Baule_soffitta

Ho trovato in un baule in soffitta un album sgualcito di fotografie. Sapevo che mia madre le aveva messe da parte, ma non ricordavo dove, finchè, sollevando delle vecchie lenzuola di canapa fatte sul telare, è affiorato un involucro legato con uno spago.

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Quanti ricordi.

Nella prima foto si vede una giovane donna, mia madre e altre due ragazze, le sorelle, sui vent’anni. Tutte e tre munite di una falce innalzata verso il cielo in assetto per la segagione del fieno o la rimonda delle selve per la raccolta delle castagne. Facce serene, fresche, forti con i capelli al vento.

DONNE-INAGRICOLTURA

Peccato che le foto sono in bianco-nero, altrimenti si sarebbe visto il colore roseo delle loro facce : donne abituate a lavorare alle intemperie .

Poi una donna anziana , alta, severa, con un fazzoletto in testa e un vestitone fino sulle scarpe che tiene per mano un bambino: forse sono io, ma non mi riconosco, la foto è sbiadita.

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Già da piccolo dovevo essere un birbantello, lo si capisce dall’espressione :sporco, capelli al vento tenuti giù da un cappelletto fatto con le foglie di castagno, calzoncini corti fino al ginocchio con le tasche rattoppate e, due stinchi secchi come i gambi della sedia: i piedi sparivano in zoccoletti troppo larghi. Nella mano teneva una fionda .Mi immagino quel fotografo quanto avrà tribolato per farlo stare fermo.

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Stendo le foto sul tavolo ed ecco mio nonno. Baffoni neri, un cappello da bandito, un fazzoletto annodato al collo , un gilet di fustagno con dei taschini nei quali , ricordo, nascondeva mozziconi di sigari toscani che ogni tanto masticava sputacchiando. L’inseparabile bastone di frassino , con la crocchia, fatto da lui : era bravo a intagliare il legno, teneva sempre a portata di mano un coltello affilatissimo.

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Quando il nonno ritornava a casa , si sentiva il toc toc del bastone perché all’estremità aveva messo un puntone di ferro : un'arma insomma .

Ho cercato di dare un po’ di ordine alle foto ma non è semplice. Mi raccontava mia madre che , la nonna e il nonno avevano messo al mondo una decina di figlioli e, visto che tutte quelle bocche non potevano mangiare al tavolo del babbo ,raggiunta l’età per scappare, avevano preso le vie del mondo. Belgio, Francia . Argentina…al paese erano rimaste solo tre figliole compresa mia madre.

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Ogni tanto , ma molto raramente ,arrivava dal Belgio un pacchetto con qualche cioccolata e dello zucchero a quadretti. Ma la nonna era tirchia, tanto tirchia che raramente mi dava qualche zolletta di zucchero, e nonostante tutto il mio ingegno, non riuscivo mai a sapere dove nascondesse tutte quelle cose buone.Se volevo la cioccolata, dovevo andare nel bosco a raccogliere i ricci dei castagni per avviare il fuoco, dopo, e solamente dopo che li avevo sistemati nella stalla, sortiva dai tasconi della gonna la sospirata ricompensa .

Il nonno, oltre ai lavori nei campi e nel bosco, faceva il becchino .Si racconta che, un giorno ebbe la visita al Camposanto delle maestranze del Comune, i quali chiesero come intendesse procedere con i lavori . Il vecchio rispose :-Ora faccio una fila di tombe fino infondo al Cimitero, poi, il lato a destra , poi quello a sinistra fino al cancello - Ma scusate, nonno , ma quanti anni avete ?- Chiese il funzionario. – 86 anni - rispose fiero . Insomma, voleva sotterrare tutti gli abitanti del paese.

In quelle foto, scorre parte della mia vita.

Un mondo che non esiste più ma che ha tracciato la via maestra intrisa di cose semplici ,dove bastava lo sguardo severo del nonno per riportare ordine e rispetto. Dove qualunque cosa aveva un senso, dove tutto era utile e non si buttava via nulla .

Quei figli che erano partiti per altri paesi, non sono mai ritornati :non mi risulta che abbiano fatto fortuna, tutt’altro: chi ha lasciato la vita sulle cave del Belgio, chi nelle miniere di Marsinel .

Un figlio, pare che fosse stato comandante partigiano in Spagna sotto falso nome.

Il tempo cancella tutto. Sono rimaste queste poche foto a raccontare le vicende della famiglia Marchetti . Una famiglia come tante avvezza alla fatica e alle sofferenze di quei tempi.

