E’ davvero immortale la nostra anima? Cosa c’è oltre la vita? Dove va l’anima quando si separa dal corpo? Ma poi, cos’è l’anima? E’ qualcosa di etereo o si può vedere?   E’ da un po’ di tempo che mi pongo queste ed altre domande. Forse perché in una recente e dolorosa vicissitudine ho dovuto confrontarmi con il  “mai più” e non riesco a rassegnarmi al pensiero. Non riesco ad accettare il fatto che questa persona se ne sia andata così senza che io potessi far nulla per impedirlo. La mia impotenza è un muro contro il quale mi scontro continuamente e, a volte, mi crea forti sensi di colpa. Mi sembra di non aver fatto abbastanza, di non avergli dato abbastanza conforto, affetto, vicinanza. Mi dico che è stata una grande ingiustizia perché era  una delle persone più buone, oneste, generose, pulite che io abbia mai conosciuto, sempre disponibile per tutti, a costo di rimetterci di suo, eppure in un batter di ciglia è stata rapita dall’angelo della morte. E allora mi dibatto in mille interrogativi, in una vertigine di domande che restano senza risposta, in un confine invisibile, impossibile da pronunciare, perfino da pensare. E i miei pensieri si rivoltano quasi con rancore verso un’entità sconosciuta, quasi un’invisibile essenza sovrumana che, divertendosi alle nostre spalle, ha permesso tutto questo. Poi arriva la quiete e la ragione cerca pace nell’imponderabile infinito disegno, a noi sconosciuto, della vita. E penso che nulla appartiene di più alla vita, come la morte. Oggi che si dibatte e si scrive di tutto, la morte e il lutto sono rimasti gli unici argomenti tabù. Ma il dolore va metabolizzato e c’è un bisogno estremo di parole da dedicare a chi, per noi, non c’è più. A chi, varcando quella soglia, ha chiesto di “lasciarlo andare”, di “lasciarlo essere”. Ma per fare questo ci vuole una grande dose di coraggio e tanta, tanta fede. La soglia che separa la vita dalla morte è un passaggio naturale (viene varcata milioni di volte al giorno), e allora perché è così difficile da raccontare, da rappresentare? E' difficile per noi, che crediamo di essere immortali, immaginare un termine alla nostra vita.  Noi che viviamo in una specie di illusione eterna abbiamo un concetto del fattore tempo come di qualcosa di infinito. E' il nostro vissuto storico che dovrebbe darci la consapevolezza di non essere immortali, ma noi non abbiamo mai il  tempo per questi confronti, abbiamo sempre ancora qualcosa da fare.  E nel mio vagare errante all'interno della mia mente mi chiedo  cosa si prova nel momento in cui si ha la consapevolezza di non farcela? Nel momento in cui avrò la chiara certezza che la vita mi sta abbandonando, e non potrò più vedere né abbracciare le persone care. Che tutti i miei progetti, i miei sogni, i miei obiettivi non contano più nulla perchè non saranno mai più realizzabili. Che tutto quello che avrei voluto dire a chi amo non potrò più farlo, che è troppo tardi per tornare indietro perché la vita ha deciso diversamente e adesso si sta facendo beffe di me. Mi dicono che l’anima è immortale, ma lo spirito allora? E la nostra personalità? E tutto ciò che vi è contenuto, tutto quello che noi, da mortali, decidiamo di essere, di fare, di costruire? Tutto inutile? Bene o male non fa distinzione (ma non sto assolutamente parlando di Paradiso o Inferno, assolutamente no...quello è tutt'altro discorso che non prendo in considerazione). Qual'è allora lo scopo della nostra vita? Risposte non ne ho ancora trovate, probabilmente è la fede che mi manca. Posso solo pensare che lo scopo della vita è la vita stessa. Mi è difficile, in questa mia totale confusione, definire se si tratta di illusione, ribellione, tenacia, speranza, paura. O forse sono solo scettica e non ho abbastanza forza o coraggio per varcare quella soglia tenendomi ben salda su un filo invisibile proseguendo il mio percorso senza voltarmi per non finire come Orfeo che, allorquando si voltò, fece dissolvere il volto dell’amata Euridice.  Platone ha voluto dimostrare che l’anima è immortale in questo modo:  IN QUALUNQUE COSA ENTRI, L’ANIMA PORTA IL VIVERE, POICHE’ CIO’ E’ AD ESSA CONNATURATO. MA CIO’ CHE PORTA IL VIVERE NON  PUO’ ACCOGLIERE LA MORTE, DUNQUE L’ANIMA E’ IMMORTALE.  Chissà se potrò mai vedere la mia anima e capirne le sue vere intenzioni.  CREDERE SENZA PROVE. Sta forse qui il segreto? Qualcuno di voi può dirmi il proprio pensiero?      

