Università1

Da circa due giorni sono iniziate le scuole. E mi ritrovo a fare delle riflessioni, un po’ strambe, ma che mettono in relazione il mondo degli attuali studenti col “ciò che accadrà dopo lo studio”. Dopo l’entusiasmo e la speranza che una buona laurea possa aprire le porte al mondo del lavoro, questi ragazzi si guardano indietro e magari pensano che tutti quei sacrifici non sono serviti a nulla. Laureati che sono a spasso, che hanno enormi difficoltà a trovare un posto di lavoro, al pari di loro coetanei che hanno smesso di studiare prima.

 

E ALLORA, COS'E' LA CULTURA? A COSA SERVE?

 

A questo proposito voglio proporvi un articolo di Ilvo Diamanti, apparso tempo fa su Repubblica, che, con intelligente ironia,  entra nel vivo dell’argomento “Scuola-Lavoro”. Ne pubblico uno stralcio dei passaggi più significativi, e per ora mi astengo dal fare commenti, ne parliamo dopo.

E' importante però, che io aggiunga a titolo informativo, per chi non lo conoscesse, che Ilvo Diamanti è un sociologo, politologo e saggista italiano. E’ professore ordinario di Scienza Politica presso l'Università di Urbino, dove ha fondato e dirige il Laboratorio di Studi Politici e Sociali, che si occupa di formazione e di ricerca in ambito nazionale e internazionale. Dirige, inoltre, il Corso di Alta Formazione in Opinione Pubblica e Rappresentanza (OPERA). Insegna « Régimes Politiques Comparées » nel Master in « Etudes Politiques » presso l'Università Paris II, Panthéon-Assas. Ha collaborato e collabora con importanti testate nazionali. È membro del comitato scientifico ed editoriale delle riviste: Rassegna Italiana di Sociologia, Rivista Italiana di Scienza Politica, Political and Economic Trends, Limes, Sviluppo locale, Economia e Società Regionale, Critique Internationale.

Direi, insomma, che è uno che la scuola, l'istruzione, lo studio l'ha amato sin dalla nascita e lo "mangia" a colazione, pranzo e cena.

Giudicate voi...

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“CARI RAGAZZI, cari giovani: non studiate! Ve lo dice uno che ha sempre studiato e studia da sempre. Che senza studiare non saprebbe che fare. Che a scuola si sente a casa propria.

Ascoltatemi: non studiate. Non vi garantisce un lavoro, né un reddito. Allunga la vostra precarietà. La vostra dipendenza dalla famiglia. Non vi garantisce prestigio sociale. Vi pare che i vostri maestri e i vostri professori ne abbiano? Meritano il vostro rispetto, la vostra deferenza? I vostri genitori li considerano “classe dirigente”? Difficile.

Qualsiasi libero professionista, commerciante, artigiano, non dico imprenditore, guadagna più di loro. E poi vi pare che godano di considerazione sociale? I ministri li definiscono fannulloni. Il governo una categoria da “tagliare”. Ed effettivamente “tagliata”, dal punto di vista degli organici, degli stipendi, dei fondi per l’attività ordinaria e per la ricerca.

E, poi, che cosa hanno da insegnare ancora? Oggi la “cultura” passa tutta attraverso Internet e i New media. A proposito dei quali, voi, ragazzi, ne sapete molto più di loro. Perché voi siete, in larga parte e in larga misura, “nativi digitali”, mentre loro (noi), gli insegnanti, i professori, di “digitali”, spesso, hanno solo le impronte. E poi quanti di voi e dei vostri genitori ne accettano i giudizi? Quanti di voi e dei vostri genitori, quando si tratta di giudizi – e di voti – negativi, non li considerano pre-giudizi, viziati da malanimo?

Per cui, cari ragazzi, non studiate! Non andate a scuola. Non avete nulla da imparare e neppure da ottenere. Per fare il precario, la velina o il tronista non sono richiesti titoli di studio. Per avere una retribuzione alta e magari una pensione sicura a 25 anni: basta andare in Parlamento o in Regione. Basta essere figli o parenti di un parlamentare o di un uomo politico. Uno di quelli che sparano sulla scuola, sulla cultura e sullo Stato. Sul Pubblico. Sui privilegi della Casta. (Cioè: degli altri). L’Istruzione, la Cultura, a questo fine, non servono.

