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Siamo un popolo che sa autoflagellarsi. Non ci stimiamo per niente e ci vogliamo meno bene di quanto ce ne vogliano gli altri. Eppure gli stranieri hanno un’altissima opinione di noi. E allora, se il Mondo intero pensa di noi molto meglio di quanto non facciamo noi stessi, perché ci disistimiamo così tanto?

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Faccio un esempio: ad un campione selezionato di 26.000 europei è stato chiesto, dai ricercatori di un Istituto di statistica, di dare un voto di gradimento ad ogni Paese scegliendo tra quelli maggiormente industrializzati, Italia compresa ovviamente. Per far questo si è tenuto conto di parametri come l’ambiente, la simpatia e l’aspetto fisico degli abitanti, il dinamismo, la capacità di accoglienza, l’educazione, l’onestà e non ultime, le attrattive turistiche.

     

Ne è uscito un quadro inoppugnabile. L’Italia piace solo al 50,6 per cento degli italiani mentre, da parte degli stranieri, ottiene un più largo consenso, pari quasi al 65 per cento.

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Qualcuno sostiene che noi italiani, alla fine, siamo meno catastrofisti di quel che vogliamo far credere. Abbiamo l’abitudine di lamentarci, di mettere le mani avanti perché siamo fatti così.

Pessimismo

Si, d’accordo può anche aver influito sulla nostra disistima o pessimismo, la feroce crisi economica degli ultimi anni, ma lamentarsi sta diventando quasi una mania collettiva, visto che la crisi c’è da parecchi anni ormai e, chissà, forse qualche spiraglio lo si comincia ad intravvedere.

 

Ma allora siamo un popolo di catastrofisti? Eppure, ottimismo e autostima vanno a braccetto. Dunque, qual è l’atteggiamento giusto da tenere?

ottimismo    

Come si fa a raggiungere un giusto equilibrio?

 

Credere tenacemente in sé stessi, come i russi e i coreani oppure essere pessimisti come noi italiani?

 

La vera ricetta non la possiede nessuno, perché nessuno è depositario del “Sapere”. Ma qualcosa è possibile fare. Battersi per uscire dalla crisi. Se ci battiamo per noi stessi, se ci crediamo veramente, veniamo apprezzati di più.

 

Il disfattismo degli italiani sembra essere una tara ereditaria, come una sorta di pessimismo che ci accompagna dai tempi di Leopardi che abbiamo imparato a conoscere studiandolo a scuola.

caduta la borsa

Occorre scrollarsi di dosso quest’alone di negatività perché gli altri popoli, insieme agli investitori, ci guardano. Occorre crederci, insomma, con coesione, forza e volontà collettiva, almeno quanto gli altri sembra credano in noi.

 

Ma questo non vuol certo significare eccedere o esagerare come fa qualche altro popolo troppo pieno di sé.

 

Un vecchio detto recita: “Per far soldi occorre comprare la gente per quello che vale e rivenderla per quello che crede di valere”.

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Se facessimo così, usciremmo dalla crisi in una mezz’oretta.

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14 Commenti a “AUTOSTIMA O PESSIMISMO?…..di Franci”

  1. franco muzzioli ha detto:

    Non è il miglior Giacomino (come lo chiama affettuosanmente Francesca) , intriso di retorica risorgimentale e di “suon d’armi” , lui che stentava l’equilibrio, ma allora era così ed è giusto ricordarlo anche in questa dimensione.
    Ora però abbandonando “l’armi” dovremmo agire per rendere questa nostra Nazione sempre più bella ed evidenziare ciò che viene fatto senza gettare fango su quel tanto o poco che si mette insieme ,tante volte solo per spirito di parte.

  2. francesca (franci) ha detto:

    Caro Guglielmo con l’ode alla Patria di Leopardi mi riporti sui banchi di scuola. Ricordo che la prof dopo averla letta, spiegata e ascoltata da noi recitare (malamente) a versi, ci diceva: “beh, adesso passiamo a qualcosa di più allegro altrimenti qui ci si taglia le vene..”. Con tutto il rispetto per “Giacomino” al quale son sempre stata particolarmente legata, devo dire che pur apprezzando il suo meditare interno, certe riflessioni col tempo vanno modificate. Lì siamo in pieno Risorgimento (1818), oggi siamo nel ventunesimo secolo e indietro non vogliamo ritornare.

