E’ una tiepida serata d’inizio giugno, l’ambiente d’altra epoca “dentro” il quale non posso rimanere indifferente è uno dei maggiori capolavori d’arte di tutti i tempi, il Teatro Olimpico di Vicenza.  Mi siedo all’interno di questo maestoso e pregiatissimo simbolo d’architettura palladiana ed anche se non è la prima volta che l’ammiro, la mia emozione si rinnova, ritornano impetuose sensazioni di rinascimentali tempi, sculture, proscenio e quant’altro di fastosa bellezza  fanno da splendida cornice al Concerto che tra breve inizierà. Si abbassano le luci all’ingresso in scena della violinista e solo allora  mi rendo conto che il teatro è gremitissimo perché cala un assordante silenzio. Uno scrosciante applauso l’accoglie, subito dopo torna il silenzio, vibrano le corde del violino in un crescendo vertiginoso in perfetta sintonia con le corde dell’emozione, sia dell’artista che del pubblico. Gli illustri e austeri senatori e guerrieri che vollero questo luogo solenne sono presenti e sembrano vegliare sull’immortalità della musica, sorvegliano, attraverso il grande arco di trionfo i rilievi del mitico eroe dalle leggendarie fatiche. La bravissima violinista, Sonig Tchakerian esegue la partita in Re minore 1004 di J. S. Bach costituita da cinque “movimenti”:l’Allemanda, la Corrente, la Sarabanda, la Giga e la Ciaccona. Il linguaggio attraverso il quale si esprime un’opera d’arte musicale è abbastanza complicato, soprattutto per me che ho scarsissima competenza in materia ma, come ho appreso dall’amico  Francesco (Ofonio), buon intenditore di musica classica, Bach non è di facile interpretazione. Io posso interpretare le  sensazioni che la musica mi trasmette come un susseguirsi di cambiare di colore, oscillare nella forza e nei movimenti, accendersi ed espandersi nella durata. Al termine della prima parte dell’esecuzione, quella a luci accese, l’artista dà una breve spiegazione delle sue interpretazioni musicali soprattutto sul significato delle “danze”. Si sofferma particolarmente  sull’ultima, la Ciaccona, scritta da Bach in memoria della moglie morta mentre lui era lontano, in viaggio. La Ciaccona è una danza di origine spagnola o latino-americana costituita da un “adagio” introduttivo con movimenti lenti seguito da una “fuga” vigorosa, un intermezzo tempo melodioso per terminare con un finale che esprime variazioni tra gioia e tristezza, malinconia e tenerezza. Insomma, un susseguirsi di momenti di quiete a momenti di drammaticità interiore. E la seconda parte, quella più attesa ha inizio: la ripetizione del Concerto nel buio più assoluto. Ora la vista non interferisce più e non distrae, l’udito ha per sè tutto l’insieme del palpitante e straordinario vibrar di corde.  E’ totale godimento uditivo privo di attenzione estetica, ora un orecchio allenato ed attento può cogliere differenze esecutive ma anche chi, come me, ha poca conoscenza del bel suono vive profonde emozioni  captando le differenze di tempi più o meno veloci, più o meno vibrati. Sebbene il buio sia totale ed assoluto chiudo gli occhi per “assaporare” meglio la potenza dello strumento e la bravura di chi lo suona. E proprio come in una “Cena al buio” dove, liberandomi dal condizionamento delle immagini mangio col gusto, così il “Concerto al buio” mi rivela che annullando il senso della vista dispongo della più completa concentrazione su ascolto e suono. Inutile dire il tripudio di applausi scrosciati al termine di questa straordinaria seconda esecuzione. La musica è qualcosa che nasce dal cuore di chi la crea ed arriva al cuore di chi l’ascolta passando attraverso emozioni e sensazioni create non sempre e non necessariamente dalla vista; questo è il mio pensiero ma anche ciò che molti amici, da me interrogati sulle prime loro impressioni, mi hanno riferito uscendo dal Teatro Olimpico. Grazie a chi mi ha dato la possibilità di vivere questa ennesima interessante esperienza all’interno del percorso “Vedere con i suoni”. Un particolare ringraziamento a Nadia e Betta da parte mia e degli amici presenti: Maurizia, Danilo, Miki (Michele)e Francesco (Ofonio). Franci CONCERTO AL BUIO di Maurizia Bellissimo stupendo… Tutto è buio,silenzio in sala. Il violino comincia a suonare Note melodiose s’innalzano nell’aria Chiudi gli occhi e ti lasci trasportare Trasportare dalla melodia, Melodia dolce soave e forte nello stesso tempo e tu Ti senti cullare,innalzare come fossi su una nuvola. Più la musica ti penetra e più voli con lei. Una cosa sublime Senti le corde del violino che vibrano Le note si innalzano Echeggiano nell’oscurità e pace e soavità ti circondano. Un concerto al buio….. Cosa da provare. Autore Maurizia

12 Commenti a “QUEL VIOLINO AL BUIO…di Franci”

  1. rosaria3.na ha detto:

    Anche se arrivo in ritardo, e tu sai il perche’, franci, mi congratulo anche io con la tua bellisima e dettagliata descrizione dell’evento….sembra di esserci. E poi sai che dopo averlo visto, il teatro olimpico, mi è rimasto nel cuore.e diciamo che ne ho fatto solo un assaggio. Congratulazioni anche a mauri x la bellissima poesia.

