Scoperto il gene della “comprensione dell'altro”: l’hanno individuato un gruppo di studiosi dell'Università di Toronto, secondo cui alcune persone sono fiduciose nel prossimo, sono più empatiche e premurose e si dimostrano più socievoli perché “geneticamente predisposte”. A fare la differenza, fra i soggetti esaminati, sarebbe l'azione dell'ossitocina, l'ormone detto anche “della fiducia”, legato alla riduzione dello stress, all'innamoramento e all'empatia.

L’ottava parola di cui più si è cercato il significato su Google nel 2011, è “empatia”.

 Si tratta di un termine usato per indicare la capacità della persona di identificarsi con lo stato d’animo di un altro individuo, prevalentemente senza fare ricorso alla comunicazione verbale.

L’empatia così è quella capacità, umana e non, di immedesimarsi e comprendere i sentimenti altrui. lasciando fuori attitudini personali, come simpatia e antipatia e giudizi morali. Possiamo essere empatici con la gioia dell'altro, ma anche con il suo dolore. Nella vita ci possono essere feeling particolari che resteranno tali per sempre, perché autentici, veri. Due persone possono credere o avere un’opinione in comune, conoscere e sapere, sperare e temere, supporre e considerare e così via. Sono atteggiamenti mentali che le due persone instaurano tra di loro e di conseguenza tentano di rendere concreto un obiettivo. Di solito si tratta di due persone curiose e sensibili. Entrambi hanno una o più cause che li fanno accomunare e riconoscere se capitasse di incontrarsi più volte a distanza di tempo, somiglianze con altre passioni, piaceri ma anche … dolori. Si è possibile quando c'è una forte empatia fra due persone! In questo senso la tecnologia ha avvicinato ed esaltato il senso empatico tra le persone: L’uso del telefono e ovviamente d’internet ha stravolto ogni passata prospettiva. Su internet soprattutto sono oggi condivise le esperienze, di ognuno di noi, tramite i Social Network (Eldy, FB ecc.) o scambi di mail: foto, video e notizie da ogni parte del mondo ci rendono sempre più in stretto contatto. Secondo me il "mettersi nei panni degli altri" è "simpatia" non empatia.     Il seguente test permette di verificare il proprio livello di empatia.

Si risponde così a ogni affermazione per dichiararsi… 

0 se si è  POCO D'ACCORDO 

1 se si è  D'ACCORDO COSI' COSI'

 2 se si è  MOLTO D'ACCORDO.

Al termine sommate tutti i numeri delle risposte.

e in base al totale leggete il vostro profilo.

1) Penso di riconoscere i miei sentimenti e di saperli esprimere, se sono turbato, so perché: 0 - 1 –  2  2) Riesco a immedesimarmi nella persona con cui parlo, a capire il suo punto di vista: 0 - 1 –  2 3) So riconoscere se una persona vicina attraversa momenti difficili: 0 - 1 –  2 

4) Apprezzo i diversi i modi con cui le persone guardano alla realtà: 0 - 1 –  2 

5) Quando parlo con gli altri, mi sintonizzo sui loro stati d'animo, mi contagiano gioia, malumore o tristezza: 0 - 1 –   2

6) Mi sento spinto ad aiutare gli altri (chi soffre, chi è in pericolo, chi è in difficoltà: 0 - 1 –  2 

7) Mi commuovo se una persona vicina sta soffrendo: 0 - 1 –  2 

8) Non esprimo valutazioni, approvazioni di giudizi sui sentimenti degli altri: 1 –  2 

9) Le mie relazioni (amici, familiari, partner) sono intense e strette: 0 - 1 –  2 

10) Gli altri mi cercano per parlare, sfogarsi, esprimere dolore: 0 - 1 –  2 

11) Penso di saper intuire cosa prova la persona con cui parlo, come si sente di là dalle parole: 0 - 1 –  2 

12) Gli altri mi considerano una persona sensibile: 0 - 1 –  2 

13) Mi capita di soffrire per il dolore delle altre persone: 0 - 1 –  2 

14) Penso di capire le persone vicine, partecipo e condivido con loro sentimenti profondi come dolore, gioia, rabbia: 1 –  2 

15) Gli altri si fidano di me, riesco a rassicurarli e a metterli a proprio agio: 0 - 1 –  2 

Ora sulla base del totale leggete il responso.

