Anche se con un po' di ritardo (avevo questo lavoro da un bel po' di tempo) pubblico questo bellissimo ed interessante articolo di Titina.is che ci informa  di alcuni "ritrovamenti"   relativi all'Homo Aeserniensis (Uomo di Isernia). Leggiamo con attenzione e andiamo ....alla scoperta di un nostro progenitore.

 Un milione di anni fa qui viveva…………

                   l’  HOMO   AESERNIENSIS

 HOMO   AESERNIENSIS

Fra le tante avventure dell’uomo, merita particolare attenzione la “prima”. Essa ebbe luogo qui, circa un milione di anni fa, quando l’Homo Aeserniensis- l’Uomo di Isernia- decise  di attuare il primo conglomerato abitativo - sociale, la prima forma di bonifica, il primo uso del fuoco. Tutto ciò si rileva dai ritrovamenti avvenuti casualmente nel 1979 durante i lavori di sbancamento per la superstrada Napoli – Vasto. Reperti affioranti richiamarono l’attenzione degli ambienti scientifici e, all’interessamento della Soprintendenza ai Beni Culturali, fece seguito l’attività dell’istituto universitario di Paleontologia dell’Università di Ferrara.

 Subito si rilevò che non era mai stato trovato in Europa un insediamento tanto antico e tanto completo.

 Circa un milione e mezzo di anni fa, gruppi di esseri umani  abbandonarono la loro terra d’origine, l’Africa orientale, e si diffusero in Europa e in Asia, qui, nel corso di millenni, con l’evoluzione, l’australopiteco si trasformò prima in homo abilis, poi in homo erectus e “solo” circa centomila anni fa, al più evoluto homo sapiens.

homo01 australopithecushomo02 homo habilis

homo erectus

homo sapiens

 

 

All’inizio della migrazione, comunque, l’uomo non sapeva ancora servirsi del fuoco e, quindi, la sua diffusione si limitò alle zone meridionali del continente. Queste comunità di cacciatori dapprima vissero in grotte; successivamente allestirono accampamenti all’aperto, sempre accanto a un lago, oppure ad un corso d’acqua. Circa un milione di anni fa, anche la penisola italica doveva essere popolata, seppure sporadicamente. Sui modi di vita, sul rapporto dell’uomo con l’ambiente, si potevano fare solo supposizioni, ma solo la scoperta dell’abitato di Isernia, giunto fino a noi intatto, ha permesso di compiere un vero e proprio salto indietro di centinaia di millenni. Il sito archeologico, non ancora interamente esplorato, si estende per circa 30.000 metri quadrati, una serie di sofisticate analisi, ha permesso di datare l’accampamento e di ricostruire l’ambiente naturale in cui era inserito.

 Circa un milione di anni fa, quindi, un gruppo di cacciatori in perpetua migrazione sulle tracce della selvaggina, scelse di stabilirsi nella zona dove oggi è l’immediata periferia di Isernia. Allora questa località si presentava come una vasta prateria, inframmezzata da larghi tratti di palude e attraversata da un corso d’acqua lungo il quale si innalzavano platani, pioppi, olmi e salici. Nella savana vivevano bufali, ippopotami ed elefanti; poco lontano, nei boschi sulle colline, si nascondevano orsi, cinghiali, cervi, daini e capre selvatiche.  L’accampamento sorse poco lontano dal fiume, per garantire agli abitanti l’acqua indispensabile e offrire una certa protezione dagli assalti degli animali. Le ossa grandi degli animali uccisi, spolpate e private del midollo , le corna dei cervi e dei bufali, le zanne degli elefanti furono ordinatamente disposte sul suolo, alternate a blocchi di travertino. Si costruì in tal modo una solida base su cui erigere le capanne, da ritrovare ad ogni migrazione.

 L’accampamento mostra di essere stato diviso in varie sezioni, ognuna destinata a specifiche attività e i manufatti rimasti, in calcare e selce, indicano che questo homo erectus di Isernia aveva già a disposizione una gamma di strumenti ognuno adatto ad un uso specifico. In un’area dell’insediamento sono state trovate quantità di ossa più piccole che mostrano di aver subito un intenso calore. Questo fatto unito alla presenza di chiazze di argilla arrossata fa pensare all’uso del fuoco. Del cacciatore di elefanti di Isernia non ci sono tracce tangibili, soltanto la sua opera è giunta fino a noi e ha immediatamente attratto l’attenzione degli studiosi. La continuazione degli scavi che, si spera sia a breve termine, potrebbe rivelare ancora materiale utile ad arricchire le già numerose conoscenze riguardo all’uomo nella preistoria. 

