uomo  

 Ad una ad una le bancarelle del mercato chiudevano. Le cassette di frutta e verdura, quelle buone, venivano portate dentro i furgoni. Gli avanzi guasti gettati in un angolo, ammucchiati ad altri avanzi ormai in fase di deterioramento, invendibili.

L'uomo, in disparte osservava con finta noncuranza.

Vestito in modo decoroso, sui cinquant'anni, sembrava attendere qualcuno che, forse, era in ritardo.

All'allontanarsi dell'ultimo furgone, nello spazio temporale che si crea tra lo svuotamento della piazza e l'arrivo degli spazzini comunali, eccolo avvicinarsi al mucchio di avanzi, furtivamente, guardingo e sospettoso nel timore che qualcuno potesse vederlo. Tocca, rovista, estrae dalla tasca un sacchetto di plastica, lo riempie di scarti di mercato.

Anche per oggi il pranzo è assicurato. La cena, forse, alla Caritas.

La sua perlustrazione è terminata, si volta per andarsene, incrocia il mio sguardo.

Io sorrido, silenziosamente complice di un gesto che gli getta addosso vergogna e tutto l'imbarazzo di cui può disporre una persona che ha vissuto ben altri tempi. Il suo pudore mi confonde, mi sento quasi in colpa per aver infranto il suo segreto, per aver involontariamente scardinato la sua intimità, per aver violato la sua incrollabile dignità. Allungo una mano, titubante, dopo alcuni secondi, incontra la sua. La trattiene e, abbassando lo sguardo, il suo sospiro è un fremito di tormentose e rapide immagini che lasciano solo spazio alla disperazione.

E' lui a parlare, io ascolto e so che è l'unica cosa che posso fare.

"Sono un padre separato. Avevo una piccola attività. Quando sono iniziati i problemi a causa della crisi economica e ho dovuto chiudere, mia moglie mi ha lasciato. Ho un lavoro precario, dormo in macchina, mi arrangio. Ma ciò che più mi manca sono i miei figli, ma non ho il coraggio di farmi vedere così, mi vergogno troppo".

L'ho abbracciato e me ne sono andata con la consapevolezza che forse qualcosa avrei potuto dire, oltre che provare un senso di impotente confusione. O era vergogna?

  francesca (3)

13 Commenti a “LA DIGNITA’ CHE NON CROLLA…..di Franci”

  1. francesca ha detto:

    Vedo solo due donne e parecchi uomini commentare questo mio scritto. Preciso che io non sto da nessuna parte e pur comprendendo e condividendo le enormi difficoltà e sacrifici fatti e incontrati dalle donne in situazioni gravose come la separazione, ritengo doveroso essere obiettiva ed evidenziare anche certi stati di tribolazione, per non dire disperazione che in queste circostanze colpiscono anche l’uomo.
    Franco mi chiede di parlare espressamente del problema separazione-divorzio e sue conseguenze. Io l’ho già fatto affrontandolo in un precedente mio articolo dello scorso anno. Non vorrei tediarvi ulteriormente ma se può interessare potrei riproporlo e discuterne nuovamente.

  2. lucia1.tr ha detto:

    Assisto molto spesso a episodi come quelli descritti da Franci, ci abbiamo fatto l’abitudine e spesso neanche ce ne accorgiamo quasi più, ammetto che trovo disagio e disappunto, ma non vergogna, non ho creato personalmente queste situazioni. Ho vergogna di essere rappresentata da una classe politica che per un ventennio non ha saputo gestire la grave crisi economica, che ha pensato solo alla finanza, che non ha pensato a rinvestire denaro nella ricerca e nell’industria, che ha dato cattivi modelli di comportamento morale, dove i ricchi sono diventati sempre più ricchi e la classe media è caduta in povertà, che sta negando ai giovani la possibilità di trovare un lavoro e una famiglia.