  3. Guglielmo ha detto:

    Dedico alla mia terra questi versi.

    O Patria Mia

    O patria mia, vedo le mura e gli archi
    E le colonne e i simulacri e l’erme
    Torri degli avi nostri,
    Ma la la gloria non vedo,
    Non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi
    I nostri padri antichi. Or fatta inerme
    Nuda la fronte e nudo il petto mostri,
    Oimè quante ferite,
    Che lívidor, che sangue! oh qual ti veggio,
    Formosissima donna!
    Io chiedo al cielo e al mondo: dite dite;
    Chi la ridusse a tale? E questo è peggio,
    Che di catene ha carche ambe le braccia,
    Sì che sparte le chiome e senza velo
    Siede in terra negletta e sconsolata,
    Nascondendo la faccia
    Tra le ginocchia, e piange.
    Piangi, che ben hai donde, Italia mia,
    Le genti a vincer nata
    E nella fausta sorte e nella ria.
    Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive,
    Mai non potrebbe il pianto
    Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno;
    Che fosti donna, or sei povera ancella.
    Chi di te parla o scrive,
    Che, rimembrando il tuo passato vanto,
    Non dica: già fu grande, or non è quella?
    Perchè, perchè? dov’è la forza antica?
    Dove l’armi e il valore e la costanza?
    Chi ti discinse il brando?
    Chi ti tradì? qual arte o qual fatica
    0 qual tanta possanza,
    Valse a spogliarti il manto e l’auree bende?
    Come cadesti o quando
    Da tanta altezza in così basso loco?
    Nessun pugna per te? non ti difende
    Nessun de’ tuoi? L’armi, qua l’armi: io solo
    Combatterà, procomberò sol io.
    Dammi, o ciel, che sia foco
    Agl’italici petti il sangue mio.
    Dove sono i tuoi figli?. Odo suon d’armi
    E di carri e di voci e di timballi
    In estranie contrade
    Pugnano i tuoi figliuoli.
    Attendi, Italia, attendi. Io veggio, o parmi,
    Un fluttuar di fanti e di cavalli,
    E fumo e polve, e luccicar di spade
    Come tra nebbia lampi.
    Nè ti conforti e i tremebondi lumi
    Piegar non soffri al dubitoso evento?
    A che pugna in quei campi
    L’itata gioventude? 0 numi, o numi
    Pugnan per altra terra itali acciari.
    Oh misero colui che in guerra è spento,
    Non per li patrii lidi e per la pia
    Consorte e i figli cari, Ma da nemici altrui
    Per altra gente, e non può dir morendo
    Alma terra natia,
    La vita che mi desti ecco ti rendo.
    Oh venturose e care e benedette
    L’antiche età, che a morte
    Per la patria correan le genti a squadre
    E voi sempre onorate e gloriose,
    0 tessaliche strette,
    Dove la Persia e il fato assai men forte
    Fu di poch’alme franche e generose!
    lo credo che le piante e i sassi e l’onda
    E le montagne vostre al passeggere
    Con indistinta voce
    Narrin siccome tutta quella sponda
    Coprir le invitte schiere
    De’ corpi ch’alla Grecia eran devoti.
    Allor, vile e feroce,
    Serse per l’Ellesponto si fuggia,
    Fatto ludibrio agli ultimi nepoti;
    E sul colle d’Antela, ove morendo
    Si sottrasse da morte il santo stuolo,
    Simonide salia,
    Guardando l’etra e la marina e il suolo.
    E di lacrime sparso ambe le guance,
    E il petto ansante, e vacillante il piede,
    Toglicasi in man la lira:
    Beatissimi voi,
    Ch’offriste il petto alle nemiche lance
    Per amor di costei ch’al Sol vi diede;
    Voi che la Grecia cole, e il mondo ammira
    Nell’armi e ne’ perigli
    Qual tanto amor le giovanette menti,
    Qual nell’acerbo fato amor vi trasse?
    Come si lieta, o figli,
    L’ora estrema vi parve, onde ridenti
    Correste al passo lacrimoso e, duro?
    Parea ch’a danza e non a morte andasse
    Ciascun de’ vostri, o a splendido convito:
    Ma v’attendea lo scuro
    Tartaro, e l’ond’a morta;
    Nè le spose vi foro o i figli accanto
    Quando su l’aspro lito
    Senza baci moriste e senza pianto.
    Ma non senza de’ Persi orrida pena
    Ed immortale angoscia.
    Come lion di tori entro una mandra
    Or salta a quello in tergo e sì gli scava
    Con le zanne la schiena,
    Or questo fianco addenta or quella coscia;
    Tal fra le Perse torme infuriava
    L’ira de’ greci petti e la virtute.
    Ve’ cavalli supini e cavalieri;
    Vedi intralciare ai vinti
    La fuga i carri e le tende cadute,
    E correr fra’ primieri
    Pallido e scapigliato esso tiranno;
    ve’ come infusi e tintí
    Del barbarico sangue i greci eroi,
    Cagione ai Persi d’infinito affanno,
    A poco a poco vinti dalle piaghe,
    L’un sopra l’altro cade. Oh viva, oh viva:
    Beatissimi voi
    Mentre nel mondo si favelli o scriva.
    Prima divelte, in mar precipitando,
    Spente nell’imo strideran le stelle,
    Che la memoria e il vostro
    Amor trascorra o scemi.
    La vostra tomba è un’ara; e qua mostrando
    Verran le madri ai parvoli le belle
    Orme dei vostro sangue. Ecco io mi prostro,
    0 benedetti, al suolo,
    E bacio questi sassi e queste zolle,
    Che fien lodate e chiare eternamente
    Dall’uno all’altro polo.
    Deh foss’io pur con voi qui sotto, e molle
    Fosse del sangue mio quest’alma terra.
    Che se il fato è diverso, e non consente
    Ch’io per la Grecia i mororibondi lumi
    Chiuda prostrato in guerra,
    Così la vereconda
    Fama del vostro vate appo i futuri
    Possa, volendo i numi,
    Tanto durar quanto la, vostra duri.

