Da Lucia

L’essere umano è un animale che ama raccontare, perché la narrazione è un bisogno universale dell’uomo. Ho pensato fosse cosa gradita scrivere una storia vera accaduta l’estate scorsa in quel di Montefalco, il mio amato paese natio.

   

STORIA DI MEZZA ESTATE

In un pomeriggio di luce abbagliante, la nostra Via Santa Chiara si è inaspettatamente affollata di sei bambini, due adulti e due asini: affaticata l'andatura, mite lo sguardo. Carichi di bagagli, borsoni di tela tipo militare, tanichette per l'acqua, zaini stracolmi e...un bambino a dorso dell'uno,una poco più che neonata a dorso dell'altro.

Via Santa Chiara

Passo dopo passo,sono arrivati in prossimità della mia casa, generale la curiosità. Otto paia di occhi azzurrissimi, capelli variamente biondi sotto cappelli a falda larga, magliette, pantaloncini e sandaletti che ne dovevano aver passate parecchie, tau in legno d'olivo al collo e lungo bastone in mano. Mentre i bambini si accovacciavano sui gradini a disposizione, il papà ci spiegava la loro ricerca di una doppia sistemazione per la notte: per loro e per i due asinelli, Toto e Menelao.

famiglia(1)

Una sistemazione semplice, in un convento o in un monastero, perché il loro andare era per vivere in reciprocità con il messaggio del Poverello d'Assisi. Con un'altalena comunicativa tra francese, spagnolo e italiano, Quentin ha così spiegato perché con sua moglie Ingrid e i bambini - tra gli 11anni e gli 11mesi- aveva deciso di mettersi in cammino da Avignone il 20 Maggio: la meta, Roma. Via Santa Chiara è apparso il luogo della Provvidenza: ben due monasteri con foresteria, fronteggiati per di più da un vasto complesso conventuale dei Cappuccini, ormai vuoto e non utilizzato. Vuoi che Quentin, Ingrid, i bambini e i due asinelli non trovino dove trascorrere la notte? "Non c'è posto", è la risposta deludente delle clarisse e, quanto allo spazio dei Cappuccini.,."occorre chiedere autorizzazione alla Santa Sede...."

s chiara Non ci perdiamo d'animo, l'altra chance è il monastero delle Agostiniane. Gli asinelli parcheggiati a lato strada e la famiglia al completo si reca al Monastero. Richiesta disarmante: una stanza -non letti - per la notte e il permesso di lasciare gli asini nel giardino della foresteria, pronti a ripulire il mattino successivo con gli strumenti che portano al seguito. "Il viso della suora" riferisce Quentin sconsolato "è rimasto chiuso come questo alto muro". "Non abbiamo posto", è la conclusione lapidaria della breve conversazione. Quand'ecco, una macchina: alla guida, un frate francescano del Convento alle porte della cittadina. Un segno: dispongono di un ampio Convento e di un altrettanto vasto e recintato terreno. Ideale per accogliere tutti! La soluzione a portata di..passo! No: il Convento è una casa di spiritualità per futuri frati..della Custodia di Terra Santa..e quanto allo spazio per gli asini...Il Padre ingrana la prima e riparte. Andata a ramengo l'opzione più desiderata: ospitalità in Convento, ritorna in campo la prima soluzione: tutti ospiti nel B&B situato in Via Santa Chiara. Restano da sistemare gli asini, fondamentali nel pellegrinaggio perché sul loro basto a turno riposano i più piccoli. Si decide di recintare uno spazio nei pressi del B&B. E' fatta: i bambini aiutano a scaricare i bagagli, Ingrid avvia l'operazione "bagno e shampoo", Quentin e un volenteroso annodano corde, delimitano l'area, arriva persino del fieno. A noi di Via Santa Chiara, in una notte stellata d'inizio Agosto, non viene voglia di andare a dormire. Ci interroghiamo sul senso degli accadimenti nelle ultime ore. Quentin, Ingrid e famiglia sono entrati nelle nostre vite, in un banale pomeriggio estivo.

 Il sorriso disarmante, la compostezza spontanea dei bambini, la reazione pacata di Quentin ed Ingrid ....avremo parecchi motivi per ricordarli come dono prezioso. Avvertiamo l'urgenza di restituire carne e sangue a fraternità, solidarietà, condivisione, opere di misericordia, prossimo tuo. Chi era il "prossimo tuo" per quanti sono stati interpellati l'11 agosto? Forse non c'è bisogno di aggiungere altro........ Dopo un lungo pellegrinaggio finalmente sono arrivati dal Grande Papa Francesco che subito ha deciso di incontrarli, di accoglierli e di dare loro ospitalità.........

Francesco

Al contrario invece di chi ha chiuso la porta più volte in faccia! Questa notte dormirò serenamente e felice perché anche noi nel nostro piccolo siamo stati ospitali e di aiuto e questi gesti ci aiutano a crescere e a stare meglio con noi stessi e il prossimo.......

