Pensavate che non vi avrei più torturati con la mia amata Arte? E invece no, eccomi qui con una storia che è per me una delle più affascinanti e misteriose della mitologia greca e che ha ispirato quell’abilissimo e virtuoso artista che è Gian Lorenzo Bernini.

Ora ve la racconto.

 

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“Sono qui, in questa grande sala della Galleria Borghese di Roma e percepisco la grandiosità di questo scrigno di tesori voluto da Scipione Borghese nel XVII secolo.

Cammino lentamente e, attratta da una delle opere che troneggia al centro del salone, mi avvicino provando un coinvolgimento emotivo che va al di là dell’ammirazione per il bello.

In questa scultura l’azione è al culmine.

Bernini mi cattura, mi incanta seducendomi con la sua mirabile scultura:

IL RATTO DI PROSERPINA.

 

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Plutone irrompe brutalmente nella scena e, afferrata saldamente per la vita Proserpina, cerca di strapparla al suo mondo. La ninfa, col viso inorridito dalla paura e solcato dalle lacrime, tenta inutilmente di liberarsi dalla violenza dell’assalto che le ha strappato le vesti."

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La mia mente accende la fantasia, e immagino….

"Ora è ormai tardi, tardi per sfuggire. Ora lei è preda e come un animale tremante preso in trappola, il panico la paralizza.

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Il cuore impazzito di paura, il respiro bloccato in un urlo strozzato, rauco. Ogni particolare delle sue membra suggerisce angoscia e smarrimento.

Lo sguardo appannato dalle lacrime. Il mondo svanisce intorno al suo divincolarsi. Lei, preda che tenta disperatamente di sfuggire al destino, all’orrore dell’oltraggio, la rivincita della forza bruta sulla sensibilità. Mani come artigli a martoriare la sua carne.

La paura si tramuta in panico, tenta di scalciare per ribellarsi a quell’essere ma il solo effetto che ottiene è di aumentare il desiderio sadico di colui che la vuole a tutti i costi possedere.

plutone

Plutone è possente e muscoloso e la solleva quasi senza fatica. Il suo volto è contratto e la barba ricciuta è leggermente agitata nella foga della presa.

plutone

Proserpina è sospesa con il corpo in torsione e le braccia alzate per difendersi e divincolarsi dalla presa del maschio possente, re dell’universo malato che vive per sottomettere e fa a pezzi l’umanità di una donna che chiede invano la pietà di un aiuto".

Ma che succede, sto sognando ad occhi aperti? La mia fantasia ha colto in questa scena immagini ambientate in un contesto più reale, ma anche più agghiacciante. Forse è meglio se torno a descrivere l’opera che sto ammirando.

"Ai piedi dei due personaggi osserva la scena Cerbero, il cane-guardiano degli Inferi. I corpi dell’uomo e della donna sono definiti con maestria e una non comune facilità nella resa naturalistica dei particolari.

cerbero

Quello che colpisce nella scultura del Bernini, oltre alla consapevolezza di avere a che fare con un artista dalle straordinarie doti tecniche e stilistiche, è l’attento studio del corpo in movimento e la sua capacità di dare vita ai personaggi. Lo scultore riesce a rendere con grande naturalezza e verosimiglianza le parti anatomiche implicate nell’azione, esaltando i sentimenti contrastanti dei due personaggi".

Guardate questi particolari. Le dita che affondano nella carne. EPPURE E' MARMO!

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Fortissima la mia tentazione di toccarlo, incredula!

  francesca (3)

https://www.youtube.com/watch?v=Ft21CZrKhJw

18 Commenti a “QUANDO L’ARTE S’ISPIRA AL MITO ED EMOZIONA…….di Franci”

  1. francesca (franci) ha detto:

    Grazie Sandra☺

  2. ugo ha detto:

    vero ttto, a me successe al Brera kon “il Cristo Morto”

  3. sandra vi ha detto:

    No Franci continua a descrivere le o[ere d’arte come solo tu sai ci sai fare Io chiudo gli occhi e ti seguo ,mi sembra che il marmo nno sia piu duro ma si ammorbidisca e la mano affondi ,e; un ver godimento seguirti grazie Franci.

  4. francesca (franci)) ha detto:

    Certamente Alfred, anche umili fabbri hanno contribuito alla realizzazione di una grande opera d’arte, producendo scalpelli, mazze e mazzuoli. E non dimentichiamo i cavatori delle Apuane. Fu Michelangelo che mise in valore le cave di Seravezza utilizzando il marmo del Monte Altissimo per il mausoleo di papa Giulio II in Roma.

  5. alfred-sandro.ge ha detto:

    Guardando queste meravigliose opere si rimane affascinati
    ma ogni volta mi pongo la stessa domanda: chi costruiva loro gli attrezzi
    per lavorare ? Erano umili fabbri che sapevano lavorare
    il ferro co maestria secondo le esigenze dell’artista martellando
    per tutta la loro vita tra carboni accessi, forge, magli, incudini
    E pesanti martelli.
    la bellezza di una statua è anche merito loro.

