Without You - Al sax Giulio Salvatori - (video realizzato da Lucia)

Con l’avanzare degli anni i ricordi si offuscano, si annebbiano e non riesci a dare la giusta collocazione , l’esatto racconto, però certi tasselli colorati riesci sempre a collocarli nel mosaico della tua vita.

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Al mio paese, come in altri paesi dell’Alta Versilia, c’erano le Bande musicali : le Filarmoniche, e molti ragazzi si cimentavano a suonare i più svariati strumenti.

I Musicanti più bravi, gli anziani, insegnavano la musica e gli strumenti che sarebbero serviti all’organico.

A me assegnarono il clarinetto e il mio Maestro era Adriano : un cavatore.

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Ricordo la prima lezione di musica , prese una mela , la posò sul tavolo, e chiese un coltello alla moglie Righetta. Non sapevo che la musica si insegnasse con una mela e il coltello. Iniziò :

- “ Questa è una semibreve e vale quattro quarti. “ Poi la tagliò a metà :-“Queste sono due minime e valgono due quarti “ La divise ancora : “ Queste sono semiminime e valgono un quarto “ E continuò a sminuzzare quella mela per farmi capire gli ottavi, i sedicesimi , i trentaduesimi .

E' ovvio che non avevo capito nulla ,la matematica non l’ho mai avuta simpatica.

Dopo diverse lezioni iniziai a capire la divisione e i valori delle note. Arrivò quindi a spiegare il pentagramma e dove stavano le note : quelle negli spazi , e quelle sui righi .Il problema incominciò quando arrivarono le note sotto e sopra il rigo, con “tagli in testa e in gola “. Queste definizioni, dette da un cavatore, mi facevano impressione ; e quando vedeva che non avevo capito, si prillava una sigaretta di trinciato forte e scuoteva la testa.

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Un silenzio grave, attimi che sembravano eterni, le volute di fumo si alzavano verso la lampada appiccata al soffitto, la moglie richiamava il marito alla calma :

“ Se fai così lo spaventi quel bimbo ! “ Il bimbo ero io. Altri allievi, dopo alcune lezioni , rinunciarono e rimasi solo.

 

Ricordo che una domenica mattina, seduto in un angolo sul balcone con il metodo della musica sulle gambe, si aprì di botto nel mio adolescente cervello uno spiraglio : capii il modo di solfeggiare e, da quel momento ,divenni l’orgoglio del Maestro e in poco tempo entrai a far parte della Banda del mio paese.

Sono sempre stato magro, mingherlino e, il clarinetto era più lungo di me .Mio padre, che suonava il tromboncello da canto, si pavoneggiava a vedere il figlio fra i leggii della sala musica .Rimanevo affascinato fra tutti quegli strumenti : Corni, bombardini, genis, clarinetti, tromboni, trombe, percussioni, saxsofoni ,clarinetti, quartini, c’era perfino l’ottavino. E quando il maestro alzava la bacchetta, iniziavano le prove .

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Vi erano diverse marce sinfoniche che mi coinvolgevano ,riporto alcuni capitoli di un libro che conosco:

   

”(…) Mi sembrava di rotolare verso una valle senza fine spinto dal rullo dei tamburi, i baritonali vibravano possenti e tra i monti immaginavo Orlando che correva e soffiava nel corno come narra la storia(…) poi un finale pianissimo, chiudeva la marcia e il sogno. I bicchieri di vino giravano fra i leggii fra i commenti (…)Guardavo quelle facce segnate dalla fatica, le mani ruvide e callose, le labbra screpolate dal freddo posarsi sui bocchini degli strumenti come un bacio (…) e l’immancabile storica frase del Maestro : La musica ingentilisce i cuori . Ora il paese è silenzioso ,i componenti la Banda , suoneranno nei prati infiniti del cielo. Il loro suono però non giunge sulla terra “…

     

Conservo ancora quel clarinetto in una custodia scolorita, ma per me racchiude un periodo indimenticabile. All’interno ,fra alcuni spartiti ingialliti, ci sono le luci dei ricordi .

 

Giulio Salvatori

 

Ho voluto aprire con un video confezionato da Lucia e interpretato da Giulio e il suo sax, che rende visivamente  chiari,  gli inizi del suo percorso di musicista, come lui stesso li descrive in questo pezzo. Mi sembra importante concludere con altrettante belle note sempre di Giulio e del suo sax. Buon ascolto a tutti!

13 Commenti a “FRA IL PENTAGRAMMA…..di Giulio Salvatori”

  1. gianna ha detto:

    Giulio, quanti ricordi hai trovato aprendo la tua scattola, il tuo Clarinetto,, portandoti molto indietro nel tempo, ricordi indimenticabili della tua infanzia, un risultato positivo tu ora ne sei la prova. Ci rimane che sognora ballando sulle tue dolci note. grazie ciao

  2. Giulio Salvatori ha detto:

    Bella testimonianza Pino, lo vedi che -La musica ingentilisce i cuori ? Grazie a Te

  3. francesca (franci) ha detto:

    Che piacere Pino rivederti in questo blog. E grazie per la tua testimonianza rivelatrice, ancora una volta, della tua estrema sensibilità. Ci hai fatto conoscere una “faccia” diversa della stessa medaglia. Quella della carità umana unita all’altruismo, alla generosità e all’aiuto dei bambini in difficoltà.
    Un abbraccio con grande stima e affetto.

