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C'è una città in Italia, che oltre ad essere la città della cultura 2016 può vantare un primato: la città roccaforte del buon vivere e della felicità. Naturalmente sto parlando di MANTOVA! 

E allora ci vado. Eccomi, son già là.

I ritmi placidi del mattino, le pennellate del Mantegna, un verso di Virgilio e ritorno all'epoca dei Signori di Mantova, i Gonzaga col loro Ducato. Arrivo lì al  mattino presto, la città è racchiusa in un’atmosfera  che definirei  irreale, quasi magica. I campanili e le sue torri emergono da  un velo argenteo di nebbia man mano che mi avvicino.

Prima di entrare nell’ansa che racchiude l’abitato, mi guardo intorno e spazio attraverso l’ampia e fertile pianura ascoltando il silenzio che regna tra le cime dei pioppi che si ergono  numerosi e alti verso il cielo quasi a voler contendere il primato a campanili e torri, e non solo della città ma anche dei cento e più paesi che le fanno da contorno.

Tutto è permeato da una solennità quasi mistica e io trattengo quasi il fiato per non infrangere silenzio e sensibilità acuita in questa pianura dove la poesia delle tradizioni, pur lontane nel tempo, vive sempre nello spirito e nella tranquilla monotonia dell’umile e paziente lavoro di vita agreste.

E dalla contemplazione “di questa dolcezza profonda di paesaggio corcato nel verde” nascono le Georgiche di Virgilio, il grande Mantovano, poeta dell’Impero, che sopra ogni cosa canta la poesia della terra, intimamente legata alla visione raccolta dei campi nativi e al suo amore per l’Italia.

E mentre il Mincio con le sue acque ferme dai riflessi dorati regalati dal primo sorgere del sole, sbadiglia al giorno dandomi il benvenuto, io entro già carica di trepide emozioni ed esaltanti aspettative per ciò che sarei andata ad ammirare.

Qui, mio malgrado, mi è d’obbligo fare un breve cenno al periodo dei Gonzaga a Mantova sotto il cui marchesato la città conobbe un’era di splendore artistico con la costruzione dei maggiori edifici, veri capolavori d’arte e di grandiosità. Alla corte dei Gonzaga fecero onore i più illustri ingegni quali l’Ariosto, il Tasso, il Correggio, il Tiziano e il Cellini, Pisanello e Vittorino da Feltre che vi fondò la Cà Zojosa (Giocosa).

Per l’arte rinascimentale Ludovico II ospitò il Brunelleschi, l’Alberti, il Poliziano ma fu soprattutto Andrea Mantegna a dare l’impronta alla Mantova dei tempi d’oro. 

Così ha inizio la mia visita,  naturalmente in una qualunque giornata feriale per godermi le bellezze in tutta tranquillità. Il primo ingresso è al Duomo che si trova proprio nella grande piazza che ospita anche Palazzo Ducale e il Castello di S. Giorgio dei quali vi parlerò più avanti.

In religioso silenzio entro in questa Cattedrale.  E' deserta. Magnifica per eleganza di linee e ornamentazione. Sontuosa versione della Basilica paleocristiana nei termini del manierismo cinquecentesco. Il Duomo è una costruzione di antica fondazione ma ricostruita nel 1545 da Giulio Romano, grande architetto e pittore del Rinascimento manierista che a Mantova ha lasciato praticamente traccia ovunque.

Della precedente costruzione restano il lato destro gotico e il campanile romanico del XII secolo, aperto da bifore e notevoli polifore.

Una quadruplice schiera di colonne corinzie architravate lo divide  in cinque navate componendo un suggestivo gioco di ombre e prospettive.

Interno Duomo di Mantova

Interno Duomo di Mantova

Ed ora, forse la parte più importante e attesa di questo mio percorso: Palazzo Ducale e Castello di San Giorgio. Entrambi  fanno parte della reggia dei Gonzaga che non è assolutamente un edificio singolo ma è, in realtà, un enorme complesso di costruzioni di varia epoca collegate fra loro da passaggi interni. L’idea della vastità di questa reggia posso darvela dicendovi che annovera 500 stanze, alcune delle quali sono immense sale e 15 aree all’aperto fra giardini, cortili e piazze.

Palazzo Ducale

Palazzo Ducale

Entrando da Palazzo Ducale e salendo lo scalone che conduce al primo piano, si accede alla Sala del Pisanello, sontuoso pittore di Corte che lavorò a lungo a Mantova.

