Il nostro amico Giulio ci presenta uno spaccato di un periodo ormai passato. Anche se in forma di narrativa, è autentico e lo vede fra gli "attori" del tempo. quarto stato Anche il cuscino della bara era rosso, perché Lui, lo diceva sempre :< Quando mi porterete ai cipressi, che almeno il cuscino sia rosso con garofani rossi. Qualcosa di rosso era sempre addosso a Lui, e nei giorni di festa l’immancabile cravatta rossa. Aldilà del lato esteriore, il partito comunista era la sua seconda famiglia. Sembrerà strano, ma per la chiesa aveva molto rispetto anche se non varcava mai la soglia neanche se c’era il funerale di un parente o di un amico.Però, non sopportava i preti, aveva verso questi un rifiuto; diceva Lui : Ero ragazzino allora e non potevo certamente capire la sua filosofia, fra l’altro a quel tempo ero chierichetto convinto, cantavo i salmi in latino come il prete. E il sacerdote, faceva di tutto per tenermi lontano dalla dottrina dello zio. doncamillo E così, mi trovavo fra l’incudine e il martello, anche perché la mamma , ripeteva le stesse cose : Anche se continuavo a fare il chierichetto, c’era qualcosa che incominciava ad avvicinarmi al pensiero dello zio. I miei genitori mi lasciavano libero di frequentare la chiesa, anzi, quando mi sentivano cantare erano orgogliosi, ma per lo zio era una sofferenza;mi ripeteva in continuazione : La sua politica continuava nell’unico bar del paese, era sempre lui a parlare cercando di convincere gli uomini presenti;tra lo zio e il prete c’era una lotta continua , dall’altare il sacerdote cercava di convincere i parrocchiani : Il riferimento era chiaro, e siccome gli uomini sentivano, di risposta si levava il canto di Bandiera Rossa . bandiera rossa Tra lo zio e il prete, c’era un reciproco rispetto e stima. Non l’ho mai sentito bestemmiare, e si toglieva il cappello quando incontrava il sacerdote:un breve cenno del capo e basta. Quando il comitato religioso organizzava una festa portando il santo per le vie del paese, lo zio allestiva la Festa dell’Unità – Io, andavo a lavare i bicchieri alla festa dello zio. Un giorno aprì un cassetto e tirò fuori una camicia Rossa a quadretti neri : .La salute incominciava a scavare la faccia già rugosa del vecchio cavatore ,già undici anni di guerra gravavano sulle spalle e in breve tempo arrivò la fine. Il giorno del funerale c’era tanta gente:un funerale senza il prete . I familiari avevano rispettato le sue volontà. Quando il corteo arrivò sulla piazza della chiesa la porta era spalancata, il prete sperava che il vecchio peccatore, almeno da morto avesse detto di poter entrare per l’estrema benedizione : Di lassù sicuramente rideva , sì! Proprio di lassù, perchè a questi uomini spetta di diritto il Paradiso, ammesso che ci sia . All’ingresso del Camposanto la banda suonò Bandiera Rossa , mentre le bandiere, rosse anche quelle, sventolavano accarezzando i fianchi della bara. Mio padre mi prese in braccio e nascosi la faccia sulla sua spalla per nascondere le lacrime;in un angolo del cimitero , c’era anche il prete. Le ombre calavano ormai sul paese , i cipressi svettavano nel cielo, neri come sentinelle, guardiani dei ricordi. cipressi Il solito maledetto toscano PS: Sintesi di un racconto tratto dal libro – Il Ritorno- di g.s.

16 Commenti a “LA CAMICIA ROSSA…un intervento (non di parte) di Giulio Salvatori”

  1. manuelasilvestri ha detto:

    Giulio,bellissimo racconto, commovente, storia dall’altri tempi purtroppo…E in quel purtroppo ci sta tutto.Grazie mille di avermi permesso di leggerlo.