  4. pino5.rm ha detto:

    Caro Giulio, è sempre un piacere leggere i tuoi scritti sempre ricchi di buoni sentimenti, il tuo racconto mi ha riportato alla mente la banda musicale del mio paese. La banda era conosciuta come la banda dei figli dei carcerati, in effetti erano i giovani accolti in un Istituto del Santuario della Beata Vergine di Pompei, gestito dai Fratelli carissimi. Le famiglie in difficoltà per l’arresto del capofamiglia, affidavano i loro figli al collegio e qui i Fratelli carissimi curavano la loro istruzione di ogni ordine e grado fino al diploma di maturità per avviarli alle professioni ed ai mestieri. Come attività accessorie, ci tenevano che chi avesse la giusta predisposizione potesse partecipare a gruppi ginnici o musicali. Gli elevati livelli di preparazione raggiunti in entrambi i campi consentiva la loro partecipazione alle più importanti feste civili e religiose della città. Con il naturale ricambio, che il tempo impone, tuttora esiste la banda dell’Istituto Bartolo Longo che allo stato accoglie maggiormente figli di genitori separati ed in difficoltà. Grazie Giulio, per aver fatto affiorare in me anche tanti dolci ricordi della mia infanzia. Un grazie a Franci ed un saluto a tutti.

  5. elisabetta8.mi ha detto:

    Giulio,quando si aprono le scatole dei ricordi,si provano sempre delle forti emozioni,tu lo hai fatto ,ed è saltato fuori,il ragazzo semplice e la sua passione per la musica.Sei in gamba,e la tua modestia è grande,pari alla tua musica,Grazie riesci sempre ad emozionarmi,con la tua musica,sembri il pifferaio magico,,,,,,,,,

  6. francesca (franci) ha detto:

    Sempre troppo modesto il nostro amico Giulio. Non denigrarti troppo, toscanaccio, lo sai che sei un grande!
    Ciao con super-stritoloso.☺

  7. Giulio Salvatori ha detto:

    Gente,rientro ora dalle prove dell’orchestra, sono le 0.10 e non posso andare letto senza dirvene due , sapete come si dice noi in dialetto ? “Un la fate tanto lunga ” Niente di eccezionale. Ho aperto la scatola dei ricordi come dice Franci. Ognuno di noi ha il suo scrigno, basta cercare . Grazie . L’importante che sia di Vostro gradimento.

  8. lucia1.tr ha detto:

    Ancora un racconto che ci riporta in dietro nel tempo, usi e costumi di tanti piccoli borghi. Anche nel mio paese c’era la banda che si esibiva in tutte le ricorrenze religiose e storiche, farne parte era un vanto, la passione per la musica si coltivava fin da piccoli, nelle famiglie si tramandava questa passione. Per essere un buon musicista non occorreva aver fatto grandi studi, l’importante era la voglia e una certa predisposizione, un mio vicino di casa, che sapeva appena scrivere e far di conto, m’insegnò a leggere la musica e fare un minimo di solfeggio, aveva una dimestichezza con le frazioni che non scorderò mai. Dedicarsi allo studio della musica arricchisce, ingentilisce l’animo, come dice Giulio, purtroppo i giovani di oggi hanno altri passatempi, suonare uno strumento è un impegno serio che ha un lungo percorso e molti si perdono per strada. Vi confesso che ascoltare mia nipote Caterina che suona il piano, mi emoziona, dieci anni di studio le hanno permesso di avere una bella tecnica e di eseguire brani impegnativi, sono certa che non abbandonerà questa passione, anche se in futuro lo studio la terrà molto impegnata.

  9. sandra vi ha detto:

    Chissa’se chi ha tentato disperatamente e purtroppo inutilmente d;insegnarmi a suonare avessero usato il trucco della mela…..schezo Giulio ,il sentirti suonare e’ veramente molto emozionante ,grazie .

  10. alba morsilli ha detto:

    la testa ciondola al tempo di musica, gli occhi son diventati umidi, e il cuore grande dove conservo ogni tuo scritto,
    Sempre nella semplicità che ti distingue da figlio di cavatore, fai parlare il marmo come un scultore.
    Suona la musica mentre scrivo, sogno di ballare sulle tue noti.
    Grazie di tutto

  11. franco muzzioli ha detto:

    Come solito , musica e racconti di Giulio sono bellissimi…….ma quell’inciso che presume un più ampio testo e che descrive le sensazioni quasi di stordimento e fascinazione della musica di una banda….è poesia!

  12. Giulio Salvatori ha detto:

    Franciiii, non esagerare ( Pssss, non sono io che suono …)
    Grazie , troppo buona .

  13. francesca (franci) ha detto:

    Anche tu, Giulio hai aperto la scatola dei ricordi. Dentro, tra mille cose, ci hai trovato il clarinetto che ti ha riportato alla tua infanzia. Non so se oggi i professori di musica insegnano il pentagramma tagliando a pezzi una mela, ma sicuramente il tuo era speciale e sapeva il fatto suo. Il risultato è stato altamente positivo e tu ne sei la prova vivente.
    Complimenti per come sai emozionare con il tuo sax. Sei un grande!

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