    Giacomo Leopardi

  4. francesca (franci) ha detto:

    Noto con piacere che l’autostima sale. Benvenuto tra gli ottimisti, Antonino!

  5. sandra vi ha detto:

    Grazie Franci,nn mi rimancio una parola ,meglio essere ‘rara avis”che perderci nella nmassa dei pessimisti w bicchiere mezzo pieno!!!!!!!!!!!!!!

  6. antonino8.pa ha detto:

    La politica sarebbe meglio metterla da parte, ormai si è contro tutto e tutti a prescindere spesso dimenticando che la colpa principale
    di quanto accade è nostra, ma è molto più facile liberarsi la coscenza scaricando la colpa sugli altri, come m’è sembrato di capire
    leggendo qualche commento. Purtroppo dimentichiamo, o facciamo finta di dimenticare, che siamo noi che votiamo,
    e quindi prima di parlare bisognerebbe fare un piccolo esame di coscienza.
    Se provare ciò che scrivi tu significa essere sognatore, allora anch’io lo sono, perchè ritengo giuste le tue idee, in fondo meglio
    sognatore che disfattista, o peggio stare a gufare.
    La gente ha davvero la memoria corta e forse, a causa di un “torcicollo” non riesce a voltarsi per guardare indietro, sempre pronta
    a criticare, mai ad essere positiva e propositiva.
    Forse un pò autolesionisti lo siamo, ma in maniera accettabile, fa parte anche del nostro DNA,
    quando è stato il caso abbiamo sempre dimostrato quanto noi ITALIANI valiamo, e quanto siamo
    in grado di fare. L’unico neo, forse, un tantino di esterofilia ? Ma ricordo che c’è sempre stato.