 L’Homo Aeserniensis ha ispirato artisti e scrittori, ha animato gli ambienti scientifici, ha sconvolto alcune teorie più accreditate e ha fornito una nuova dimensione della storia dell’uomo.  

Il sito archeologico e il Museo nazionale della Pentria ad Isernia sono meta di centinaia di visitatori appassionati della materia, anche tante scolaresche di alunni, in particolare delle classi terze che svolgono il programma di storia riguardante la preistoria, si recano in visita al sito della “Pineta” e qui, previo accordo con le scuole di appartenenza, possono seguire fattivamente diversi tipi di laboratori quali: simulazione di scavo, scheggiatura, macellazione, concia delle pelli.

Ecco ora ...altre immaginiimage002

 

 

 

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  L’homo Aeserniensis immaginato dal pittore Umberto Taccola
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Frammento di selce utilizzato per raschiare  le pelli.
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7 Commenti a ““Un milione di anni fa…..” elaborato da Titina.is (pubblicato da Rosaria)”

  1. anna di bello ha detto:

    Ciao a tutti!
    Quanto voi avete letto attraverso la descrizione di Titina, ieri, sabato 8 ottobre 2011 ho avuto la fortuna in via del tutto eccezionale di visitare il sito. Sono affascinata dal mondo antico ed ho visto tantissimi siti archeologici, ma quello di di Isernia a”La Pineta” lascia senza fiato. Un grazie speciale va al funzionario della sopraintendenza di Isernia che ci ha aperto i cancelli e fatto da guida illustrando a tutto il gruppo (circa una cinquantina di persone) con tanta passione e sapienza quanto di straordinario era stato scoperto.

  2. Giulio Salvatori ha detto:

    Titina, complimenti.Ammetto la mia ignoranza in materia e non conoscevo quanto da Te descritto. In questa \BIBLIOTECA ELDYANA\ si attingono cose interessanti che impreziosiscono il sapere di tutti noi.Forse non ci rendiamo conto (parlo per me ), che pagine variegate e importanti possiamo leggere, grazie alla sapienza, allo studio , alla ricerca storica di persone come Te, e da altri.Dal mio punto di \osservazione\ vedo tutto ciò con attenta ammirazione.Grazie Titina dal solito -Maledetto Toscano .

  3. pino1.sa ha detto:

    Titina, la posizione eretta ha fatto conquistare all’uomo il dominio di tutti gli ambienti e da ultimo anche di quelli spaziali, peccato che poi con la sua stupidità li sta rovinando tutti, perchè si è messo al servizio del Dio denaro. Speriamo che per il futuro guardando in alto o nel profondo del proprio animo possa invertire la rotta e trovare la strada giusta.
    Titti dell’articolo e della tua ricerca non c’è bisogno che dica niente in quanto ormai in eldy tutti hanno capito che la tua firma è una garanzia di qualità. Ciao a tutti.

  4. marisa ha detto:

    conplimenti titina bello l;articolo molto interessante lo letto con molta curiosita grazie

  5. nadia ha detto:

    Non sono mai stata portata per lo studio (a scuola) ma, quando ho avuto l’uso della ragione, dopo sposata, piano piano ho cominciato ad avvicinarmi a molte ”informazioni” di vario tipo. Tra le cose che mi affascinano di più, è proprio l’archeologia, un mondo in un certo senso ”misterioso” e per questo seguo documentari e leggo quello che riesco in merito. Interessante anche questo articolo Titina e non mancherò di stamparlo e portarlo a conoscenza dei miei nipotini che, tutto seguono con molta attenzione. Il maschio, ha già cominciato a ”scoprire” i fossili e farne una passione, cercando appoggio in un insegnante. Non nascondo che spero continui con questa passione e possa veramente diventare un archeologo come ora dice. Nella vita non si sa mai ma, se ci credi e se ti impegni, i sogni e gli obbiettivi si possono raggiungere.

  6. giovanna3.rm ha detto:

    Complimenti Titina: le tue ricerche, come sempre, molto interessanti.

  7. lorenzo.rm ha detto:

    Ma guarda l’Uomo di Isernia! Ho trovato la mia ignoranza abissale. Bellissimo racconto e grande Titina.

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