Cari amici, di recente sono stata a Roma per la solita leadership della mia Associazione e non ho potuto evitare di fare una fuga in una delle più prestigiose e  affascinanti Gallerie d'Arte della Capitale.

Così oggi voglio raccontarvi la storia di una mirabile scultura tratta dalla mitologia greca, che ha ispirato quell’abilissimo e virtuoso artista che è Gian Lorenzo Bernini.

Ora ve la racconto.

“Sono qui, in questa grande sala della Galleria Borghese di Roma e percepisco la grandiosità di questo scrigno di tesori voluto da Scipione Borghese nel XVII secolo.

Cammino lentamente e, attratta da una delle opere che troneggia al centro del salone, mi avvicino provando un coinvolgimento emotivo che va al di là dell’ammirazione per il bello. In questa scultura l’azione è al culmine.

Bernini mi cattura, mi incanta seducendomi con la sua mirabile scultura:

IL RATTO DI PROSERPINA.

Plutone irrompe brutalmente nella scena e, afferrata saldamente per la vita Proserpina, cerca di strapparla al suo mondo. La ninfa, col viso inorridito dalla paura e solcato dalle lacrime, tenta inutilmente di liberarsi dalla violenza dell’assalto che le ha strappato le vesti."

gian_lorenzo_bernini_025_ratto_di_proserpina_1621

La mia mente accende la fantasia, e immagino….

"Ora è ormai tardi, tardi per sfuggire. Ora lei è preda e come un animale tremante preso in trappola, il panico la paralizza.

proserp

Il cuore impazzito di paura, il respiro bloccato in un urlo strozzato, rauco. Ogni particolare delle sue membra suggerisce angoscia e smarrimento.

Lo sguardo appannato dalle lacrime. Il mondo svanisce intorno al suo divincolarsi. Lei, preda che tenta disperatamente di sfuggire al destino, all’orrore dell’oltraggio, la rivincita della forza bruta sulla sensibilità. Mani come artigli a martoriare la sua carne.

La paura si tramuta in panico, tenta di scalciare per ribellarsi a quell’essere ma il solo effetto che ottiene è di aumentare il desiderio sadico di colui che la vuole a tutti i costi possedere.

plutone

Plutone è possente e muscoloso e la solleva quasi senza fatica. Il suo volto è contratto e la barba ricciuta è leggermente agitata nella foga della presa.

plutone

Proserpina è sospesa con il corpo in torsione e le braccia alzate per difendersi e divincolarsi dalla presa del maschio possente, re dell’universo malato che vive per sottomettere e fa a pezzi l’umanità di una donna che chiede invano la pietà di un aiuto".

Ma che succede, sto sognando ad occhi aperti? La mia fantasia ha colto in questa scena immagini ambientate in un contesto più reale, ma anche più agghiacciante. Forse è meglio se torno a descrivere l’opera che sto ammirando.

"Ai piedi dei due personaggi osserva la scena Cerbero, il cane-guardiano degli Inferi. I corpi dell’uomo e della donna sono definiti con maestria e una non comune facilità nella resa naturalistica dei particolari.

cerbero

Quello che colpisce nella scultura del Bernini, oltre alla consapevolezza di avere a che fare con un artista dalle straordinarie doti tecniche e stilistiche, è l’attento studio del corpo in movimento e la sua capacità di dare vita ai personaggi. Lo scultore riesce a rendere con grande naturalezza e verosimiglianza le parti anatomiche implicate nell’azione, esaltando i sentimenti contrastanti dei due personaggi".

Guardate questi particolari. Le dita che affondano nella carne. EPPURE E' MARMO!

Ratto-di-Proserpina-grande

Fortissima la mia tentazione di toccarlo, incredula!

                                                  Francesca

  1.  

8 Commenti a “BERNINI E IL RATTO DI PROSERPINA…….di Francesca”

  1. francesca ha detto:

    Eh si caro Giulio, con te è inutile fare descrizioni e confronti. Il figlio di un cavatore sa molto meglio di chiunque come nasce una scultura da un semplice pezzo di marmo. Quello che ti invidio è il percorso che facevi sulle cave di marmo laddove aveva lasciato i passi il Grande Michelangelo accarezzando quei blocchi destinati a diventare pezzi di artistica umanità.
    Grazie e buona giornata.

