La tragedia di Firenze impone svolte sul lavoro, che partono dai contratti | Il Foglio                                 E'  una strage silenziosa, una tragedia spesso coperta dall'indifferenza. Passati i primi momenti tutto torna come prima: coperto da un velo silenzioso e pesante che nessuno solleva per evitare altre tragedie in futuro.                                         L'ultima due giorni fa a Firenze: 5 morti, 3 feriti gravi. Erano giovani e dietro ci sono famiglie. E tanta rabbia.                                                 E' inaccettabile che una persona esca di casa la mattina per andare al lavoro mettendo in conto l’incertezza di potervi ritornare la sera. Perché non vengono fornite protezioni e strumenti adeguati, perché si ignorano le norme sulla sicurezza, per mille e più motivi. E perché in moltissimi hanno comunque bisogno di lavorare e non possono permettersi di rifiutare uno stipendio e pur di non perderlo corrono il rischio.                                         Ogni settimana notizie di almeno due o tre persone (se non di più),  morte svolgendo il proprio lavoro: oggi il Governo dovrebbe prendere una posizione forte e dire che non ci sono dati “buoni”, dati accettabili, e che anche una lavoratrice o un lavoratore morti sul proprio luogo di lavoro sono una lavoratrice o un lavoratore rubato alla vita. Anche “uno” sarebbe un dato nero. E, purtroppo, da quell’ “uno” siamo ancora lontanissimi.                                                               Si istituiscono giornate nazionali dedicate alle vittime degli incidenti sul lavoro e poi...? Nulla si fa, nulla cambia, se non contare, alla fine, il numero delle morti bianche accadute nell'anno. Problema mai risolto che continua ad accadere. Nelle morti sul lavoro non ci sono fatalità. Solo violazione di regole».                                                                                 Parlarne non è più sufficiente. Quel conto va fermato: non rallentato, non ridotto. FERMATO!!                                                         Francesca

8 Commenti a “MORIRE DI LAVORO…..di Francesca”

  1. francesca ha detto:

    Carlina cara, il tuo è un commento importante che ritengo giusto venga letto da tutti, non solo da me. Hai perfettamente ragione, è sempre l’uomo l’unico responsabile di queste tragedie. L’uomo con la sua avidità, la sete di potere e di denaro…ad ogni costo, anche a costo di sacrificare vite umane.
    C’è un passaggio bellissimo di una canzone di Jannacci che dice: “…tutti con il marchio addosso di questo paradosso, che il lavoro porta sottoterra, e l’operaio muore come in guerra..”. Si chiama “L’uomo nel lampo”, prova ad ascoltarla.
    Ciao e grazie, un abbraccio.

  2. carlina ha detto:

    Cara Francy il tuo post non fa una piega descrive, nei minimi particolari,come stanno le cose- le catastrofi umane che continuiamo a leggere sui giornali e vedere in Tv- anche gli amici che hanno già postato i loro commenti hanno ribadito quanto da te descritto e tante altre cose, i loro pensieri- io sono sintetica, aggiungo un mio pensiero, che non è solo mio- tutto quanto sta succedendo, che poi è sempre successo-non è dovuto al caso- ma chi non riesce a fare migliorare le cose è l’uomo, semplicemete l’uomo, che abbagliato dal dio danaro non riesce a cambiare. anzi sembra peggiorare- se vuoi puoi tenerlo x te il mio commento- buona serata

  3. francesca ha detto:

    Dici bene tu Giulio, e i Sindacati? Dove sono? Cosa fanno? Parole…parole…parole…Fanno mobilitazioni, indicono scioperi ma poi? Niente cambia. E’ una piaga quella delle morti sul lavoro che sembra nessuno riesca a sanare. Aveva ragione tuo babbo-Pà: prima l’UOMO!! Ma qui si tratta di disperati da lavoro che accettano qualunque cosa perchè devono spedire i soldi a casa, allla famiglia rimasta nei luoghi d’origine. Disperati che non sanno se alla sera rientreranno vivi. Vergognoso!
    Grazie Giulio, buona giornata.