24 Commenti a “OLTRE LA SOGLIA, AL DI LA’ DELLA VITA…….scritto da Franci”

  1. ugo ha detto:

    una domanda a tutti voi-Quando nasce l’anima in un corpo? al concepimento o successivamente?

  2. Govannimaria ha detto:

    Mia Cara amica Rosaria, non passa giorno che non pensi a te
    penso solo che tu ti trova bene dove sei. Le sofferenze sono infinite, per vivere in questo mondo bisogna sopportare ogni angheria. Tu non hai più da sopportare ciò. Spero che tu ci guardi dall’alto e che ci tenga la mano sulla testa. Ciao mia cara e dolce amica.Un parola di conforto ai tuoi famigliari.
    Giovannimaria

  3. francesca (franci) ha detto:

    A tutti voi dico GRAZIE. Ho imparato molto dai vostri pensieri.

  4. francesca (franci) ha detto:

    Giuliano, sai che ti dico? Che chi ha la fortuna di possedere la fede soffre molto meno di chi non crede. Perchè il credente, come dici tu, ripone le sue speranze di ritrovare l’essere caro scomparso, in un tempo non lontano. Gli basta aspettare.

  5. francesca (franci) ha detto:

    Fernando, so quello che stai vivendo. Il tuo coraggio, la tua forza sono ammirevoli. Non smettere mai di credere e lottare. Ne riparleremo appena ci vediamo, tra pochi giorni. Nel frattempo beccati un abbraccio di quelli…che sai.
    Grazie amico.

  6. francesca (franci) ha detto:

    Franco, ho paura a dirti che, forse, hai ragione.

  7. francesca (franci) ha detto:

    Cara Rosmarie, la dolcezza e la serenità con le quali esprimi il tuo commento mi hanno commossa ma mi inducono anche a qualche riflessione. Tu mi hai preso per mano e hai infuso un po’ di pace nella mia anima tormentata. Però anche questa è fede, al di là di qualunque religione. Grazie amica mia.

  8. silver account ha detto:

    …in un attimo già domani Per reiniziare, per stravolgere tutti i miei piani, Perchè sarà migliore e io sarò migliore Come un bel film che lascia tutti senza parole.

  9. franco37 ha detto:

    Mi sono incantato a leggere i commenti tanto sono profondi e ben scritti.
    …….Non sò se “l’anima” è solo una “emanazione” di questo perfettissimo computer chimico che è il nostro cervello (e che non è esclusiva dell’essere umano) o è “l’alito” di un dio.
    Penso che l’unica cosa che ci differenzia dagli altri animali è la parola , ma soprattutto la scrittura , cioè l’elaborazione della parola che diventa ricerca, scienza, civilità…..E per questo meritiamo di essere eterni?
    Come vedete tutto è nella parentesi della vita , anche le religioni sono nate per dar risposte agli accadimenti dell’esietenza, compresa la morte.
    Come può essere “eterno” qualcosa nato per essere finito ?
    Noi sentiamo afflati d’amore,sentimenti di commozione e di mistica introspezione , sempre nell’ambito dell’esistere .
    Come possono ,impulsi come questi, nati dalla chimica del cervello, essere eterni?
    Ci sono amfetamine ed in generale sotanze pscicoattive ,che modificano completamente le attività comportamentali ,affettive e di pensiero, quindi siamo assolutamente dipendenti ,anche nei nostri “sentimenti” dall’adrenalina ,dalla serotonina, dalla dopamina, da influenze genetiche e sociali ecc.
    Questo “alito” questo “vento” è uguale per tutti o si modifica come i nsotri comportamenti dalle chimiche del nostro corpo?
    Diciamo allora che “l’anima ” è un fatto personale…una idea ….una speranza….forse una utopia.