  2. Giulio Salvatori ha detto:

    Avrete capito che questo brano è tratto da una delle mie pubblicazioni e, visto il momento e il giorno particolare,mi sembrava giusto proporlo.Questo per la correttezza:la carta stampata rimane e circola nelle biblioteche, nelle scuole , e spesso è motivo di studio soprattutto quando ricorda periodi passati. Detto questo, non capisco perchè il sindacato non ha dato disposizioni di sfilare con appeso alle bandiere un drappo nero, per la memoria di coloro che si sono suicidati dalla disperazione,e lungo sarebbe l’elenco. Altro che musica nelle piazze.

  3. francesca (franci) ha detto:

    Tante cose non si comprendono oggi. L’altoforno di Piombino spento e a rischio il futuro di 2mila dipendenti. L’Ilva in attesa del via libera da parte del Ministero dell’Ambiente alla riapertura della produzione ma le banche non sono in grado di fornire le risorse necessarie. L’Electrolux con 1500 esuberi e chissà come andrà a finire. La Nestlè che ha proposto di trasformare i contratti da indeterminati a determinati in virtù della stagionalità di molti prodotti: l’azienda ha quindi rotto le trattative per il rinnovo dell’integrativo, mentre i sindacati hanno dichiarato lo stato di agitazione. La Fiat-Lingotto ha chiuso l’attività di Termini Imerese, in Sicilia, nel 2011 e fino al 30 giugno 2014 i circa mille lavoratori avranno la Cigs in deroga. E poi ancora…ancora…mica finisce qui.
    Festa del Lavoro…? Mah….

  4. sandra vi ha detto:

    GIULIO,dopo aver letto il tuo brano ,ho capito cosa volevi dire colle tue parole” Visita al mio paese e al Cimitero” hai detto tutto ,nnon riesco a fare nessun commento ,hai veramente toccato il cuore un grazie a te che lo hai scritto e a Franci che lo ha postato

  5. marc52 ha detto:

    Caro Giulio, scusami, ma… ti ripeto il mio commento che avevo già inviato nel lontano 19 febbraio del 2010, a Parliamone, al tuo post intitolato “LA BANDIERA ROSSA” e che aveva avuto 23 commenti.
    commento: Gran bella storia Giulio, raccontata con garbo, è tinta da una vena di nostalgia. Che belli quegli anni! Miserabili per molti, ma… ricchi di dignità, di onestà, di rispetto. Il ricordo di quel galantuomo di tuo zio mi riporta alla mia fanciullezza, dove osservavo interessato e stupito, quel mondo dei grandi. Cominciando a fare le mie prime e piccole considerazioni, ricevendo in cambio dei sani insegnamenti. Uno spaccato di vita, il tuo… racconto, che mi porta a delle analogie con la serie di film di don Camillo e Peppone, tante volte visti e rivisti con piacere alla televisione.

  6. franco muzzioli ha detto:

    Non ho mai avuto uno zio così ….ero un pò una mosca rara ….pensa te …ero “socialdemocratico”!
    Ho fatto tutte le Parrocchie di Modena ….ho fatto le medie dai Salesiani ….poi non so perchè ,la le gonne mi piacevano addosso solo alle ragazze …e quei sottanoni neri lunghi fino ai piedi non li capivo.
    Come avrei voluto avere un zio come il tuo………………..

  7. armida.ve ha detto:

    grazie Giulio.. grazie Franci.. L’augurio più sincero è che il nostro paese possa tornare ad essere terra di lavoratori. Buon 1° Maggio a tutti

  8. aolba morsilli ha detto:

    tu quando scrivi tocchi il cuore delle persone perchè sei reale come sono i due personaggi che ci hai descritto.
    vero si può essere di idee diverse ma rispettarsi perchè ambi due galantuomini, chi con l’abito nero e chi con la camicia rossa ma onesti nel loro credo, e penso che sia la cosa migliore per poter vivere con la propria coscienza

  9. elisabetta8.mi ha detto:

