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A Napoli lo chiamano il caffè sospeso, ed è un antico rito frutto di quella civiltà solidale di cui ci piace fare parte. Qualcuno di voi lo conosce, altri ne avranno sentito parlare. Per chi non lo sa, invece si tratta di questo: nella capitale del Mezzogiorno, un tempo, c'era l'usanza di lasciare un caffè pagato per chi non aveva i soldi per pagarsi la "tazzurella 'ò cafè". L'avventore pagava un caffè in più, il barista lo segnava su un apposito libriccino e se uno sconosciuto passava e chiedeva: "c'è un caffè sospeso?", il barista controllava tra i sospesi e se l'esito era positivo lo sconosciuto si trovava a bere un caffè gratis pagato da un anonimo avventore.

Questa vecchia usanza sta adesso riprendendo piede.

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Se ci pensiamo si tratta di un gesto di grande civiltà. Primo perchè significa essere solidali senza aspettarsi alcuna riconoscenza in cambio, dopotutto offriamo un caffè ad una persona che non conosceremo mai. Secondo, si tratta di un gesto di fiducia nei confronti dell'esercente. Occorre confidare nel fatto che il caffè pagato verrà poi veramente offerto a chi ne ha bisogno e che il barista non intaschi i soldi e faccia il furbo.

Sono tempi difficili questi e a qualcuno dev'essere tornata in mente questa antica manifestazione di solidarietà napoletana declinandola ai tempi di Internet secondo le modalità digitali.

In alcune città d'Italia, infatti, da alcuni mesi è nata una rete di solidarietà che si occupa della spesa per i più bisognosi. Si tratta di una sorta di spesa pagata, diciamo così, un pò come il caffè pagato. Spesa sospesa, chiamiamola così.

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A fare la spesa in alcuni negozi convenzionati, al momento di passare alla cassa, si può lasciare se si vuole, un piccolo obolo destinato a chi non può permettersi di fare la spesa. La donazione, anche di pochi centesimi, non ci sono infatti obblighi d'importo, viene registrata sullo scontrino e inserita in una sorta di salvadanaio. Il ricavato verrà poi destinato all'acquisto di beni alimentari per le famiglie più bisognose iscritte nelle liste del Comune.

Ma c'è di più. Chi vuole può adottare a distanza, per così dire, una famiglia e farle arrivare la spesa periodicamente garantendole la sussistenza.

La crisi economica e globale ha messo in ginocchio il sistema del welfare in tutti i Paesi e questo spiega il ritorno alla vecchia rete solidale, quella che funzionava in passato quando era il quartiere che si prendeva cura dei più bisognosi arrivando laddove gli organismi istituzionali latitavano.

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E' un piccolo esercito quello dei nuovi poveri a cui si aggiungono le categorie del ceto medio le cui posizioni economiche e sociali sono state erose come non mai da una crisi che è iniziata otto anni fa e, checchè se ne dica, non è ancora finita.

I tempi della ripresa viaggiano ad una lentezza impressionante, non se ne vedono spiragli, il tunnel è infinito.

Ai nuovi poveri ora si aggiungono nuove categorie, anche di professionisti, medici, avvocati, architetti. Ottomila avvocati italiani hanno rinunciato alla toga lo scorso anno perchè le rette d'iscrizione alla Cassa Forense, il Fondo pensionistico degli avvocati, erano considerate troppo onerose per loro. La crisi ha colpito tutti, o quasi.

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Davanti al collasso di un'intera Nazione si resta senza fiato e i gesti di solidarietà, per quanto nobili siano, il caffè sospeso, la spesa alimentare sospesa, si infrangono davanti alle leggi della politica e dell'economia.

Non si può fermare il vento con le mani, dice un vecchio proverbio, però possiamo chiedere alla politica e all'economia di tornare a fare presto e bene il loro lavoro e di mettersi al servizio, anzi di rimettersi al servizio della collettività, progettando benessere e adoperandosi per un futuro migliore. Così come dovrebbe essere.

 

Francesca

15 Commenti a “POVERI MA SOLIDALI!…di Franci”

  1. franco ha detto:

    Davanti ad ogni supermercato e ad ogni chiesa c’è sempre un nero (o anche due ) che chiedono l’elemosina. Ai lati delle strada , sotto i portici, vicino alle metropolitane, accando alle edicole, confondi le rom (zingare) sedute in terra con i possibili “poveri” con la mano sempre tesa. Nel breve tratto di settecento metri questa mattina ne ho contati cinque.
    Allora anche una dignitosa signora “anziana” che chiede 30 centesimi per arrivare all’euro e mezzo del biglietto del bus può essere trattata come Alba. E’ un mondo brutto ,cinico, sospettoso e razzista e per una inflazione di elemosinandi non si distinuono più le cose.
    Se fosse solo quello è che amentano le pulsioni razziste e populiste , nel termine più chiuso e fascista del termine.

