Si è conclusa da pochi giorni una splendida mostra a Roma, alla Galleria Borghese  che ha riportato, dopo duecento anni, nei luoghi che ne hanno costituito sede originale,  alcuni dei più grandi capolavori dell’arte scultorea che, ai primi dell’800 furono venduti da quel gran “furbastro” di Camillo Borghese a Napoleone, suo cognato, per coronare il grande sogno dell’Imperatore, saturo di manie di grandezza, autocelebrando il suo proposito di dotare il più grande Museo del suo impero, il Louvre, del maggior numero di opere d’arte antiche. Con ciò avrebbe potuto vantarsi di essere lui l’erede diretto della gloriosa romanità. Quello stravagante (per non dire di peggio..!!) del principe Camillo Borghese che intratteneva intrallazzi amorosi con numerose amanti (e della Paolina, sorella di Napoleone, che lo ricambiava in egual modo, ormai non gliene poteva importare di meno..), accettò di vendere a Napoleone Bonaparte qualcosa come 695 pezzi tra sculture, vasi e altre opere di grande rilievo, facendosele pagare, tra l’altro, almeno il doppio di ciò che valevano secondo stima. Ma vi immaginate? Sono perfettamente d’accordo con Antonio Canova che, quando vide quei capolavori a Parigi nel 1810, esclamò con grande orrore e indignazione, davanti a Napoleone: “Questa è una incancellabile vergogna. Opere di quella sorte vendute da una famiglia che possedeva la villa più bella del mondo..!”. Ma lasciamo le incomprensibili gesta dei blasonati, nobili ed imperatori e torniamo all’incantevole scultura:  

               L’ERMAFRODITO DORMIENTE

  La cosa andò più o meno così. Siamo a Roma, nel 1619. Nei pressi delle rovine delle Terme di Diocleziano, alcuni poveri frati carmelitani (pure scalzi..!!) possedevano una vigna antistante un piccolo eremo. Un bel giorno decidono di far costruire una chiesa da dedicare a San Paolo e danno inizio ai lavori di scavo. Immaginatevi lo stupore quando videro emergere dalla terra smossa una scultura marmorea che, una volta estratta si rivelò una statua di splendido ermafrodito dal corpo bellissimo ma ambiguo e dalle forme sinuose che sembra girarsi nel sonno per mostrare i caratteri di entrambi i sessi. Un’immagine carica di sensualità, un lavoro di enorme raffinatezza. Il bellissimo corpo attrae con  l’inconsapevole atto del variare di prospettiva. Proviamo a spostarci dal lato opposto ed avremo un’inversione di apparenza, da femminile a maschile, e viceversa e verrà spontaneo domandarci se la natura di quel sonno sia innocente o torbida. Certo, un soggetto piuttosto imbarazzante per i poveri frati che, seduta stante, decidono di donarlo al Cardinale Scipione Borghese appassionato collezionista d’opere d’arte. Costui, chiamato il suo scultore prediletto, Gian Lorenzo Bernini gli affida  il restauro della statua. Il giovane scultore, stupefacente nel suo mestiere, tratta il  marmo come fosse duttile creta e trasforma il naturale appoggio marmoreo in un  materasso sul quale la figura dell’”Ermafrodito dormiente” è mollemente adagiata. Un’interpretazione originale dell’ellenismo nel rispetto dell’integrità e della lettura filologica dell’opera. Ma guardate quel letto in marmo dal prorompente effetto realistico. Non sembra un vero materasso trapuntato? Un marmo “vivo” da poter toccare con la reale sensazione di sentirlo morbido  e soffice sotto la mano. Una riproduzione di un virtuosismo straordinario che, agli occhi dello spettatore, trasforma la durezza del marmo nella  morbidezza del giaciglio. E non solo. L’artista aggiunge anche un cuscino sotto il capo del giovane ermafrodita e il piede sinistro che, mancante, lo collocherà, molto sapientemente, in seducente posa sollevata. Al di là dell’ambiguità che la scultura suggerisce, una meravigliosa eleganza abbraccia l’insieme nel quale l’idea del movimento è suggerita con intensità aumentando il corpo nudo di rara bellezza. Molto interessante anche la storia che la mitologia greca ci riporta del giovane “Ermafrodito”. Il filosofo Eraclito ci dice che, in principio, tre erano i sessi del genere umano, e non due come ora, maschile e femminile. Vi era un terzo, comune ad entrambi perché possedeva le caratteristiche sia di uno che dell’altra. Di lui è rimasto solo il nome mentre esso è scomparso. Racconta Ovidio che Ermafrodito, figlio di Mercurio e di Venere si sarebbe trasformato in “doppio”, metà uomo e metà donna in seguito ad una strana vicissitudine. Bagnandosi in una fontana sacra vicino ad Alicarnasso si vide cingere dalla  ninfa Salmacide. Ella si era perdutamente  innamorata del bellissimo giovane ma  non essendo corrisposta nel sentimento, gli si avvinghiò così forte nell’acqua al punto da fondersi con lui in un abbraccio che non potè essere più diviso dando origine ad un  nuovo essere dalla doppia natura.    Un’altra curiosità: per non turbare gli ospiti della villa con la vista di questa ambigua immagine, la statua veniva custodita dentro un mobile di legno che si apriva solo in rare occasioni.   Duplex cor uno in pectore Saepe iuvinies Cave insidias      (Giovan Francesco Susini)   Spesso troverai due cuori nello stesso petto, stà in guardia dalle insidie.              