  7. francesca (franci) ha detto:

    Ecco un’altra che sogna ad occhi aperti e non sa in che mondo vive! Scherzi a parte, cara Sandra, quelle come me e te (e magari pochi altri..) che cercano di infilare un pò di autostima o di positività in questi momenti duri, sono considerate persone senza problemi, sognatrici illuse.
    Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate..
    Grazie Sandra.

  8. sandra vi ha detto:

    Italiani brava gente”.Infatti tutti vengono volontieri se possono ,i nostri scappano all’estero(forse ora ne vengono un po’ tanti)nn cacciamo nessuno ,AL massimo ci stringiamo per far posto e accoglienza a tutti.Tutto il mondo ci ammira ,da dove sentite levarsoi un solo unico mugugno su tutto e su tuttida noi Italiani.Io dico e penso una cosa,mio papa mi raccontava che alla fine dell’ultima guerra per le vie di Milano si camminava sulle macerie ,erano altri tempi ,altra situazione ,ma soldi nn ne giravano molti .Pero; rimboccate le manjche .”nn hanno pianto sul latte versato o aspetto la manna dal cielo”inventati lavori .Milano e; risorta ha dato lavoro a ti=utti ,sono arrivati a lavorare da tutte le parti ,e con lei e’ risorta l’Italia .Perche; ora nn si puo’ fare un piccolo tentativo ,o sono io che penso positivo?

  9. francesca (franci) ha detto:

    Si, hai sicuramente ragione tu, Franco. Ma sono quasi sicura che nè i governi passati, nè i presenti, nè i futuri riusciranno a risollevare questa povera e bella Italia dal precipizio in cui l’hanno (e l’abbiamo) lasciata sprofondare.
    Spero di sbagliarmi. Ma sono pochi gli italiani che sanno assumersi le proprie responsabilità, qualunque cosa succeda è sempre colpa di qualcun altro.
    Ops, sta piovendo…..governo ladro!!!

  10. franco muzzioli ha detto:

    Cara Francesca è impensabile non portare il discorso in politica , perchè come vedi la piazza rivendica giustamente un malcontento generalizzato…… non pensando che se abbiamo le strade sporche è anche colpa nostra, se non facciamo la differenziata è anche colpa nostra, se trattiamo male i turisti facendoli pagare il doppio su tutto è anche colpa nostra, se trascuriamo i boschi (che normalmente sono di proprietà) è anche colpa nostra, se costruiamo abusivamente (sarà colpa anche di chi lo lascia fare ) , ma ovviamente è anche colpa nostra, se preferiamo andare all’estero a vedere “l’erba del vicino” per pura esterofilia e se mai non conosciamo “gli splendidi prati” vicino casa …non può essere che colpa nostra ecc.
    Poi è chiaro che chi ha una pensione di 500 euro al mese ed è appena stato sfrattato anche se abita nella più bella città del mondo non ha molta voglia di essere felice.

  11. francesca (franci) ha detto:

    Ebbene si, cara Alba, sono una che sogna ad occhi aperti ma che ha molta dimestichezza con i problemi economici. Potrei raccontartene un bel pò ma non è questo l’argomento in questione. Magari un’altra volta ne scriverò, chissà…
    Vedi, come ho già detto a Franco, non volevo, mio malgrado, tirare in ballo i politici, perchè è facile farlo e anche giusto, come ho scritto sotto. Però voglio solo raccontarti un fatto. Ieri sono andata a fare un giro nelle Langhe. Ci sono paesini che lasciano incantati, borghi considerati tra i più belli d’Italia, insieme ad altre centinaia sparsi per tutta la penisola. Ebbene, tra le viuzze semideserte e nelle chiese e siti ricchi di opere d’arte di grande valore che nessuno (o pochissimi) di noi italiani andrebbe a vedere (a parte me…), ho trovato SOLO turisti stranieri con tanto di cartine e libretti turistici in mano.
    Salendo una vecchia scalinata che portava al punto panoramico ho ascoltato un dialogo tra due olandesi e un italiano residente in quel paese. Stavano trattando l’acquisto di un rudere (cascina) perchè volevano ristrutturarlo per venire a vivere in Italia. Beautiful..beautiful.. continuavano a ripetere. E non mi sembravano neanche milionari.
    Forse questo non vuol dire niente, ma mi ha dato la sensazione di ricevere uno schiaffo. Ma forse il mio era solo un sogno.