  2. girasole rm ha detto:

    alba se ti trovavi a Napoli ti assicuro che la cosa di non trovare chi ti dava i 30 cent. mancanti sarebbe andata in modo diverso ti avrebbero offerto il prezzo del biglietto intero il sud anche sè piu povero è un popolo generoso scusa la franchezza ma è la verità.

  3. francesca (franci) ha detto:

    Dopo l’ultimo commento di Alba direi che l’argomento si fa serio. Entriamo in una dimensione che ci accomuna tutti, e nessuno può dire di essere esente da pregiudizi (c’è proprio un mio post di qualche giorno fa su tale argomento). L’esperienza di Alba andrebbe valutata non tanto per l’indignazione che può suscitare di primo acchito, quanto per il meccanismo che scatta in ciascuno di noi quando ci troviamo di fronte ad una mano tesa, ad una richiesta d’aiuto che arriva direttamente alla nostra persona dal bisognoso. Per ora non vado oltre, aspetto i vostri pensieri con tutta la loro valida e varia interpretazione.

  4. alba morsilli ha detto:

    Non volevo metterlo ma a questo punto non posso fare a nemo-
    Tante belle parole sole parole, io l’altro giorno non avevo i soldi del bus mi mancavano 30centesini ad arrivare a 1,50 il costo del biglietto, mi son trovata a chiedere i 30centesimi non volevo prendere la multa se saliva il controllo, mi bastava arrivare a casa, ed ecco che domando ho voluto vedere se anche io ci riuscivo come fanno gli extracomunitari negli angoli delle strade,
    forse ero troppo in ordine nel mio abbigliamento, non so si giravano dall’altra parte.
    Mi hanno anche detto “vai a lavorare” forse non mi hanno guardato bene, che ero una vecchia.
    allora decisa son salita sul bus senza il biglietto mi è andata bene.
    questo per dirvi come noi italiani non abbiamo la faccia tosta di quella gente scusate ma io sono stanca di aver sempre dato e per noi mai nessuno ha fatto niente. Per me è solo finto buonismo

  5. francesca (franci) ha detto:

    Sono d’accordo, caro Franco, che per gustare un caffè bisogna avere prima la pancia piena. Ma il “caffè sospeso” mi serviva solo per introdurre il resto del discorso, molto più importante. “Populismo”: questa è, almeno adesso, una delle parole maggiormente abusate nella scena politica e mediatica nazionale. Una delle più storpiate da qualsiasi mezzo d’informazione e all’interno di qualsiasi discorso politico. Abbiamo ben chiaro cosa significa?

  6. francesca (franci) ha detto:

    E per riprendere il discorso di Alba, certo che non dovrebbe esistere la povertà, ma c’è…è un dato di fatto incontrovertibile. Posso convenire con te che alla Caritas, forse, ci sono più immigrati che italiani, ma solo a quella del nord. Ai centri Caritas del sud, gli italiani hanno superato gli immigrati in quanto a richiesta d’aiuto.

  7. alba morsilli ha detto:

    scusate ma io credo di essere schietta, ora che siamo sotto Natale si lanciano catene di solidariettà, ma non è vergognoso che un popolo si debba ridurre a fare la coda per un pacco di pasta oppuree ancor peggio molti si sentono moralmente umiliati che pur avendo bisogno non chiedono.
    Non mi fa piacere leggere articoli di questo genere, perchè non deve esistere la povertà, so che purtroppo c’è e proprio eiri i dati dicevano che un italiano su 4 è povero, anche se c’è una piccola tendenza al miglioramento.
    Si avvicinano le feste e leggeremo i pranzo per i poveri, ma io vorei sapere se questi mangiano una voltà l’anno? a modo loro anche la Caritas si fa pubblicità, non spendendo un centesimo ve lo posso garantire io l’anno scorso ho servito a un pranzo sono partita con tante buone intenzioni ma poi ho visto che anche li era pubblicità tutto era donato dagli sponsor i volontari gratis, e poi tutti extra comunitari e gli italiani poveri dove erano? Ecco qui c’è di mezzo la dignità pensiamoci seriamente.

  8. francesca (franci) ha detto:

    Hai detto bene Gianna, rinunciamo a qualche regalo di Natale, magari inutile ma pensiamo a fare un pò di solidarietà in più. Ci sentiremo molto meglio soprattutto facendolo senza troppi esibizionismi, nell’anonimato, come giusto sarebbe.

  9. franco ha detto:

    Come non essere d’accordo con la solidarietà spicciola , ma capite bene che il “caffè sospeso” lo si prende volentieri quando prima si è mangiato pane e companatico (come si dice dalle mie parti). In parte sono d’accordo con lo sfogo di Giulio , ma sono più vicino all’eroe romantico di Walter Scott e cioè Robin Hood che toglieva ai ricchi per dare ai poveri (di qualsiasi provenienza). Mi atterrisce ora il populismo che tende ad essere nazionalista, razzista, movimentista e selettivo.

