scritto da francesca il 21 11 2024

C'era e c'è ancora, un posto che si chiama: La grotta delle fate. Noi ragazzini eravamo attratti da questo luogo. Anche se era impervio e difficile da raggiungere, noi, andavamo comunque. Le avventure nei boschi erano il nostro divertimento. Non avevamo certamente luoghi di lettura, televisioni o cellulari. I campi o il bosco, erano il nostro divertimento. La Grotta delle fate, consisteva in uno spiazzo di pochi metri, rettangolare, circondato da alte pietre. Vi si accedeva tramite uno stretto passaggio. Anche il tetto era di pietra. Lateralmente piccole e strette insenature di difficile passaggio , si ramificavano.

Noi, accendevamo un fuoco all'interno e si facevano, quando cadevano le castagne, padellate di caldarroste. (noi si chiamano mondine). Il fumo spariva in quelle gole descritte come se ci fossero stati degli aspiratori potenti. Poi si sbucciavano, si dividevano, e si portavano alle nostre mamme. Seduti sopra dei massi intorno al fuoco, , con le facce rosse per il calore del fuoco, qualcuno cominciava a cantare filastrocche imparate dalle nostre Nonne. Si rideva felici e ritornavamo a casa. Recentemente, ho cercato di raggiungere La Grotta delle Fate, ma non ci sono riuscito. Il bosco ha cancellato il piccolo sentiero e, una frana ha cancellato tutto. Però, non ha cancellato il ricordo e i canti di quei ragazzi. Anche se: di Quei Ragazzi, ho solamente il ricordo. Siamo rimasti in tre. Gli Altri, faranno i fuochi in cielo.
Giulio