Cicco ci descrive uno dei tanti “casi” che spesso "passano" sotto i suoi occhi, dal momento che egli presta la sua opera di volontario in un Centro specializzato nell'aiutare  persone con problematiche psicologiche.

Questo riguarda una  persona che era stata  presa  da una sorta di  angoscia, somatizzando anche malesseri fisici, poco dopo essere andato in pensione.

 

Ciao  a  tutti,  trattasi  di  un argomento  vero  clinicamente, il nome  è puramente  inventato, per motivi dovuti alla  vita  privata  del paziente.

Con  questo  mio  scritto  come caso  clinico verificatosi  nel  Centro dove  io  collaboro  come  volontario, descrivo  una fase  di angoscia del  disagio che il paziente  ha evidenziato, con  seri  problemi.

ospedaliRenato F., un uomo  di  65 anni, ricoverato in un reparto  di Anzianomedicina generale per essere  sottoposto a una serie di analisi mediche, viene inviato  al  Centro  di  psicologia sociale  allo scopo  di  accertare la cause del  suo malessere, allargare  l’indagine diagnostica ed eventualmente avviare una  psicoterapia. Durante gli incontri  preliminari si raccolgano i dati generali  di salute  del paziente, dai quali non emergano eventi  particolarmente significativi o traumatici accaduti  nel  corso della vita  passata.

817Il paziente  comunica  la sua  ansia e  il  rammarico  per la condizione  di anziano  pensionato.

Renato  infatti  ha  concluso  da circa tre anni  la sua carriera  lavorativa di  impiegato svolta  presso  un  grande  azienda cittadina. La  sua esistenza si è  svolta  in modo abbastanza  regolare; della  vita  familiare parla in toni soddisfacenti, cosi pure della relazione  con la moglie e i suoi   due  figli, con i quali ha mantenuto  un buon rapporto. Renato esprime il suo entusiasmo  per i suoi  trascorsi lavorativi e  riferisce che  ne traeva pure soddisfazioni anche  economiche, nonostante l’impegno e il tempo dedicato alla   sua carriera fossero  notevoli. anziani - CopiaRicorda di essersi sentito depresso al momento del pensionamento e d’aver affrontato questo nuovo periodo della sua  esistenza impreparato a superare il senso  di vuoto e di  perdita  che lo opprimevano.  Ammette di aver iniziato  ad  apprezzare  gli alcolici  più  del solito e d’aver abbandonato il suo  impegno  familiare in maniera sempre più accentuata in tale  circostanza. Durante queste  fasi  di  passaggio  delicato della sua esistenza, Renato inizia ad  accusare la presenza  di disturbi  psicosomatici che fino ad   allora  era  riuscito  a mantenere  sotto  controllo ,conservando  un buon   equilibrio psicofisico. Nel momento in cui   fattori esterni  coincidano  con la   necessità di un cambiamento interno, il paziente  non è più in grado di sostenere  la sua identità e il nuovo  ruolo che ne deriva. Invece di utilizzare  a suo  favore questo mutamento sociale estendendolo nella vita  privata, Renato si lascia  opprimere da sentimenti  di perdita  e di panico   di fronte alla propria vecchiaia. Questo si  manifesta da  un lato  mediante  la negazione del  suo desiderio  di  realizzare progetti e dall’altro rifugiandosi nell’ illusoria  nostalgia  del passato. In seguito Renato  si trova sempre più isolato e  privo  di interessi, diventa  litigioso e scostante  con la moglie che gli impone  un  ricovero  per  verificare  le sue   condizioni  fisiche notevolmente peggiorate negli ultimi tempi. Al termine dei  colloqui preliminari  nel Centro, dato il caso particolare e l’età  del  paziente, si  decide  di convocare  quest’ultimo insieme alla moglie.

2400267925_f4daeb6889Durante  questa  nuova fase, Renato può ricostruire il rapporto  di fiducia  con la moglie, ma  soprattutto affrontare la crisi  d’identità familiare e sociale che sta attraversando. La presenza della moglie agli incontri si è   dimostrata  fondamentale in quanto  il paziente ha potuto  scoprire che  la sua  compagna  non era priva di  problematiche inerenti  ai  cambiamenti  subiti  per   l’avanzamento  dell’età, per  la lontananza  dei figli  ormai  diventati adulti, per  l’assenza  dell’impegno produttivo del marito. Renato ha cosi  potuto condividere  con la moglie quelle  questioni  riguardanti  il loro  nuovo ruolo all’interno della  famiglia e la sua mutata condizione nella  società.

