woodstockCosa rimane , a 40 anni di distanza, del sogno americano di quella generazione visto dall'altra parte dell'oceano? Una generazione di ex ventenni oggi sessantenni in buona parte delusi e disillusi. Per capire Woodstock bisogna entrare in quella che era la società americana dei primi anni ‘60, una società bigotta ed integralista che aveva mandato alla Casa Bianca, dopo l'assassinio del presidente Kennedy, un guerrrafondaio della portata del sig. Lyndon Johnson. Nasceva e si alimentava con lui l'avventura americana in Vietnam: ''la sporca guerra''. In guerra eravamo abituati a pensare che si dovesse combattere contro i soldati nemici, ma gli americani ben presto si resero conto che il Vietnam era un'altra cosa. Le immagini che arrivavano dalle tv parlavano di atrocità commesse sulle popolazioni civili che andavano dal puntare i lanciafiamme su povere case abitate, al napalm ( una tempesta di fuoco) alle armi chimiche. Colpisce molto il cartello di un manifestante alla marcia per la pace a Washington su cui c’era scritto…”NO VIETNAMESE EVER CALLED ME A NIGGER…NESSUN VIETNAMITA MI HA MAI CHIAMATO NEGRO” Questo a testimonianza di quanto quella guerra fosse lontana dal cuore degli americani che non capivano perchè bisognava mandare a morire dei soldati in quella lontana regione del sud-est asiatico. Sempre più soldati americani rientravano in patria avvolti nei teli di plastica ''coraggio madri di tutto il paese.....impacchettate i vostri figli per il Vietnam " recitava un brano di COUNTRY JOE and FISH. Il sogno americano piano piano si sbriciolava sotto le morti di Martin Luther King prima, e di Robert Kenndey dopo. Era questo il clima che si respirava nelle università da Berkeley alla Columbia University. I HAVE A DREAM....aveva detto pochi mesi prima MARTIN LUTHER KING..parlando ai giovani; ora quel sogno era infranto, un misto di rabbia e ribellione vennero fuori e travolsero le coscienze di ognuno di noi. La musica diventò così il mezzo attraverso il quale si espresse il disagio generazionale. Due furono le componenti fondamentali; la musica di protesta di Robert Zimmerman....al secolo BOB DYLAN e JOAN BAEZ; l'altra, quella del " more and more and more and more " di più sempre di più sempre di più.....degli eccessi, rappresentata da JIMI HENDRIX, JANIS JOPLIN, JIM MORRISON. E fu così che quella generazione scelse i musicisti come loro leader e si ritrovò ad essere spinta , attraverso una rivoluzionaria esperienza culturale, verso forme di pratiche tragiche ed autodistruttive.

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Davvero speciale fu l'estate del '69, si stava chiudendo un decennio controverso, di cui ancora oggi ci è sconosciuta la reale portata, era forse il tramonto di una stagione e WOODSTOCK ne rappresentò l'apoteosi. Mezzo milione di giovani ( senza cellulare nè Internet ) si radunarono per una festa ( d'addio....? n.d.r. ) nello stato di New York a Bethel in una località chiamata WOODSTOCK ..per una tre giorni di...LOVE...PEACE and MUSIC...è stato il più grande raduno rock che la storia della musica ricordi. Fu ideato per l'occasione un palco rotante per dare modo a tutti di poter guardare gli artisti durante le loro esibizioni. Su quel palco si alternarono per tre giorni gente del calibro di JOE COKER..CARLOS SANTANA..JIMI HENDRIX..JANIS JOPLIN..RICHIE HAVENS...TEN YEARS AFTER..JOAN BAEZ..BLOOD SWEET AND TEARS...DOORS...THE GRATEFUL DEAD..CREEDENCE CLEARWATER REVIVAL...CANNED HEAT…CROSBY STILLS NASH and YOUNG…JEFFERSON AIRPLANE…THE WHO…e TANTISSIMI ALTRI. L' ideatore ed organizzatore era Mr. MICHAEL LANG. Ebbene furono davvero tre giorni di amore , musica e pace; non si verificarono incidenti di particolare rilievo. Quella gigantesca chiamata a raccolta di una intera generazione chiedeva , attraverso la musica , un mondo di pace per tutti gli abitanti del pianeta.