10 Commenti a “DUE CUORI NELLO STESSO PETTO: BERNINI E L’ERMAFRODITO DORMIENTE…scritto da Franci”

  1. francesca (franci) ha detto:

    Giuliano, convengo con te che la perfezione dei panneggi in scultura è sbalorditiva, verrebbe istintivo toccarli per percepirne il soffice tessuto, passare le mani tra le pieghe per ritrovarne la vibrante sottigliezza, invece…..è puro marmo! Immaginiamo la straordinaria e mai più ripetuta, bravura di questi artisti. Ma vogliamo paragonare tanta perfezione e bellezza ad un blocco di marmo bianco di Carrara posizionato in piena Times Square a New York, grossolanamente scolpito da uno scultore uruguaiano (con tutto rispetto, per carità…) dal titolo emblematico “Sognando New York”…? E vogliamo ancora continuare a definire “sculture” quelle desolanti figure di dubbio gusto posizionate al centro delle rotonde nelle piazze di città d’arte? Meglio in bel vaso di fiori freschi.
    Grazie e uno stritoloso anche per te.

  2. franco37 ha detto:

    Scusa Franci ….l’opera è di uno splendore totale …oltretutto ho avuto il privilegio di vederla , non volevo quindi sminuirne l’importanza . Con la sua “letio” Spitz ha detto quello che in una sintesi estrema ho voluto esprimere.
    Uscendo dal mito , dato che anche i Greci antichi erano di carne e di ossa ed avevano i loro bravi “eromenos” ,volevo fare un parallelo con l’oggi …per dire che in fondo ..nulla cambia!

  3. francesca (franci) ha detto:

    Franco, quell’appendice estranea al contesto del nostro magnifico Ermafrodito Dormiente nulla ha a che vedere con i transessuali dell’epoca attuale. E’ la fusione di due corpi all’interno di una leggenda mitologica. Si sa, però, che tutto ciò che nasce dal mito è stato trasformato in realtà. Il mio intento era riferito esclusivamente alla parte artistica dell’opera, all’esaltazione della bellezza pura scolpita nel marmo “vivo”. Ciao con stritoloso.

  4. spielman von zuhoerer ha detto:

    …. Nei tempi andati, infatti, la nostra natura non era quella che è oggi, ma molto differente. Allora c’erano tra gli uomini tre generi, e non due come adesso, il maschio e la femmina…..
    ….Ne esisteva un terzo, che aveva entrambi i caratteri degli altri. Il nome si è conservato sino a noi, ma il genere, quello è scomparso. Era l’androgino, un essere che per la forma e il nome aveva caratteristiche sia del maschio che della femmina. Oggi non ci sono più persone di questo genere….
    …Questi androgini erano molto compatti a vedersi, e il dorso e i fianchi formavano un insieme molto arrotondato. Avevano quattro mani, quattro gambe, due volti su un collo perfettamente rotondo, ai due lati dell’unica testa. …..La loro forma e il loro modo di muoversi era circolare…. Per questo finivano con l’essere terribilmente forti e vigorosi e il loro orgoglio era immenso. Così attaccarono gli dèi….
    Allora Zeus e gli altri dèi si domandarono quale partito prendere….Zeus ebbe un’idea…. , disse, io taglierò ciascuno di essi in due, così ciascuna delle due parti sarà più debole. ….

