Lieta, che è sempre un'ottima lettrice di tutto e quindi anche un' ottima osservatrice (non le sfuggono i pezzi più belli che legge sulle varie riviste e non solo), ci propone oggi un commovente scritto pubblicato su FAMIGLIA  CRISTIANA  a firma di Maria Pia Bonanate.

bonanateok_570894

Logo_Famiglia_CristianaAnche se è datato 15 maggio e indirettamente si rivolge alla Pasqua, vale sempre la pena leggerlo e riflettere come a volte è facile perdere la pazienza, con chi è diverso da noi, non solo se diversamente abile, ma anche nel vissuto comune, non ti segue, o meglio non fa ciò che tu gli dici. Jeremy è uno delle tante persone speciali, che è ferito non solo dalla sua malattia, ma soprattutto dall'incomprensione di quelli "normali".

 

 <<California, in un’aula di seconda elementare, diciannove bambini, fra cui Jeremy, dodici anni, ferito dalla nascita nella mente e nel corpo.

Non riesce a stare fermo al suo posto, sbava, emette grugniti, interrompe le lezioni. Ogni tanto, come se una lama di luce penetrasse nel buio della sua mente, riesce a esprimersi con parole chiare.

La maestra spesso perde la pazienza. E’ esasperata: non è giusto che quel ragazzino che non potrà mai imparare a leggere e a scrivere, che ha una malattia terminale, le impedisca di lavorare con serenità con gli allievi normali, di 5 anni più piccoli di lui. Convoca i genitori e chiede loro di portarlo in una scuola speciale.

“Nei dintorni non ci sono queste scuole e poi per Jeremy sarebbe un duro colpo, a lui piace molto venire in questa classe”, dice la madre, piangendo. Qualche giorno dopo Jeremy, zoppicando sulla gamba ammalata, si avvicina timidamente alla cattedra e con voce chiara le dice: “Ti voglio bene, Miss Miller”. La donna, colpita e commossa da quell’improvvisa esternazione, arrossisce e dice a voce alta: “IO mi lamento dei miei problemi e non penso a quelli degli altri, a quelli della famiglia di Jeremy”. da quel giorno guarda con occhi diversi il ragazzino e cerca di essere più paziente con i suoi sguardi vuoti, con lo scompiglio che provoca.

Arriva la Pasqua.

Dopo aver raccontato la morte e la risurrezione di Gesù, la maestra consegna ai bambini un grande uovo di plastica: “Riportatelo con dentro qualcosa che richiami il risorgere a una nuova vita”. Tutti sono entusiasti della proposta. Soltanto Jeremy rimane in silenzio.

L’indomani gli allievi ripongono le uova nella grande cesta sulla cattedra. Miss Miller comincia ad aprirle, fra l’eccitazione generale. Nel primo c’è un fiore appena sbocciato, nel secondo una farfalla di plastica, nel terzo un frammento di roccia con sopra del muschio. Il quarto uovo è vuoto. Non ha dubbi, è quello di Jeremy. Per non metterlo a disagio, non fa nessun commento.

Il ragazzino le chiede con apprensione: “Miss Miller, perché non dici nulla del mio uovo? Non ri piace?” “Jeremy, il tuo uovo è vuoto!” “Sì, ma anche la tomba di Gesù era vuota!” “Ma tu lo sai perché la tomba era vuota?” “Oh, si! maestra che lo so! Gesù fu crocifisso e posto lì, poi suo padre lo ha resuscitato. Questo è segno di una nuova vita” risponde il bimbo con dolcezza.

La donna piange, sente sciogliersi i nodi che le stringono l’anima. Jeremy ha visto e detto quanto nessuno di loro aveva visto ed era riuscito a dire. Le ha insegnato che, per rinascere a nuova vita, bisogna spogliarsi di tutto.

Tre mesi dopo Jeremy muore.

