A volte il destino ti segna la strada dove camminare, tu come un'ebete la percorri senza renderti conto di dove stai andando.

Così è successo a me la notte di Natale. Io non avrei mai immaginato che nel mio quartiere esistesse una casa famiglia, per me erano tutte palazzine eleganti abitate da persone benestanti.

Un incontro casuale mi indica una chiesina all'interno di una di quelle palazzine. Come un automa mi incammino, ero curiosa di vedere con i miei occhi. Credevo, dopo 50 anni di dimora nello stesso quartiere, di sapere e conoscere tutto e tutti.

Non ero sola ma in compagnia di mia figlia Laura. Ci guardiamo e ci capiamo al volo, e andiamo verso un viale carico di luminarie.

Un suono di musica natalizia ci accoglie all'interno di un grande giardino pieno di luci nascoste tra gli arbusti di agrifoglio che spandevano frutti rossi come tante palline.

Non sapevo dove fossimo entrate e quasi quasi ero lì per tornare indietro, ma era presto per la Messa. Mentre formulo pensieri sul da farsi, mi viene incontro una bambina di colore  e, porgendomi un ramoscello di vischio, mi dice “Buon Natale”.

Nel buio ho visto una persona vestita di nero, era una suora piccola di statura, mi ha fatto venire in mente Madre Teresa di Calcutta. Aveva però una carica che sprizzava energia, pareva un terremoto. Lei non ci conosceva, ci vedeva per la prima volta, eppure immediatamente ci ha indicato la porta invitandoci ad entrare.

Entriamo e restiamo a bocca aperta. Capisco che si trattava di una casa famiglia per bambini in difficoltà che, tutti insieme, festeggiavano il Natale. Vi erano persone di tutte le razze ed etnie, bimbi appartenenti a diverse culture religiose. E che importava? Gesù era per tutti.

In un grande salone decorato a festa c'erano tanti bimbi, alcuni soli, altri più fortunati con le loro mamme. Mi si avvicina un'educatrice che mi dice: "sono bambini che hanno viaggiato da soli sui barconi, hanno visto la morte in faccia e qui, ora, si sentono fortunati per essere sopravvissuti".

Mi sentivo piccola dentro, mi vergognavo dei miei ridicoli mugugni.

Ci viene offerto il pranzo non senza forte imbarazzo da parte mia, ma nello stesso tempo ero felice, mi sentivo serena e in pace circondata da quei bimbi e quelle persone. Questa era la miscela di sentimenti che provavo.

 

Tutti assieme, poi, ci siamo avviati nella piccola e intima chiesetta che si trovava all'interno dell'edificio, per la Messa di mezzanotte. Un bimbo in carne e ossa, di tre mesi, ha fatto il Gesù bambino. Era bellissimo color del del cioccolato.

Dopo è arrivato Babbo Natale con doni per tutti, offerti in beneficenza dalla grande distribuzione.

Sono andata a casa dicendomi “Dio ti ha fatto mettere il naso dentro ciò in cui non credevi”.

 

Alba

10 Commenti a “NOTTE DI NATALE ALTERNATIVA……..di Alba”

  1. paul candiago ha detto:

    Torino: citta’ Reale, Ordinata e Pulita con strade diritte e a 90 gradi fra loro.
    Cittadini cordiali molto educati e gentili, anche da loro ho appreso molto a riguardo del mio comportamento sociale che tanto mi ha aiutato ad inserirmi in diverse societa’: grazie torinesi.
    Citta’ ricca di archittettura rinascementale, con la Mole Antonelliana che le fa da guardia’
    Se la fissi a collo alzato senti dirti: sono qua io guardarvi e proteggervi.
    Alla sera il Valentino diventa ha sempre “ paradiso terestre” dove ragazzini, giovani innamorati e anziani.
    Meravilioso giardino che mosta in vivo un quadro reale del vivere.
    Gli anziani, seduti in panchine, vedono in retroscena la loro vita, diventata in quell’ora di riposo, la loro vita vissuta.
    Vita espressa con una mano nell’altra della compagna.
    Ora solo lo specchio di giovinezza e maturita’ che son terminate e il Po le porta come ricordi al mare.
    (Se andate al Valentino e trovate un fiore lo ha dimenticato Luciana)
    Per me correvano gl’anni 60 e per lavoro andavo spesso a Torino con destinazione FIAT e sue succursali.
    Nel tempo libero, come sempre, chiese, musei e monumenti, per un vizio naturale, al Bello e all’Arte.
    Mi ricordo ancora il ristorante La Forchetta D’Oro e il cameriere che non mancava di dire e mostrare ad ogni commensale il recesso e tavolo del Conte Cavour, fatto a modo di enclave/nicchia per proteggersi da eventuali atti di criminalita’ mentre pranzava.
    Auguri a voi tutti: che l’Anno Nuovo vi sia di Pace, Proprizio e Prospero con Bellezza ed Arte stile Torino. Paul