  2. Giulio Salvatori ha detto:

    Come ormai sapete, vivo in versilia. Mio padre era cavatore e, conosco i marmi adatti alla scultura e altri per le lavorazioni ecc.ecc. Per il lavoro che svolgevo, abbiamo allestito molte mostre e di pittura e di scultura. Andavo nei piccoli laboratori e vedevo “Nascere” quella forma che l’artista scopriva giorni dopo giorni. Era lì, dentro quella massa di -carne bianca- chiamato statuario, o bianco -P- A volte piccole opere per ricordare qualcuno lassù, ( Arte Funeraria ) altre più grandi ecc, ma sempre nascoste in attesa che lo scultore le illuminasse. E una volta finita l’opera, rimanevo sempre meravigliato di quanto l’uomo può fare , donare. Non voglio fare il professorino e mi fermo qui. Giulio Salvatori

  3. francesca ha detto:

    Carlina cara, anche tu hai provato le mie stesse sensazioni guardando questa mirabile scultura. Ti assicuro che l’emozione nel vedere dal vivo, il marmo che si fa carne, è incontenibile e ancora più travolgente. Si vede che ami l’Arte.
    Grazie e buona giornata.

  4. carlina ha detto:

    non potevi scrivere meglio di quanto hai scritto: tu sei attratta dall’arte come l’ape dal fiore- hai descritto minuziosamente ogni + piccolo dettaglio- con tanta passione e talento da fare invidia a qualunque guida- leggerti e guardare le immagini è un tutt’uno – mentre leggevo ero lì con te estasiata a guardare l’opera eccelsa del Bernini e ad ascoltare i pensieri tuoi- quello che mi ha fatto venire la pelle d’oca è vedere le dita di Plutone che stringono la carne di Proserpina lasciando il segno e, come dici tu: “è marmo” Grazie Francy

  5. francesca ha detto:

    Eh si Giuseppe, io quando entro in questi posti perdo ogni cognizione di spazio e tempo. Al cospetto di opere straordinarie di eccelsa bellezza, mi acchiappa un pò la Sindrome di Stendhal. Ma tutto questi, come ben dici tu, lo dobbiamo agli artisti che hanno fatto incantevole la nostra bella Italia. Speriamo lo sia ancora per molto.
    Grazie e buona domenica.

  6. Giuseppe3ca ha detto:

    Ho letto con attenzione subitaneamente immerso con estasi nella bellezza delle immagini e trasportato dalla descrizione, il tutto coinvolge come fosse una visita dal vivo e mi sono sentito dentro la Galleria Borghese di Roma. Grazie Francesca e grazie alla nostra bella Italia per la considerevole ricchezza lasciataci da eccelsi artisti come il Bernini e tantissimi altri che ormai fanno parte inscindibile della nostra storia di Paese dell’Arte. Un saluto.

  7. francesca ha detto:

    Grazie amico mio Giulio, compagno d’Arte. Troppi, troppi complimenti mi confondono e neanche li merito. Giusto e bel paragone hai fatto con la musica. Ma io non sono affatto maestra, tu lo sei invece Maestro di quell’incanto musicale che sai far scaturire dal tuo “ferraccio” come lo definisci tu. Uno strumento eccezionale ma che sa incantare solo se fatto vibrare da un Maestro quale tu sei.
    Buona domenica.

  8. Giulio Salvatori ha detto:

    Grazie, e con questo potrei finire il mio semplice intervento. Descrizione fantastica che ti accompagna, ti suggerisce, ti guida a capire particolari che possono sfuggire a tante persone. Ognuno guarda e valuta con i propri occhi e sentimenti i tanti particolari della scultura. Ma, come nella musica, se non senti la melodia, non puoi far parte di un insieme. Ecco che il maestro ti guida e con i gesti delle mani ti fa capire il canto, l’espressione, il giusto volume…. Per me, sei stata una grande maestra, ho ascoltato la lezione e mi sono fatto acompagnare con piacere sognando.Grazie ancora

Scrivi un commento