Pisanello - Sala dei Principi - Battaglia di Liuverzep

Pisanello - Sala dei Principi - Battaglia di Liuverzep

Qui eseguì forse una delle sue opere maggiori, la decorazione della Sala dei Principi che raffigura gesta di cavalieri impegnati in un sanguinoso torneo. In questo enorme affresco l’artista inserisce anche personaggi della corte gonzaghesca con diversi simboli di questa famiglia.

Sala degli Specchi

Sala degli Specchi

Pregevoli opere d’arte e collezioni di notevole importanza sono raccolte nei vari ambienti del Palazzo Ducale. Nella Galleria della Mostra si trovano una scultura raffigurante un “Virgilio” di scuola veneziana del XIII secolo e il busto di Francesco II attribuito al Mantegna.

Una grande tela di Rubens raffigurante i duchi Gonzaga con le rispettive duchesse si trova nella successiva Sala di Manto.

Sala di Rubens

Sala di Rubens

Attraverso sale e saloni mirabilmente affrescati e raffiguranti tutti i momenti della vita dei padroni di casa ma anche decorazioni e figurazioni mitologiche e allegoriche, senza rendermene conto passo da Palazzo Ducale al Castello di San Giorgio e qui  accedo, con l’emozione a mille,  ad ammirare un affresco rimbombante di verità poetica e rara bellezza col quale, quel genio di Andrea Mantegna ha voluto incidere la sua forza di rappresentazione del linguaggio in uno straordinario potere evocativo del racconto storico dove tutti i personaggi raffigurati formano la trama dal profondo senso umanistico: la Camera Picta o Camera degli Sposi.

Camera degli Sposi o Camera Picta

Camera degli Sposi o Camera Picta

E il Mantegna qui mi apre il sipario in un paesaggio altamente suggestivo con una visione ampia e luminosa  del grande ritratto di vita contemporanea realizzato con vivacità ed intelligenza. Si tratta di un grande ciclo decorativo che raffigura, in termini di profonda solennità, gli aspetti della Corte gonzaghesca in una composizione di ampio respiro dove l’ispirazione poetica riesce a trasformare ogni elemento culturale in una più umana aderenza alla realtà e alla natura. La Camera degli Sposi rappresenta una delle pagine più alte dell’arte di Andrea Mantegna. Ma non pensate sia questa una sala immensa, si tratta invece di una piccola e raccolta camera  talmente ricca di immagini decorative che sembra quasi vogliano sfondare le pareti dell’ambiente.

Ora cercherò di accompagnarvi nel mio percorso, ma non mi sarà possibile descriverlo interamente con dovizia di particolari, sarebbe troppo esteso il racconto perciò cercherò di intrattenervi  con brevi cenni per ciascuna scena.

All’ingresso nella stanza la mia attenzione è attratta dalla parete sulla quale il  Mantegna ha ritratto la Corte dei Gonzaga riunita. Seduto sul trono, posizione di privilegio, è il Marchese Ludovico che colloquia col segretario Marsilio Andreasi. Accanto a lui, appena più in basso, è Barbara di Brandeburgo, la moglie, donna colta e intelligente in grado di sostituire il marito, durante le sue assenze, nella conduzione dello Stato e della famiglia.

Corte dei Gonzaga nella Camera Picta

Corte dei Gonzaga nella Camera Picta

Fra i due coniugi si trovano il primogenito Federico e il giovanissimo Ludovico. Poco più sotto è l’ultimogenita Paola. Gli altri due figli della coppia si trovano alle spalle di Barbara  e sono Rodolfo e Barbara.

Vi sono poi raffigurati un matematico e un parente d’alto rango ed infine la nana che sembra quasi sparire tra le vesti della principessa Barbara.

 Sulla parete di sinistra è raffigurato l’incontro tra il Marchese Ludovico e il figlio Cardinale Francesco alla presenza di famigliari e cortigiani.

Camera Picta - Parete di sinistra

Camera Picta - Parete di sinistra

Grande suggestione offre il paesaggio che fa da sfondo: monti e colline si estendono in lontananza dove l’artista ha rappresentato una città ideale con monumenti avvolti in un silenzio totale ed inviolato. E tale è il silenzio in questa stanza dove la contemplazione lascia spazio solo all’emozione che coglie e che non ammette parole.

Piccole figurine bianche si muovono sulle pendici del monte mentre una girandola di putti sorregge l’epigrafe latina che conclude la fatica dell’artista che ben testimonia la natura affettiva dei rapporti tra il pittore e i Signori di Mantova.