Sulla sua bara ci sono diciannove uova tutte vuote.>>

(Maria Pia Bonanate, Famiglia Cristiana)

15 Commenti a ““JEREMY NON SA PARLARE, MA VEDE BENE CON IL CUORE”…. proposto da Lieta”

  1. elisabetta8.mi ha detto:

    LEGGO OGGI QUESTO ARTICOLO COSI’ BELLO COSI PROFONDO COSI ‘PIENO DI VERO AMORE X UNA CREATURA COSI’PROFONDAMENTE MATURA CHE MI SAPUTO DARE UNA VERA LEZIONE DI VITA E DI CATECHESI,,,,E NOI OSIAMO CHIAMARE DISABILE PENSIAMOCI,I VERI DISABILI SIAMO NOI,,,GRAZIE,,,,

  2. franco muzzioli ha detto:

    Come faccio a non fare “eco ” a Giulio…perchè Signore hai voluto così? Perchè “punire” un bambino in questo modo? Ma soprattutto, perchè ogni tanto Ti degni di guardare sulla terra e miracolare qualcuno ? Come mai questa disparità negli “esseri umani, tuoi figli”? Più uno Ti prega e Ti adora e più lo ascolti? Il Tuo silenzio mi confonde !

  3. marisa8.bs ha detto:

    mi sono emozionata .capire i disagi degli altri e condividerli delle volte è difficile

  4. nikodireggio ha detto:

    chwe dire e un vissuto molto toccante quante volte restiamo infastidite ma dovremmo sentire veramente con il nostro piu profondo jeremi ci da una lezione di vita

  5. lieta ha detto:

    i nostri okki angelo vedono col cuore, oserei dire, se un cuore è buono vede il bene anke dove ci sono trappole magari, se invece è cattivo agisce male, allegria sempre cmq amici come diceva anke mike ciao tutti

  6. ANGELOM ha detto:

    Lieta, ci hai presentato una storia veramente commovente, noi adulti avremmo tanto da imparare. Grazie che ogni tanto ci fai aprire gli occhi.

  7. lucia1.tr ha detto:

    Mi complimento con Lieta per aver proposto questo racconto pieno di grandi insegnamenti. Sicuramente farà riflettere molti di noi, che distratti dai piccoli problemi quotidiani, non ci accorgiamo della sofferenza che ci circonda.

  8. edis.maria ha detto:

    Non voglio esprimermi banalmente sulla disabilità, sul ” diverso” , sui loro problemi , perchè mi pare si faccia troppo spesso senza soffermarci a fondo sul problema . Posso solo dire che ho pianto calde lacrime leggendo il brano, così toccante, così profondo ,così commovente che mi ha veramente sconvolto!

  9. Giulio Salvatori ha detto:

    Nella disgrazia si dice sempre :- Il Signore ha voluto così – Se potessi parlare con quel Signore , vorrei fare tante domande, la prima è questa:- Perchè lo hai fatto nascere così? Non è un tuo figlio? Perchè???Le “ragioni” poi, le troviamo da soli all’interno della nostra coscienza con mille riflessioni.Certo che , quante mamme piangono e piangeranno. La sofferenza dei bambini è atroce per tutti noi.

  10. Giuseppe3.CA ha detto:

    Quando crediamo di conoscere la vita e ci siamo chiusi nel nostro modo egoistico del vivere ecco che, proprio da chi meno potevamo aspettarcelo, riceviamo una lezione che ci insegna quanto c’è di sbagliato nella nostra esistenza. Guardiamoci attorno e riflettiamo: tanti “Jeremy” hanno bisogno di una nostra parola e di un nostro aiuto e sono lì che attendono. A volte basta poco per regalargli un sorriso. Grazie Lieta.

  11. pino1.sa ha detto:

    Evviva la vita anche quando la natura è matrigna.

  12. franco muzzioli ha detto:

    Straziante…io che ho grossi dubbi….sul dopo… vorrei che Jeremy possa esser rinato a nuova vita….Certamente è rinato nel cuore di tutti quelli che lo hanno amato e che lo hanno imparato ad amare.

  13. Lorenzo.rm ha detto:

    Quanto è bella questa storia, Lieta, e che begli insegnamenti ci dà. C’è da leggerla e rileggerla, a mio parere. Non ci stancheremo certamente.

  14. francesca (franci) ha detto:

    La sensibilità dei disabili, dei bambini con handicap gravi è veramente straordinaria, sono commoventi nel loro essere totalmente trasparenti e vulnerabili. Possiedono un grande dono: la capacità di regalare amore incondizionato senza chiedere nulla in cambio. Quanto avremmo da imparare noi che ci lamentiamo per un nonnulla.
    Lieta sempre attenta ai problemi dei piu’ deboli merita ancora un complimento.

  15. lieta ha detto:

    maria pia bonanate n’eccellentissima scrittrice di storie verissime spesso di donne sfortunate e altre ke han fatto della loro vita dono ai + deboli ciao

Scrivi un commento