Non studiate, ragazzi. Non andate a scuola. Tanto meno in quella pubblica. Anni buttati. Non vi serviranno neppure a maturare anzianità di servizio, in vista della pensione. Che, d’altronde, non riuscirete mai ad avere. Perché la vostra generazione è destinata a un presente lavorativo incerto e a un futuro certamente senza pensione. Gli anni passati a studiare all’università. Scordateveli. Non riuscirete a utilizzarli per la vostra anzianità. Il governo li considera, comunque, “inutili”. Tanto più come incentivo. A studiare.

Per cui, cari ragazzi, non studiate. Se necessario, fingete, visto che, comunque, è meglio studiare che andare a lavorare, quando il lavoro non c’è. E se c’è, è intermittente, temporaneo. Precario. Ma, se potete, guardate i maestri e i professori con indulgenza. Sono una categoria residua (e “protetta”). Una specie in via d’estinzione, mal sopportata. Sopravvissuta a un’era ormai passata. Quando la scuola e la cultura servivano. Erano fattori di prestigio.

Oggi non è più così. I Professori: verranno aboliti per legge, insieme alla Scuola. D’altronde, studiare non serve. E la cultura vi creerà più guai che vantaggi. Perché la cultura rende liberi, critici e consapevoli. Ma oggi non conviene. Si tratta di vizi insopportabili. Cari ragazzi, ascoltatemi: meglio furbi che colti!”.

 

E’ solo un “fondo” di amara verità racchiusa in un involucro di ironica arguzia? Aspetto i vostri pensieri.

francesca (3)  

E ora qualche vignetta per sorridere... (ma non troppo)!

 vignettaEmilianoTaglialfondo

 

            scuola_privata130809_Inizio_Scuola           laurea vignetta

21 Commenti a “MEGLIO FURBI CHE COLTI…..? di Franci”

  1. francesca (franci) ha detto:

    Elisabetta, ciascuno di noi ha la propria cultura. C’è chi la basa sulla conoscenza, chi sulla pratica, chi sul nozionismo, chi sull’esperienza e chi sulla saggezza. Non esiste una cultura d’alto livello e una di basso livello. E come dice giustamente Edis, anche qui in Eldy ci sono sempre cose nuove da imparare. E questo vale per tutti. Anche questa è cultura.

  2. elisabetta8.mi ha detto:

    Sono del parere,che questo Signore,abbia voluto ,provocare tutti e metterci di fronte,alla realta’.Certo,molti furbi adoperano la cultura x loschi interessi,questo è risaputo,ma io intendo la cultura ,come un bellissimo bagaglio personale,che io nn ho,ma vorrei tanto avere.Nella vita ,si fa come si puo’ e nn come si vorrebbe,,,,,,,

  3. antonino8.pa ha detto:

    P. S.
    La cultura è importante perchè arricchisce, a prescindere di quale possa essere lo scopo che ci si prepone o la motivazione.
    Vale sempre la pena studiare, per se stessi principalmente, per
    la propria anima.

  4. Enrica Bosello ha detto:

    Franci, io credo che cultura sia anche ammettere i propri limiti,e io i miei li conosco molto bene, mi arrabbio quando non so nemmeno da che parte cominciare in alcune cose. Conosco tante persone laureate, molto maleducate,persone istruite e educate, persone poco istruite che credono di essere preparate e partendo da questo presupposto sono arroganti e prepotenti, con tutta onestà credo che siano i peggiori, posso sopportare la supponenza di chi ha fatto un percorso di studi, superiore al mio ma una persona che si mette sul piedistallo da sola no…..
    Per quanto mi riguarda leggo molto, con la biblioteca di un paese vicino al mio, appena posso vado a mostre o a gite culturali, e riempio qualche cassetto della mia mente come sai scrivo, ma anche se nessuno mi crede, per me scrivere è un modo per evadere, molto spesso, da i problemi che tutti abbiamo. Sono tutta qui, niente di più niente di meno. Mia figlia a 31 anni va a scuola di tedesco, di francese, come dire…. non è mai troppo tardi

  5. edis.maria ha detto:

    Per cultura non si intende ciò che si studia a scuola, che spesso è solo nozionismo, ma ciò che ognuno di noi cerca di apprendere singolarmente o no, con interesse e piacere. Non è il “ pezzo di carta” che ti rende colto e preparato. Ho conosciuto persone con pochissima frequenza scolastica, che sapevano discorrere e anche dibattere argomenti importanti, con competenza e umiltà!La cultura ti deve seguire tutta la vita pungolando il tuo desiderio di conoscere e apprendere continuamente. In ogni momento ci sono cose nuove da imparare e lo vediamo anche in Eldy: in questo blog stiamo imparando a conoscere il parere di molte persone e ad apprezzare il loro giudizio! Cosa ce ne importa se hanno “ il pezzo di carta” o no? Anche sondare il nostro prossimo è CULTURA!