  3. francesca (franci) ha detto:

    Purtroppo il problema “padri separati” è più comune di quanto si pensi ed in continua espansione in quanto a difficoltà. So che una moglie-madre dopo una separazione incontra ostacoli non indifferenti ma spesso anche il padre-marito (ex) non ha vita facile. Una nuova casa da trovare, ex-moglie e figli da mantenere, i conti che non tornano più e se poi ci si mette anche la perdita del lavoro, è veramente la fine! Ne conosco purtroppo altre di storie simili a quella che ho raccontato. Da donna dico che ci vorrebbe anche un pò più di comprensione nei confronti dell’ex-marito, in certe situazioni, e non accanirsi violentemente con richieste sempre più esose e spesso impossibili da soddisfare. Richieste che spesso sono frutto di ricatti finalizzati a colpire l’ex coniuge ma strumentalizzando i figli che sono innocenti e non hanno colpa alcuna.

  4. franco muzzioli ha detto:

    Cara Francesca a proposito di “padri separati” in difficoltà, vorrei tu parlassi in generale della separazione e del divorzio.
    Di come mai i matrimoni dagli hanno 90 si sono dimezzati, ora sono circa 200.000 l’anno, con 150.000 tra separazioni e divorzi (quindi di quei 200.000 matrimoni , molto probabilmente il 75% si separerà o dividerà).
    Circa il 70% delle separazioni e dei divorzi vedono la presenza di figli.
    Che cosa sta succedendo?
    Non siano più capaci di accettare “l’altro”?
    I singolarismi e l’eccesso di edonismo non permettono più la convivenza ?
    Non siamo più capaci di accettare i compromessi, inevitabili nella vita?
    Dato che anche nella mia famiglia è avvenuta una separazione , la prima storicamente!!!!!!
    Vorrei se ne parlasse , per cercare di capire , per cercare di spiegare, per cercare di non buttare a mare la famiglia, unica garanzia della società (almeno a mio parere):

  5. Giuseppe3.ca ha detto:

    Una società ingiusta e anche tremenda dove è difficile riuscire a mantenere la propria dignità di essere umano, dovendosi umiliare ad andare a raccogliere gli scarti di un mercato e, a volte, pure i rifiuti in un cassonetto, per poter soddisfare il bisogno primario del cibo. Vergogna? si, tanta vergogna e chi non riesce a superare lo stato di umiliazione arriva anche all’atto estremo del suicidio. Dovrebbero vergognarsi i responsabili che hanno creato questo tipo di stato sociale ma sono proprio questi a non avere alcuna dignità.
    Brava Franci, hai messo il dito nella piaga.

  6. marc52 ha detto:

    Un tunnel senza fine,dove non si vede la luce. Una morsa che attanaglia l’Italia. Diplomati, laureati, indistintamente giovani e non più giovani, un esercito di persone che hanno perso il loro lavoro: operai, diplomati laureati, professionisti, baristi, artigiani, commercianti, chi più ne ha più ne metta. Sono i nuovi poveri! Se 10/20 anni fa poteva avere un valore un diploma una laurea, oggi la laurea diventa zavorra, troppo costosi, troppo preparati. troppo giovani, senza esperienza, questo si sentono dire dalle industrie. Questi son i nuovi poveri i nuovi “barboni” tanti senza fissa dimora, senza soldi. Più spesso gli uomini divorziati senza una famiglia alle spalle diventano senza tetto o barboni Quelli che hanno papà e mamma anziani si salvano finché i genitori sono in vita. Ma gli uomini divorziati con figli che lasciano la casa all’ ex moglie e ai figli pagano gli alimenti vanno a finire per strada. E’ un grave problema sociale a cui la politica italiana continua a non rispondere. Si calcola che in Italia (statistica del 2000)sono 400 .000 mila 4 milioni in Europa. Sono stato per diverso tempo un volontario della associazione banco di solidarietà alimentare. Ho visto, centinaia di famiglie che venivano a ritirare ogni martedì a rotazione il pacco alimentare. Ho visto, persone sole, disoccupate, che prestavano il loro aiuto come volontari per riceve il “pacco” loro unico sostentamento. Ho visto gente dormire all’addiaccio, perche… il dormitorio della città fa la rotazione quindicinale, non avendo posti abbastanza per tutti. Ho visto queste persone per il pasto giornaliero piazzarsi davanti ai supermercati per ricevere all’uscita qualche alimento da qualche persona disponibile ad aiutare.

