scritto da francesca il 23 03 2024
A Maastricht, un'inedita Giuditta di Artemisia Gentileschi - ArtsLife Giuditta che decapita Oloferne - Artemisia Gentileschi    

In questi giorni sono stata a Genova a vedere la Mostra "Artemisia Gentileschi. Coraggio e passione" a Palazzo Ducale. E' una mostra che scuote e stravolge.

 

ARTEMISIA, una donna capace di auto-ritrarsi e affermarsi come artista già nel XVII secolo, mettendone a frutto vibrazioni e tumulti, tra violenze e pregiudizi di allora e di oggi, alla base di 400 anni di oblio.  Ricordiamo lo stupro che dovette subire per opera del collega del padre, Agostino Tassi.

artemisia gentileschi, susanna e i vecchioni, susanna and the elders, provenienza benedetto luti,

Il temperamento artistico di Artemisia Gentileschi, continua a rivolgere lo sguardo acuto, ai moti dell’animo umano e della sua storia dell’arte, padroneggiandone i chiaroscuri di emozioni e identità, con riletture bibliche e mitologiche che investono Susanna, Giuditta, Cleopatra, Minerva, Maddalena e se stessa. 

artemisia gentileschi, conversione della maddalena, 1613, 1615, firenze, gallerie degli uffizi, palazzo pitti, galleria palatina

Artemisia, acclamata come una delle artiste più ammirate di tutti i tempi, ha il privilegio di essere stata la prima donna a guadagnarsi il titolo di "artista" e ad essere accolta nella prestigiosa Accademia d'Arte. Una bambina prodigio, una donna di coraggio incommensurabile e ferma determinazione, Artemisia ha fatto della pittura la sua ragione di vita.

Ho fatto tutto il percorso con l’emozione che mi bloccava il respiro,  in estasiato religioso silenzio. Non ho altro da aggiungere se non suggerirvi  questo straordinario itinerario dove la passione e il coraggio di una donna d’altri tempi ha sfidato le convenzioni sociali raggiungendo una parità di spirito tra i due sessi.

Francesca

scritto da francesca il 17 03 2024
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Oggi scrivo dell'amicizia, di un qualcosa di molto importante, di un qualcosa che dovrebbe essere naturale e semplice.

Scrivo dell'amicizia, quella senza egoismo, senza ipocrisia. Di un grande rispetto, dell'essere inteso come persona.

Scrivo dell'amicizia, di un percorso che illumina e rincuora.

L'amicizia è sentirsi completi, è sentirsi a casa, è sentirsi pieni di gioia, è la paura di perdere l'unica cosa che dona vita al tuo respiro.

Ecco cos'è l'amicizia, non mette toppe, non solca il viso con lacrime amare, non spezza le ali, non accoltella con il tradimento, non dona frustrazione ma serenità.

L'amicizia non sono bei discorsi basati sulla superficialità del sentirsi superiori e onnipotenti che oltrepassano ogni confine nelle bassezze più remote, dove il quotidiano si trasforma in abitudine, in una routin accomodante che nulla a che fare con il verbo amicizia..

Questa è l'amicizia, un qualcosa che rimane nella pelle. un fiore che va coltivato, difeso, curato.

Carissimi amici di "Incontriamoci" basta con i mugugni, con i musi lunghi, viva l'amicizia, una cosa da non perdere mai.

Buona giornata buon tutto.