  6. francesca (franci)) ha detto:

    Giulio, cosa aspetti ad invitarmi dal tuo amico a veder sbocciare la scultura dal blocco di marmo? Scherzi a parte, passo spesso da Carrara quando vado a Roma, e mi capita di immaginare lì, il Buonarroti che ordina ai cavatori quel tal pezzo, e pi quell’altro, immaginando già che ci farà uscire un Mosè oppure una Pietà (o più di una), o un David. Nel ‘500 da quel marmo si ricavavano opere d’arte grandiose che vengono ammirate da ogni parte del mondo. Oggi è solo uno scempio che distrugge per denaro.

  7. alba morsilli ha detto:

    é vero raccontare l’arte è come dire le favole ai bambini,c’è chi mette enfasi nel parlare, chi le racconta come leggere un settimanale.
    Vedi Franci noi siamo come i bambini a scuola c’è chi apprende chi fa più fatica, ma l’abilità della maestra sta nel fatto di far partecipi tutti senza tanti libri, con il suo pensiero ti porta a far capire le cose che per l’alunno erano impensabili.
    molte volte si sente dire quella insegnante non sa spiegare e questo è un dono di natura che nasce con noi

  8. francesca (franci)) ha detto:

    Grazie a te, Giulio. E grazie a tutti voi, amici che apprezzate l’Arte insieme a me. Chiedo scusa se nel mio descrivere l’Arte mi lascio cogliere dall’emozione e seguendo l’onda contemplativa butto giù d’istinto tutto ciò che scaturisce dalla mia mente, le sensazioni che provo, i pensieri disordinati e scomposti, ma innanzitutto non potrei scrivere nulla di ciò che non vedo coi miei occhi e, magari, tocco con le mie mani. Inoltre, so che sarebbe molto più semplice fare dei copia-incolla di ciò che si trova in rete, biografie, descrizioni, commenti ecc.., ma non fa parte del mio modo di interpretare l’Arte. Per me la Passione è talmente personale che risulta indescrivibile trasmetterla se non si è al cospetto dell’opera stessa.
    Ecco perchè, probabilmente, i miei pezzi sull’Arte non sono così “perfetti” e completi di dati, date o altre nozioni, come forse lo sono molti altri che circolano nella rete. Perchè ciò che scrivo è l’ispirazione dell’attimo, lo stupore del momento. E tutto questo fa scattare la molla dei miei pensieri e li tramuta in parole.
    Grazie ancora a tutti.

  9. Giulio Salvatori ha detto:

    Veramente bello …tutto. La tua descrizione s’insinua nelle pieghe del marmo con occhio attento ai più piccoli particolari. Grazie .( sai Franci, a circa 150 metri da casa mia c’è un bravo scultore…è un piacere vedere sbucare piano piano dal blocco l’opera da Lui creata…)Grazie ancora

  10. francesca (franci)) ha detto:

    Cara Alba, io e te ammirando questa bellissima opera, abbiamo avuto gli stessi pensieri: violenza alla donna. Ne ho fatto anche menzione dentro il mio scritto, ma forse tu sei stata l’unica a coglierlo. Vedi, in effetti, nel Ratto di Proserpina, non è andata proprio così perchè nella mitologia greca si parla di racconti che a volte nulla hanno a che vedere con la realtà. Sono miti, leggende, raccontate intorno a dèi, esseri divini, eroi e discese nell’aldilà. Eppure questa scultura è così realistica nel suo contenuto che nè io nè te abbiamo potuto evitare di confrontarla con ciò che, purtroppo e realmente, succede oggi a molte donne.
    Su dai, godiamoci il bello di quest’Arte superlativa, di qualcosa che il Bernini ha voluto lasciarci in dono per ammirarla in tutte le sue sfaccettature, ma solo per godere e apprezzare ciò che con un blocco di marmo geni come lui, Canova, Michelangelo e altri sono riusciti a fare. Davvero mirabile!!
    Grazie Alba, ti abbraccio.

  11. alba morsilli ha detto:

    si parla di marmo e scusate la mia mente si è collegata con Giulio che ci ha sempre parlato dei cavatori di marmo e le sue montagne.
    ora pensate bene Un scultore che si trova un blocco di marmo davanti cosa le possa frullare nella testa, per far uscire un’opera d’arte di tale pregio.
    Mi considero fortunata perchè nel 2004 Genova città della cultura Ha avuto in prestito tante sculture del Bernini, questa forse troppo grande non è giunta a noi.
    Ed oggi io l’ammiro grazie al tuo contrubuto, l’unica cosa anche se è una statua non mi piace che parla di violenza alle donne, ma lui Plutone Dio dell’oltretomba dove era il custode dei giuramenti, il giudice dei spergiuri, ministro delle maledizioni divine.
    Non è da meno, anche se qui si parla di mitiologia, agli uomini attuali che il femmicidio a preso un campo veamente da far capponare i capelli

  12. mario33,co ha detto:

    Grande …Grande.. insuperabile il Bernini giovanile, una scultura… ricca di dettagli! Dalla lacrima sul viso di Proserpina, alla mano affondata leggermente nelle carni di plutone, una scultura figurativa di grande impatto visivo una dinamica del movimento,che la rende viva,reale.