 

Lucia

14 Commenti a “”

  1. Giulio Salvatori ha detto:

    A integrazione del commento di Francesca, mi ricordo quanto affermava il grande Tobino . ” manicomio, è scritto di fuori” Con tutto il rispetto per queste persone ma, un po’ mattarelle sono

  2. francesca (franci) ha detto:

    Al di là delle motivazioni religiose o meno, che il pellegrinaggio può rappresentare per ogni individuo, devo dire che anch’io mi sono chiesta più volte cosa spinge una persona ad intraprendere un cammino, spesso irto e difficoltoso per raggiungere una particolare meta. Credo esistano sia motivazioni psicologiche che sociali.
    Le prime possono essere: il viaggio come ricerca, come missione, come progresso spirituale. Oppure il desiderio o l’affermazione di nuovi valori.
    Le motivazioni sociali possono essere: pellegrinaggi “devotionis causa” o pro-voto e penitenza. Ma questi credo appartengano ad un’epoca passata.
    Certo però che prima di intraprendere un qualsiasi pellegrinaggio con figli piccoli appresso, ci penserei due volte!

  3. lucia1.tr ha detto:

    Grazie Giulio, condivido la tua analisi anche se fatta con toni forti, dalla Chiesa ci si aspetta accoglienza e “misericordia”, tanto invocata da Papa Francesco.Il mio racconto non aveva intenzione di criticare la scelta di Quintin, ma rimarcare l’indifferenza da parte di chi doveva dare ospitalità!

  4. Giulio Salvatori ha detto:

    Cercherò di esere calmo e educato anche se c’è qualcosa che mi ruzzola nello stomaco. Mi ha colpito lo slancio di ospitalità di quel “mondo misericordioso”racchiuso fra quelle mura “benedette da Dio” Nascoste/i sotto un abito puro si dimenticano di aprire le porte ai bisognosi. Che il Signore, se c’è, abbia pietà di loro.Quello che ancora mi fa aumentare la gastrite è che, magari tutte le mattine vanno a fare la comunione a mani giunte e lo sguardo contrito. Teatralità degna di un alta scuola di recitazione.Persone che andrebbero mandate a picconare ettari di terra:altro che affittare i loro locali .Ora, Lucia, conoscendomi, non potevi pretendere da me un comportamento dolce. No! Non mi riesce. Un caloroso abbraccio a quelle persone che hanno trovato anche il fieno per gli asini. Grazie di questa Tua testimonianza .

  5. lucia1.tr ha detto:

    Forse nel mio racconto non sono stata chiara ma, l’ospitalità alla numerosa famigliola l’hanno offerta gratuitamente le mie cugine nel loro B%B, mettendo a disposizione il loro piccolo giardino. C’è stato chi ha portato la corda per il recinto e persino il fieno per far mangiare gli asini, Quintin e Ingrind sono apparsi a tutti riconoscenti e sereni e decisi ad arrivare alla meta. Premetto che sono vicinissima al monastero delle clarisse che tutto l’anno affittano le loro numerose camere a turisti di passaggio, avendo grandi facilitazioni sull’imu e sulle varie imposte. Il pellegrinaggio di Quintin non lo trovo una decisione sconsiderata, ma un’occasione per conoscere, toccare da vicino la vita, la storia, la natura e valori dei piccoli paesi in cui soggiornavano, certi di trovare ogni volta una giusta sistemazione con l’aiuto della provvidenza. Il pellegrinaggio è sempre esistito, trasformandosi negli anni, ancora oggi chi si mette in cammino non lo fa per svago, ma per un’esigenza interiore, l’uomo del tempo attuale cerca risposte per dare un significato alla propria esistenza.

  6. franco ha detto:

    Non meravigliarti cara Lucia sulle “buone ” suorine e sui fraticelli “altruistici” sono donne e uomini come gli altri (guarda Bertone ! ).Poi penso ci siano anche nell’ambito delle Chiesa regole precise soprattutto se ci sono minori. Se la situazione fosse stata meno “folcloristica” e più tragica ,sono certo che l’esito sarebbe stato diverso. Dalla foto appaiono due sorridenti maggiorenni e sei bimbetti stanchi , qualche soldo per pagarsi un B&B dovevavo averlo …se no se ne stavano a casa …non erano profughi Siriani che fuggivano dalla morte ,vedi è il paragone che mi porta ad avere molto rispetto per questi ultimi ed un pò di incomprensione verso i due allegri genitori…Motivazioni mi chiedi ? Tantissimo egoismo e tantissima incoscienza.

