Ecco due importanti ed interessanti narrazioni di eventi che, a Venezia, collegano la Festa del 25 aprile con San Marco e l'usanza del "bòcolo". Ce le presenta, in modo estremamente competente e simpatico la nostra amica Armida.  

 

Un giorno dell'anno 827d.C.una barca approda a Venezia. Fa parte di una spedizione di navi mercantili. A bordo vi sono: un monaco greco(Staracius) e due tribuni Veneziani (Rustico da Torcello e Bono da Malamocco).

Provengono da Alessandria d'Egitto e trasportano un bene prezioso: un tesoro che renderà grande Venezia nei secoli.

A bordo,in una cassa, nascosto dalla carne di maiale ( che i mussulmani non possono toccare perchè considerata impura) vi sono i resti dell'evangelista Marco.

Da antichissima data la comunità COPTA di Alessandria sosteneva di custodire le reliquie del santo; la cosa non poteva lasciare indifferenti i Dogi, a Venezia.

Il motivo di tanto interesse era che, secondo la leggenda,l'evangelista Marco,nel suo viaggio di ritorno da Aquileia, dove era andato a portare il Vangelo, e dove aveva nominato il primo vescovo Ermagora, era stato sorpreso da una tempesta, e aveva trovato riparo in un'isoletta della laguna. Qui un Angelo gli era apparso dicendogli : "Pax tibi Marce evangelista meus"...( Pace a te o Marco, mio evangelista,) aggiungendo anche.. "Qui riposerà il tuo corpo". Era una profezia!

 Venezia, che da tempo mirava alla sede Vescovile ( che fu di Aquileia prima e di Grado poi), rivendicò quello che , secondo i Dogi era scritto .San Marco dunque viene scelto come patrono di Venezia. Presa  in consegna la reliquia, iniziarono le trattative con il Papa per il riconoscimento della sede vescovile..

Nessuno dubitò dell'autenticità della reliquia, ed essendo Marco non un apostolo qualsiasi ma uno dei quattro Evangelisti era chiara l'importanza della chiesa chiamata a custodirla. Il possesso di una reliquia rendeva importante (e ricca!) la chiesa che la ospitava, era fatale che fosse sede vescovile..

 Per evitare nuovi "trasferimenti" alla reliquia solo il Doge e il Primicerius ( primate) sono a conoscenza del loro nascondiglio.

Siamo nel 1050 quando il doge Contarini decide di costruire una grande basilica in onore di quello che ormai è il Patrono e il simbolo   della città e dello stato.

Nel 1053 Papa Leone lX sancisce l'esistenza del Patriarcato di Venezia.

La nuova, imponente Basilica  è pronta x la consacrazione nell'estate del 1094.. ma.. manca il festeggiato!(Doge e Primicerius sono nel frattempo passati a miglior vita).

Qui la Fede deve essere grande!! Giorni e giorni di pubbliche preghiere, processioni ,penitenze, finchè una scossa (tellurica?) provoca il parziale sgretolarsi di una colonna .Da questa appare l'urna del Santo: qualcuno dice che è lo stesso Marco a protendere un braccio fuori dal muro.. in ogni caso, da allora c'è sempre un lume che ricorda il miracolo..

San Marco viene festeggiato il 25 aprile.. giorno del suo martirio in Alessandria d'Egitto..

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Sempre a Venezia, il 25 aprile si rinnova da secoli una tradizione. Si chiama il “Bòcolo  de San Marco”.  In questo giorno gli uomini donano un bocciolo di rosa rossa alla donna che amano. All'inizio era solo la fidanzata, o la moglie, in seguito il dono lo si è esteso anche alla mamma, alla  sorella ecc..A poco a poco la tradizione è stata portata anche in terraferma dai veneziani,e, anche se non tutti lo sanno, fa parte di una leggenda.

 

Il cavaliere Tancredi ama, riamato, la figlia del Doge, ma , essendo povero non ha il permesso di vederla. Decide allora di partire per la crociata contro i Mori sperando di farsi onore e poterla così sposare.

Purtroppo viene colpito a morte. Si trascina vicino ad un cespuglio di rose bianche, ne coglie una e la poggia sul suo cuore, poi prega un amico, presente, di portare la rosa alla sua bella e di dirle tutto il suo amore.

La rosa, intrisa del suo sangue è diventata rossa. L'amico giunge a Venezia con il suo struggente messaggio, proprio il 25 aprile, giorno di San Marco.