  6. francesca (franci) ha detto:

    Vorrei rivolgermi ad Enrica. Sono certa che anche gli ingegneri citati da Franco, che sanno determinare sezioni, armatura, tensioni, facendo calcoli sul conglomerato cementizio, non sarebbero in grado di comprendere un contratto di telefonia. Perciò stai tranquilla, cara Enrica, non è la laurea che fa di una persona una persona colta. E’ la vita, anche facendo un lavoro come il tuo, che umile non lo è affatto.

  7. franco muzzioli ha detto:

    Ho conosciuto ingegneri anziani , che dopo i cinque anni di università non hanno fatto altro che calcoli per il cemento armato e la loro cultura generale era quella liceale . Con loro non si riusciva a fare un discorso che non riguardasse la professione.
    Ho avuto occasione di dire, a proposito di un bellissimo commento di Alba , in un altro articolo, che una persona di oltre settant’anni con scarsi studi, ma che è stata curiosa , ha letto, ha approfondito , forse studiato, ma soprattuttio ha vissuto , ha una cultura generale maggiore di un laureato (come quello citato).
    Questo per dire che i giovani devono studiare , farsi una cultura che non finisce sui banchi di scuola ,ma che deve continuare per tutta la vita.

  8. francesca (franci) ha detto:

    E ha ragione anche Giovanna. Si, perchè cultura non è sempre sinonimo di studi elevati e possesso di lauree. La cultura, secondo me, rappresenta l’insieme di tutti gli elementi che contribuiscono alla crescita dell’individuo, che gli forniscono una più ampia concezione del mondo, che gli danno nuove conoscenze. Tutto produce cultura, a partire dai giochi infantili, e poi i libri, ma non necessariamente solo quelli scolastici, il lavoro, lo studio libero e lo studio imposto, l’arte, la scienza, la vita.

  9. giovanna3rm ha detto:

    E’ pur vero che la cultura, nel nostro Paese, è un fatto facoltativo, proprio per coloro che hanno avuto modo di studiare e anche laurearsi. Infatti, molti di essi non aprono più un libro da anni, non sono curiosi di nuove conoscenze, quindi non si sforzano né di sapere ciò che accade nel mondo, sia dal punto di vista politico, letterario, della pittura, della ricerca e così via, quindi sono rimasti con le nozioni scolastiche che, non essendo state applicate nella vita corrente, pian piano hanno praticamente perduto la loro consistenza, superate anche da tutto ciò che nel frattempo si è rinnovato.
    In altri termini, è assai più aggiornato e lo sarà sempre di più, chi, viceversa, terminata la scuola dell’obbligo, non ha avuto modo di continuare gli studi superiori ma, essendo dotato di notevole intelligenza e curiosità di apprendere, ha continuato da sé la sua formazione culturale, leggendo molto, frequentando conferenze, visitando mostre d’arte, biblioteche, non perdendo mai l’opportunità di conoscere nuovi aspetti in vari settori.
    Ecco perché ho detto che da noi la cultura è “facoltativa”. I cosiddetti “acculturati”, tuttavia, cercheranno di dimostrare al mondo di avere, comunque, frequentato l’Università!
    Non parliamo, invece di furbizia, giacché non amo né il termine né il suo significato: per me è assenza di intelligenza.
    Tutto ciò che l’esimio Prof. Damanti afferma, è chiaro che lo dica con spirito altamente amareggiato dai riscontri che è in grado di verificare ogni giorno e nelle più diverse circostanze. Per chi ha dedicato e continua a dedicare la propria vita alla conoscenza allo studio, per divulgarlo, deve essere
    estremamente penoso verificare come viene gestita e dimostrata la cultura ai nostri giorni!
    In definitiva, occorrerebbe convincersi che la conoscenza affina la mente, aiuta ad acquisire sempre maggiore libertà, ad affermare la propria personalità e fare delle scelte più adeguate. E’, comunque, un bagaglio necessario e occorre procurarselo ad ogni costo, magari con i propri mezzi, se non si hanno altri aiuti, come ho precisato sopra.