  10. francesca (franci) ha detto:

    Vorrei fare una piccola precisazione: la “spesa sospesa” non è la raccolta che fa l’associazione “Colletta alimentare”. Come ho precisato nel mio post si tratta di soldi che si lasciano alle casse dei supermercati o dei negozi convenzionati e che serviranno per pagare una spesa a chi ne avrà bisogno. Ma la spesa la farà la persona bisognosa acquistando quello che le serve. Certo che se, per ipotesi, lasciamo un pacco di caffè ma quella famiglia ha bisogno del latte fresco o pane per i propri figli, non potrà servirsi della colletta alimentare che prevede solo cibi in scatola e a lunga conservazione. La differenza è tutta qua. Quindi sottolineo che non si tratta solo di donare qualcosa a qualcuno in difficoltà economiche, ma anche dell’importanza che gioca la fiducia concessa al negoziante che deve, onestamente, gestire i soldi che noi lasciamo.

  11. gianna ha detto:

    Francesca, ricordo questo antico rito di civilta’ solidale di cui piaceva fare parte.non facciamo di un erba un fascio, nella capitale del Mezzogiorno c’era l’usanza di lasciare un caffe’ prepagato a chi non aveva soldi per pagare “Una Tazzurella,ò cafe’, anche questa era solidarieta’.Un saluto, ciaoo

  12. gianna ha detto:

    Franci,questo post, è veramente interessante mettendo fine alle chiacchere, ora non c’è tempo bisogna pensare ai fatti, Cercare di aiutare queste persone senza umiliarli domani potremmo essere noi a trovarci nelle stesse condizioni,una belle idea di solidarieta’francy, per quelle persone che oggi si trovano in queste difficolta’, lasciamo perdere i regali di Natale ma cerchiamo di essere solidali con queste persone che siano sereni almeno a Natale, bastano cose strettamente necessarie in anonimato libere dalle scelte nessuno deve ringraziarci e fatto con il cuore. Anche il Signore divise il pane con i suoi Discepoli e disse prendete e mangiatene tutti.Un saluto

  13. Giulio Salvatori ha detto:

    Francesca, il tuo brano merita molte e pacate ( se ci riesco)riflessioni.Ben vengano gesti buoni come il caffè sospeso, la raccolta di alimenti che fanno volontari all’uscita dei negozi e supermercati. Ma non è questa la soluzione.Vedere persone che razzolano fra le cassette della frutta ai mercati alla ricerca di qualche mela ancora buona,o qualche ciuffetto di insalata è una cosa che fa Vergogna. Ma non a noi , ma a coloro che ci hanno governato per tanti, tanti anni.Non faccio distinzioni di colori politici, tutti uguali. Tutti si sono aggrappati a questo nostro Stivale spolpandolo.Tutti si sono mantenuti i loro sporchi stipendi da nababbi riducendo persone alla fame. Come dimenticare quei datori di lavoro che si sono tolti la vita percgè la loro azienda è fallita?Come non vedere giovani splendidi che portano le loro conoscenze all’estero? Come si possono accettare soluzioni di assistenza ai profughi, (chiamateli come volete)in alberghi con cellulari ecc, e poi , magari, rifiutano anche il vitto offerto ? Ci vuole tanto a capire che, tutti non si possono ospitare, quando abbiamo famiglie alla fame? Come si possono pagare stipendi da capogiro a deputati e senatori ? (scritto minuscolo di proposito).Come si può vedere una chiesa lussureggiante e misteriosa che, come si dice dalle mie parti : predicano bene e razzolano male. Come si può leggere che fondazioni che non si sa cosa fanno, prendono milioni di contributi? (vedete internet alla voce -fondazioni-). Mi fermo qui Francesca, mi aspetto fulmini e saette, ma questo è solo una minima parte che mi ha scatenato il tuo post. Comunque, stamani, andrò al solito bar e proporrò di mettere in atto – Il Caffe Sopeso – Il solito Maledetto Toscano

  14. lorenzo12.rm ha detto:

    “Non si può fermare il vento con le mani, dice un vecchio proverbio, però possiamo chiedere alla politica e all’economia di tornare a fare presto e bene il loro lavoro e di mettersi al servizio, anzi di rimettersi al servizio della collettività, progettando benessere e adoperandosi per un futuro migliore. Così come dovrebbe essere”.
    E’ la conclusione del post di Francesca, che assumo come impegno personale raccomandandolo all’intera nazione.
    Grazie Franci.

  15. girasole rm ha detto:

    FRANCESCA trovo il tuo post come un’idea meravigliosa da divulgare La spesa sospesa mette fine alle chiacchiere e alle buone intenzioni per passare ai fatti .Aiutare i poveri senza umiliarli in completo anonimato donando quello che si può ad es. un pacco di pasta una confezione di pomodoro ecc. ecc. Alla portata di tutte le tasche Questo post natalizio ti fà onore BRAVAAAAA

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