  10. rosmarie ha detto:

    Cara Franci, ho letto con attenzione il tuo articolo e tutti i commenti, molto vari e tutti interessanti!
    Vorrei esprimere il mio pensiero personale, non mi aspetto assolutamente che sia condiviso. Come dice Pasquino anima=soffio, il soffio divino. Non dimostrabile e non percepibile, ma penso che tutti noi siamo consapevoli di possedere un’anima, spirito immortale. E’ la scintilla divina, che spesso è soffocata dal vivere umano sulla terra, troppo preso dalle occupazioni quotidiane, dalla carriera, dal voler più apparire che essere.

    Ed è proprio in momenti di grande sconforto che ci si pone tante domande. Le varie religioni ci vogliono imporre lo stile di vita da intraprendere, promettendo premi o castighi…. ma la vera spiritualità si manifesta, quando siamo superiori a tutto questo! Si puo avere una fede salda, senza appartenere ad una religione. Questo ci permette di valutare la vita e la morte sotto un’altro aspetto: quando il nostro spirito lascerà il corpo, torna felice da dove è venuto, è come tornare a casa dopo un viaggio! Penso che chi ci lascia, non voglia assolutamente vederci tristi, in questa maniera non facciamo altro che ostacolare il suo rientro… dobbiamo essere grati di aver fatto una parte del nostro viaggio insieme, e continuare ad amarli. L’amore è insito in tutti noi, e non cessa solo per il fatto che questa persona non c’è più!
    Questa consapevolezza ci dona serenità e ci aiuta ad andare avanti. Ho chiuso gli occhi a mio marito, ed è stato l’ultimo gesto d’amore, augurandogli un buon rientro!
    A te auguro con tutto il cuore che tu possa trovare risposte alle tue domande!

  11. Garda Fernando ha detto:

    Cara AMICA, non puoi immaginare la commozione che ho provato leggendo il tuo scritto ! ho interpretato il tuo sgomento che mi ha toccato il cuore.
    Lo dice uno come me che stà lottando con tutte le forze che gli rimangono per alleviare le sofferenze e vivere !
    Ti abbraccio con tutto l’affetto che nutro per te ciao mia dolce e tenera amica.

  12. pasquino ha detto:

    Francesca,
    dichiariamo pure la verità:
    l’idea di una vita oltre la morte è una soluzione facile, e alla vita oltre la vita pochi ci credono.
    La morte fa rabbia, la morte è un’ingiustizia. La rabbia per la malattia, che colpisce casualmente e non puoi fare a meno di pensare perché proprio a lui? La rabbia per la sofferenza, perché vedere in faccia, la sofferenza ti fa chiedere perché. Nessuno che ha visto morire qualcuno che amava può rimanere uguale a quello che era prima.
    Vorrei solo aggiungere che anche per chi crede nell’aldilà la morte di una persona cara appare come un’atroce ingiustizia. Il credente non ha sconti al dolore. Credo, anzi, che sia più violenta la sua reazione, perché pretende la spiegazione del “senso”, del “perché” da Dio. Il credente può permettersi di sperare, di illudersi del possibile miracolo. L’ateo consequenziale, cioè coerente fra ragionamento e convinzione, non può essere che rigidamente, assolutamente fatalista.
    Sulla questione anima mi rifaccio al termine greco da cui proviene: “Soffio” o “Vento”.
    Con la parola “anima” siamo soliti significare un po’ di tutto: avere in animo, averci l’animo, con tutta l’anima, anima esacerbata, anima vagabonda, romantica, e molto altro ancora… niente di extramateria o d’impasto divino. Cum grano salis.
    Scusate per il dilungamento eccessivo.

  13. lorenzo.rm ha detto:

    Già, Franci. Bello sarebbe. Ma il genere umano è troppo ansioso per sé.

  14. francesca ha detto:

    Bello sarebbe poter credere nella vita dell’anima, nell’aldilà, e trovare conforto nella speranza di ritrovare la persona cara che se ne è andata.Bello sarebbe avere abbastanza fede da ringraziare per la vita invece che arrabbiarsi per la morte.

