Mi ha commossa fino alle lacrime questa lettera. E' di un anziano deceduto, a causa del virus, all’ interno di una RSA (Residenza Sanitaria Assistita). Non aggiungo altro, la condivido con voi. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ "Da questo letto senza cuore scelgo di scrivervi cari miei figli e nipoti. (L'ho consegnata di nascosto a Suor Chiara nella speranza che dopo la mia morte possiate leggerla). Comprendo di non avere più tanti giorni, dal mio respiro sento che mi resta solo questa esile mano a stringere una penna ricevuta per grazia da una giovane donna che ha la tua età Elisa mia cara. È l'unica persona che in questo ospizio mi ha regalato qualche sorriso ma da quando porta anche lei la mascherina riesco solo a intravedere un po' di luce dai suoi occhi; uno sguardo diverso da quello delle altre assistenti che neanche ti salutano. Non volevo dirvelo per non recarvi dispiacere su dispiacere sapendo quanto avrete sofferto nel lasciarmi dentro questa bella "prigione". Si, così l'ho pensata ricordando un testo scritto da quel prete romagnolo, don Oreste Benzi che parlava di questi posti come di "prigioni dorate". Allora mi sembrava esagerato e invece mi sono proprio ricreduto. Sembra infatti che non manchi niente ma non è così…manca la cosa più importante, la vostra carezza, il sentirmi chiedere tante volte al giorno "come stai nonno?", gli abbracci e i tanti baci, le urla della mamma che fate dannare e poi quel mio finto dolore per spostare l'attenzione e far dimenticare tutto. In questi mesi mi è mancato l'odore della mia casa, il vostro profumo, i sorrisi, raccontarvi le mie storie e persino le tante discussioni. Questo è vivere, è stare in famiglia, con le persone che si amano e sentirsi voluti bene e voi me ne avete voluto così tanto non facendomi sentire solo dopo la morte di quella donna con la quale ho vissuto per 60 anni insieme, sempre insieme. In 85 anni ne ho viste così tante e come dimenticare la miseria dell'infanzia, le lotte di mio padre per farsi valere, mamma sempre attenta ad ogni respiro e poi il fascino di quella scuola che era come un sogno poterci andare, una gioia, un onore. La maestra era una seconda mamma e conquistare un bel voto era festa per tutta la casa. Quanti "grazie" dovrei dire, un'infinità a mia moglie per avermi sopportato, a voi figli per avermi sempre perdonato, ai miei nipoti per il vostro amore incondizionato. Gli amici, pochi quelli veri, si possono veramente contare solo in una mano come dice la Bibbia e che dire, anche il parroco, lo devo ringraziare per avermi dato l'assoluzione dei miei peccati e per le belle parole espresse al funerale di mia moglie. Ora non ce la faccio più a scrivere e quindi devo almeno dire una cosa ai miei nipoti… e magari a tutti quelli del mondo. Non è stata vostra madre a portarmi qui ma sono stato io a convincere i miei figli, i vostri genitori, per non dare fastidio a nessuno. Nella mia vita non ho mai voluto essere di peso a nessuno, forse sarà stato anche per orgoglio e quando ho visto di non essere più autonomo non potevo lasciarvi questo brutto ricordo di me, di un uomo del tutto inerme, incapace di svolgere qualunque funzione. Certo, non potevo mai immaginare di finire in un luogo del genere. Apparentemente tutto pulito e in ordine, ci sono anche alcune persone educate ma poi di fatto noi siamo solo dei numeri, per me è stato come entrare già in una cella frigorifera. In questi mesi mi sono anche chiesto più volte: ma quelli perché hanno scelto questo lavoro se poi sono sempre nervosi, scorbutici, cattivi? Una volta quell'uomo delle pulizie mi disse all'orecchio: "Sai perché quella quando parla ti urla? Perché racconta sempre di quanto era violento suo padre, una così con quali occhi può guardare un uomo?". Che Dio abbia pietà di lei. Ma allora perché fa questo lavoro? Tutta questa grande psicologia, che ho visto tanto esaltare in questi ultimi decenni, è servita solo a fare del male ai più deboli? A manipolare le coscienze e i tribunali? Non voglio aggiungere altro perché non cerco vendetta. Ma vorrei che sappiate tutti che per me non dovrebbero esistere le case di riposo, le Rsa, le "prigioni" dorate e quindi, si, ora che sto morendo lo posso dire: mi sono pentito. Se potessi tornare indietro supplicherei mia figlia di farmi restare con voi fino all'ultimo respiro, almeno il dolore delle vostre lacrime unite alle mie avrebbero avuto più senso di quelle di un povero vecchio, qui dentro anonimo, isolato e trattato come un oggetto arrugginito e quindi anche pericoloso. Questo coronavirus ci porterà al patibolo ma io già mi ci sentivo dalle grida e modi sgarbati che ormai dovrò sopportare ancora per poco…l'altro giorno l'infermiera mi ha già preannunciato che se peggioro forse mi intuberanno o forse no. La mia dignità di uomo, di persona perbene e sempre gentile ed educata è stata già uccisa. Sai Michelina, la barba me la tagliavano solo quando sapevano che stavate arrivando e così il cambio. Ma non fate nulla vi prego…non cerco la giustizia terrena, spesso anche questa è stata così deludente e infelice. Fate sapere però ai miei nipoti (e ai tanti figli e nipoti) che prima del coronavirus c'è un'altra cosa ancora più grave che uccide: l'assenza del più minimo rispetto per l'altro, l'incoscienza più totale. E noi, i vecchi, chiamati con un numeretto, quando non ci saremo più, continueremo da lassù a bussare dal cielo a quelle coscienze che ci hanno gravemente offeso affinché si risveglino, cambino rotta, prima che venga fatto a loro ciò che è stato fatto a noi".