    (tratto dal Simposio di Platone…400 a.C. circa)

    Nella letteratura greca, il mito di Eros è confuso, l’immagine del Dio è oscura e di difficile definizione e le dispute “teologiche” sul suo conto sono più note degli elementi che compongono il suo culto. La questione delle due forme di Eros, l’Eros primordiale, principio di amore e attrazione, e l’Eros giovanile, figlio e assistente di Afrodite, si ritrova nel Convito di Platone. Una costante attraversa il Convito: l’amore tra due uomini è considerato, dal punto di vista morale e filosofico, politico ed estetico, superiore a quello che unisce un uomo e una donna. Per Platone questo amore “erotico” è la fonte, oltre che della felicità, dei nobili ideali, del coraggio nella lotta e nell’azione politica.
    La filosofia platonica segna l’eclissi di Afrodite, perché privilegia Eros e separa l’amore dalla sua matrice corporea elevandolo a forma che trascende il rapporto uomo-donna. La scissione tra anima e corpo ha inizio nel momento in cui i filosofi classici suggeriscono che per raggiungere l’estasi della conoscenza suprema bisogna andare oltre il corpo. Per andare al di là della dicotomia tra corpo e spirito che, a mio parere, ha fatto tanti danni nella cultura occidentale; e per restituire alla figura di Afrodite al suo ruolo principale di unificatrice degli opposti, preferisco immaginare che Eros non sia ‘un accessorio della Dea, ma nemmeno un’entità autonoma che fa nascere slanci d’amore scollegati dal radicamento al corpo.
    Per me è piuttosto il secondo polo dell’energia afroditica, la componente maschile necessaria affinché l’unione degli opposti avvenga in modo completo.
    Ottima “analisi”dell’opera signora Francesca .
    Felice lettura a tutti .
    Spitz

  5. giulian.rm ha detto:

    Davanti a queste sculture rimango, sempre, stupito da sembrare impossibile che certe pieghe delle vesti, certi effetti dei tessuti, non siano vere, ma siano il risultato di una pietra scolpita con martello e scalpello!
    Nell’Ermafrodito Borghese vedo sembianze molto più femminili;
    è molto bella la curva disegnata dal corpo…insomma ci vedo tanta
    em(ma) e poco…dito!

  6. edis.maria ha detto:

    Tutte le emozioni che mi procurano le opere d’arte le racchiudo im me, senza dare giudizi, perchè non ne ho la preparazione adatta.Franci le tue presentazioni , però, sono così precise, appassionate ed intelligenti che mi aiutano a capire le mie emozioni. Ah, se avessi avuto un professore d’arte che mi avesse interessato alla materia .! L’opera che presenti oggi è di una bellezza inaudita: sembra impossibile aver potuto ” lavorare ” il marmo, da farlo sembrare materia viva e vibrante!!Interessante anche la storia che fa da contorno.

  7. franco37 ha detto:

    Di maschile questa splendida statua dell’ermafrodito ha la stessa quantità che hanno i transessuali, cioè una patetica appendice che quasi non si comprende perchè assolutamente avulsa dal contesto.
    Mi piace il mito……la fusione di una donna e di un uomo , in una unità di corpo e di spirito ,come spesso avviene con l’amore per gli eterosessuali.
    Il resto….è altra cosa!

  8. Lorenzo.rm ha detto:

    Un turbinìo di sensazioni legate ad un corpo misterioso. Un’armonia di sessi ambivalenti in un tutto unitario. Una sensazione ed un’emozione sconvolgenti. Un testo di Francesca semplicemente fantastico.

  9. riccardo2.co ha detto:

    Grazie Franci di avemi fatto conoscere quest’opera d’arte, di una bellezza travolgente, arte che oggi e scomparsa per far posto a nuove forme al più delle volte comprensibili solo a pochi.
    un saluto Riccardo.

  10. fernando. Garda ha detto:

    Ciao mia dolce AMICA , COME SEMPRE ALLA RICECA DI EMOZIONI e di notizie suggestive e interessanti.
    Grazie !

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