Il_tempo_che_passa  

Riavvolgo con cura quelle foto e le rimetto nel baule con un una carezza. Chissà, se un giorno qualcuno le scoprirà .

  il_baule_dei_ricordi      

Giulio Salvatori , o se preferite. Il solito –Maledetto toscano

 

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Preciso che tutte le immagini -foto inserite in questo post sono tratte dal web.

 

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16 Commenti a “ALBUM DI FOTOGRAFIE……di Giulio Salvatori”

  1. lucia1.tr ha detto:

    Oggi pensavo a come siano mutati i tempi: non sappiamo nulla e non conosciamo i nomi di appena tre generazione fa, di chi ha generato quelli che a loro volta ci hanno generato. Guardando una foto che ritrae la famiglia dei miei bisnonni al completo, mi rimane difficile ricordare i nomi dei numerosi figli, di loro so poco, mia nonna Adelma mi raccontava che in quella foto lei era molto giovane e somigliava molto a mia figlia, questo mi ha fatto sempre molto piacere. E’ la memoria, la volontà di ricordare, che è un valore inestimabile se la eserciti, non occorrono grandi album di foto sbiadite, gli affetti si conservano in un angolo del nostro cuore e non muoiono mai…

  2. Giuseppe3.ca ha detto:

    La storia vissuta e i nostri ricordi sono dentro di noi, dentro la nostra mente. Rivedere un’immagine, un oggetto, uno scritto può aiutare a rammentare e soffermandosi a guardare la vecchia pipa del nonno, l’arcolaio della nonna, una vecchia foto, tutto riemerge e riviviamo il vissuto della nostra storia di ieri come fosse oggi. La vita continua… sarà cosi anche per i nostri posteri con le immagini digitali archiviate non in un vecchio baule ma in un CD, una pennetta o un Hard-Disk di un vecchio PC, magari superato dalle nuove tecnologie? Chissà? Chi vivrà, vedra!

  3. mario33.co ha detto:

    L’album dei ricordi… Fotografici, i… Flash-back di una vita vissuta, fatta, di attimi trascorsi e fermati. Momenti che… Congelano il tempo. La fotografia, ieri, come …Riproduzione come… Documentazione di noi , dei nostri cari. Come… Fermo immagine di una vita. Oggi…Rivisitata, ritrovata… Nel nostro album. Ricordi, di tempi passati. Rivedere e rivedersi in un immagine fotografica, ci porta a considerazioni di tipo, fisico/visivo/sentimentale. Ci porta a ricordare, come eravamo, come erano i nostri cari. Un immagine… Ferma, immobile, che, ha congelato il nostro io,il nostro essere individuale. Ma… Che ci riporta a ricordare momenti di vita vissuta, ricchi di ricordi, di situazioni , di rapporti, di aneddoti. Essa ci permette, di vedere il nostro cambiamento fisico avvenuto con il passare del tempo. Inesorabile specchio, che proietta le immagini del passato, che… Ci fa viaggiare a ritroso con la mente, con i sentimenti, le riflessioni, le… considerazioni. Un viaggio… Nel nostro bagaglio di “essenza” famigliare e personale.

    GUARDANDO QUA E LA, SUL WEB, APPROPOSITO… DI FOTOGRAFIA:
    Già il filosofo Aristotele osservò che la luce, passando attraverso un piccolo foro, proiettava un’immagine circolare. Lo studioso arabo Alhazen Ibn Al-Haitham giunse, (prima del 1039), alle stesse conclusioni, definendo la scatola nella quale tutte le immagini si riproducevano con il termine “camera obscura.” Nel 1515 Leonardo da Vinci, studiando la riflessione della luce sulle superfici sferiche, descrisse una camera oscura che chiamò “Oculus Artificialis” (occhio artificiale).
    La bolla di inferiorità rispetto alla pittura fu attribuita alla fotografia fin dalla sua prima diffusione. Poteva uno strumento tecnico (chimico/ottico/meccanico) esprimere una sensazione artistica individuale? Ma…la nascita della fotografia favorì e influenzò la nascita di importanti movimenti pittorici, tra cui l’impressionismo, il cubismo e il dadaismo.
    la nascita della fotografia, si deve, a:
    Joseph Niépce Nel 1827, durante il viaggio verso Londra per trovare il fratello Claude, Niépce si fermò a Parigi e incontrò Louis Jacques Mandé Daguerre Nel 1837 la tecnica raggiunta da Daguerre fu sufficientemente matura da produrre una natura morta di grande pregio.
    Le fotografie divennero istantanee della vita quotidiana e i fotografi si mescolarono alla gente comune.
    CITAZIONI DI GRANDI FOTOGRAFI:
    La fotografia ti permette di fermare l’attimo, cogliere un istante, fermare il tempo. Lasciare ai posteri un ricordo della tua vita, lasciare che qualche altro veda con i tuoi occhi,questa singola immagine è in sé un’intera narrazione.
    (Gianni Amodio)
    Le fotografie mostrano, non dimostrano. (Ferdinando Scianna)
    Le fotografie possono raggiungere l’eternità attraverso il momento. (Henri Cartier-Bresson)
    Ho fotografato per non dimenticare. Per non smettere di guardare. (Daniel Pennac)

