Parlare dell’artista Caravaggio è impossibile. Impossibile farlo in un breve tempo e in poco spazio. La sua breve vita di uomo e pittore è come la sua arte, una serie di lampi nella più buia delle notti. Egli è un uomo che non potrà mai essere conosciuto fino in fondo perché quasi tutto quello che ha fatto, detto e pensato si perde in un passato irrecuperabile. E’ stato uno degli artisti più entusiasmanti e originali mai esistiti, l’artista che prediligo in assoluto, senza togliere nulla a tanti altri non meno importanti di lui. Un artista che io definisco: un fuorilegge dell’arte. Una misteriosa e meravigliosa canaglia. Lui attrae, affascina, ammalia, stravolge, sconvolge, sorprende e sgomenta con la sua genialità, con i suoi furori, i suoi eccessi. Scandaloso, provocatorio, inaccettabile da vivo, Caravaggio lo fu ancora di più dopo la morte sulla quale ancor oggi si formulano le più strane e disparate ipotesi. Il tutto crea estasi, lui è l’apoteosi del barocco! Bene, credo abbiate capito che ho un debole per Michelangelo Merisi da Caravaggio, per questo artista che ha emozionato il mondo intero con l’intensità dei suoi dipinti, con l’umanità dei suoi modelli,  con l’autenticità dei suoi soggetti, con l’ardire delle sue provocazioni, col fascino e l’ambiguità del suo talento. E come lui anche i suoi modelli furono personaggi “raccolti” per strada, che hanno condiviso con l’artista  non solo l’arte ma anche la sua vita tumultuosa. Le donne di Caravaggio erano popolane, donne di vita, cortigiane. Ed è a loro che rivolgo questa mia ricerca.   Nella Roma della controriforma, invano confinate dai bandi papali in quartieri ghetto, le prostitute e le cortigiane arrivavano ovunque, governavano i più intimi bordelli così come erano ricevute dai prelati e dai principi nei saloni dalle volte affrescate nei segreti casini di caccia. Nei  bordelli e nelle strade scoppiavano risse quasi ogni giorno, non soltanto per le rivalità politiche ma anche per i motivi più futili ingigantiti dalla fame e dall’ebbrezza provocata dal vino. E’ la Roma del 1593. Caravaggio di giorno dipinge forsennatamente e la sera se ne va in giro con i suoi amici pittori a far serenate più o meno maliziose. Frequenta cortigiane famose, va nelle osterie. Qui incontra la gente, son loro i suoi modelli, ferma una zingara per strada e la fa salire nel suo studio per ritrarla nell’atto di leggere la mano.   Caravaggio dipinge la realtà e per farlo usa personaggi della quotidiana realtà. Artisti e prostitute avevano molto in comune, compresa l’intimità con uomini della Chiesa.   Le donne di Caravaggio vengono usate spesso, come modelle, nei suoi dipinti. Individuare l’identità di queste ragazze mi è servito a comprendere meglio la sua arte e i suoi sentimenti.

Anna (Annuccia) Bianchini detta Anna la rossa per la sua fulva chioma

 Dolcissima e sfortunata, capelli lunghi rossi, figlia di prostituta e prostituta a sua volta. Carattere impetuoso, sempre in mezzo ai guai, definita nei rapporti di polizia “frequentatrice di pittori”. La sua sventurata vita durò solo venticinque anni. Tra i tanti episodi che la vedono protagonista di risse ce n’è uno che ne  definisce il suo carattere ribelle e rissoso. Una sera d’Aprile, dopo un litigio tra Anna e un paio di colleghe, le tre erano andate in un’osteria per far pace su un bicchiere di vino. Seduti ai tavoli c’erano dei pittori che, sicuramente conoscevano molto bene le ragazze perché uno di loro esclamò: “ecco qua l’Anna dal bel culo”. Anna, senza scomporsi, di rimando gli disse: “al tuo bel culo, però, io non ci attendo” . Ritroviamo il suo volto in quattro dipinti del Caravaggio:       MADDALENA PENITENTE   La graziosa fanciulla “dai capelli lunghi e rosci” come Giovanni Bellori, il biografo dei pittori romani scrive, è una dolcissima ragazza che nulla ha a che vedere con la dissoluta e immorale figura  di donna dalla discutibile vita. Il suo è l’umanissimo atteggiamento di una persona che, sentendosi peccatrice, abbandonati monili, gemme e unguenti, chiede il perdono col capo reclinato in posa dolente.                  RIPOSO DURANTE          LA FUGA IN EGITTO                                MARTA E MARIA MADDALENA (dove vengono ritratte Fillide e Annuccia)                 MORTE DELLA VERGINE             