  7. francesca (franci) ha detto:

    Mai l’elemosina, Lorenzo. Ma la tristezza era tanta, in quei momenti ti senti impotente e le parole ti si bloccano in gola insieme ad un nodo di grande amarezza.

  8. lorenzo.rm ha detto:

    Questo dei padri separati è un problema enorme. Speriamo che se ne occupino i nostri governanti, ma non sarà facile, visto che i cosiddetti “alimenti” li lasciano praticamente in mutande. Che cosa avresti potuto fare tu, Franci? Nulla. Anzi, dandogli la mano, gli hai fatto sentire il calore di una vera partecipazione. Mica gli potevi dare l’elemosina….

  9. Giulio Salvatori ha detto:

    Ditemi chi è che non ha in famiglia o nel parentato un disoccupato, in cassa integrazione,o addirittura licenziato senza nulla perchè, magari, non ha le giornate lavorative a sufficienza per accedere a qualsiasi contributo…Domenica, andavo verso il cassonetto per buttare via alcune paia di scarpe ancora in buono stato, poi mi sono detto che era meglio andare sotto il ponte dell’autostrada:li vi sono alcune baracche. Non ho fatto niente e non ho suonato il classon, mi sono limitato a lasciare le scatole al lato della via. Non avevo fatto ancora 100 metri che erano già sparite.Troppa gente che soffre acc , vorrei sapere quella luce infondo al tunnel chi la vede ?! .Il solito maledetto toscano.

  10. antonino8.pa ha detto:

    Davvero una gran tristezza, “vedere” quanto hai descritto,
    vederlo giorno dopo giorno ormai in tutte le città.
    Non c’è niente di peggio che togliere la dignità alle persone,
    privarle degli affetti. Non c’è morte peggiore nel non sentirsi
    più utili a qualcuno, a qualcosa.
    Forse non si dovrebbe parlare di vergogna, credo che ci sia
    qualcosa di più grave di cui vergognarsi, ma purtroppo . . . .

  11. elisabetta8.mi ha detto:

    Franci,il tuo articolo è molto vero ,ma vorrei che nn lo fosse,purtroppo di casi’ cosi’ ci sono piu’ di quanto si possa pensare,,tante persone che nn arrivano a fine mese con quel poco che anno.Questo papa’ è uno dei tanti con una situazione diperata e una famiglia distrutta,ma deve vivere e far vivere i sui figli,quindi quello che riesce a guadagnare deve darlo alla moglie x i suoi figli,lui si arrancia come puo’anche come tu hai visto,,nn riesco a capire queste donne che nel momento,difficile ,quando dovrebbero essere di sostegno al propio uomo ,lo mettono alla porta come un cane che nn serve piu’,,si nn mi servi ,,nn ti voglio nn mi dai piu’ le certezze economiche di prima e quindi vai arrangiati ma dammi sempre quello che mi devi x i figli (cosi’ dicono)nn mi interessa come tu faccia a vivere o come guadagni quello che mi devi è la tua vita nn la mia,,,l’amore dove è finito?Saro’al tuo fianco ,nel bene e nel male pronunciato il giorno del matrimonio ,dove è finito?Fuori dalla porta assieme alla sacca marito compreso? Si cosi’ è,,,che brutte situazione ,che societa’senza sentimenti,senza veri pilastri ,senza valori e senza cuore,,,senza nulla e poi ci lamentiamo che i ragazzi sono arroganti,sono ingestibili,nn rispttano niente e nessuno,,,Tutto questo è il frutto di un amore finito come è finito il conto in banca,,,è un grande dolore,,,sapere che questa situazione nn è un caso isolato,ma che anche se lo fosse sarebbe sempre drammatico,,,Grazie Franci x aver postato questo argomento cosi’ tremendo ma vero,,,,,,,,,,

  12. francesca (franci) ha detto:

    Si Franco, forse la vergogna di essere più fortunata di lui, o forse di aver assistito alla sua ineluttabile necessità.

  13. franco muzzioli ha detto:

    Non so se è la vergogna …..poi di che cosa ? Di essere più fortunato di lui? Forse è solo l’imbarazzo di confrontarci con la fragilità della vita….

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