    UN VIDEO/MUSICALE SUI RICORDI:
    Ricordi del cuore https://youtu.be/wOljooH-cb4

  4. lucia1.tr ha detto:

    Ha ragione Giulio è proprio narrando e riscoprendo la storia delle famiglie che si fa la storia del nostro Paese, oggi in famiglia non si ha più il tempo per riunirsi intorno al camino e tramandare le “imprese degli avi”. Siamo tutti distratti dalle occupazioni quotidiane, i giovani hanno ritmi e interessi che non gli permettono di apprezzare le cose preziose contenute nel baule, la vecchia fotografia,che ritrae la nonna intenta a tessere con il telaio il filato che veniva raccolto a mano al fiume. Questo post non contiene immagini reali del baule di Giulio, non credo che questo abbia nessuna importanza, ognuno di noi si è riconosciuto nelle sue parole, ha rivisto la zia, il papà, i nonni e con un po’ di fantasia li ha fatti propri….

  5. franco ha detto:

    Non vorrei avere scalfito la tua sensibilità caro Giulio , ma proprio quello che hai scritto nel commento coincide con il mio pensiero.
    L’autobiografia è certamente il nucleo germinale di moltissimi racconti e romanzi , ho PERPLESSITA’ sulla forma del “diario personale” con foto allegate.

  6. Giulio Salvatori ha detto:

    Parto dal concetto che, scrivere , narrare, raccontare di fatti e personaggi,di solito sono immaginari. Altre volte, e questo spesso, sono veramente accaduti, anche se scritti in una forma narrativa.I maggiori successi letterari, e lungo sarebbe l’elenco, sono autobiografici.Quando si narra in prima persona , frughi nel tuo animo e lo doni agli altri, cosa che ho sempre fatto da tanti anni . Un fatto è narrare , l’altro publicare -Foto di famiglia- Davo per sonttinteso che lo si capisse. Poi, da quanto ho scritto, mio nonno una camicia bianca credo non l’avesse mai vista…Bene ha fatto Franci a chiarire questo aspetto, anche se mi lasciava del tutto indifferente. Credo che questa, sia pur brevemente, sia la storia di tante famiglie e che ricordarle , sia doveroso. Questa è la storia della nostra Italia. Questa è la Storia che non si studia in nessun libro di testo o marginalmente.Io, come dice Alba, sarò bischero, ma fin che riuscirò a parlare e a scrivere, dirò sempre quello che penso. Grazie a tutti per avermi letto .E quando capirò che…darò noia, sparisco .

  7. lucia1.tr ha detto:

    Mi avevano detto che il passato condiziona il futuro, ma non mi avevano detto che vale anche il contrario: il futuro riscrive il passato, come l’ultima pagina di un romanzo trasfigura tutto quello che è stato letto a tal punto che a volte è necessario rileggere. Anch’io ho il baule, che gelosamente custodisco nel corridoio della mia casa nativa. Questa cassa-panca, è questo il nome con cui siamo soliti chiamarla, era stato fattoada un prestigioso falegname montefalchese in occasione delle nozze di mia nonna Lucia, li veniva conservato il corredo, rigorosamente tessuto e cucito a mano dalle esperte mani della futura sposa e una scatola dove venivano riposte, le foto fatte in occasioni importanti; ricordini della prima comunione e quelli delle persone care scomparse. Ci sono foto molto belle che mi parlano di un tempo lontano, quando la famiglia numerosa si riuniva per le grandi occasioni, tutti vestiti per la festa ed immobili per farsi immortalare dal fotografo, erano dei veri e propri ritratti. Mi piacerebbe potervele far vedere, perché ci narrano una storia del territorio, così cambiato in pochi anni, che si fa fatica a riconoscerlo, un elogio a Giulio che riesce sempre a farci commuovere!

  8. francesca ha detto:

    No Franco, non c’e’alcuna foto da me postata che appartenga alla realta’dello scritto di Giulio. Sono tutte frutto di una lunga e accurata ricerca fatta da me sul web. Ho commesso un errore: quello di non specificarlo. Chiedo scusa a tutti ma soprattutto a Giulio.