    CON L’AIUTO DI WIKIPEDIA: L’opera di Bernini coglie l’azione al culmine del suo svolgimento e offre all’osservatore il massimo del pathos. Bernini si prefiggeva di realizzare opere il cui virtuosismo fosse tale da far sì che i personaggi mitici raffigurati quasi sembrassero figure reali. L’opera, capolavoro di scultura barocca, ha un punto di vista privilegiato, ovvero quello frontale, che rende riconoscibili i personaggi e comprensibile la scena. La scultura è anche perfettamente rifinita in tutte le sue parti e ricca di particolari che, ancora oggi, catturano l’attenzione dell’osservatore. La composizione del gruppo segue delle direttrici dinamiche sottolineate dai movimenti degli arti e delle teste, accentuate dal moto dei capelli e del drappo che scopre il corpo giovanile e sensuale della Ninfa, sul cui volto, rivolto all’indietro, è visibile una lacrima. Il corpo di Plutone è invece possente e muscolare e la sua virilità è accentuata dalla folta barba e dai capelli, le cui ciocche, nettamente definite e in forte rilievo, rivelano un abbondante uso del trapano. La posa dei due è piuttosto innaturale e, idealmente, spiraliforme: un espediente, quello del moto a spirale, già utilizzato nel Manierismo per esprimere al meglio un senso di moto e di dinamica all’interno di un’opera che, ovviamente, è caratterizzata dalla staticità. Tuttavia, pur essendo innaturale, la posa, nell’insieme, è indubbiamente molto teatrale e di grande impatto emotivo e visivo.

    Il soggetto è tratto dalle Metamorfosi di Ovidio e legato al tema del ciclo delle stagioni. Proserpina, figlia di Giove e Cerere (dea della fertilità e delle messi), fu notata da Plutone, Re degl’Inferi, che, invaghitosi di lei, la rapì mentre raccoglieva fiori al lago di Pergusa presso Enna. Cerere, per il dolore, abbandonò i campi, causando una gravissima carestia. Giove, quindi, intervenne trovando un accordo tra Plutone e Cerere anche grazie alla mediazione di Mercurio: Proserpina avrebbe trascorso sei mesi con la madre favorendo l’abbondanza dei raccolti mentre, per i restanti mesi dell’anno, quelli invernali, sarebbe rimasta con Plutone nell’Ade.

  13. francesca (franci)) ha detto:

    Si amici, vi assicuro che ammirare opere come quella che ho descritto in questo pezzo, è come leggere una storia senza parole. E’ come farsi “attraversare” da un’onda emotiva ed intensa che ti dà la sensazione di un’estasi fuori dal tempo. Corpi muti che parlano, corpi che vivono e pulsano di vita propria scavati nel marmo, e dal marmo, che produce VERA CARNE!. Io vado pazza per queste opere d’Arte, m’incantano, mi estasiano, non riesco a staccarmene.
    E vedo, con immenso piacere, che anche voi la pensate come me. Grazie davvero☺

  14. elisabetta8.mi ha detto:

    La tua grande bravura,porta il lettore ad una maggiore attenzione.Sei troppo forte!!!!!

  15. lorenzo.rm ha detto:

    E’ proprio vero che il marmo è di carne. Stupende le sensazioni. Grazie, Franci.

  16. giovanna3rm ha detto:

    Molto efficace, Francesca, la tua descrizione del Ratto di Proserpina! E’ assoluamente reale l’effetto delle dita, che afferrano la fanciulla, penetrando nella carne! Grandissimo artista Bernini, le sue sculture incantano ed emozionano profondamente.
    Grazie per il bel srvizio!
    Ciao.

  17. Riccardo ha detto:

    Come il pittore, lo scultore riesce ha
    procurare emozioni, con la ricerca minuziosa, addirittura certosina del particolare che colpira l’occhio dell’attentoattento estimatore dei suoi capolavori .. Tu Francesca sei una attenta e appassiomata osservatrice.

  18. franco muzzioli ha detto:

    Emozioni riprovate !!!!!….La visita alla Galleria Borghese penso sia una tappa d’obbligo per chi si reca a Roma.
    Quella “carne di marmo” ti stupisce e cogli perplesso la grandezza dell’autore.

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