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Ma il crepuscolo di quel decennio era già crepuscolo di una generazione, era una sconfitta annunciata, il finale cruento di EASY RIDER dove quei colpi di fucile spezzarono i sogni dei PETER FONDA... JACK NICHOLSON...DENNIS HOPPER. Qualche anno dopo se ne sarebbe andato JIMI HENDRIX, seguito appena dopo pochi mesi da JANIS JOPLIN. Stessa sorte l'anno successivo per JIM MORRISON, in cui nella sua THE END aveva scritto: ''QUESTA E' LA FINE, MIA BELLA AMICA.. QUESTA E' LA FINE, MIA SOLA AMICA....LA FINE.....FINE DI RISATE DI BUGIE LEGGERE ...FINE DI NOTTI IN CUI PROVAMMO A MORIRE...QUESTA E' LA FINE''.

Stavano per cominciare gli anni settanta, altre storie si affacciavano woodstockall'orizzonte, avevamo perso i nostri sogni infranti e spezzati , stavamo diventando adulti. Era un sogno che si era chiuso, il sogno di una avventura che era andata via senza fare rumore, il sogno di una generazione che aveva chiuso la porta dietro sè...una porta che ancora oggi dopo tre generazioni viene aperta per spiarne i contenuti. Voi sessantenni di oggi che avete lottato per quei sogni teneteli cari dentro di voi e fate che mai le generazioni future debbano ripetere i vostri errori.

francesco

 

  http://www.youtube.com/watch?v=ymh1o09vRWE&feature=related

9 Commenti a “WOODSTOCK-Crepuscolo di una generazione…..scritto da Francesco (ofonio)”

  1. marc52 ha detto:

    ricordi bellissimi, avevo 17 anni, suonavo in gruppetto musicale,avevo iniziato a fare il tira piedi per un fotografo,andai a vedre il film con una mia amica al cinema. immagini indimenticabili! riprese con una tecnica che sconponeva le immagini, si appalaudiva dopo ogni esecuzione,la sala cinematografica ,faceva quadrato con quei giovani e con quella musica. Si francesco: fine! ma ma forse anche inizio!! non dimentichiamo quelli che sono stati gli anni settanta musicalmente più evoluti e professinali che hanno dato gruppi, e musica indimenticabili,non dimentichiamoci delle donne i movimenti femministi, il voto alle donne in svizzera, l’aborto,il divorzio, le lotte operaie. unica nota dolente il terrorismo delle br. oggi a distanza di 40 anni, ogni tanto rivedo volentieri con la mia compagna quel film. francesco grazie

  2. luciano3.RM ha detto:

    Il mio ricordo di Woodstock è la pietra miliare della storia del rock è la diffusione della cultura hippy, il simbolo dei
    figli dei fiori.
    Unica cosa stonata l’uso di molta droga.

  3. nino.ba ha detto:

    Francesco leggerti è stato un tuffo nel passato della ns generazione…quella si che era musica…che ascolto ancora d’altronde!!!!

  4. lorenzo.rm ha detto:

    Personalmente non ho seguito e non seguo questo tipo di eventi ma so che sono stati assai importanti. Ofonio e Nadia bravi. Quanto agli errori, Francesco, è giusto, ne abbiamo commessi noi della nostra generazione.E speriamo che i più giovani se li risparmino e ce li risparmino. Speriamo davvero.

  5. nadia ha detto:

    Thanks Mackeran to have added our blog a yours bookmarks. We are happy you appreciate your articles.
    Bye bye.

  6. rosaria3.na ha detto:

    Traduzione del commento in inglese: “Ho aggiunto il vostro blog ai preferiti. E leggerò piu’ spesso i vostri articoli”

  7. franci ha detto:

    Francesco, come sempre sei maestro nel descrivere eventi che hanno segnato un’epoca, trasmettendo emozioni che vanno al di là di una semplice lettura. Woodstock e’ stato si un grande festival musicale, evento difficilmente riproponibile ma è stato anche un “contenuto” di storie umane dense di significati ed impossibili da dimenticare.
    Grazie per questo bellissimo articolo scritto con grande passione che rivela, ancora una volta, la tua abilità nel raccontare, ricordando i personaggi che hanno fatto la storia musicale del nostro tempo in un intelligente abbinamento musica-politica.
    Ti abbraccio.

  8. Mackeran ha detto:

    I added your blog to bookmarks. And i’ll read your articles more often!

  9. rosaria3.na ha detto:

    1969, anno molto importante x due eventi storici, lo sbarco sulla luna e Woodstock, senza parlare poi della gioventù di Praga schiacciata dai carri armati sovietici e che soprattutto vedeva gli Usa impegnati nella guerra del Vietnam (come tu stesso dici, Francesco, nel tuo scritto): mentre gli ideali di pace, amore, libertà e fratellanza dilagavano tra i giovani, migliaia di ragazzi americani partivano soldati e molti tornavano a casa dentro una bara. Come dimenticare tutto questo, caro Francesco!!! Grazie x avercelo ricordato con questo tuo magnifico resoconto.

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