  9. franco ha detto:

    Cara Alba non sono assolutamente contrario alle “storie” ,hai ritratti del passato contadino e non , è bello sentirli narrare per cogliere spicchi di una società che spesso non esiste più.
    Sono restio, ma questo è un giudizio personale, alla divulgazione di fatti e soprattutto di immagini ,strettamente personali.
    Francesca come solito attentissima e di grande sensibilità ,ha alternato foto di repertorio con foto vere (!?!?)proprio per renderelo un racconto e non un diario personale….era questo che intendevo.

  10. anna b. ha detto:

    Le fotografie sono pezzi della tua vita che resteranno intrappolati per sempre dentro un piccolo pezzo di carta.
    Le fotografie sono belle perchè saranno loro un giorno a farci ricordare di tutta la nostra vita, perchè in esse le persone e i luoghi non cambiano.Le fotografie sono vita.

  11. alba morsilli ha detto:

    la penso diversamente da Franco, perchè noscondere foto che ricordano il passato anche se sono personali.
    Invece di foto parentelate fossero state foto di vita contadina che diversità c’era?
    Anzi io leggendo sono entrata dentro al racconto e le foto è stata una bella vetrina, dove ho visto realmente la fatica dell’uomoe la triplica fatica delle donne, sottomesse a fare figli per poi seminarli nel mondo anche contro il loro volere.
    Son ben felice che le cose son cambiate che esiste la pillola e anche quella del giorno dopo.
    In quelle foto nessuno rideva, tutti in posa era un avvenimento essere davanti a una macchina fotografica, forse il sorriso avveniva dopo che il fotografo con la testa coperta da un telo e il pluf della luce diceva la foto è fatta.
    Invece Giulio è il solito bischero anche da bambino la sua spontaneità la si vede tutta.
    Comunque è il nostro passato anche se lontano e noi dobbiamo essere orgogliosi di essere loro discendenti

  12. franco ha detto:

    Ho centinaia di fotografie, anche importanti per fatti e per personaggi, ma penso che un pò di privacy sia necessaria . Quasi non mi conoscete come posso mostravi il mio passato ? Il passato dei miei ? Un racconto, una narrazione che metta dei forse , dei chissà sulla veridicità della storia, perchè o si è “grandi uomini pubblici” , allora tutto è possibile, o le storie , a mio parere , devono rimanere nell’ambito dei vissuti personali.

  13. francesca (franci) ha detto:

    Tutti abbiamo un baule pieno di ricordi. Il mio non l’ho trovato nè in soffitta nè in cantina. E’ nella mia mente. Ogni tanto chiudo gli occhi e…lo apro. Tolgo un pò di polvere e ci trovo dentro le corse a piedi nudi nei prati, la mia maestra di prima elementare che mi portava i giocattoli di nascosto dei miei compagni, il freddo della mia cameretta, la neve che d’inverno mi superava in altezza. E poi la nonna, sempre vestita di nero, seduta davanti alla finestra da mattina a sera, immobile come una statua, ad aspettare l’unico figlio maschio partito per la Guerra di Russia.
    Rovisto nuovamente e rivedo mio papà, al ritorno dalla festa di paese la domenica sera, portarmi noccioline e liquirizia.
    Il mio amico d’infanzia che un giorno è sparito. Morto, mi hanno detto, aveva 5 anni. Ma io non capivo…non capisco..
    E chiudo il baule, riapro gli occhi.

  14. franco ha detto:

    Tutti, penso , hanno foto ingiallite “nel baule” , è il nostro passato, il DNA che parla con fissità lontane . Spesso persone mai conosciute , infatti ho ereditato il “baule” di mia madre e parte del “baule” di mia suocera, centinaia di volti dei quali cerco di ravvisare somiglianze stupendomi del fatto che in soli cent’anni il mondo è cambiato radicalmente.
    Bravo toscanaccio (di confine !!!!!!)

  15. lorenzo12.rm ha detto:

    Ricordi appassionanti. Evocati con amore. Grazie Giulio.

  16. paul candiago ha detto:

    Primo commento personale, magari fuori tema, ma fa lo stesso tanto tutto fa brodo: quanta saggezza di modestia mostrano le fotografie del passato e la dignita’, che guardano con grande cura, l’essere uomini/donne. Possono pure passare i Tempi ma preservare la dignita’ di usi e costumi anche nel vestire, nelle piu’ svariate forme possibili e belle, deve sempre essere mantenuto senza eccezione: un abito dignitoso che nulla ha a che fare con il pensamento di apparire immodesti. Paul

    P.S.( Es.:donne in giro con mezzo seno scoperto, uomini in costumi indecenti e scandalosi…ma sono vecchio,ma fui giovane, e non riesco a capire la crassa esposizione di carne da vendere al sole. )

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