Ho tante lacune, tanti difetti, ma ho anche un pregio: mantengo sempre la parola data. Vi dissi che per un po’ di tempo sarei sparito e sento ancora il vostro brontolio contento che diceva: “ era ora ! “. Stamani ho deciso di spalancare le porte del mio rifugio: sarete miei ospiti. Prima di entrare, aspettate un attimo che devo fare un po’ di largo: ci sono anche dei cavi elettrici per il pavimento e potreste inciampare. Non mi chiedete a cosa servono, lo vedrete.

Voglio rimettere a posto la “sala musica” perché c’è troppa confusione, così dicono le mie donne. Non è esattamente una sala musica, né un salotto: ma una semplice stanza, la mia stanza, nella quale rimpiatto e conservo tutte le mie cose. Per me è ordinata come un giardino ben curato; per altri, invece, è un disastro. Sono sicuro che la pensate come me.

 

Ci sono solamente due sax contralto posati sul trespolo di sostegno, due chitarre, una tastiera, qualche flauto dolce, e due leggii. Appiccate alle pareti, quattro casse che quando sono in funzione trema anche la casa. Sul mobiletto il mixer, lettore cd, amplificatore, cuffie e spartiti di varie musiche adagiati sulle mensole sparpagliati in perfetto disordine ch’io possa subito vederli.

Una scrivania con il diabolico computer, stampante e relativa poltroncina. Mensole con dei libri e targhe, coppe, attestati ecc. C’è anche una piccola bandiera tricolore con un nastro azzurro fissata nell’angolo. Attenzione, conservo in una teca anche una pistola da caricare con pallettoni e fiaschetta per le polveri, pare che fosse di un mio antenato: Chissà come è arrivata a me.

 

Un lettino che funge da divano con orsetti, bamboline, spazzole, specchietti e casine delle bambole della piccola principessa: ha imparato dal nonno. Non date ragione alla gendarmeria domestica, esagera sempre. Sono uno che sfiora la perfezione, ogni cosa è al suo posto, proprio come la voglio io. Quando ci mettono le mani le figlie a mia insaputa con quei prodotti puzzolenti “mangia polvere”, credendo di fare cosa buona e giusta, per un mese ho l’asma, la tachicardia e non trovo più nulla. Nulla! Sento che cominciate ad essere solidali. Tutto questo preambolo per entrare nel concetto della mia ospitalità nei vostri confronti.

Sapete perché vi dico queste cose? Non è che sono solo io ad avere uno spazio, un salotto, o una libreria: in ogni casa ognuno si crea il suo angolino. Il mio pensiero va oltre: qui, sono passati gli anni, qui ho trovato il tempo da dedicare agli altri, qui mi sono cimentato con la musica, qui sono nati i miei scritti: le mie semplici pubblicazioni.

Forse, forse, ho creato qualcosa di interessante? Non lo so, non spetta a me dare certe valutazioni.

Una vita scorre davanti ai miei occhi, quei bambini e bambine nelle foto, ormai sono persone adulte. Ecco che gioia e amarezza si mescolano, il tempo passa inesorabile. E in questo spazio, quando mi va, prendo il mio ferraccio e suono. Le persiane dei vicini di casa sbadigliano, si aprono, non si fanno vedere, ma so che stanno ascoltando. Vivacizzo il borgo e mi manderanno anche a qualche accidente. E ritrovo la voglia di comunicare, incontro amiche e amici che affiorano fra le righe con sorrisi e pacche sulle spalle. E immagino persone lontane che conosco solo virtualmente e mi sopportano con le battute alla Panariello, o come si dice noi: con delle bischerate. Ma so che mi apprezzano, spero, per la mia parlata ruspante, Toscana, versiliese, scevra di fronzoli. E penso anche alla buona Francesca che cerca di postare il mio racconto cercando qualche foto appropriata, perché sa che sono un soggetto scontroso e noioso. Poi ti dice : < Guarda un po’ se ti garba? > ( Ha imparato l’italiano, non dice più – ti piace- ) E come faccio a dirle di no, chissà quanto ha girato in Internet. E aspetti con piacere qualche commento, non tanto per la critica ma per vedere se sarà di loro gradimento. Ecco che questa sala, come dice una nota canzone della mia gioventù: “… questa stanza non ha più pareti, ma alberi, alberi infiniti…” Ma s’affaccia lungo il balcone dello Stivale e incontra Amiche e Amici di una Valle che suona come una favola: Eldy. Non faccio nomi perché dimenticherei sicuramente qualcuna o qualcuno. Questo è il motivo perché vi ho fatto entrare nella mia sala musica. Insieme mi avete aiutato a scrivere queste riflessioni. Uno zibaldone alla versiliese che Vi dono con piacere e affetto. E, grazie della visita.

 

Giulio - Il solito Maledetto Toscano

13 Commenti a “MUSICA E …OLTRE IL PENTAGRAMMA…..di Giulio Salvatori”

  1. sandra.VI ha detto:

    GIULIO,ho letto il tuo bel racconto ,ti ho seguita forse sono invadente ,in punta di piedi ,un po’ commossa ,sai che a ragion veduta posso dire ” mi garba “se mi garba”potessi poi sentirti suonare..al toscanaccio dal cuore d’oro un caro saluto

  2. Giulio Salvatori ha detto:

    Michelangelo, ti ringrazio delle belle parole, ma non esageriamo. Se vieni da queste parti, fai un fischio, ti farò conoscere la Vera Versilia.