  15. francesca ha detto:

    Perdere una persona cara, una persona che ami è un percorso doloroso e faticoso. Incredulità, dolore e rabbia si uniscono ai sensi di colpa per la consapevolezza di non avere fatto abbastanza e ci perseguitano per tanto tempo, al punto da farci negare la realtà. Cioè non accettare la sua scomparsa, mandarci in angoscia e convincerci di non riuscire a sopportare il peso della sua assenza. Come superare tutto questo? Qualcuno si affida alla fede. Io credo sia solo il tempo a lenire lo sconforto ma soprattutto a colmare quel senso di vuoto e d’inutilità che provo adesso, quando realizzo ciò che è successo, quando mi confronto con la dolorosa realtà, quando rivivo quei momenti e vedo gli occhi di quella persona che, muti, mi dicevano..”io sto morendo e vorrei vivere..”. E io, impotente, non ho potuto far nulla se non raccontare ridicole e patetiche bugie delle quali, io per prima, mi vergogno.

  16. spielman von zuhoerer ha detto:

    “Signore non ti chiedo perché me la hai tolta, ma ti ringrazio per avermela data”.
    Si signora Armida.ve, sono le belle parole pronunciate da S. Agostino alla morte di sua madre, Monica.
    Se si vuole alleviare al massimo il dolore che un essere umano prova quando una persona cara muore, si può anche tentare di dire qualche cosa di simile, sperando di ottenere la stessa efficacia.
    Anima:
    Quando si parla di un’anima, generalmente s’intende che nell’uomo c’e’ un che di permanente ed eterno, un’immutevole sostanza che sta dietro il sempre mutevole mondo fenomenico. Le religioni monoteistiche affermano che nell’uomo c’e’ un’anima individuale e autonoma, creata da Dio che, dopo la morte, vivrà in eterno, in paradiso o all’inferno secondo il giudizio inappellabile del suo creatore. Altre religioni, per lo più orientali, affermano che l’anima deve sottostare a una lunga trasmigrazione, purificandosi via via per fondersi, infine, con Dio, Brahman o la Superanima
    dell’universo.
    Che cosa sia l’anima è un quesito che ha attraversato i tempi, una domanda che tutti, alla fine, ci siamo posti, le cui risposte hanno riempito e riempiono le biblioteche di tutto il mondo, senza però mai giungere a fornire una risposta ultimativa o esaustiva.
    Permettetemi di dire che provo ammirazione per voi, anche non conoscendovi, per il coraggio che dimostrate nell’affrontare temi così delicati, scoprendo il vostro pensiero in molte meravigliose forme…
    Buona serata
    Spitz

  17. alba morsilli ha detto:

    Io non sono di certo la persona più giusta per fare dei commenti di questo genere.
    Molte sono le idee contrastanti, io vi scrivo quello che è succeso a me personalmente poi fate voi.
    Per anni ho avuto un incubo che poi si è svelato come un sogno promanitore, a distanza di tempo anche di mesi sempre lo stesso sogno,difatti nel sogno diceva che avrei perso il mio compagno, e così è stato,ma la cosa che io non riesco a dare una spiegazione è questa :in chiesa per il suo funerale dopo che io
    ho messo in bocca l’ostia consacrata un coloredai piedi alla testa come avessi una forte febbre, una voce che non ho mai saputo di chi fosse mi disse “Laura la prima comunione”
    la mia bambina era pronta per ricevere Gesù ma tutto rimandato per la malattia del padre.
    Laura il giorno del funerale fece la sua prima Comunione, Io ho sempre pensato che Dio a voluto che tutta la famiglia fosse presente.
    Mai ho cercato di approfondire ma mi piacerebbe molto se è l’anima del suo papà che a voluto così

  18. franco37 ha detto:

    Bellissimo e per me vero, quello che scrive Giuliano. E’ chiaro che la morte è tragica per chi resta ,chi si sente privato della presenza e dell’affetto di chi scompare.
    Ma chi se ne va? Prendo a prestito le parole di un filosofo greco (credo Epicuro) ….finchè ci sono io non ci sarà la morte….quando ci sarà lei non ci sarò più io….perchè preoccuparmi ?