  7. alba morsilli ha detto:

    La prima domanda che mi sono fatta è questa “Perchè si diventa pellegrini che cosa si cerca “Pellegrini fino al punto di mettere a repentaglio i suoi bambinifarli vivere come dei Ron viandati.
    Penso che sia una smania incotrolabile di andare di partire, forse hanno sentito una chiamata o devono dare corpo al loro sogno.
    A tutte queste domande non sono riuscita a darmi una risposta.
    “BUSSATE VI SAR° APERTO”dice il vangelo ma a quanto letto nessuno che predica il vangelo ha messo in pratica la sua legge.
    Solo Lui grande uomo figlio di emigranti che sa cosa vuol dire guadagnarsi il pane.
    Lui Francesco il nostro Papa persona di grande umiltà, ha ospitato la familia di Quintin.
    Penso Lucia che non è facile dimenticarsi di questa storia densa di cristianità, vissuta in prima persona C’è molto da rifletterenel tuo scritto

  8. lucia1.tr ha detto:

    Ho vissuto questa vicenda in prima persona, devo ammettere che la cosa che mi ha più sbalordito ,non è la scelta di Quentin di avventurarsi con la sua famiglia in questo pellegrinaggio ma, l’indifferenza che la Chiesa ha mostrato nei loro confronti. La Chiesa non dovrebbe chiudere la porta a nessuno; piuttosto ha il compito di accogliere chi si trova in difficoltà e come ha affermato Papa Francesco, mettere a disposizione i suoi beni a chi non ha dimora e si trova in grande difficoltà. Queste le sue parole:
    “In primo luogo quell’umanità inquieta e dolente che chiede di essere accolta e non respinta: i poveri e gli emarginati, i carcerati e le prostitute, ma anche i disorientati e i lontani dalla fede, gli omosessuali e i divorziati”

  9. gianna ha detto:

    Lucia, e bellissima la tua storia, chi avrebbe dovuto dare ospitalita’, cristiana pe la famiglia in questione, aveva inventato mille scuse per mandarli via. il monastero di suore, frati Francescani sarebbe un complesso di cappuccini.tutti in coro dicevano nom non era possibile ma forse doveva essere la mia congregazione a mettere in pratica la parola di Gesù ? invece solo scuse e come sempre scuse. penso che non siano queste le condizioni di una vita cristiana? ma pare di no.ma per fortuna arriva il poverello argentino che diedero il nome di Assisi Francesco. lui avevo tantissime cose da insegnare, anche chi sa di sapere una pagina piu’ di un libro. molto interessante questo racconto, meno nella generosità di aiutare il prossimo. grazie ,Lucia del tuo racconto quasi vissuto verso loro ,ciao…

  10. edis.maria ha detto:

    Lucia, un racconto così toccante per le varie implicazioni che sottintende! : egoismo, mancanza di pietà umana,forse timore di esporsi troppo, Strutture cattoliche che non assolvono i doveri per cui sono nate,!! Dulcis in fundo, l’accoglienza del Papa che mi pare, non avrebbe potuto fare altro!Condivido, però, anche il commento di Franco che mi pare di una ” praticità” sicura ed intelligente! Grazie Lucia che ci hai fatto riflettere ,perchè , ogni giorno vediamo nelle nostre strade emigranti che chiedono aiuto e lo trovano presso la Caritas, nelle Chiese, in Torino presso il Cottolengo.

  11. franco ha detto:

    Già circa duemila anni fa un uomo e una donna con un asino e un nascituro bussarono invano a molte porte per poi sistemarsi in una capanna. Il viaggio di Quentin e di Ingrid è romantico e in un mondo di convenzioni…anticonvenzionale. Per loro due però non per i loro tanti figli, che sono costretti a dividere la loro dolce follia. Se hai una famiglia così numerosa non ti incammini con due asini per andare a Roma, dai una casa , una istruzione e il cibo ai figli che hai generato e che non ti hanno certamente chiesto di andare dal Papa a dorso di mulo . Questo bel pellegrinaggio lo fai prima di aver i figli…e quando li avrai racconterai quello che hai fatto e se loro , quando sono grandi, vorranno imitarvi …bene !

  12. lorenzo12.rm ha detto:

    M’è piaciuta molto. Storia di un delicato fascino. Grazie, Lucia.

  13. Nembo ha detto:

    Storie di paese, modi di vivere, sono sempre fantastiche con dei bei racconti che a volte ci fanno riflettere sulla vita di oggi. Questa storia presentata da Lucia ne è la prova e come scritto nel Post i piccoli gesti sono più importanti di altre molte cose. A volte i problemi sono anche opportunità per conoscere se stessi che non avremmo mai scoperto se la vita non ci avesse messo alla prova. P.S. Non ricodo chi ha scritto questa frase. Un Saluto

  14. francesca (franci) ha detto:

    Bellissima e commovente storia, Lucia. Soprattutto perchè di vita vissuta. Quello che sconvolge è il fatto che chi avrebbe dovuto dare ospitalità cristiana alla famiglia in questione, ha addotto mille scuse per mandarli via. Monastero di suore, frati francescani, complesso dei cappuccini. No..no..tutti a dire no, non è possibile. Ma non dovrebbero essere queste congregazioni, per prime, a mettere in pratica la parola di Gesù? E invece scuse, scuse, sempre scuse. Non sono queste le condizioni per una vita cristiana? Pare di no. Ma ecco arriva Lui. Il poverello argentino che porta il nome del povero di Assisi: Francesco. Lui ha tanto da insegnare, anche a quelli che credevano di sapere già tutto.

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