  12. alba morsilli ha detto:

    L’articolo che ho letto mi ha riportato a Matteo Renzi,rottamare, cambiare,pensare in positivo, rimboccarsi le maniche, siamo il paese del fare, italiani sveglia.
    Noi che siamo figli del bel paese dove il sole ci viene invidiato, siamo pigri indolenti ci piace più il lavoro fattoche quello da fare.
    Ma come con la crisi lavoro non c’è ne e tu mi vieni a dire queste cose ?
    Non conti i morti della disperazione, tu sei comodo nella tua poltrona.Io ti rispondo che siamo un popolo di formiche che ha permesso in questi anni di soppravivere per i nostri figli.
    L’articolo dice che razza di popolo siamo se abbiamo l’auto stima o siamo depressi,
    Ma forse chi scrive sogna a occhi aperti, o non ha problemi economici ed è stuffa di sentire lamentele, ma in quale mondo vive ?
    proprio ieri un sciopero generale della scuola con tutte le sigle sindacali, “la buona scuola” come voleva Renzi mi sa che fa cilecca, e questi insegnanti come dovrebbero essere, depressi o con l’auto stima,(se mai l’auto stima per se stessi)non certo per chi li governa.Precari a vita, presidi che diventano meneger,questa non è democrazia.
    Perciò cara amica che voresti il mondo diverso, sai che ti dico a Genova ci dicono
    5 euro di più lasciteli MUGUGNARE

  13. francesca (franci) ha detto:

    Si Franco, siamo borderline, ci basta un Mondiale di calcio vinto per farci sentire i più fortunati del Mondo..!! E poi critichiamo…critichiamo…critichiamo…tutto ciò che non ci piace, ma ciascuno a modo proprio, senza coesione nè coerenza.
    Pronunciamo frasi banali, dette e ridette, trite e ritrite, sempre le stesse. E non ci accorgiamo neppure di quanto siamo ovvi e scontati. Ma, anche se ti sembrerà strano e alquanto improbabile, il mio scritto non voleva chiamare in causa la politica. No, almeno questa volta. Perchè dare sempre le colpe di tutto ai politici è facile e GIUSTO. Però, perchè non proviamo a guardare anche un pochino dentro di noi? E intorno….???

  14. franco muzzioli ha detto:

    In questo periodo alcuni,anzi molti, sono catastrofisti perchè a certi partiti o movimenti politici conviene. Spesso si parla alla pancia di noi italiani e se quella è vuota o c’è il pericolo che lo possa essere …scatta la scintilla del mugugno…più che del pessimismo.
    “Il tutto sbagliato e tutto da rifare ” del vecchio Bartali è spesso diventato l’assunto del metapensiero. L’italiano non è sempre stato così anzi la frase “o Franza o Spagna pur che se magna” si perde nella storia ….poi abbiamo avuto anche un impero (quello del ventennio) e mi pare che in quel periodo l’autostima fosse alle stelle.
    Cara Francesca siamo un popolo bordeline con picchi di entusiasmo (se l’Italia vince i mondiali) e crolli vertiginosi di stima (mai di autostima che rimane sempre)….critichiamo gli altri più che noi stessi.
    Infine siamo quelli del….” chi ha avuto ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato ha dato…scurdammoce ò passato”……..con un triplice salto mortale di fatalismo.
    E’ certo che se facessimo la conta delle eccellenze che abbiamo avuto in tutti i campi e delle meraviglie naturali, artistiche ed architettoniche che ci circondano dovremmo essere i più “gasati” del mondo.

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