  2. marisa8.bs ha detto:

    grazie franci della bella spiegazione leggendo avevo l,inpressione di essere in teatro con voi .vi invidio della vostra possibilita di vivere emozioni cosi forti

  3. Giulio Salvatori ha detto:

    Franci, ho sempre apprezzato i tuoi scritti ma questa volta , secondo me, hai raggiunto la cima.Mi hai accompagnato per la mano come un bambino curioso, mai ho dato segni di impazienza, ho letto tutto d’un fiato e l’ho riletto.Si ! L’ho riletto perchè il tuo narrare andava di pari passo con il violino. I tuoi virtuosismi mi hanno trascinato veramente.Grazie e grazie ancora , della bella serata che mi hai fatto passare.

  4. lieta ha detto:

    bellissima l’arte della musica, come tutte le arti, e beati ki riescono usufruirne così direttamente, io mi dedico alla musa verde della natura, mi ruba quasi tutti momenti liberi e mi rende libera vede insalate peperoni pomidori lamponi melanzane cetrioli insomma tutto il verde possibile + tantissimi fiori la maggior parte semplici annuali non di bulbi putroppo, ma so na gioa del cuore e dell’anima ciao bellissimi d’animo e core

  5. giovannavc ha detto:

    bravissime ,franci ,e maurizia ,la prima contutti i particolare ben descritti ,e sentiti ,la seconda con la poesia ,che dice tutto ,,mi sembra di esserci in quel teatro ,,basta chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dalle note del violino ,,grazie a tutte e due bravissime ,,

  6. lucia1.tr ha detto:

    Molto bello e interessante quest’articolo, Franci come sempre, ha descritto sapientemente i luoghi e le emozioni che si provano visitando questi luoghi unici per la loro bellezza. Questa volta ha voluto aggiungere un’esperienza nuova, un concerto eseguito in un luogo magico che aggiunge suggestioni particolari, lo posso confermare per esperienza diretta, ma soprattutto l’ascolto di questi bellissimi brani al buio. Sicuramente il buio ci permette di cogliere le sfumature minime e particolari dei brani di Bach, l’ambiente spesso ci distrae e ci fa perdere la concentrazione. Mi complimento con Maurizia che ha saputo, attraverso i suoi versi, farci percepire l’emozione dell’ascolto.

  7. ANGELOM ha detto:

    Grazie Franci per la telecronaca della magnifica serata, specialmente per l’esecuzione della bella musica eseguita dalla nota violinista Sonig, condito il tutto con il magnifico ambiente. Io amo assistere con vero entusiasmo a questi concerti, il più delle volte chiudendo gli occhi per assaporare le sfumature del suono e della melodia. Grazie a Maurizia che con la sua poesia ha saputo estrarre le sensazioni dell’ascorto.

  8. nadia (neve) ha detto:

    Franci, NO COMMENT per l’articolo. Tu sai che penso quando leggo qualcosa di tuo! Sarei ripetitiva.
    Come sai, hanno partecipato anche tutti i miei bimbi e la mia sorpresa è stata di capire che nessuno di loro si è addormentato ma, al contrario, molto interessati. In fin dei conti sono bambini che ”dovrebbero” avere timore del buio, invece no!
    Sai che anch’io ho fatto la mia indagine post concerto e l’ho fatta sui bimbi….tutti mi hanno risposto che hanno preferito la seconda parte, al buio!
    Le mie sensazioni sono pressapoco come le tue e quelle di tutti, solo che tu le sai esprimere molto bene.
    E anche Maurizia, sa espremire molto bene le sensazioni nella sua poesia….per concludere…BRAVISSIME e BRAVISSSIMA ancor di più Sonig Tchakerian. Non è da tutti suonare il violino al buio!
    Grazie Betta e grazie a tutti voi amici.

  9. giulian.rm ha detto:

    Leggendo l’articolo mi sono trovato seduto nel teatro,ma non sentivo la musica.Copio l’articolo vado su YouTube e trovo
    Luca Fanfoni esegue la Ciaccona dalla Partita n. 2 in Re minore BWV 1004 di J. S. Bach.
    Rileggo l’articolo,mi ritrovo nel teatro e sento anche l’esecuzione!Perfetto posso dire c’ero anch’io.
    L’unica differenza non suonava la bravissima Sonig Tchakerian ma non tutto si può avere…
    Oops dimenticavo bella anche la poesia.

  10. nikodireggio ha detto:

    che meravgli avrei voluto esserci anche io siate bravissime complimenti a tutti

  11. michele35.mi ha detto:

    serata indimenticabile. ero stanco ma quel violino mi trasportava nell’immenso infinito. non chiusi gli occhi nel buio ,sentii quelle note avvolgermi l’anima trasportandomi
    in altri tempi.
    Grazie Franci hai raccontato alla perfezione la serata in concerto al buio.
    Sei sicura di non esserti incarnata in qualcuna del passato ??
    scherzo , ciao

  12. Lorenzo.rm ha detto:

    Un articolo di grande suggestione, Franci. Ed una poesia di rara sensibilità, Maurizia. Bravissime a tutte e due.

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