    Bravi,ragazzi avete scritto un pezzo di vita vissuta,,,che piaccia o meno ,questa è verita’,si Giulio io ricordo i comizii nelle piazze ed a volte erano anche pesati,,capitava che nn fossero in sintonia con altri e allora noi ragazzini scappavamo spaventati,,,noi si andava x si faceva festa ovvio nn capivamo nulla ma le mamme ci sgridavano e volava anche qualche scapaccione,,il tuo racconto nn lascia dubbi,lo zio aveva fatto la sua scelta di vita fino in fondo,era la sua vita,,Tu oggi hai rispettato tutti con il tuo gesto semplice e profondo,,,degno di stima,,,,,

  10. edis.maria ha detto:

    Nel bel racconto troviamo due UOMINI VERI, rispettosi delle idee altrui, anche se addirittura opposte ,pronti ad affrontarsi con educazione e il riguardo che si deve al prossimo! Persone così esistono ancora in politica???? Riguardiamoci, Giulio ce lo suggerisce , i film di Don Camillo e Peppone,e illudiamoci che si possano presentare nella realtà!

  11. lorenzo.rm ha detto:

    Delizioso il racconto, con atmosfera di altri tempi. Un bel ritratto, da serbare (toscanismo) fra le cose belle. Grazie a Giulio e a Franci.

  12. Giuseppe3.ca ha detto:

    Non è mai troppo lunga, Giulio, la verità la puoi dire con poche o con tante parole ma rimane sempre verità. Hai descritto un bel quadro che rispecchia un periodo che rimarrà storico per i valori che sono stati difesi e portati avanti, con sacrifici ma anche con orgoglio. Possiamo esserne fieri, bravo!

  13. francesca (franci) ha detto:

    Caro Giulio è stato un piacere per me postare il tuo interessante spaccato di vita vissuta. Oggi era il suo giorno! Mi unisco a te per augurare un Buon Primo Maggio a tutti. E che non sia la Festa del Non-Lavoro, ma ritorni ad essere la Festa del Lavoro…!!

  14. Giulio Salvatori ha detto:

    Ringrazio Franci che con tempismo e giusta grafica ha postato questo brano.Colgo l’occasione di Augurare a tutti una “serena” giornata di Primo Maggio. Il mio non vuole essere un comizio politico, anche perchè non ne vale la pena:i colori dei partiti politici tradizionale , si nono tutti svaniti. Gli UOMINI , qui sopra menzionati, hanno lasciato sudore, fatica e sangue per un futuro migliore dei propri figli e nipoti.Era una gioia IL PRIMO MAGGIO, sfilare per le vie della propria città o del paese, con la cadenza delle note dell’INNO DEI LAVORATORI . Ho deciso, con amarezza, che stamani non andrò a nessuna sfilata e, tantomeno ascoltare chiacchere inutili di qualche paparazzo politico o del sindacato.Una cosa però la faccio, andrò nel mio piccolo Cimitero e saluterò con affetto tutti i miei GRANDI UOMINI.Devo a loro la mia crescita , la mia educazione magari ruspante,ruvida, ma orgoglioso di essermi laureato all’università proletaria.Perdonatemi se l’ho fatta troppo lunga.

  15. lucia1.tr ha detto:

    Una pagina di vita vissuta negli anni 50, quando al cinema venivano proiettati i film di Peppone e Don Camillo, sempre in guerra tra di loro, ognuno con la sua fede, politica e religiosa. Uomini seri che credevano senza riserve al proprio partito politico, che avevano fiducia nelle istituzioni e lottavano per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori, che spesso sacrificavano ferie e tempo libero per organizzare feste di partito. Oggi, 1°maggio Festa del lavoro, ci saranno manifestazioni, cortei, bandiere, tante promesse da parte dei nostri politici a chi il lavoro l’ha perso o a chi non l’ha ancora trovato, il Governo ha il dovere di garantire la libertà di lavoro a tutti!

  16. francesco10 al ha detto:

    ricordi di vita vissuta,in quegl’anni in molti paesi succedevo lo stesso,ne sono testimone,complimenti a Giulio per averlo ricordato e a Franci di averlo proposto.

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