  10. francesca (franci) ha detto:

    E ai pensieri-precetti di Alba, peraltro molto importanti, mi permetto di aggiungere:
    – la cultura ci permette di distinguere tra bene e male
    – la cultura è una conquista, è scelta, è conoscenza, è una necessità, un bene primario come l’acqua
    – la cultura è passione, innamoramento.
    E se ti innamori la vita è più bella.

  11. alba morsilli ha detto:

    perché la cultura ti permetterà di realizzare i tuoi sogni
    perché senza studi avrai poca scelta nel mondo del lavoro
    perché la cultura ti arricchisce
    perché la cultura è una ricchezza che non perderai mai
    perché la cultura ti aiuta a sostenere i tuoi argomenti nelle discussioni
    perché senza un pezzo di carta oggi non farai nemmeno lo spazzino
    perché senza cultura non ti costruirai un futuro professionale
    perché solo con la cultura potrai dare un po’ di sicurezza ai tuoi figli
    perchè se non lo fai poi te ne pentirai
    perchè senza non sopravviverai in un mondo di sanguisughe
    perchè la cultura ti renderà una persona libera di scegliere
    perché la cultura ti permetterà di diventare un cittadino migliore
    perché non può piacerti una persona ignorante
    Questo il mio pensiero

  12. francesca (franci) ha detto:

    Anch’io sono certa che pochi studenti, leggendo la lettera di Ilvo Diamanti, avrebbero inteso il vero significato delle sue parole. Qualcuno addirittura, come dice giustamente Edis, fraintendendola arriverebbe a considerarlo davvero (sigh..!) un incitamento a non studiare. Ecco anche a cosa serve la cultura.

  13. elisabetta.8mi ha detto:

    La cultura è molto importante ,il sapere nn è mai troppo.I ragazzi oggi sono disamorati anche x colpa nostra,noi associavamo ,cultura e lavoro,oggi cosi’ nn è.Studiate ragazzi,il sapere vi dara’la forzae il coraggio di andare avanti in questa societa’ che sembra sopita.la vostra cultura sara’ la porta della vita x il vostro futuro, nn puo’ esserci futuro senza cultura,,,,,,,,

  14. Enrica Bosello ha detto:

    Avrei voluto studiare, ero brava a scuola,ma mio padre che ragionava in termini pratici, mi ha detto che se ero brava a studiare, lo sarei stata anche a lavorare. Il mio sogno era di veder laureati i miei figli, le cose purtroppo hanno preso una piega diversa. Mi chiedo conta così poco il bagaglio culturale? io credo che la cultura sia un diritto, non il trampolino per esercitare alcune professioni.UN Laureato può far benisimo l’operatore ecologico, siamo noi con le nostre abitudini, che roviniamo tutto mettendo differenze tra le categorie.
    Mi rendo conto delle mie lacune solamente leggendo un contratto con un qualsiasi operatore telefonico, forse per altri non è così, vorrei avere la cultura che non ho, pur continuando a fare anche un lavoro umile.

  15. antonino8.pa ha detto:

    Chiaro che quanto detto da Diamanti sia una provocazione,
    vale sempre studiare anche se qualche “politico” del recente passato
    ha dichiarato che la cultura non paghi.
    Io sono convinto che lo studio sia un’arma per combattere
    tutti quei comportamenti dettati dall’ignoranza, che sia una richezza personale a prescindere.
    Purtroppo devo ammettere che il quadro sulla nostra scuola, prospettato
    da Diamanti, corrisponde alla realtà attuale, una scuola devastata dalle continue
    riforme messe in atto da politici superficiali, nella migliore delle ipotesi.
    Il merito ha valore zero, si va avanti per conoscenze, favori, “prestazioni” o altro,
    e questo, purtroppo, non solo nella scuola.
    Bisogna studiare perchè la cultura è anche futuro
    per questo malridotto mondo, studiare malgrado tutto, malgrado “alcune persone”
    ci preferirebbero ignoranti.

