1. Premessa. A tutti coloro che mi leggono da oltre dieci anni. Anche se sovente affiora il temperamento toscano, fondamentalmente ho sempre avuto rispetto per tutti e, non ho mai offeso nessuno. Né tantomeno ergermi a professorino di lettere. A me, non interessano gli elogi, se vi va leggetemi, altrimenti girate pagina. Quello che segue è verità. Una verità scritta dagli Operai di ieri.
Si avvicina il Primo Maggio, Festa dei Lavoratori. Un periodo difficile quello che stiamo attraversando e si dice quasi gridando: passerà. Voglio ricordare mio padre e con lui gli Operai della sua generazione. Ho sempre negli orecchi le sue raccomandazioni: non abbassare mai la testa. Siamo una famiglia povera, ma il pane non ci manca. Scampato alla morte nelle profonde gallerie delle miniere di Pola per cavar carbone, insieme al suo amico, riuscirono a ritrovare il figlio rimasto svenuto in una pozza di acqua , fortunatamente con la testa di fuori. Ritornarono a casa più poveri di prima. Ricomonciarono a lavorare nelle cave di marmo. Titolo di studio, terza elementare. Però, il suo sapere, come i suoi amici, non aveva limiti. Recitavano in una piccola "compagnia" del paese e, sotto la guida di un esperto al ramo, imparavano a memoria lunghissimi e difficili testi. Ho ritrovato questi scritti durante la scuola, e la maestra rimaneva meravigliata perchè, noi ragazzi, li conoscevamo...E li ricordo quando si ritrovavano all'unico bar del paese al pomeriggio, magari con un bicchiere di vino in più, che cantavano , sfidandosi, gli Inni dei propri partiti. Mio padre era comunista e intonava Bandiera Rossa, altri della Democrazia Cristiana: O Bianco Fiore. Era inevitabile qualche scontro verbale, ma poi, si ritrovavano Uniti, Tutti, a cantare l'INNO DEI LAVORATORI, e l'INTERNAZIONALE. E innalzavano il pugno chiuso, verso l'alto. Anche noi, ragazzini, ci univamo al Canto. Li voglio ricordare nella loro semplicità sorridenti, ma soprattutto UNITI. I giovani di oggi, avrebbero tante cose da imparare da questi Grandi Uomini. I calli nelle mani, sono una lezione di vita. Che giunga Loro, anche se non so pregare, la mia pregiera e il mio Pensiero. Che riposino in pace.-------------------------------------------------- Giulio Salvatori

8 Commenti a “GLI OPERAI DI IERI (Lezione di vita)….di Giulio Salvatori”

  1. carlina ha detto:

    hai fatto un exursus molto interessante dove i ricordi sono quelli che non si dimenticheranno mai e ci seguiranno fino alla fine dei nstri giorni- ma sei arrivato anche ai nostri giorni, ai nostri giovani dove avrebbro da imparare tante cose dal passato x diventare veri uomini- ma non è facile girarsi indietro bravo Giulio

  2. Giulio Salvatori ha detto:

    Giannina, cosa posso dirti di tutte le belle parole che hai scritto? Un grazie sincero a Te e a tutta La Valle di Eldy.

  3. giannina ha detto:

    Giulio è sempre bello leggere la storia di un tempo’.E bello sentirti parlare con grazia, del tuo caro Papa’ dei suoi amici o compagni di lavoro, quanto ti onora parlare di loro .Giulio racconti tagli di vita vissuta, molto difficile scrivere il passato i sentimenti quelli che hanno un valore eterno.Credici Giulio , ti seguiamo sempre commossi, con tanta stima e bello leggerti, sei un uomo genuino sincero ,e racconti per non dimenticare le vostre origini…Noi amici della valle di Eldy,siamo onorati ricevere i tuoi racconti,non serve essere unniversitari per scrivere, o raccontarci le tue belle maniere sono state imparate dalla tua cara famiglia.E’ questo ti fa molto onore.Giulio ti aspettiamo presto perche’ ci trasmetti la tua genuita’la tua limpidezza, come l’acqua di un ruscello sempre limpidissima.Un caro saluto Giulio da tutti noi della valle di Eldy. grazie di cuore da tutti noi…

  4. francesca ha detto:

    Un dolcissimo ricordo del tuo papà e dei suoi compagni operai, che ti fa onore, caro Giulio. Quando tu racconti tagli di vita vissuta, ti seguiamo con commozione e tanta stima. Continua così, abbiamo bisogno di emozionarci per non dimenticare le nostre origini. Non sei solo.

  5. Giulio Salvatori ha detto:

    Signor Candiago: sono consapevole che il modo di lavorare è cambiato e che la tecnologia va avanti, ci mancherebbe. Il mio, è un “tuffo” nel passato. Anche se il lavoro della cava, è e rimane duro. Grazie del Suo intervento.

  6. lorenzo12.rm ha detto:

    Bello questo tuo articolo di ricordi della Festa del lavoro e dei lavoratori, Giulio.I ricordi affiorano e sono indimenticabili. Il Primo maggio è la festa di tutti noi, anche se di diverso colore politico. E sei stato capace di fare affluire in noi tanti ricordi e sentimenti. Grazie Giulio, benedetto toscano.

  7. paul candiago ha detto:

    Signor Giulio, i suoi pensieri a riguardo degli “Gli Operai di ieri” nulla da dire e la loro onorata storia sono le lapidi ai cimiteri. E’ cambiato tutto e nessuno puo’ fermare l’orologio del Tempo e del suoi meravigliosi cambiamenti/progresso. Un nuovo modo/maniera di Lavoro/re diverso e scientificamente e tecnologicamente cambiato, come logica, necessaria imposta dalla realta’ globale di come si deve produrre al giorno d’oggi. Il Lavorare non e’ piu’ sulle basi della “fatica” umana perche’ non RENDE e non PRODUCE beni di consumo a basso prezzo e competitivi con le esigenze sociali dei nostri giorni AD 2021. Cosa ci e’ dato di beneficaiare dalla rivoluzione lavorativa, negli ultimi cinquant’anni, sarebbero inpensabili da ottenere dal lavoro manuense per se’. Ora si “lavora” con scienza e tecnologia in tutto il progressivo Lavoro o si diventa dei gamberi di storia.

  8. franco ha detto:

    Come ti leggo con piacere caro Giulio,sinceramente invidio la tua capacità di raccontare in maniera così sentita e bella la vita del passato, i sentimenti quelli che hanno un valore eterno. Ho un passato diverso ma lo sai che condivido certe idee e per me il 1° maggio assieme al 25 aprile sono date di riscatto che ogni italiano di qualsiasi provenienza deve portare nel cuore.

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