Alzando gli occhi al soffitto vengo immersa in una volta a stucchi dorati dove, da una balconata, si affacciano dame e putti. Qualche testolina appare tra le aperture della balaustra e mentre i singoli elementi convergono tutti al centro la luce piove in una finzione quasi spaziale ma altamente affascinante spalancando l’occhio sul cielo luminoso.

Soffitto Camera Picta

Soffitto Camera Picta

Tutti sappiamo che all’interno dei  musei è vietato fotografare ma io sono riuscita, in un momento di distrazione del sorvegliante a catturare un paio di immagini di questa mirabile opera che mi ha lasciata strabiliata per il suo stupefacente pregio.

Di arte da vedere a Mantova ce n’è ancora tanta ma il tempo incalza e allora via al Palazzo Tè attraverso Piazza Sordello, Piazza delle Erbe e non prima di aver fatto una capatina alla imponente Chiesa di S. Andrea che custodisce il sepolcro di Andrea Mantegna.

Palazzo Tè

Palazzo Tè

Il Palazzo del Tè è una grandiosa villa rinascimentale ed è il più significativo monumento lasciato da Giulio Romano. Questo singolare nome deriva, secondo alcuni, da una località chiamata, in dialetto, Tejet (piccolo taglio dell’erba) e secondo altri, invece, da teieto, cioè villaggio di capanne.

 Anche qui le innumerevoli sale sontuosamente affrescate riportano all’artista che a Mantova ha lasciato quasi tutta la sua produzione. Giulio Romano,  allievo di Raffaello, ha realizzato la Sala di Psiche dove ha svolto il tema dell’Amore attraverso la mitica favola tratta dall’Asino d’Oro di Apuleio che tanto piaceva alla fantasia rinascimentale.

Nella Sala di Psiche l’artista ha voluto rappresentare, esaltandola, la passione amorosa del marchese Federico per Isabella Boschetto ma ciò che fa di questa sala motivo di rara bellezza sono le decorazioni dalla cromatica vivacità e l’inesauribile ricchezza di motivi pittorici su interessanti sfondi paesaggistici.

Attraverso, ammirandole le altre numerose sale tutte degne di nota, ma per non rubare altro spazio mi fermo solo a darvi un breve cenno alla Sala dei Giganti che è certamente l’ambiente più spettacolare del  Palazzo.

Le decorazioni di questa sala fondono le pareti con la volta in un unico ed infinito affresco di figure veramente colossali ed impressionanti intese a svolgere il tema della “Caduta dei Giganti fulminati da Giove”, tema che richiama la Potenza dell’Imperatore Carlo V che nel 1530 aveva concesso a Federico II il titolo di duca.

Sala dei Giganti - Giulio Romano

Sala dei Giganti - Giulio Romano

Altre sale ed altre meraviglie i miei occhi catturano imprimendole nella mente ma concludo questo mio viaggio nell’arte mantovana con un felice pensiero. Nella magica atmosfera di questa città continuano a vivere, l’uno accanto all’altro, il mondo poetico  che ispirò la poesia virgiliana, l’ineguagliabile imponenza dei monumenti gonzagheschi, la maestosa signorilità dell’arte rinascimentale, i ricordi storici e forse, anche dolorosi della nostra storia più recente. Tutto questo è Mantova e ognuno può scegliere, tra ciò che è bello e raro in questa città, la Mantova che più gli è vicina.

Io ho scelto la Mantova dell’arte e della poesia, quindi tutta senza esclusione alcuna.

Francesca

23 Commenti a “MANTOVA, LA CITTA’ FELICE…..di Franci”

  1. francesca (franci) ha detto:

    Grazie Franco, come sempre attento a suggerimenti importanti e preziosi. Segnato tutto.

  2. franco ha detto:

    Chi volesse approfondire il territorio mantovano , se non lo ha già fatto, consiglio:
    San Benedetto PO- con lo spelndido monastero di Polirone ,con i chiostri secolari il refettorio e le spettacolari cantine e la chiesa abbaziale con opere scultoree del Begarelli.
    Sabbioneta, la piccoloa capitale di Vespasiano Gonzaga ,patrimonio dell’Unesco. E’ una piccola città “ideale” rinascimentale. Da non perdere la meravigliosa Galleria degli antichi, il teatro olimpico dello Scamozzi Il palazzo Giordino e le varie chiese.
    Valleggio Sul Mincio , scenario di battaglie risorgimentali,da vedere: Il parco Sigurtà (a primavera o in autunno) il Castello (con annesso fantasma ) e lo splendido Borghetto sul Mincio ,pieno di cascatelle, mulini e ristoranti da urlo ,sotto al ponte visconteo .

