedere, sono stati espressi tre giudizi.
Quello di Pino è favorevole purché, ovviamente, non si lascino andare a ramengo le piante una volta messe. Ed è un giudizio concreto e pacato. Se partiamo dall’intento di migliorare e poi in realtà peggioriamo l’ambiente, non facciamo di certo un’opera meritoria: non rendiamo più bella e vivibile la città e diamo un pugno nell’occhio al Duomo, che è addirittura il simbolo di Milano.
Marcella si occupa, in particolare, dell’aspetto economico e si domanda: quanto costa l’operazione? E con tutto quello che c’è da fare, comprese le catastrofi naturali, non si potrebbero spendere altrimenti i soldi? Tanto più per aderire al desiderio di un Maestro di esibirsi a Milano?
Infine, Rosaria fa un ragionamento articolato, basato su argomenti accurati, esprimendo infine un “non saprei”, che tiene conto anche delle sue notevoli perplessità relative ad alcune opere di Piano.
In definitiva, posso dire che così i dibattiti sono veramente piacevoli e costruttivi? Oso sperare che, nella fase decisionale, il Comune di Milano tenga conto delle valutazioni che il nostro “spaccato” di società ha espresso, anche perché rappresentative di argomenti e preoccupazioni reali.
Premetto che non conosco dal vivo Piazza del Duomo a Milano, ma credo che, di primo acchito, non sarei sfavorevole all’idea, anche perche’ si sa che le piante migliorano la qualita’ dell’aria (con tutte le polveri sottili e l’anidride carbonica che ci sono nelle grandi citta’). Analizzando meglio, però, l’evento e ragionandoci un attimo, credo che il “masterplan” di Renzo Piano (che prevede quest’opera immane di piantumazione e non vasi) porterebbe scompiglio nella grande piazza e nei dintorni nella fase di lavorazione e cambierebbe il suo intero assetto. Inoltre ciò comporterebbe anche una cura e una sorveglianza diretta x non far si’ che in breve tempo tutto cada nel degrado. Tutto ciò al fine di soddisfare un desiderio del Maestro Claudio Abbado e convincerlo a tornare a dirigere sotto la Madonnina? Vale la pena, quindi, con tanti altri problemi ben + incessanti, sconquassare una piazza che è un simbolo , solo x mettere degli alberi? Il gioco vale davvero la candela? Non saprei.
Infine devo aggiungere (ma questa è solo una mia idea) che alcune opere realizzate da Renzo Piano, come la chiesa dedicata a Padre Pio (San Giovanni Rotondo) e lo stesso centro commerciale (Vulcano Buono) che è qui dalle mie parti, non riscuotono il mio gradimento. Forse perché, x i miei gusti , il suo progettare è troppo all’avanguardia. Quindi vado sempre un po’ cauta nell’ accogliere in toto le sue “novita” progettuali.
Con tutto quello che stà accadendo nel mondo,(povertà terremoti, ecc…)questo architetto,
pensa di stravolgere il tutto, per poter dare la possibilta’ ad un maestro di musica,per esibirsi “al salotto di milano”
Chissà, quale sarà il prezzo per attraversare il Duomo ai pochi che potranno permetterselo….?
POVERI NOI!!!!!!!!!!!!!!
Caro Lorenzo, il mondo cambia, noi cambiamo e se la Città di Milano vuole cambiare purchè non tocchi in via diretta il Duomo non ci vedo un grande pericolo, purche quello che si va a mettere prati, piante, ecc. sia mantenuto con la massima cura. A Pisa i monumenti di piazza dei miracoli tutti circondati di prati mi piacciono molto, sarà bella anche Milano … vedremo!
L’articolo l’ho letto considerandolo una curiosità. Poi, riflettendoci, m’è sembrato una provocazione. Si possono cambiare i connotati di un luogo tradizionale che fa ormai parte di un immaginario collettivo? Ma poi, continuando il ragionamento con me stesso, mi sono detto: e perché no? Insomma, alla fine ero, e sono, più confuso che persuaso. Vedrete, non se ne farà nulla. Ed è meglio così. Però io qualche chiacchierata in proposito la farei, se siete d’accordo.