I furbetti in sala d'attesa: “Non posso aspettare, il mio tempo è prezioso” - La Civetta di Minerva
Nei piccoli paesi ci si conosce un po’ tutti. Ecco che, trovandoti nella saletta d’aspetto dell’ambulatorio del tuo dottore, è ovvio che oltre al saluto nascono brevi discussioni e commenti.
Una volta, si dice sempre così, una volta, il tuo medico di condotta, se non ti avesse riveduto da tempo, sarebbe passato da casa a sentire come stavi. Si sedeva, prendeva un caffè e all’occorrenza ti prescriveva le cure del caso. Oggi no. Devi prenotarti per una visita o per una ricetta. E così, mi sono seduto nell’unica sedia rimasta libera consapevole che avrei passato la mattinata ad aspettare. Anche se facevo finta di leggere il giornale, ascoltavo i dialoghi dei presenti. Inoltre, noi, abbiamo l’abitudine di “spezzare” i nomi: Ro’ equivale a Rosa o Rosalba. Grà – Grazia, Marì - Marisa o Marina, Lorè – Lorenzo ecc. Ecco che proprio Lorenzo si rivolge alla signora vicina: < Oh Rò, e come mai sei venuta dal dottore? Hai una faccia bianca e rossa, si vede bene che sei in salute! >
C’è un attimo di silenzio, tutti i presenti aspettano la risposta.
< Caro Lorè, l’apparenza spesso inganna. Stanotte non ho mai dormito dai dolori. Mi partono dal piede e salgono fino alle spalle. La mattina, sono distrutta.
Mio marito mi ha fatto anche un massaggio alla schiena con una pomata. Ma, po’, a te che t’importa?>
Lorenzo faceva meglio a stare zitto, anche perché tutte le altre donne hanno preso le difese della Rosa. Prima una poi l’altra: < E voi uomini la fate facile, delegate sempre le mogli.>
Ma Lorenzo, che conosco bene, non ci pensa nemmeno a stare zitto e torna alla carica, sempre rivolto a Rosalba:< Oh Rò; ma mi dici se la tua vicina di casa si è calmata o è sempre attiva col secondo lavoro?>
Ci fu un silenzio irreale, nessuna paziente intervenne, era facile capire di che secondo lavoro si trattasse. Rispose frettolosamente un uomo con un risolino malizioso sulle labbra: < Si! Ha smesso, con l’avanzare dell’età passano i bollori della gioventù. Ma poi, lo faceva per mantenere la famiglia, era rimasta vedova. Del resto, il bisogno aguzza l’ingegno.>
Ci fu un momento di brevi risposte collettive. Intanto la segretaria chiamava il numero di prenotazione e Lorenzo entrò nello studio del dottore. Le donne presenti si scagliarono tutte contro di lui anche con qualche insinuazione. La Marì non esitò a dire:
< Cornuto! Che guardi sua moglie che mette la minigonna come fosse una ragazzina. Sempre con le cosce all’aria.>
Arrivò anche il mio turno. Il dottore appena mi vide si mise a ridere. Mi conosceva bene e aveva capito che avevo registrato tutti i dialoghi. Si parlò di musica ed altro. La “visita” continuò al bar vicino.
Sarà bene concludere come nelle indagini pubblicate sui giornali: fatti e personaggi sono puramente casuali e nascono dalla fantasia dell’autore.
Giulio Salvatori

6 Commenti a “DAL DOTTORE……di Giulio Salvatori”

  1. carlina ha detto:

    Bello e spassoso il tuo racconto Giulio, anche lì nell’attesa di entrare x la visita è cambiato tutto- non + liste di attesa e nemmeno chiacchiere + o meno simpatiche- ma che potevano anche fare sorridere – comunque il sorriso l’hai portato tu nel tuo post- grazie

  2. gabriella2.bz ha detto:

    Caro Giulio era da un pò che non ridevo ma leggendo il tuo racconto ho dovuto farmi una sana risata. Forse come hai detto tu voi siete un pochino più spinti nel parlare, da noi si è più riservati, ma che delizia nel leggere. Un forte abbraccio ciao

  3. Giulio Salvatori ha detto:

    Grazie del commento Giuseppe, ma , credimi, qui la sala di attesa è sempre piena: devi solamente aspettare la tua ora. Non c’è tanta “severità”, basta avere pazienza e il Dr ti riceve lo stesso. Siamo ancora alla periferia della burocrazia.

  4. francesca ha detto:

    Carissimo Giulio, il tuo racconto mi ha fatto sorridere, direi che mi ha divertito strappandomi una sana risata. E checchè tu ne dica…”fatti e personaggi sono puramente casuali..”, no no, non me la racconti giusta. Conoscendoti e conoscendo l’ironia e la schiettezza di voi toscani, penso proprio che la storia sia andata come la racconti tu, paro paro come si dice.
    Mandacene ancora di questi racconti, ne abbiamo tanto bisogno. Bisogna anche ridere ogni tanto.
    Grazie e buona domenica a te e a tutta la tua bella Famiglia!

  5. Giuseppe ha detto:

    Complimenti per la fantasia Giulio, l’inventiva aiuta a sorridere. C’è tanto di vero nel tuo racconto ma sono cose che appartengono già al passato. Per disposizioni post Covid, oggi dal medico di base si va per appuntamento e nella sala d’aspetto trovi al massimo una persona, per cui l’attesa è breve e non c’è il tempo di intavolare un dialogo e al massimo ci si limita allo scambio del saluto. La scena comica avviene nell’ambulatorio dove il medico ti impone di indossare la mascherina e ti fa una visita a distanza di sicurezza. Il più delle volte quando chiami per la prenotazione ti chiede di descrivergli i sintomi, quindi ti consiglia di stare a casa, ti manda la ricetta con una e-mail, te la stampi e con quella vai in farmacia. Se non lo richiami tu, lui non si interessa neppure di come va la terapia. Tutto frutto della medicina moderna.
    Quanta nostalgia per il medico di famiglia di una volta che veniva a fare la visita anche a casa, conosceva i tuoi mali e ti curava veramente.
    Un sorriso e «avanti tutta», ciao.

  6. Giulio Salvatori ha detto:

    Per correttezza, ho eliminato certe risposte pesantine…ma si possono semplicemente immaginare.Poi, noi toscani, siamo campioni in questo. Comunque, quando è stato il mio turno, cioè l’ultimo, il mio amico dottore sapeva già tutto e rideva . Chi mi aveva preceduto aveva raccontato per filo e per segno, come suol dire. (fatti e personaggi sono puramente casuali…)

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