Nei piccoli paesi, c'è sempre stato per il pane un grande rispetto. Già da bimbetti, si assisteva alle "infornate" dei grandi pani che le donne cuocevano nei forni. Lunghe tavole con sopra impasti rigonfi, e sulla "pancia" il segno dei credenti coperti con cura da teli bianchi. Noi bambini e bambine, si aspettava che fossero cotti i i colombini: filoncini ricavati dai residui dell'impasto. Così caldi e croccanti erano veramente buoni. Oggi i forni spno spenti, raramente né accendono qualcuno. Il pane, che veniva fatto una volta alla settimana, si conservava con cura nelle profonde "madie", non si buttava via nulla, quello che seccava, si grattugiava. E una cosa che ricordo e che faccio osservare ai nipoti: il pane era sacro, non si rovesciava, ma doveva essere adagiato sul tavolo nel verso giusto e, con il segno della croce verso l'alto. E ancora, le mamme, ci dicevano che il pane, durante l'inverno, si trovava nelle cave sotto la neve, e l'estate esposto al sole. Il concetto è chiaro: fatica, sudore, sacrifici dei nostri cavatori. Questi insegnamenti, la gente semplice non li può dimenticare. Quando passavo ultimamente vicino ad una rivendita di pane, vedevo cestoni pieni che venivano buttati o dati alle bestie. Per me, era ed è incomprensibile buttare via il pane. Dice un vecchio saggio che : "Tutto il male non viene per nuocere". Ora, con tutto quello che vediamo per volontà di un criminale, non si vedono più cumuli di pane, e quello che avanza, viene portato a centri d'accoglienza. Ecco! Ho voluto ricordare il Valore morale del pane.           Giulio Salvatori

6 Commenti a “PANE…..di Giulio Salvatori”

  1. francesca ha detto:

    Ho ricordi di quando ero bambina. Col pane avanzato la mia mamma ci faceva la “panada”, pane raffermo cotto nell’acqua e condito con un goccio d’olio. Caro Giulio, concordo tutto con te. NO allo spreco alimentare, mi fa impazzire di rabbia vedere buttar via alimenti che potrebbero salvare milioni di vite umane.

  2. carlina ha detto:

    nella vita non si dovrebbe buttare via nulla- tanto meno il pane- materia prima x l’alimentazione, ora meno- comunque i negozianti dovrebbero donarlo ai centri che lo destinano ai bisognosi- noi noon potevamo farlo in casa possedendo una stufa a gas adatta x cuocere il mangiare sopra e nello sportello sotto ciambelle o torte comunque quando mi avanza del pane lo cucino con un pò di latte x ammorbidrlo e condito con olio e forma detto il pancotto- ed è buonissimo a volte lascio il pane xaverne abbastanza x mangiare questo delizioso piatto hai parlato di un argomento sempre interessante

  3. giuseppe3ca ha detto:

    La storia del pane è storia antica. Il pane è l’alimento che ha accompagnato l’uomo fin dalle sue origini e perdura ancora oggi. Si dice che l’uomo non vive di solo pane ma la verità è che non ha mai potuto vivere senza il pane che, in effetti, accompagna sempre tutti gli altri alimenti.
    Il pane è sacro e fa parte della nostra cultura al punto da essere simbolo religioso e di vita.
    Grazie Giulio per questa tua testimonianza.

  4. gabriella2.bz ha detto:

    Sai Giulio io non ho i ricordi che hai te, i forni per il pane non gli ho visti nelle case dove sono nata ,ma nemmeno nella casa della nonna, avevano le stuffe a legna ed il forno era nella stuffa, la medesima dove sopra c’erano i posti per cuocere. Certo la stuffa della nonna era grane, la nostra di casa di dimensioni minore. Anche se il pane si comprava in latteria non si buttava niente, si raccoglieva per fare canederli, gnocchi di pane e se invecchiava si grattuggiava. Riccordo pure la zuppa di pane, ma nella spazzatura non ci andava niente. Lo stesso faccio io, ma ho notato che i negozianti mettono il pane in scatola fuori dalla porta, come per le verdure che l’indomani non potrebbero vendere. Molto bello il tuo post.Un caro saluto

  5. Giulio Salvatori ha detto:

    Grazie Nembo. Infatti si può utilizzare in tanti modi il pane raffermo…Noi, ancora, ci facciamo la “pappa”. Si mette l’acqua in una pentola, facendo un brodino con gli aromi che uno preferisce. Poi si aggiunge il pane e si fa cuocere un po’. Si versa il contenuto ristretto nel piatto, aggiungendo un buon olio a crudo e una bella grattugiata di formaggio pecorino, romano , parmigiano…secondo i gusti.Non guasta una puntina di peperoncino. Provare per credere: buon appetito.

  6. NEMBO ha detto:

    Giulio Salvatori, un bel Post che mi fa ritornare ai ricordi d’infanzia, condivido i pensieri dello scritto.Questo cibo,sia pur raffermo, è ancora utilizzabile in altre maniere, mia nonna, così pure mia madre utilizzavano il pane raffermo per fare delle polpette con carne e verdure,oppure dei dolci la chamavano “torta paesana” oppure lo gratuggiavano così fa anche mia moglie. Ora, purtroppo molti gettano il pane avanzato nell’immondizia, lo considero un gesto sconsiderato.E,nel dire… “Buono come il pane” avrà sicuramente un buon motivo.Devo dire amaramente che non tutti i grandi centri/supermercati ecc…donano il pane avanzato ai vari centri che si occupano al sostegno della povertà o similare.Sarebbe opportuno sensibilizzare il tema sullo spreco alimentare in generale.

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