  3. michelangelo ha detto:

    Ogni tanto ritornano…e io son tra quelli. Rieccomi, ciao a tutti ed in particolare alla Franceschina tanto bellina e birichina (così, per far la rima). Ma siamo seri, ho letto il post di Giulio il Versiliese. Ma quant’è bello. Anzi no, quanto MI GARBA (come direbbe la rossa)!!! Caro Giulio, di commenti positivi ne hai sempre avuti a profusione e sai perchè? Perchè tu sei persona sensibile, modesta e umile pur essendo colto e letteralmente dotto. Non smettere mai di scrivere per questo blog, sapessi quanti ti leggono, magari non commentano ma un pochino t’invidiano. Io per primo….fossi bravo come te…Un caro saluto a te e Buona Festa alle Befane di Eldy!!!!! Ahahahah……..si fa per scherzare. no?

  4. francesca (franci) ha detto:

    E io rispondo: “mi garba….eccome se mi garba…”.
    Ciao Giulio, un saluto a tutti!

  5. Giulio Salvatori ha detto:

    E’ rimasto nella penna : alla Francy dico sempre < se non ti garba tiralo nel cestino… <

  6. Giulio Salvatori ha detto:

    In una prefazione di un libro si legge: ” La memoria lega i ricordi al cuore e, si esternano poi alle persone che conosci , amici,ecc. La critica e il giudizio del lettore, sono cose integranti e non sempre benevoli. Quindi, ci vuole coraggio a salire sul palco: a volte arriva anche qualche fischio. E a questa tribuna, mi presento sempre in punta di piedi e con il dovuto rispetto.Tanto che, alla Francy dico sempre : Superata la Sua censura, mi sento più tranquillo e la ringrazio, come ringrazio tutte e tutti di avermi letto, “anco se un v’è garbato”.

  7. francesca (franci) ha detto:

    Sai Franco che mi “garba” di più dire “mi garba” anzichè “mi piace”? E mi sarebbe davvero piaciuto vivere nel Cinquecento, verso la fine quando quel Caravaggio s’innamorò di Lena la Rossa e la fece diventare la sua modella preferita. D’accordo, non era proprio una suora, era una cortigiana ma vuoi mettere? Posare per “La Madonna dei Pellegrini”, “Maria Maddalena in estasi”, “Madonna dei palafrenieri”….è da sballo!!!!

  8. franco ha detto:

    Giulio lè bravo , lè dimorto bravo , ma che mi dica che l’à educato Francesca (òsa da non creder)a dir “ti garba” invece che “mi piace” , me la fà andà ar millecinquecento in Toscana. La mì rossa ner millecinquecento ?
    Bellina la tù casa , bellino il tù racconto , ma lascia Francesca ad Asti.

  9. Nembo ha detto:

    Parto dalle ultime righe e precisamente dal testo della canzone di Gino Paoli e dalle riflessioni, ogni tanto bisogna fermarsi e riflettere, focalizzando con consapevolezza le azioni nella propria vita dalle piccole cose alle grandi cose e pensare alla propria esistenza inserendo tutte le cose che ci circondano in questo caso anche la propria stanza con relativo oggetti, aggiungendo una melodia e altro, e con essi i ricordi che scorrono nel cuore e poi irrompono negli occhi e nei pensieri giudicandoci e per migliorarci, è un modo migliore per capire e per capirci, non dimenticando il mondo in cui viviamo e quello in cui scegliamo di vivere.

  10. lorenzo12.rm ha detto:

    Grande Giulio, benedetto toscano(occhio, non son tutti così, i toscani, ma Giulio è così, benedetto, dunque). Grazie della fiducia che hai mostrato nei riguardi delle tue amiche e dei tuoi amici, mostrandoci un luogo, il luogo che prediligi, il tuo. Ne siamo orgogliosi come te. E ti ringraziamo e benediciamo. Ciao. Ci garba il luogo e ci garbi tu (anche noi, con qualche stento, stiamo imparando l’italiano).Ah, non dimenticavo: grazie Francesca.

  11. mario34 ha detto:

    Giulio ho letto volentieri il tuo scritto ti ringrazio per l’ospitalità. Quando le mie donne si lamentano per il mio disordine. ( Dipingo il mio è un hobby non una professione)
    Allora gli rammento che l’universo intero è nato dal caos primordiale. Quindi il mio presunto disordine è vita.Anche io
    ho la mia camera piena di cavi elettrici e di pennelli. Un pò ti invidio per il tuo talento musicale ho provato a suonare la chitarra,’la tastiera ho imparato a leggere la musica ma sono rimasto una capra hahahaha Complimenti e un caloroso saluto

  12. franco ha detto:

    Tutto questo bel racconto e niente musica ? Se sei “sparito” non penso tu lo abbia fatto solo per lisciare il sax contralto o per far un pò di pulizia , speravo in un parto musicale per cominciar bene l’anno , vedi al maledetto toscano il maledettissimo emiliano risponde sempre.

  13. alba morsilli ha detto:

    voglio essere la prima ad entrare nella tua stanza senza pareti, come fosse il bosco dovetu tu ti nascondi per essere solo con la tua fantasia.Mai a una persona creativa dire “metti in ordine” perchè nel suo disordine lui trova le sue cose
    IL tuo angolo è il paradiso dove sogni e fantastici ti estrani dal mondo scrivi con il cuore e rendi i tuoi scritti come fossero favole per adulti sempre con una morale,poi quel ferro come lo chiami tu lo prendi in bocca e inizi a fiatarci dentro che non sai neppure te cosa vuoi suonare, ma dopo un attimo una melodia che invita tutti a muovere i piedi tanto è fatta con l’anima di una persona generosa che vuol passare per burbero ma di burbero c’è rimasto solo il nome di un bischero che vuole fare gli scherzetti

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