Gugli

scritto da francesca il 10 03 2024
                        L’autobus era in ritardo, come sempre. Ormai sapevo di dover passare, prima di entrare in classe, dal Preside a giustificarmi ascoltando, per l’ennesima volta, il logoro sermone sul disdicevole comportamento di una studentessa che spesso è in ritardo (frequentavo una scuola femminile).           Ma il mio pensiero era tutt’altro.           Lui si era staccato dalla compagnia e veniva verso di me.           Davanti a tutti, a bruciapelo sui miei occhi abbassati per nascondere un evidente tremore partorito da un’intensa emozione, mi dice: “Visto che siamo in ritardo, noi abbiamo deciso di “bigiare”, vieni con noi?” (ndr bigiare in milanese = tagliare scuola).           Nella mia mente i pensieri si agitano come uno tsunami e perdono quella parvenza di ordine che fatico ad ottenere. Vorrei rispondere un “SI” roboante ma invece: “Nnnon sso..ffforse è meglio se vado a scuola, i miei genitori non sarebbero d’accordo”.           E così è stato. Anche questa volta la mia timidezza aveva avuto la meglio.           Avevo 15 anni, frequentavo il primo anno di superiori. Lui era “grande”, di anni ne aveva 17 ed era al terzo anno di ragioneria, nella Milano della mia gioventù.           Mi sono innamorata di quel ragazzo biondo, brillante, spiritoso, intelligente, bello come un dio greco. Ovvio che avesse solo pregi, no?           Ma il nostro era un amore platonico, credo più da parte mia, forse lui mi considerava ancora troppo piccola. Ed io sognavo, sognavo e gli scrivevo fiumi di lettere che, immancabilmente non gli mandavo.           Poi, scelte e compagnie differenti ci hanno allontanato e fatti perdere di vista.           Ma il destino a volte si diverte. Dopo aver allontanato, sposta le pedine e gioca, da mascalzone,  a riunire.           Ricevo un invito da una mia amica per trascorrere il Capodanno a casa (cantina) di amici suoi.           Dopo aver pregato in ginocchio i miei genitori di lasciarmi andare (avevo solo 17 anni..!!) accompagnata, oltre che dalla mia amica che aveva un anno più di me, da mia sorella che di anni ne aveva ben 19, supplico la mamma di adattarmi un vestito per l’occasione. Il tempo era poco ma la notte di quel Capodanno non la dimenticherò, mi sentivo come Cenerentola.           Un tubino in taffetà viola con poche paillettes sparse a donare all’insieme un che di ottimo e raffinato risultato e un paio di scarpette di vernice nera, come l’ultima moda del momento richiedeva, mi hanno fatto volare sulla più alta nuvoletta che danzava nel cielo stellato, con la convinzione di essere la donna più fortunata del mondo.           E quella convinzione è diventata certezza quando, entrando in quella casa, ho visto chi era il figlio del proprietario: LUI, il bel ragazzo biondo, intelligente, ecc….ecc.. di cui ero ancora, a mia insaputa, innamorata.           Mi chiese di ballare al primo pezzo musicale che usciva dal giradischi e non smettemmo per tutta la notte. Il resto è stato una conseguenza stupenda.           Furono tre anni di sogno, di felicità, di attimi unici e irripetibili vissuti all’unisono.           Ma furono anche giorni di conflitti, di angosce, di scontri da cui scaturivano scintille accese per orgoglio e amor proprio creduti violati. Anni in cui la nostra maturità si formava sul fragile terreno dell’inadeguatezza, della confusione che generava impulsi difficili da frenare.           E il tempo ha fatto il suo corso senza aver pietà di noi, del nostro sentimento, senza fermarsi ad aspettare la nostra maturità. Ma l’orgoglio in Amore, si sa, pone limiti e fa tanti danni.           Quattro anni dopo.           Fuori dalla Chiesa, l’auto percorreva adagio la strada. Chissà perché l’autista aveva scelto di transitare proprio da quella via. Il ragazzo era fermo in mezzo alla strada. Al nostro passaggio si sposta di lato.           Lo superiamo.           Mi volto.           I nostri sguardi si incrociano. Per l’ultima volta.           Era il mio primo amore.           Non l’ho mai più rivisto.           Chissà cosa sarebbe stato se non fosse andata così.                      Francesca  
scritto da francesca il 1 03 2024

Di mia abitudine al mattino mi alzo presto per tenermi attivo,  esco di casa, svolgo le piccole faccende in casa.

Una passeggiata nel quartiere, abito in un quartiere storico della citta il "Pignone" che confina con un altro quartiere storico che è "San Frediano" con la sua porta e le mura trecentesche che dividono i due quartieri.

Passeggiando faccio la spesa nel vicino supermercato e nelle botteghe del quartiere, dopo aver fatto la spesa frequento un circolo "La Rondinella del torrino" vicino casa. E' un luogo di aggregazione ideale e per questo è molto frequentato dagli over 75, che con amici si scambiano chiacchiere soffermandosi per qualche ora.

Il luogo è bellissimo con un panorama meraviglioso dove si vede L'Arno, il Lungarno con degli scorci fra i palazzi del Cupolone e il campanile di Giotto e Palazzo vecchio.

Sono posti importanti per l'estate che è stata molto calda dove l'anziano può trovare un momento di relax.

Questa è una piccola storia del mio mattino vi auguro una felice giornata con simpatia e affetto.

Gugli.