  2. francesca ha detto:

    Leggendo la tua storia, Alba, mi sono venute in mente queste parole:
    “…Se tutta la gente
    Si desse una mano
    Se il mondo finalmente
    Si desse una mano
    Allora ci sarebbe un girotondo
    Intorno al mondo
    Intorno al mondo ..”
    Sono parole di una vecchia canzone, mi pare di Sergio Endrigo, ma sempre attuali. Quanto abbiamo ancora da imparare…!

  3. Giulio Salvatori ha detto:

    Grande Alba, semplicemente :M E R A V I G L I O S A

  4. lorenzo12.rm ha detto:

    Grande Alba. Ci hai raccontato un’esperienza quasi incredibile. E’ vero che si dava vita ad un evento cruciale: la nascita di un Bambino chiamato Gesù, e tu vi hai partecipato e ci hai fatto partecipare. Ma se ne dicono tante oggi di cose brutte. Qui tutto era vero, compreso il bambinello (di color cioccolata, dici tu).E si mangiava in compagnia, in un’atmosfera di cordialità e fratellanza. Così dovrebbe essere sempre, e speriamo che il mondo, un giorno o l’altro, assomigli molto di più alla terra creata dal Buon Dio. Grazie e, ripeto, grande Alba.

  5. alba morsilli ha detto:

    Che dirvi non è favola, non è un sogno è una realtà piena di piccole anime che il destino ha voluto che io incontrassi, ero triste perchè i miei nipotini erano con il papà questo Natale toccavano a lui ( figli di genitori separati). Io dico destino per non dire LUI, ha voluto farmi conoscere altre realtà peggiori delle mie, farmi capire che non siamo soli, Lui è sempre tra noi e si presenta in mille modi diversi.

  6. edis.maria ha detto:

    Alba, veramente una splendida favola di Natale, nella quale troviamo tutti i nostri sentimenti nascosti per tanti mesi! Racconto da libro Cuore in cui il nostro intimo “scatta” solo quando ci si guarda intorno e si scopre che il mondo non lo vediamo nella tristezza che ci circonda ,perchè siamo egoisti e pensiamo solo ai nostri intimi interessi! Ogni giorno osserviamo , con occhi rivolti solo ai nostri problemi,le sciagure degli altri e ci ” giriamo” dall’altra parte! Da domani il Natale finirà e , noi, che leggeremo? NO, agiremo e osserveremo la gente che ci circonda! Buon Natale, Alba!

  7. mario34 ha detto:

    Quindi cara alba il mondo non è tutto cattivo, come a volte lo descriviamo ma esiste pure il buono .Basta cercarlo perchè non capita di trovarlo sempre per caso

  8. Nembo ha detto:

    Alba, il tuo Post sembra essere una favola proprio nella notte di Natale, accade raramente ma ti è capitato, chiamalo come vuoi forse casualità o altro come una conseguenza del fatto che sei uscita da casa con tua figlia prima del dovuto per andare a messa e per questo hai trovato un’incontro casuale che ti ha indicato una strada diversa, la tua curiosità ti ha condotto in un luogo a te sconosciuto ma nel frattempo ti ha fatto passare veramente una notte di Natale da favola condividendo con altre persone a te sconosciute la gioia e la speranza di un domani migliore. La vita è un viaggio con varie destinazioni che distinguono le necessità e i desideri, le necessità possono essere poche, i desideri possono essere limitati, solo noi possiamo fare la differenza. Un Saluto

  9. franco ha detto:

    Grande Alba, io sono pieno di rabbia verso i nostri politicanti ( mi rifiuto di chiamarli “onorevoli” , li chiamerei più volentieri “disdicevoli” ), che non hanno voluto varare la legge dello “ius soli” , per tutti quei bambini di altra etnia che sono nati in Italia o sono nel nostro Paese da tanto tempo. Non rispettano quel Gesù Bambino “color del cioccolato “… sono brutte persone.

  10. anna b. ha detto:

    Bellissimo racconto,grazie Alba, deve essere stata una notte suggestiva,ti ha fatto riscoprire qualcosa che ti eri persa, la gioia della condivisione che aveva la massima espressione in quel momento.

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