Armida

24 Commenti a “VENEZIA, SAN MARCO TRA STORIA E LEGGENDA…..scritto da Armida”

  1. Armando ha detto:

    Si dice che tra l’anno 828 e 831, due mercanti Buono da Malmocco e Rustico da Torcello, trafugarono il corpo da Alessandria d’Egitto dove era stato seppellito dopo la sua morte in modo tale da portare le reliquie a Venezia. Durante il tragitto un violento nubifragio si abbatté sul vascello che naufragò nei pressi de “L’uomo morto”. I cropanesi soccorsero l’equipaggio e i due mercanti che, avendo fatto voto di lasciare il corpo del santo nel posto in cui sarebbero approdati avendo così salva la vita, lasciarono in dono una reliquia, la rotula, ai loro salvatori. Questa è conservata tutt’ora nel Duomo di Cropani, la basilica di Santa Maria Assunta all’interno di una teca di vetro.
    Gli stessi mercanti, assieme alla reliquia, lasciarono ai cropanesi un documento approvato successivamente dal Senato della Serenissima che concedeva la cittadinanza degli abitanti del paese. Questo si traduceva in meno imposte, vantaggi commerciali e sugli spostamenti.

  2. angelo9.fi ha detto:

    bellissima narrazione ,armida ,grazie a te adesso so molto di piu’ sul 25 aprile ,che non fosse solo il giorno della liberazione d’italia ,complimenti!non un solo bocolo meriteresti ma tanti tanti……….

  3. armida.ve ha detto:

    Cara Alba..mi è piaciuto il tuo commento. Peccato che il tuo sogno del viaggio di nozze a Venezia non si sia potuto realizzare, ma se ti è rimasto un così bel ricordo ti auguro di poterci tornare presto.

    Vorrei ora rispondere ad alcuni amici che mi hanno chiesto spiegazioni.Il simbolo di San Marco (e della repubblica di Venezia) è un leone alato che impugna il libro del vangelo, aperto., come quello che ha postato Franci ..In alcune immagini però il libro è chiuso e il leone impugna una spada.Sono immagini che rappresentano i periodi in cui la Repubblica Serenissima era in guerra contro qualche Stato. In ogni caso il vessillo con il leone sventolava, sempre ed ovunque!

  4. alba morsilli ha detto:

    Venezia è sempre stata il mio sogno di ragazza per il mio viaggio di nozze che alla fine non ho mai fatto.Più tardi l’ò visitata due volte e dire che mi sono innamorata è poco, ritrovo in quella cittàsull’acqua la pace e la tranquilità,priva di macchine ti senti libero,grazie per averci fatto approfondire anche nella sua storia, che io non conoscevo.

  5. giovanna1,vc ha detto:

    Armida molto bella la storia di S.MARCO e tu l’hai spiegata benissimo complimenti non la conoscevo e mi ha fatto piacere leggerla un abbraccio ,in quanto alla storia del bocciolo di rosa ,,uomini non aspettate che ci sia una ricorrenza ,un fiore alla vostra donna ha un grande effetto !!!!

  6. armida.ve ha detto:

    Giovanna.. cara amica.. Doppio grazie!! Mi associo a te nel dire ai signori uomini che a noi una rosa basta, a volte, per renderci felici.. anche se non è rossa e anche se non è San Marco.

  7. armida.ve ha detto:

    Grazie, Franco.. accetto con orgoglio il dono della rosa.. gialla! Se sono rose , a mazzi, offerte a tutte le Eldyane, non possono che farci felici.

    Sandra.. grazie del commento.. mi piacerebbe accompagnarti anch’io fra calli e callette..sarebbe bello!! Facci un pensierino, dai!!

  8. francesca (franci) ha detto:

    Qual leggiadro garbo, Franco, nell’offrire rose bianche e gialle a noi “fanciulle” di Eldy. Con immenso piacere accettiamo e, commosse, ringraziamo. Ma non scordar la rosa rossa per Anna, se no….te scrocia!

  9. franco muzzioli ha detto:

    Che romantico questo racconto….non mi faccio ammazzare in Terrasanta per donare una rosa …..ma or che vien maggio …regalo …purtroppo virtualmente ….a tutte le fanciulle di Eldy …rose bianche e gialle.
    Rosse no …non mi permetterei mai …..poi se si accorge Anna che regalo rose rosse mi scrocia …bianche che sono indice di animo puro e sincero, gialle che indicano affinità d’intelletto .

  10. giovanna1,vc ha detto:

    riprovo visto che querllo che ho scritto non e’ arrivato Armida hai elencato la storia in modo esemplare e l’ho letta loto volentieri ,mi compiaccio con te BRAVA ma questo lo sai di esserlo vero?? e voi uomini sappiate che una rosa puo’ far felice la vostra donna quindi a buon intenditor!!!!!