6 Commenti a “LA DIGNITA’ DI MORIRE”

  1. Giulio Salvatori ha detto:

    Non nascondiamoci dietro il famoso dito, tutti sanno e sappiamo che queste strutture sono una risorsa economica per chi le gestisce.Tutti sanno, anche dal lato medico, che non ci sono le dovute cure. Per le indagini che ho fatto per ovvi motivi, non ho trovato una di queste strutture con un medico fisso.Vi capitava solamente quando veniva chiamato e, più delle volte, era tardi.Quindi a leggere quanto postato da Francesca, viene una rabbia tremenda…Potrei scrivere per molto, ma non farei altro che, calcare un coltello nella ferita. Spero che, qualcosa di buono facciano. I tanti morti gridano a chi di dovere, di rivoluzionare queste anticamere della morte.Una cosa è certa. NON POTEVANO DIRE CHE NON SAPEVANO.

  2. giannina ha detto:

    Cara francesca leggevo tranquillamente questa lettera del tuo post, “LA DIGNITA’ DI MORIRE” FORSE NON AVEVO CAPITO CHE ERA UNA LETTERA DA BRIVIDO, SI AVEVO SENTITO IN UN TELEGIORNALE CHE RACCONTAVANO COSE DI QUESTA CASA DI RIPOSO D’ORO, MI SONO COMMOSSA LE LACRIME MI LAVAVO IL VISO, PARLAVONO DI UN ANZIANO, DECEDUTO A CAUSA DEL VIRUS, ALL’INTERNO DI UNA RSA NON AGGIUNGO ALTRO CONDIVIDO IL TUO POST,fRANCESCA CHE QUESTO SIGNORE CHIEDEVA A UNA DONNE DELLE PULIZIE, SE GENTILMENTE LE PRESTAVA UNA PENNA,PER SCRIVERE A SUOI CARI RACCONTANDO CHE AVEVA POCO DA VIVERE E QUESTA LETTERA ALLA MIA MORTE LA TROVERETE DA SUOR CHIARA,NON DEVO AGGIUNGEREALTRO QUESTA ERA UN LAGHER NON UNA CASA DI RIPOSO D’ORO, SIAMO SPORCHI AFFAMATI E SOLI COME DELLE BESTIE VENIVA SGRIDATO PERCHE’ NON SENTIVA E MALTRATTATI DALLA DIRETRICE,ALLA MIA MORTE CHIEDETE GIUSTIZIA.E TERMINO PERCHE’ QUESTE E UNA LETTERA TROPPO FORTE DI COME VENIVANO MALTRATTATI,iO PENSO CHE SE LAVORI PRESSO UNA CASA RSA,VERGOGNA DI UCCUPARE LAVORI COSI DIFFICILI DA SOPPORTARE CI VUOLE PAZIENZA-iO PENSO CHE ORA ANCHE LE INFERMIERE STESSE COMINCIANO RACCONTARE PECCATO CHE TUTTI QUEI MORTI NON POSSO PIU’ PARLARE, QUESTO VIRUS SARA’ STATO ED è TERRIBILE,MA SE POTESSIMO SAPERE LA VERITA’ DA TUTTE QUELLE PERSONE SALITE IN CIELO,CHE RIPOSINO IN PACE AMEN…UN SALUTO A FRANCWESCA, GRAZIE PER IL TUO POST.CIAO!

  3. francesca ha detto:

    Capisco quanto sia straziante questa lettera, soprattutto perchè autentica. Il suo contenuto è un grido di dolore al quale nessuno può sottrarsi, sono cose che capitano ogni giorno e sulle quali chiunque di noi ha il dovere di riflettere. Tutti voi leggendola, vi siete prima commossi e poi indignati. Franco spera che queste cose non succedano più, ma questa lettera non è stata scritta in tempo di guerra dove si poteva sperare di avere, prima o poi, la liberazione. No, qui c’è l’ultimo tratto di strada, l’ultimo nostro percorso. Lasciate ogni speranza o voi che entrate, come disse il Sommo Poeta. E niente cambierà.

  4. carlina ha detto:

    queste lettere non dovrebbero mai essere scritte da nessuna persona, nel leggerla mi veniva la pelle d’oca non si può toccare il fondo in questo modo indegno, un uomo è un essere umano vinche vive e la sua dignità non può essere lesa finchè non chiude gli occhi eppure esistono queste persone che sono senza cuore e non sano quello che fanno

  5. franco ha detto:

    Straziante ! E’ dir poco. Ma è lo scandalo, la cattiveria, la trascuratezza , l’infamia , la vigliaccheria di questa morte civile . Ho visitato qualche volta alcune di queste “case” e mi ero già reso conto di come fossero dei lagher . Purtroppo la mancanza di risorse porta a queste immonde situazioni. Tutti sanno, ma si fa finta di non sapere …”tanto sono vecchi, capiscono poco”. Quella lettera dovrebbe essere fatta leggere nelle scuole per far capire che la vecchiaia è una parte della vita e che se si è fortunati ci si arriva , ma quando ci si arriva chi ha avuto tanto da “questi vecchi” dovrebbe solo avere riconoscenza e gratitudine , anche al costo di qualche sacrificio. Spero che queste cose non accadano più.

  6. lorenzo 12.rm ha detto:

    Grazie, Francesca. Conoscevo la lettera e, rileggendola, mi sono commosso ancora una volta e mi sono indignato. Non vorrei mai sapere di queste cose. Ma succedono, purtroppo, e ce ne dobbiamo vergognare.

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