  19. giulian.rm ha detto:

    L’anima? Un’illusione.
    L’anima? Una speranza per la vita eterna
    Ovviamente la scienza naturale non potrà mai trovare la prova dell’esistenza dell’anima, per il semplice fatto che essa non rientra fra i concetti di cui si serve, non fa parte del suo campo d’indagine. Questa prova può essere trovata solo nell’esperienza interiore, spirituale…
    Personalmente non credo che sia come qualcosa sia se ne stia lì nel corpo, buona e inattiva fino al momento della morte, ma come principio vitale, (anemos è il soffio vitale).
    Dal bisogno di autoconservazione nasce invece l’idea di un’anima immortale, che viva in eterno. Sono per ignoranza, paura, debolezza e desiderio che l’uomo ha bisogno di queste due convinzioni, per rassicurarsi. Perciò si aggrappa a esse con tenacia e, a volte con fanatismo.
    Cara Franci, veder morire una persona è un’esperienza bruttissima che ti segna per tutta la vita. E’ un evento che ci strappa degli affetti e ci fa sentire vuoti, però bisogna considerare che è un evento della vita e che comunque bisogna saperlo accettare, anche se non è facile.
    Atei o credenti siamo esseri umani e la morte è il nostro grande problema. Se per un credente la morte è solo un passaggio, la sofferenza è spiegata con la fede ecc, per un ateo non è così. La morte è legata al ciclo naturale della vita e l’elaborazione del lutto consiste nella serena accettazione della morte e della vita. Non è facile essere atei ma penso non sia neanche facile essere credenti perché è difficile accettare l’idea della propria morte, di quella dei tuoi cari, di quella di qualsiasi essere umano.

  20. lorenzo.rm ha detto:

    Sono molto guardingo, quasi contrariato, a parlare di questi argomenti. Da vecchio laico, anche se non antireligioso, ho semplicemente fatto a meno della fede per anni e anni, fino a 4-5 anni fa. Da allora sono tornato alla fede e mi sono convinto, anzi mi sono confermato nell’opinione, che solo per fede e non per ragionamento possiamo varcare i confini dell’al di là. Ma se lasciamo alla Beata Speranza, molto volentieri aggiungo, il compito di darci una risposta in proposito, su questo nostro campo della vita terrena ne abbiamo, eccome, di cose da fare. Solidarietà, bene, impegno a favore dei più deboli, lotte per la giustizia, soprattutto sociale. Ne abbiamo tante d robe. Tanti campi da ararei, a prescindere anche dai risultati quantitativi. Paghi soprattutto della coscienza di un impegno profuso e di un dovere compiuto.

  21. armida.ve ha detto:

    Ognuno di noi, Franci, ha perduto qualche persona cara.. E’ inevitabile…io non so se esiste qualcosa nell’aldilà, ma trovo conforto nelle parole che mi pare siano di sant’Agostino:
    ” Signore, non ti chiedo perchè me l’hai tolta ( la persona cara), ti ringrazio di avermela data”. E io spero che si potrà tornare ad incontrarci.. voglio crederlo!

  22. franco37 ha detto:

    Carissima Francesca tutti i tuoi dubbi sono anche i miei. Noi sfortunati che non abbiamo certezze in tasca di paradisi o di eterne felicità , viviamo con la consapevolezza del presente ed il tormento dell’ineluttabilità.
    Vedi Francesca , mi guardo attorno e vedo il resto del creato , animali, piante, che semplicemente seguono la logica della natura ….perchè solo noi eterni ? Poi che cosa vuol dire eterno ? Eterni i ricordi , eterni i pensieri ? Ma che noia!
    Il discorso sarebbe lungo ,troppo per un commentino , dico sempre che io ritornerò come prima di nascere. Se penso a prima di nascere non provo paure o angoscie….perchè dovrei averle anche per il dopo.
    Quelli che finiscono il loro cammino ,spero siano nelle cose, nei nostri ricordi o come dice la bella canzone di Mogol .
    “….si diventerà tramonto di sera e si parlerà con le foglie d’aprile,e si vivrà dentro ogni voce sincera e con gli uccelli si vivrà il canto sottile….”

  23. nadia (neve) ha detto:

    ”credere senza prove” per una persona razionale e che deve toccare con mano per credere, è difficile, molto difficile. Che l’anima sia immortale come dice Platone, nessuno può confermarlo!
    Non ci resta che …….. non lo so che ci resta!
    Sono domande che ci facciamo ogni giorno e che non troveremo mai risposta perchè la vita e la morte sono misteri per noi comuni mortali!

  24. maurizia ha detto:

    per me, quando ti vedi la morta davanti ti senti impotente,volontà scompaiono ,volere, potere sono nulla ,chissà se veramnte le anime dei nostri cari ci sorvolono quotidianamente,lo spirito per me resta,chissà dove ma resta

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