Fillide Melandroni

Amica di Anna Bianchini, arrivate insieme da Siena e avviate entrambe al lavoro più antico del  mondo, come una tradizione di famiglia. Ebbe un importante ruolo nella vita di Caravaggio soprattutto per il suo legame con Ranuccio Tomassoni, l’uomo assassinato dal pittore durante una partita di pallacorda. Anche Fillide, come la sua amica Anna, si procurò  presto dei guai con la polizia. Di carattere turbolento, ella abitava in Via Condotti e dava spesso schiamazzanti festini ai quali partecipavano sue compagne di s-ventura e i loro protettori, tra i quali il giovane Ranuccio, illegalmente armato. Ma grazie all’influenza che egli doveva godere in quanto al servizio, con i suoi fratelli, dei Farnese di Parma, i due amanti riuscivano sempre a venirne fuori senza particolari condanne. Fillide venne ritratta, da Caravaggio, in quattro dipinti:   GIUDITTA E OLOFERNE   Sicuramente il Merisi si ispirò al dramma di Beatrice Cenci, giovane nobildonna romana torturata e decapitata con l’accusa di aver ucciso il padre, Francesco Cenci. Era costui un  uomo volgare, violento, tirannico e manesco che abusava di lei e che, per evitare di pagarne la dote in caso di matrimonio, l’aveva rinchiusa nel castello di Putrella Salto in Abruzzo continuando a violentarla. Vi posso assicurare, per averlo visto a Palazzo Barberini, che è questo un dipinto dalla terribile precisione realistica dove l’azione cruenta e la violenza degli schizzi del sangue rappresentano nella sua pienezza l’orrore della decapitazione. Una scena miratamene brutale carica di agghiacciante realismo che, si pensa, il Caravaggio abbia immortalato dopo aver assistito al supplizio e all’uccisione della povera Beatrice. Nella scena il pittore,  per la prima volta, si ritrae prestando il suo volto alla testa di Oloferne.       RITRATTO DELLA   CORTIGIANA FILLIDE                 SANTA CATERINA   D’ALESSANDRIA            

Lena (Maddalena Antognetti)

Anche Lena faceva parte della schiera di cortigiane e prostitute d’alto bordo che “rasserenavano” l’esistenza degli ecclesiastici romani d’inizio ‘600. Prima, giovanissima amante del “giovane morbido” il Cardinal Montalto poi del Cardinal Peretti nipote di Sisto V°. Fare di Lena la “Madonna dei Pellegrini” fu cosa assai rischiosa proprio perché era un volto molto conosciuto in città.     MADONNA   DEI PELLEGRINI   Ella vi è ritratta nella figura della Madonna vestita da popolana col Bambino in braccio e due pellegrini inginocchiati ai suoi piedi. Fu questo un quadro che causò grande scandalo a Roma. Dice il Baglioni che appena il quadro fu posto sull’altare “ne fu fatto dai preti  e da’ popolani estremo schiamazzo”. E non solo per i piedi nudi, gonfi e sporchi dei contadini in primo piano ma anche per la fatiscenza della casa cui Maria si appoggia e soprattutto per aver usato una “lascivia dalla sfacciata bellezza” che rappresenta l’immagine sacra della Madonna, come bandito dal Concilio di Trento.           MADONNA DEI   PALAFRENIERI             MARIA   MADDALENA   IN ESTASI           Anche Lena, come le altre modelle di Caravaggio morì giovanissima a soli ventotto anni.  

 E se, a questo punto, qualcuno si domandasse:

"Come può essere bella o santa una cosa brutta o sporca?"

 

Rispondono i suoi lavori con la "bellezza delle emozioni".

               

13 Commenti a “TUTTE LE DONNE DI CARAVAGGIO……scritto da Franci”

  1. LEOPOLDO CECCARELLI ha detto:

    Petrella Salto in provincia di Rieti

  2. Dario ha detto:

    Brava Francesca meglio di Sgarbi tutto vero e ben scritto grande artista che ti incanta e grande rivoluzionario nella sua arte!

  3. mary ha detto:

    girando nel web alla ricerca di notizie e curiosità su questo artista, ho letto con piacere lo scritto di questa ragazza ( credo ragazza)… precisa esauriente e molto preparata… complimenti….. 🙂

  4. sandra vi ha detto:

    Grazie Franci forse mi ripeto ,ma e’ un vero godimento leggere i tuoi scritti ,ame piace Caravaggio ,ho potuto vedere qualche mostra ed ammirare da vicino i suoi dipinti.Ignoravo comletamente la stora delle sue donne ,grazie a ho conosciuto molti fatti ,descritti poi colla ta preciione e chiarezza acora grazie Franci.