PROFILO UNO

Meno di 12 punti:

POCO EMPATICO

Quando non siamo attenti a ciò che gli altri provano probabilmente questa disattenzione è anche verso noi stessi,  una sorta di superficialità, distacco o inesperienza nel percepire ciò che si prova. Se siamo sordi dal punto di vista emotivo, ci si perde, siamo confusi e lontani dagli altri. La base dell'interesse per l'altro consiste nell'entrare in sintonia emozionale… in empatia. Capire cosa prova l'altro è fondamentale in ogni tipo di relazione. Come essere empatici si apprende in modo implicito da quando si nasce, ma è una capacità che si può incrementare per garantire la nostra salute emotiva.

PROFILO DUE

Tra 12 e 24 punti

EMPATICO

Se siamo attenti al nostro mondo interiore, percependo e riconoscendo i sentimenti che proviamo, possiamo capire e stare vicino alle persone che ci stanno accanto. Tra l'altro l'empatia porta simpatia, estroversione, sensibilità, adeguatezza emotiva, stabilità nelle relazioni. E' una risorsa che si riflette in positivo anche nel lavoro e nel rendimento scolastico. L'empatia come l'autocontrollo sono due competenze sociali che rendono ricca ed emotivamente soddisfacente la vita di relazione che, a sua volta, influenza positivamente il benessere psico-fisico. 

PROFILO TRE

Oltre 24 punti

MOLTO EMPATICO

L'empatia si basa sull'autoconsapevolezza, più aperti siamo verso le nostre emozioni più siamo in grado di leggere i sentimenti degli altri, di essere sensibili e profondi. Riconoscere il proprio stato d'animo è necessario per poi cercare di non esserne…vittima e potersene liberare. Se siamo attenti a ciò che gli altri provano, possiamo entrare in sintonia con loro, e star vicini nel modo più adeguato. Tutto questo però se riusciamo a mantenere un dato controllo sulle emozioni e non sfociamo in coinvolgimenti eccessivi che danneggiano il nostro equilibrio senza aiutare le altre persone.

   

12 Commenti a “EMPATICI OPPURE NO….di Giuliano”

  1. Lilia ha detto:

    Le foto non mi piacciono, sepmticemenle perche9 di animali morti se ne vedono nelle strade ogni giorno. Avrebbe potuto forografare gli esseri umani invece, capita pif9 raramente di vederne morti, no? Non voglio provocare, ma mi domando sempre perche9 sugli animali sia concesso tutto e invece sull’umano no. E l’arte non fa eccezione. Non mi sembra che ci sia empatia nei lavori di questa fotografa. Solo osservazione e celebrazione al massimo. E certo, la morte e8 scioccante, un evento sempre traumatico, ma raccontarla in questa maniera mi sembra non aggiunga nulla di nuovo.Invece il tuo romanzo mi interessa. Provvederf2 a cercarlo.Un saluto.

  2. elisabetta8.mi ha detto:

    Senza dubbio,sono empatica.Nn posso farci nulla,questo è il mio profondo sentire.

  3. novella ha detto:

    l’empatia ha un nome diversamente antico si chiama carità ma i moderni la definiscono empatia quelli ke forse non san ben ke è carità ciao ciao

  4. francesca (franci) ha detto:

    Anch’io penso, come Paola, che i test siano una forma d’indagine per fare una conoscenza sommaria della personalità dell’individuo. Per catalogare, insomma. Sono sicuramente stimolanti ma non è detto che siano sempre attendibili. Ovviamente l’ho fatto anch’io, più per curiosità che per conoscere il mio livello di empatia, di cui avevo già sentore, e come la maggior parte di noi ho “sforato” sul terzo profilo. Franco ha vinto la scommessa e non c’era dubbio. Spesso confondiamo empatia con generosità e altruismo. La scienza parla di neuroni e meccanismi biologici….mah… Io penso che un bel sorriso e una mano tesa nel silenzio di chi sa ascoltare senza giudicare, a volte, siano il modo migliore per comunicare e trasmettere empatia, o semplicemente emozione.