  3. francesca (franci) ha detto:

    Grazie a te Carlina. Sono felice di essere stata utile portandoti in giro con me per Mantova.
    Un saluto con la buonanotte.

  4. carlina ha detto:

    sono stata negli anni passati a Mantova a vedere delle mostre di grandi pittori, ma mantova non l’ho mai visitata appieno, pensavo di fare una capatina una volta o l’alt ra, ma ormai non ha + molta importanza tu hai provveduto a colmare questa mia lacuna con grande maestria, attraverso il tuo scritto mi son visitata Mantova da seduta, davanti al pc
    Grazie, Franci, sei formidabile

  5. francesca (franci) ha detto:

    Ecco Alba, ora il regalo l’hai fatto tu a me. Felice come non mai!

  6. alba morsilli ha detto:

    Ma oggi ne abbiamo 18 non 25 si perchè io ho ricevuto un bel regalo anche se non è Natale, un regalo che dura 20minuti e visto a pieno schermo mostra tutta la sua magnificenza, poi non guardando il video e rileggento il tuo scritto piano piano capisci ancora meglio che cosa volevi dire,Tu mi hai accompagnato e il video mi ha aperto gli occhi per vedere anche con il cervello.
    Mi hai fatto sognare ad occhi aperti, ho vissuto nel mondo che vorrei, pieno di bellezza, di pace e tranquillità, questo hai trasmesso egreggiamente, dal passato ai giorni nostri. grazie Francesca della tua passione per l’arte dove noi ne ricaviamo un grande beneficio

  7. francesca (franci) ha detto:

    Michelangelo, no comment. Solo un forte abbraccio.

  8. michelangelo ha detto:

    Cara Francesca, son partito con te verso Mantova e son tornato con te. In quella “patina” del tempo che avvolge i monumenti ho provato le stesse tue emozioni facendo tappe e soste in angoli permeati dalla storia e dall’Arte. Ero lì, sospeso sulle nuvole, tra i putti del soffitto della Camera degli Sposi. Ho visto Romeo correre in cerca del veleno alla notizia della morte della sua Giulietta. Ero dentro lo scrigno prezioso degli affreschi di Palazzo Ducale. Mantova, cornice di fascino indimenticabile. Ed è pure romantica, lo sapevi? Ma che te lo dico a fare…..

    P.S. – Ma quanto son buoni i tortelli di zucca?

  9. francesca (franci) ha detto:

    Hai perfettamente ragione, Alba. Ci manca il video. Per fortuna ci siete voi utenti a darmi consigli e suggerimenti preziosi. Questa è la dimostrazione che l’unione fa la squadra. E noi di Incontriamoci siamo una grande Squadra! Allora, onde incontrarti senza una mano (ahahah..), ho immediatamente provveduto: et voilà..signori: il video della mia passeggiata di emozioni c’è. Gustatevelo insieme ad un buon bicchiere di Lambrusco Mantovano Doc.
    Grazie Alba e buona domenica.

  10. alba morsilli ha detto:

    Il tuo post mi ha letto nel pensiero, Mantova me la sono promessa anche se non è più citta della cultura la sua arte non svanisce.
    MI ero preparata in vista del mio pensiero ed io amante della natura mi aveva copito i soiu tre laghi.
    Si perchè lago Superiore, lago di Mezzo, e lago inferiore allimentati dal fiume Mincio circondano Mantova.
    A dare questa sistemazione fu l’ingegniere bergamasco Alberto Pitentino nel 1190
    Certo a primavera isole di fior di loto in fiore sui laghi, di una cosa son rincresciuta non è possibile mettere dei video nel blog per vedere tutte le cose belle che tu scrivi, si le foto ma metti un video, mi da l’impressione di essere senza una mano insomma manca qualcosa.
    Non c’è possibilità di espandersi?

  11. francesca (franci) ha detto:

    Si si e ancora si, Mantova è splendida! Grazie a te Lorenzo e Buona Domenica.

  12. lorenzo12.rm ha detto:

    Splendida Mantova e splendido il tuo post, Francesca. Te ne sono grato.

  13. francesca (franci) ha detto:

    Carissima Rosa, sono felice di averti “trasportata”, anzi riportata, per pochi minuti dentro i tuoi ricordi di quella splendida città che è Mantova. Non smettere mai di studiare, di leggere, di apprendere, di incuriosirti alla vita e a tutto il bello che c’è dentro. Mi hai nominato Chiaravalle, che meraviglia quel Monastero, pieno di affreschi del Luini e di tanti altri artisti del Rinascimento lombardo.
    Ti abbraccio e grazie.