  11. giovanna1,vc ha detto:

    Armida sei stata super nell’elencare x bene tutta la storia e mi ha fatto piacere leggerla ti ammiro x la semplicita’ nel quale spieghi le cose ,BRAVA , e hai signori uomini anche se non veneziani una rosa alla donna che amate fa’ sempre un bell’effetto ciao a tutti ☺

  12. armida.ve ha detto:

    A’ sor Pasquino! Grazie der suo pensiero, la rosa mi è stata recapitata, bella e profumata!
    Mi spiace x l’esperienza della pizzeria a Venezia.. lei se ne è uscito tutto storto? La maggior parte se ne esce..senza braccia, gli cadono quando sentono er prezzo! Ha ragione Franci, mi contatti la prossima volta che verrà a Venezia e speriamo che vada meglio!

  13. armida.ve ha detto:

    Enrica, Elisabetta.. non siete solo voi a non conoscere queste laggende,, sapeste quanti veneziani! Vi ringrazio per l’apprezzamento, e grazie anche a Lorenzo

  14. armida.ve ha detto:

    Silvana, cara amica, ti ringrazio e spero che avrai occasione di venire a Venezia.. Ti racconterò tante altre cose!

  15. francesca (franci) ha detto:

    E io, caro Tancredi-Pasquino, come novello Orlando, m’appresto a donar el “bòcolo” alla siora Armida.
    E per quanto riguarda la “Rosa Rossa” di Venezia che ti ha lasciato storto e leggero (nel portafoglio) devo dirti…e te credo..!! Quello è un posto per innamorati, romanticismo, lume di candela. Spero almeno che tu abbia avuto il tuo…”cick to cick..”. Ma la prossima volta che vai a Venezia, contatta Armida, lei sa dove portarti per farti uscire dritto…
    Ciao.

  16. elisabetta8mi ha detto:

    grazie Armida ,non conoscevo questo pezzo di storia veneziana.èvero che nella vita non s’impara mai abbastanza.sei stata brava ,hai curato i particolari dettagliatamente.io non sono mai stata a venezia..tu mi ci hai portata.grazie ciao

  17. francesca (franci) ha detto:

    Armida, dal tuo racconto su San Marco ho imparato qualcosa in più. Da amante dell’arte ammiravo spesso, alla Pinacoteca di Brera a Milano, il grandioso dipinto dei Bellini che ho riproposto all’interno del tuo scritto, “Discorso di San Marco in Alessandria”. Ma non ne conoscevo gli antefatti. Ora tu, con grande maestria e sapienza mi hai aperto orizzonti insegnandomi cose che non sapevo. Grazie.
    Spero che qualcuno, oggi, ti abbia regalato un “bòcolo”. A me, che non sono veneziana, mi è stato fatto dono di un mazzo di profumatissimi lillà. Avranno lo stesso significato? Mah….io ne sono comunque felice.
    Un abbraccio.

  18. lorenzo.rm ha detto:

    Bellissimo, Armida. Grazie.

  19. pasquino ha detto:

    Io Pasquino, come er sor Tancredi ma non morente, affido alla sora Francesca (che in questo caso fa le veci di Orlando) sto Bòcolo (purtroppo virtuale) per la sora Armida.
    Una sola volta sono stato,in trasferta, a Venezia e fra i tanti ricordi ne ho uno in particolare:
    Ho cenato in un ristorante/pizzeria “Rosa Rossa”, sono entrato dritto e dopo aver pagato il conto, sono uscito tutto storto!

  20. enrica.co ha detto:

    che brava sei Armida non sapevo della leggenda ne della tradizione della rosa rossa devo trovare qualcuno che me ne doni una….. grazie bellissimo

  21. sandra vi ha detto:

    Bravissima Armida,io che adoro Venezia mi sono veramente gustato la tua particolareggiata narrazione,avevo una cara amica veneziana e appena mi era possibile andavo a trovaarla ed era ua gioia girare con lei per “caie e caiette “

  22. giosue1.vi ha detto:

    grazie silvana x avermelo ricordato,

  23. silvana ha detto:

    continuazione del testo… dimenticavo di augurarare a tutti voi un buon 25 aprile .Silvana rc

  24. silvana ha detto:

    “Shapò” Armida: per la tua particolare narrazione, chiara è comprensibile nei particolari,collegata alla festa di S.Marco. Pregherei i sign. uomini di Eldy, di donare anche se simbolicamente un “Bòcolo de S.Marco”alla nostra cara è amata Armida.

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