  4. Giulio Salvatori ha detto:

    Come ho detto e scritto tante volte, io vengo da una famiglia di operai. Mio padre ha fatto tutti i mestieri dalla cava, alla miniera ecc. Morto soffocato dalla silicosi, e come Lui altri. Detto questo, potete immaginare la mia rabbia quando succedono disgrazie sul lavoro. E pensare che l’Italia, è una repubblica democratica fondata sul lavoro…Ma lavoro, vuol dire Pane, Dignità, Rispetto della Vita…Ma cosa ne sanno quei damerini che si prendono 15.000 euro al mese e altro. Cosa ne sanno delle sofferenze, delle fatiche, dei rischi, dello SFRUTTAMENTO? E le più volte, le disgrazie sono causate dallo sfruttamento, dalla fretta, da lavori precari, da sub appalti e, lungo sarebbe l’elenco. Dice bene Francesca : ” poi tutto cadrà nel silenzio…” Fino alla prosima disgrazia. E i Sindacati ? Damerini anche questi, fagogitati dal potere . Figure da strapazzo, alla mercè della politica e dei potenti. Se penso che, da giovane ero sempre in prima linea cantando l’INNO DEI LAVORATORI, L’INTERNAZIONALE, AVANTI POPOLO…” Mi vengono i brividi. Mi fermo qui Francesca, perchè mi si appanna la vista. Troppo brutto vedere il sangue sui luoghi di lavoro. Vorrei tanto che il mio grido: BASTA ! Arrivasse al cuore del potere. Chiesa compresa: le preghiere non servono a nulla. diceva mio padre, o come si dice noi: Mi Pa’, che al primo punto c’è l’UOMO, c’è l’ UOMO.

  5. francesca ha detto:

    E anche tu, Giuseppe, hai tutte le ragioni. A ogni strage sul lavoro si riaccendano gli appelli per aumentare i controlli e le misure di sicurezza. Ma è solo una questione di soldi? Forse, ma non solo. La risposta è che la strada da compiere è ancora lunga e l’azione della politica e delle istituzioni ancora deficitaria. Ci sarebbe ancora tanto da dire, ogni volta ci cresce lo sdegno e la rabbia, gridiamo BASTA!!! Ma siamo solo voci di un coro inascoltato, senza alcun potere.
    Grazie e buona giornata.

  6. Giuseppe ha detto:

    Gridiamolo forte Francesca, una statistica di morti sul lavoro che va fermata… è vergognoso che in una società con avanzatissime tecnologie in tutti i campi, non si riesca ad organizzare il lavoro mettendo al primo posto la sicurezza degli addetti. Si creano le norme antiinfortunistiche che poi restano sulla carta perché prevale sempre il lucro per pochi. È tempo di cambiare rotta.

  7. francesca ha detto:

    Paul hai fatto una disamina eccezionale, tutto corrisponde a realtà, agghiaccianti purtroppo. Ultima la tragedia di Firenze, ma prima Vercelli, Chivasso ecc…eccc…Una lista infinita di morti sul lavoro. Qualcuno, invece di parlare di cordoglio e di dolore dovrà assumersi la responsabilità delle gare al massimo ribasso, degli appalti a cascata e della mancanza di controlli. Nessun profitto vale una vita umana. Tutto questo è vergognoso.
    Grazie Paul, stendiamo un velo pietoso, ma non basta più adesso.

  8. paul candiago ha detto:

    Signore, lasci da parte il giornalismo e ci racconti la Verita’ se ha avuto esperienze d’ impiego, lavoro e produzione in questi settori lavorativi.
    Dal dopoguerra e passati 50 governi nazionali, non ci fu la conoscenza, ne interesse verso STANDARDS da applicare a norma di Legge per qualsiasi attivita’ lavorativa: per il fine di garantire, proteggere la Forza Lavorativa del Paese.

    O se c’e’ una certa Metodologia lavorativa e’ solo un derivato dalla tradizione e lo standard diventa un tanto al metro del tipo: o la va o la spacca e chi ci lascia la scorza (giornalmente) E’ chi lavora.

    Quale persona adulta (se competente in materia di Sicurezza sul/nel Lavoro e sua garanzia, provata ed Ispezionata da Ordinanze sul Lavoro) lei e’ al corrente che questo neonato Governo Nazionale non ha la bacchetta magica nella manina, ma si aggiusta il ciuccio in bocca per crescere.

    Nuovo Governo che deve confrontarsi con Mafie ed Organizzazioni Criminali lasciate serpeggiare da passati governi (Es.: ponte Morandi.) verso ogni LUTTO che avviene nel lavoro.

    Disastri e morte nel settore Lavoro causati dalla corruzione ed omissioni morali e civili da parte degl’Organi Statali sulla base dello “scarica barili”.

    (Signore, se si dedica al giornalismo mediatico e virtuale lo pratichi nella VERITA’ richiesta per corretta informazione del soggetto che tratta.

    Le ho raccontato da capo a fondo la situazione storica e reale del mondo del lavoro a riguardo la trascuratezza, noncuranza per Lavoro in Sicurezza e antiquate a Norma di Legge, (Es.: Incidente ferroviario a Vercelli).

    Corollario: Come giustifica lei le perdite di vite umane e di beni sociali e privati che marcano il calendario di Lavoratori morti sul lavoro nel Territorio Nazionale?

    Poco e ben fatto nella garantita sicurrezza per qualsiasi Dominio di Lavoro, che tanto e’ male con il criminale sacrificio di vite umane. (Rio Piano).

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