Società e individuo sono due termini solo apparentemente antitetici, ma in realtà inseparabili, che si completano a vicenda.
Infatti, pur essendo vero che l’individuo non cambia sostanzialmente unendosi ad altri, non bisogna dimenticare che proprio il contatto con altre persone gli dà coscienza di se stesso e gli fornisce i mezzi per esprimere la propria individualità.
Il linguaggio stesso è il risultato di un’esistenza in comune e qualsiasi tipo di attività mentale viene influenzata e soprattutto stimolata dall’ambiente.
Miti come quello di Robinson Crusoe, che esalta le potenzialità individuale dell’uomo e sostengono che esse possono meglio manifestarsi in un ambiente vergine al di fuori dei legami imposti dalle strutture sociali non riescano a dimostrare che un individuo ricavi dei vantaggi dal completo isolamento: infatti l’eroe di Defoe non si è fermato in solitudine, ma porta nella sua isola deserta tutto il bagaglio sociale acquisito in patria.
D’altra parte anche l’esaltazione delle attitudini del singolo è una conseguenza dell’esistenza di una società progredita e articolata: infatti l’uomo diventa sempre più individualista, man mano che le possibilità di manifestare le proprie prerogative aumentano, cioè man mano che la società in cui vive, da primitivo e quindi semplice e uniforme, si fa più complessa. Il culto dell’individualismo è un prodotto tipico delle società in fase di progresso: nel corso della storia lo possiamo riscontrare soprattutto durante il rinascimento al sorgere del protestantesimo e del capitalismo, all’avvento della rivoluzione industriale. Dall’altra parte sono proprio gli individui che nel corso delle rivoluzioni sociali portano nuovi gruppi al potere, e questo non significa che tale processo possa venire separato dal contesto sociale, ma semplicemente accade che l’iniziativa individuale assuma a volte una funzione sociale.
Per questo non si può parlare di antitesi tra l’acuirsi dell’individualismo e l’aumento della forza di coesione della società, ma si può dire che lo sviluppo della società e quello dell’individuo procedano parallelamente integrandosi a vicenda.
Allo stesso modo non ha senso parlare in termini astratti di contraddizione tra libertà individuale e giustizia sociale; infatti non esiste lotta tra individui in quanto tali e società cercano di fare prevalere i propri punti di vista, e la cui azione presuppone una società da plasmare, da modificare o da rifiutare.
Per questo l’individualismo va inteso nel suo significato di grande movimento sociale, non di una contrapposizione tra individuo è per opporsi alla concezione inumana dello Stato considerando come fine e dell’individuo considerato come mezzo, altrimenti parlare di un individuo scisso dalla società non ha senso.
Buona lettura, ciao a tutti.