Gli incontri  hanno  permesso  di  intravedere una nuova  configurazione sociale, altre che familiare, e di  conseguenza si è potuto  procedere verso la tematica più delicata per Renato, quella della vecchiaia.

La mancata  accettazione dei  cambiamenti imposti  dall’età e dalla  nuova condizione  sociale conducevano  il paziente  a  concepire il proprio tempo come ormai  vuoto, privo di aspettative. Dalla  vecchiaia  Renato  percepiva la decadenza fisica e  intellettiva, senza coglierne gli aspetti positivi e, soprattutto, dimostrando di non poter investire, dal  punto di vista fisico, un minimo di energie psichiche nel suo futuro.

In seguito, i colloqui sono stati orientati verso la questione  più  profonda della situazione patologica di Renato, cioè le sue  angosce  di  morte per evitare le quali  il paziente aveva scelto  una strada che, a sua  insaputa, lo avrebbe certamente  trascinato verso l’inevitabile fine.

Grazie all’elaborazione  delle angosce  di Renato, è  stato possibile rintracciare significati  della vecchiaia dimenticati  dal  paziente il quale, in seguito, ha iniziato  a  considerare  l’esistenza di  un futuro nonostante l’età avanzata, ha  potuto accorgersi  che questo  tempo a venire comunque esisteva e attendere di essere  riempito  da eventuali progetti vitali adeguati alla sua  condizione.

1233709327P3VSU3Renato  allo stato  attuale le angosce  le ha superate, con attività rivolte al sociale, dedicandosi  a progetti  finalizzati  al ballo, con la moglie, coinvolgendo  altre persone alla passione del ballo  con corsi mirati  per un miglioramento. Partecipa  alla vita attiva  per migliorare  il suo stato  di forma fisica, con risultati eccezionali a volte mi sorprende quando andiamo a correre assieme, poi  è dinamico a creare  situazioni che lo fanno stare  bene  e soprattutto coinvolge gli altri  a riempire i  vuoti  della  vecchiaia. Bravo  Renato  sei  grande!

Con questo  mio  scritto  ho voluto  raccontarvi  momenti che all’inizio  si presentavano  molto gravi e alla fine, con  la voglia  del paziente e fiducia  di se stesso siamo riusciti a  sconfiggere il male oscuro  della  solitudine, di  non accettare la condizione  di sentirsi  invecchiare, fatelo pure voi  se ci sono le condizioni, svolgendo qualsiasi attività .

Ciao  un  pensiero  sincero  a tutti voi   per una lettura che produca  interessi  per una serenità  interiore  .

 Un abbraccio  

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Pubblicato il 27 marzo alle ore 21,40

4 Commenti a “VINCERE L’ANGOSCIA DI “SENTIRSI” INVECCHIATO di Cicco.53 (postato da Rosaria)”

  1. ELISABETTA8MI ha detto:

    ciao cicco come ti chiamano gli amici.averne di amici come te in questa nostra societa’ finalmente riesco ad esprimerti tutta la mia stima.sto leggendo tutti i tuoi articoli da quando sono entrata in eldy e ne sono affascinata gredimi non è 1 sviolinata è la verita’ x quanto mi riguarda. avrei voluto fare anche io volontariato quando sono andata in pensione ma la vita aveva deciso diversamente x me. non rimpiango nulla ,si puo fare in maniera diversa ci sono tanti modi se 1 ne ha voglia, tu in questo sei maestro. grazie x quello che mi stai regalando grande amico. una piccolissima amica eldyana ti saluta cordialmente.

  2. Pippo ha detto:

    3

    Ho fatto bene a passare di qua, mi hai ricordato 2 concetti importanti, bravo. Li scrivo qui sotto così me li ricordo meglio. Poi, dal dire al fare c’è di mezzo il mare, ma almeno ci si prova.
    ————————————-
    La nostalgia del passato è illusoria.
    È indispensabile accettare i cambiamenti imposti dall’età e dalle mutate condizioni sociali.

  3. Lorenzo.rm ha detto:

    Un’attività di grande interesse e merito della quale bisogna ringraziare i volontari come l’amico Cicco..

  4. lieta ha detto:

    bravo cicco storia vera ben risolta ciao

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