  5. franco37 ha detto:

    Mi ci gioco….che siamo tutti “empatici” ..è il quiz che è abbastanza semplicistico e porta a risposte ovvie.
    Se siamo in Eldy ,un qualche briciolo di “empatia” dobbiamo pur averlo, non sarà quello del Dalai Lama citato da Spitz, ma è certo voglia di comunicare con gli altri e sentire le “risonanze” forse non della “nostra consapevolezza critica” , ma della voglia di conoserci un poco per e non essere soli.

  6. paolacon.rm ha detto:

    Non lo so, molto onestamente non sono riuscita a capirlo, non lo posso dire con la sicurezza con cui l’hanno detto gli altri: forse non sono “empatica”. Spesso molto spesso prendo delle terribili cantonate sulla gente che credo di aver inquadrato, che pensavo di aver compreso… e la delusione è molta. Ma davvero riusciamo a rendreci conto, in primo luogo, di come siamo noi stessi? Rispondendo al punto uno del questionario, io ho mille dubbi.
    L’articolo è molto interessante ma, secondo me, non si deve credere troppo ai test, le sfumature degli umani sono infinite e un test le etichetta senza troppa flessibilità. Questo è solo il mio parere.

  7. alba morsilli ha detto:

    io ho svolto una professione che ho scelto da ragazzina, mi sentivo portata ad aiutare gli altri, sia fisicamente che spicologicamente, perciò decisi a 18di entrare in un convitto ospedaliero e fare l’infermiera per i bambini.
    L’amore che provavo è indescrivibile nel sentrmi utile, la gioia di quei sorrisi è immensa.
    Il reparto era uno dei più brutti, perchè vi erano bambini con tante malformazioni, ma io mi sentivo a mio agio(soltanto il piacere che riuscivo ad imboccarli)voleva dire oggi ha mangiato.
    Leggendo l’articolo credo che si nasce emenpatici, aggiunto alla sensibilità individuale è qualcosa di meraviglioso.
    Certo si sofre molto più degli altri, ma alla fine sei sodisfatta delle tue azioni.
    Il piacere di donare non costa fatica perchè fai tutto con amore

  8. sandra vi ha detto:

    mi sono accorta anch’io di essere empatica ,misono sempre data della sciocca per essere stata sempre disponibile ,ora sono contenta ,vi prego fate altri test e’ interessante riuscire a conoscere se stessi .Grazie.

  9. spielman von zuhoerer ha detto:

    Essere “empatici” significa usare il proprio animo come uno strumento, avvertire “risonanze” e “impacci” e riverberare su di essi la propria consapevolezza critica.
    Non coincide affatto con l'”immedesimazione”, processo per il quale il proprio Io viene prestato all’Altro, in una pulsione effusiva che si distorce e sfuma in una specie di “fusione”.
    Al contrario, il proprio Io deve esservi come “sospeso”, mentre l’animo, tavolozza di intenti e potenzialità affettive, viene “usato” come fosse un pianoforte, al fine di dare espressione “internamente” a ciò che l’Altro, inavvertitamente, ci comunica.
    L’empatia è sempre imprecisa, ma consente di comprendere più di ciò che l’Altro speri di poter dire.

    Dalai Lama ha detto……….

    Quando siete coscienti delle vostre sofferenze e insoddisfazioni, ciò vi aiuta a sviluppare la vostra empatia, la capacità che vi permette di rapportarvi con sensibilità verso le sofferenze degli altri.
    Ciò aumenta la vostra capacità di provare compassione.

    Non è facile esserlo davvero,essere vicini,ascoltarli e capirli.
    Ci si può sempre provare e riuscirci questo è il mio augurio per tutti voi.
    Spitz

  10. fernando. Garda ha detto:

    Mi sono accorto di essere EMPATCO , e ne vado fiero !! La disponibilità verso li altri è certamente un dono.

  11. rossana ha detto:

    Ho fatto il test sono risultata empatica, spero solo che chi mi conosce lo capisca. Mi compiacio di questi test, se ne scrivete ancora, mi farà molto piacere. Non è mai troppo per conoscere se stessi,grazie

  12. Lorenzo.rm ha detto:

    Non c’è dubbio: sono empatico. E’ un bene, un male? Questo è un altro discorso.

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