  14. rosa ha detto:

    Cara Francesca,sono stata piu volte a Mantova e i miei ricordi sono come una visione nella nebbia.Grazie per avermi fatto rivivere queste meraviglie.Alla terza età abbiamo una prof della cattolica che per sua passione ci porta a vedere le meraviglie della Lombardia,meraviglie che magari sono i paeselli sperduti come ad esempio una gita a Chiaravalle della colomba e Castell’Arquato, mai un giornale a mia memoria,consiglia certi itinerari.grazie ancora.Rosa

  15. francesca (franci) ha detto:

    Ebbene si, cara Gianna, io ho una passione sfrenata per il bello artistico, qualunque esso sia. Tu sai che io vado a vedere mostre su mostre e aappena posso scappo da casa per farmi un viaggetto in qualche città d’arte. Come ho già detto, non amo scrivere di ciò che non vedo con i miei occhi e tocco con le mie mani, non saprei da dove cominciare, mi mancherebbe l’emozione che si prova quando si assiste di persona alla magia che l’Arte suscita ammirandola.
    Grazie, ti abbraccio.

  16. gianna ha detto:

    Franci, premetto che L’arte non è la mia passione,bisogna conoscerla bene studiando e visitando varie citta’ dove puoi visitare per capire il suo significato,di un dipinto di una cattedrale di ogni cosa che devi conoscere con patrimoni artistico di ogni cosa che fa parte all’arte,grazie e molto istruttivo per tutti.certo la tua bella descrizione è solo una tua grande passione,Ciao Un saluto.

  17. gianna ha detto:

    Mantova La citta’ più felice d’italia. Francesca tu la conosci bene, nella citta’ di Gonzaga un luogo dal fascino antico del Mantovano si vive bene e meravigliosa nonostante la crise economica. E’ una citta’ a forma di palazzo questa felice sintesi di Baldassarre Castiglione rende al meglio l’idea del fascino e della suggestione di cui Mantova e capace.Lo sà l’Italia , la Lombardia e lo sai tu ,stessa Mantova mia, che la iniguita’ dogni sorta.I complimenti vanno a Francesca sai amare l’arte in tutte le sue bellezze.Un saluto

  18. francesca (franci) ha detto:

    Caro Franco, grazie dei preziosi suggerimenti, li terrò presente nella mia prossima visita a Mantova. Per quanto riguarda le cibarie, ti pare che io mi sia fatta mancare qualcosa? Ma neanche……ahahah…!!!

  19. franco ha detto:

    Sono a tre quarti d’ora da casa ,quindi almeno un paio di volte all’anno vado in questa splendita città. Non c’è da aggiungere molto Francesca è meglio del TCI, però consiglierei una visita allo splendido teatro del Bibiena (nato come teatro scientifico ed uno dei più belli del mondo).Visiterei anche la Casa del Mantegna costruttivamente particolare ( un cerchio incluso in un quadrato ) e la chiesa che sta di fronte a questa casa cioè quella di San Sebastiano di Leon Battista Alberti(capolavoro di proporzioni).
    Poi non meno importanti: I tortelli di zucca, il risotto alla pilota , lo stracotto di somarino con la polenta, la mostarda e la torta sbrisolona , siamo in epoche dove la “pancia” conta sempre di più.

  20. francesca (franci) ha detto:

    Mario-girasole….i misteri della terra! Ecco un bell’argomento per un prossimo post. Mettiti al lavoro…Ahahah…
    Ciao e grazie.

  21. girasole rm ha detto:

    Francesca permettimi di farti i complimenti sinceri sei una divulgatrice di arte in tutta la sua bellezza grazie di cuore. Ecco uno dei misteri della terra, molti studiosi sostengono che in vari punti terrestri si concentrono emanazioni di positività e benessere Mantova è uno di questi punti Atmosfera magica, hai trovato il termine giusto ciaoooooooooo ☺☺☺

  22. francesca (franci) ha detto:

    Sai Nembo, io riesco a scrivere solo di ciò che vedo, e ti assicuro che entrare a Mantova di mattina presto, è qualcosa di talmente suggestivo che ti lascia senza parole. Un’atmosfera accogliente e positiva, un luogo dal fascino antico, quasi immutato nel tempo.
    Ciao e grazie.

  23. Nembo ha detto:

    Mantova la città migliore dell’Italia, culla della civiltà e gioiello del rinascimento con il suo grande patrimonio achitettonico e artistico. Come sempre Francesca hai fatto una grande e bella descrizione della città oltre ad essere istruttiva.Un Saluto

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