  5. francesca ha detto:

    E’ vero, Franco, il bravo Merisi amava anche circondarsi di teneri fanciulli per ritrarli nei suoi dipinti. Ma non erano solo deviazioni sessuali. Non dimentichiamo che nella Roma del ‘600 la relazione tra maestro ed apprendista, cioè modello, che andava dal servizio di garzone al dormire insieme al proprio padrone, era cosa del tutto normale compresa tra i doveri dell’allievo.

  6. francesca ha detto:

    Giovanna, compagna d’arte, che piacere rivederti qui. Sono d’accordo con te…chissà cosa avrebbe potuto ancora fare se la sua vita non si fosse interrotta in modo così brusco e drammatico.
    Grazie amica, un abbraccio e ti “passo la palla” per il prossimo articolo di arte.

  7. francesca ha detto:

    Grazie Signor Spitz, ce ne fossero ancora di artisti “irriverenti” come lui..!!
    Grazie anche a te Lorenzo. Vero che Caravaggio non era uno stinco di santo ma consideriamo che che la Roma dell’ultimo decennio del Cinquecento, nella quale l’artista viveva, era una città scivolata nel più cupo degrado sociale, dove ad ogni angolo si aggiravano poveri, mendicanti e prostitute. Sarà la fine che stiamo facendo noi, a distanza di 500 anni circa? Mah…

  8. giovanna3.rm ha detto:

    Franci, complimenti per il tuo articolo sulle donne del grande genio!
    Nella “vita spericolata” del Caravaggio, le donne hanno avuto un ruolo decisamente importante.
    Anche nella sua scelta di frequentazioni femminili, dalle cortigiane alle popolane, si distingueva dagli altri grandi artisti italiani del tempo. La sua permanenza a Roma è stata fatale.
    Ed è proprio nelle strade romane che Caravaggio fu protagonista di risse assai accese, che lo portarono a compiere un assassinio. Ciò che lo costrinse a fuggire dall’Italia e a precipitare ancora più in basso.
    La sua vita dissipata ha sicuramente contribuito ad accorciarglela, ed è stata una grande perdita. Chissà quanti altri capolavori ci avrebbe lasciato!

  9. franco muzzioli ha detto:

    Sempre efficace Franci! Conoscevo i quadri ma non la storia delle “modelle”. Evidentemente il nostro Michelangelo non si faceva mancare niente….anche in fatto di faciulli …non scherzava (almeno così si narra)…dal fanciullo con frutta..al Narciso…al provocatorio San Giovanni Battista …allo spudorato Eros e a tutti i vari Bacchini…le sue preferenze sessuali …spaziavano veramente.
    Grandissimo comunque.

  10. giulian.rm ha detto:

    “Come può essere bella o santa una cosa brutta o sporca?”

    Personalmente ritengo che il Brutto e il Bello siano categorie formulate dall’uomo per l’uomo, per orizzontarsi e catalogare, distinguere… ma fondamentalmente l’arte nasce dall’espressione di un qualcosa che c’è dentro l’artista, dove queste categorie non valgono assolutamente…

  11. fernando. Garda ha detto:

    Sei GRANDE amica mia come sempre piena di sorprese GRAZIE

  12. Lorenzo.rm ha detto:

    Vedi, Franci, i tuoi scritti sull’arte offrono una ventata di aria fresca su luoghi ed orizzonti spesso bui e in questo spirito positivo li leggo con grande gioia e partecipazione. E’ vero, il Caravaggio non fu uno stinco di santo ma le sue opere sono meravigliose e le sue donne stupende.

  13. spielman von zuhoerer ha detto:

    La grandezza di Caravaggio è oramai indiscussa, ma all’epoca anche le sue opere furono ascritte a biasimo, trovate spesso blasfeme, irriverenti verso la sacralità, ebbene volgari.
    Caravaggio suscita un grandissimo fascino in tutti quelli che amano l’arte.
    Il suo carattere collerico, impaziente, l’essere asociale e certamente in conflitto con la società del suo tempo, ha sicuramente influenzato le sue opere che hanno del “rivoluzionario”.
    Mi complimento con l’autrice per la precisione
    e la chiarezza del testo .
    Buona giornata.
    Spitz

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