Il racconto di un padre disperato: "è scappata in Romania con mia figlia, farò di tutto per riprendermela" | AostaNews24

Ad una ad una le bancarelle del mercato chiudevano. Le cassette di frutta e verdura, quelle buone, venivano portate dentro i furgoni. Gli avanzi guasti gettati in un angolo, ammucchiati ad altri avanzi ormai in fase di deterioramento, invendibili.

L'uomo, in disparte osservava con finta noncuranza.

Vestito in modo decoroso, sui cinquant'anni, sembrava attendere qualcuno che, forse, era in ritardo.

All'allontanarsi dell'ultimo furgone, nello spazio temporale che si crea tra lo svuotamento della piazza e l'arrivo degli spazzini comunali, eccolo avvicinarsi al mucchio di avanzi, furtivamente, guardingo e sospettoso nel timore che qualcuno potesse vederlo. Tocca, rovista, estrae dalla tasca un sacchetto di plastica, lo riempie di scarti di mercato.

Anche per oggi il pranzo è assicurato. La cena, forse, alla Caritas.

La sua perlustrazione è terminata, si volta per andarsene, incrocia il mio sguardo.

Io sorrido, silenziosamente complice di un gesto che gli getta addosso vergogna e tutto l'imbarazzo di cui può disporre una persona che ha vissuto ben altri tempi. Il suo pudore mi confonde, mi sento quasi in colpa per aver infranto il suo segreto, per aver involontariamente scardinato la sua intimità, per aver violato la sua incrollabile dignità. Allungo una mano, titubante, dopo alcuni secondi, incontra la sua. La trattiene e, abbassando lo sguardo, il suo sospiro è un fremito di tormentose e rapide immagini che lasciano solo spazio alla disperazione.

E' lui a parlare, io ascolto e so che è l'unica cosa che posso fare.

"Sono un padre separato. Avevo una piccola attività. Quando sono iniziati i problemi a causa della crisi economica e ho dovuto chiudere, mia moglie mi ha lasciato. Ho un lavoro precario, dormo in macchina, mi arrangio. Ma ciò che più mi manca sono i miei figli, ma non ho il coraggio di farmi vedere così, mi vergogno troppo".

L'ho abbracciato e me ne sono andata con la consapevolezza che forse qualcosa avrei potuto dire, oltre che provare un senso di impotente confusione. O era vergogna?

francesca (3)

5 Commenti a “LA DIGNITA’ CHE NON CROLLA…….di Francesca”

  1. carlina ha detto:

    quello che hai descritto Francy fa parte di spettacoli che sono sempre esistiti e, pure adesso, era del benessere, si dice, continuano ad esserci e fanno male al cuore e si passa restando impotenti ci saranno sempre le persone che hanno tutto e di + e chi crea questi spettacoli

  2. francesca ha detto:

    Gabriella, Giuseppe e Giulio, grazie per aver apprezzato e colto il senso del mio scritto. Dà tanta tristezza vedere queste cose, ci si sente impotenti e quasi ci si vergogna di avere tutto.
    Vi abbraccio e vi auguri buon fine settimana.

  3. Giulio Salvatori ha detto:

    Verità che fanno male al cuore. Realtà che cercano di nascondere proprio coloro che guazzano nel benessere: e non solo i politici. Un brivido …che è tendente ad aumentare. Credo sia nostro compito parlarne e segnalare. Grazie Francesca.

  4. gabriella2.bz ha detto:

    Francesca un post che mi ha fatto ritornare indietro di almeno quaranta anni fa. Anche allora c’era chi doveva andare a trovare della frutta e verdura per poter dare un pasto intero alla famiglia, abitava nel mio stesso condominio. Non era certo povero come il signore dei post, ma avevo quattro figli non era poco. Un racconto francy he mi ha stretto il cuore. Un abbraccio ciao

  5. giuseppe3ca ha detto:

    Non è un caso isolato, sono episodi che si ripetono in tutte le città. Persone sole, madri con minori a carico, ogni giorno devono racimolare qualcosa per sopravvivere. È umiliante raccattare qualcosa dagli scarti ma è la dura realtà per chi non ha altro e la ritiene quasi una risorsa alternativa a quella di tendere la mano per chiedere l’elemosina a chi, pur avendo poco lo stesso, dimostra generosità d’animo con un pizzico di solidarietà verso di ha meno.

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