  16. edis.maria ha detto:

    Parole sacrosante quelle del professor Ilvo Diamanti! Ha presentato la scuola in modo altamente ironico e attuale! Ho chiesto il parere di alcuni amici che operano nella scuola, dalla scuola elementare al liceo , e ho tratto alcune conclusioni! Se dessimo questo articolo da leggere ai nostri ragazzi , non coglierebbero l’ironia e la tristezza ( sì anche la tristezza!) insite nel brano. Se un adulto glielo spiegasse forse riuscirebbero a capire che la cultura è l’unica via con la quale si raggiungono certe mete. Non parlo di “ alta cultura” , ma di quella che basta per intraprendere un lavoro che desideriamo e che auspichiamo! Ormai i giovani danno poca importanza alla scuola, agli insegnanti e alla educazione che in classe è necessaria. Studiano il meno possibile, di solito usando ricerche su internet, contestano i giudizi, anche aiutati dai genitori per cui i loro rampolli sono i migliori. La colpa? Nostra, di noi adulti, che li alleviamo con superficialità , senza presentare la vita dura e difficile per chi non ha un minimo di cultura per sapersi formare un avvenire. Forse questi momenti difficili che stiamo attraversando, aiuteranno tutti , adulti e ragazzi, a dare importanza ai sacrifici che , alcuni anni fa, erano “ pane quotidiano “ per gli studenti!!!!Fortunatamente, cerco di farmi coraggio da sola, non TUTTI i ragazzi sono degli scansafatiche! Aahahhahah!!!!

  17. lucia1.tr ha detto:

    D’accordo con Franci sull’analisi del discorso di David McCullough jr, vorrei aggiungere ancora un suo pensiero:
    «Gli adolescenti dovrebbero perfezionare l’abitudine all’eccellenza, ma anche quella alle sfide e soprattutto alle sconfitte, quella alle lotte, ma anche alle frustrazioni, saper perdere è necessario così come imparare a vedersi come non eccezionali, altrimenti di mediocrità si soffre. Dopodiché dovrebbero avere lo spazio per riflettere su queste esperienze. Apprendere a perseverare e a lavorare sodo dovrebbero a loro volta far parte del percorso di crescita. A scuola bisognerebbe che imparassero a essere ingaggiati con idee molto complesse e a raggiungere la saggezza. Ma più di tutto, la mente dei giovani dovrebbe essere resa euforica da tutto quello che c’è da imparare. Sono agli esordi e là fuori il mondo li aspetta e ha bisogno di loro. Per l’intero catalogo di queste necessità, suggerisco di leggere».

  18. francesca (franci) ha detto:

    Il discorso di David McCullough Jr. citato da Lucia è un’esortazione a cercare di raggiungere i propri obiettivi e non quelli imposti dalla società, un invito ad affrontare la vita seguendo i propri sogni e le proprie passioni. L’adolescenza, che è il periodo più importante della vita, spesso fa diventare i giovani vittime inconsapevoli delle pretese intenzioni dei genitori. Ma la parte più significativa del discorso di McCullough è l’importanza e il ruolo della lettura, del crearsi una cultura, del lavorare di immaginazione, del ricercare ad ogni costo la conoscenza in un mondo che tende sempre più a far prevalere gli interessi personali, anzichè della collettività. Certo, ciascuno di noi deve avere la consapevolezza di non essere speciale.
    Perché tutti lo siamo.

  19. lucia1.tr ha detto:

    In tempo di crisi, uno dei settori più penalizzati, è quello la scuola, investire nella cultura dei nostri giovani dovrebbe essere la scelta primaria, il mondo ha bisogno di loro. Mia figlia, insegnante del liceo, ha salutato, il primo giorno di scuola, i suoi studenti della maturità scientifica con questo discorso di David McCullough jr: “Ragazzi non siete speciali”, lo propongo a voi per una riflessione, mi sembra molto interessante.
    http://youtu.be/SghOH_AprB0

  20. lorenzo.rm ha detto:

    Sì, Franci, è come tu scrivi alla fine dell’articolo, ” un fondo di amara verità racchiusa in un involucro di ironica arguzia”. Vale per questi momenti di crisi e di mancanza di speranze, una fase in cui non si sa chi comanda e dirige “il traffico” e in cui il disorientamento delle famiglie e dei ragazzi ha raggiunto il massimo grado. Lottiamo per recuperare il senso delle cose, lottiamo anche, e soprattutto, per cambiare l’attuale andazzo. Faremo certamente felice Ilvo Diamani e, quel che più giova, le creature che abbiamo messo al mondo.

  21. franco muzzioli ha detto:

    Diamanti ha usato il paradosso , la provocazione , ma mentre diceva queste parole gravi …sorrideva….ammiccava.
    Cerco di tradurlo : ” Ragazzi studiate ,studiate tanto , perchè è la cultura l’unica cosa che vi può salvare e che salverà il mondo…….anche se vi faranno un “mazzo così”

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